Technology Experience
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[ByteAdventure] Dreaming about system clock

“Sognerò?”
”Certo HAL, tutte le creature intelligenti lo fanno”
(“2010 – L’anno del contatto”, Stanley Kubrick)

byte[0] sogna.
Era parecchio che non gli capitava, e per lui è un’esperienza insolita.

E’ uno di quei sogni in cui tutto è confuso, dove ogni oggetto appare scostante e dai contorni vaghi e non ben definiti. Non ricorda nemmeno come è arrivato fin qui. Si trova in quello che sembra essere una scheda audio; è una di quelle integrate sulla scheda madre, crede, perchè il circuito è periferico e direttamente connesso alla mainbaord. Poco più in là, proprio dietro l’angolo formato da due shape, vede e sente il trambusto del traffico di uno dei bus di sistema. Butta un occhio sull’immensa autostrada, e vede 8 corsie affollate da ogni tipo di byte: ad un’occhiata non esperta potrebbero sembrare bytes tutti uguali, ma byte[0] è un profondo conoscitore del suo ambiente, e sa distinguere le diverse tipologie dei byte. E’ così che riconosce un frammento di file png dal suo header ed un file xml well-formed, il cui contenuto però gli risulta estraneo.

Fa un passo verso il bus. Può farlo perchè non ha alcun compito all’interno della scheda audio – se prima ce l’aveva, adesso non lo ricorda più.

Fa un altro passo ancora. Non è normale che un byte dimentichi il proprio task corrente: una volta, in altre sessioni del sistema, ne ha parlato con altri bytes incontrati durante le sue peregrinazioni, ed hanno intuito tutti insieme una cosa: la capacità di ricordare di un byte viene notevolmente diminuita se il byte viene utilizzato dal sistema per renderizzare un suono. E’ come se l’onda sonora, prodotta sotto forma di impulsi elettrici, andasse a minare l’essenza stessa del ricordo, scatenando un’amnesia parziale del periodo trascorso all’interno di un chipset sonoro. Forse è per questo che non sa perchè si trova lì. O forse è perchè sta semplicemente sognando?

Non lo sa, e per trovare una risposta fa un ennesimo passo, avvicinandosi sempre più al bus. Ora il trambusto è talmente vicino che sente tangibile su di sé l’interferenza elettromagnetica, dovuta ai campi generati da ciascuno di loro. Gli basterebbe un movimento semplice per inserirsi nel traffico, e venir accelerato ai 12,8GB/sec previsti dalla banda della memoria DDR3. Ed in effetti lo fa. La latenza dovuta alla CAS gli dà solo un attimo di tregua, il tempo di prendere l’equilibrio, e poi balza via, da qualche altra parte, in qualche altro settore del sistema.

jump

byte[0] continua a sognare.
Percepisce che il suo corpo fisico è tormentato ed il suo sonno irrequieto, ma non può farci nulla.

In pochi cicli di clock il bus lo porta chissà dove. E’ un luogo che byte[0] fatica a riconoscere. Si guarda attorno alla ricerca di simboli od elementi che lo possano tranquillizzare, in grado di donargli quella familiarità dei luoghi che puoi chiamare “casa”, a cui puoi dare del tu. Ma non ne trova.

C’è un pistone, che scorre su e giù, all’interno di un cilindro. Si muove sempre alla stessa frequenza, su e giù, incessante ed instancabile. Il cilindro è grigio metallizzato, una tonalità di colore ottenibile solamente con strumenti avanzati di rendering grafico – troppi punti di luce ed una texture strana che non riuscirebbe a spiegare. Ogni volta che il pistone raggiunge il culmine della sua corsa, si sente un boooom che percuote l’intero sistema. Ed ogni volta che il pistone raggiunge il punto più basso una scarica di fulmini analogici azzurro elettrico appare all’improvviso, correndo lungo la superficie. Ad ogni scarica byte[0] sente rizzarsi i bit. Non sa di cosa si tratti, perciò sta fermo.

“Cosa ci fai?”. Una voce lo fa sobbalzare.
”Nulla, ecco, io, sono…capitato qui per caso” – byte[0] risponde alla entità. Sa di aver detto la verità, ma il tono di voce lo tradisce, e persino a lui stesso gli sembra di mentire – “Chi sei tu?”, chiede.

“Io sono l’anima del Bios che sovraintende alle attività del clock di sistema” – gli risponde l’entità.
”Quello è il clock di questo sistema, quindi?”
”Ovvio che sì, cosa credevi che fosse? Ci sono molti endpoint in ogni sistema in cui ti puoi avvicinare all’analogico, ma forse nessuno di questi è così vicino come il luogo in cui ci troviamo ora. Il clock è il cuore del sistema: se si fermasse, ogni attività cesserebbe immediatamente. Il clock prende energia direttamente dal power supply e comincia a dettare il tempo. Così è, così sarà. Il Bios, nella fattispecie me, sorveglia e può intervenire sulla velocità. Ma per ora tutto procede bene.” – l’entità è molto gentile, ha un tono di voce garbato e sembra disponibile.
byte[0] non sa cosa dire. Trova affascinante questo posto. Il suono prodotto dal clock gli sembra una poesia, un battere pulsante e vivo di un sistema digitale che, in effetti, gli sembra lontano ed inarrivabile.

“Ti piacerebbe provare, vero? Lo leggo nei tuoi occhi” – chiede l’entità.
”Sì, credo di sì. Posso? Il clock è analogico, come può accadere?” – chiede byte[0].
L’entità sorride, perchè capisce benissimo i suoi dubbi. Già in passato gli è capitato di incontrare altri bytes, e tutti hanno avuto esattamente lo stesso tipo di perplessità. Sorride e spiega.
”Puoi, eccome. Il byte per definizione è di natura digitale, ma è solo un’approssimazione. Il tuo vero io è analogico: ogni byte non è nient’altro che un insieme di cariche elettriche che, se ben composte, danno origine ad un valore digitale. Avvicinati, e salta nel cilindro quando il pistone è in posizione”.

Nemmeno per un attimo byte[0] pensa di rinunciare. E’ come se fosse il momento che aveva aspettato da sempre.
Si avvicina, prende il tempo, aspetta che il pistone salga, è talmente vicino che il boooom quasi lo fa cadere a terra.
Salta, un micro istante dopo che il pistone cominci a scendere. L’energia elettrostatica è intensa, la più forte che abbia mai provato.
La forza di gravità trascina il byte verso il basso, in un vortice verso il fondo del cilindro.
Ma non fa in tempo a toccarlo.

jump

Adesso byte[0] finalmente si sveglia. E’ un risveglio felice e sereno. Ma gli sembra una pazzia ciò che ha sognato. Lo sanno tutti che è impossibile mischiare analogico e digitale. Perchè sennò si era reso necessario inventare modem sotto varie forme? Ognuno di noi è ciò che è, e nessuno può cambiare le regole del gioco. O forse no?

Dal posto in cui si trova, una minuscola cella di memoria nella cache L2 della CPU, sente il battito del clock di sistema. Sorride malinconico, ma più passa il tempo e più i ricordi del sogno si fanno flebili e lontani.

Arriva il bootloader del .NET Framework, lo carica in un assembly, insieme ad altri decine di migliaia di bytes.
“byte[0], sei chiamato a rapporto. Address 0x008930FA.”
Finalmente qualcosa da fare.

Si ricomincia.

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Software

20 e più note varie su Windows 8 Consumer Preview

Questo post nasce durante la giornata lavorativa di ieri pomeriggio, ieri sera ed oggi (a cavallo tra giovedì e venerdì 1 e 2 Marzo 2012, insomma). Lo scopo è quello di raccogliere piccole info e piccole chicche che magari nel momento di scrivere un post completo sfuggono.

Buona lettura!

  1. Google Talk è l’unico software al momento che non si ricorda la posizione in cui l’avevo lasciato (secondo monitor, in alto a sinistra)
  2. In Esplora Risorse, finalmente, le funzioni di “New Folder” e “Paste” sono raggiungibili con un click solo!
  3. By default, la cancellazione dei files non chiede più alcuna conferma
  4. Piccolo tip: per dare un nome ad un gruppo di tiles dovete andare nella Start Page, poi zoomate all’indietro (CTRL + Rotella mouse giù); a questo punto cliccate con il destro sul gruppo di tiles, andate sotto nell’Application Bar e cliccate su “Name group”. Scrivete un nome. Fatto!
  5. Windows 8 Consumer Preview gestisce nativamente due wallpaper diversi su due monitor separati
  6. In casa dal Novembre scorso ho questa televisione LG 42LW650G. Rispetto al set base, ho preso una chiavetta WiFi USB, in modo tale da collegare la TV alla mia rete casalinga. Windows 8 l’ha riconosciuta senza installare nulla di particolare. Cosa posso farci? Giusto per prova, ho preso un file .wav ed un file video e li ho potuti mandare in play sulla televisione (senza particolari tempi di attesa, senza password, senza errori di timeout, senza dover aprire porte sul firewall, etc. etc.). Già mi immagino seduto sul divano, con un tablet Windows 8, pescare un video dal mio NAS e vederlo sulla TV senza troppi sforzi
  7. Come ho già detto altrove, la Start Page si scorre orizzontalmente usando la rotella del mouse, oppure utilizzando la scroll bar orizzontale
  8. Se con il mouse si va nell’angolo in alto o in basso a sinistra e poi si clicca, si può raggiungere il tradizionale desktop Windows
  9. Se con il mouse si va nell’angolo in alto o in basso a sinistra e poi ci si sposta verso l’alto il basso, lungo il fianco appare l’elenco delle apps Metro precedentemente aperte
  10. Se con il mouse si va nell’angolo in alto o in basso a destra si apre un menù di sistema con Search, Share, Start, Devices e Settings. Da quest’ultima voce si raggiunge la funzionalità Power (da dove riavviare o spegnere il pc)
  11. Non ho avuto alcun problema ad installare i drivers delle mie periferiche: tastiera & mouse gaming della Logitech, scheda video ATI Radeon 4850, Sound Blaster Audigy, e via dicendo. Mi sono solo assicurato di scaricare le ultime versioni disponibili sui siti di supporto
  12. Per poter creare una terza colonna all’interno di un gruppo sulla Start Page bisogna prima aver riempito le prime due. Mentre posso creare subito la seconda colonna semplicemente affiancando due tiles
  13. Trovo molto intuitivo premere il tasto Windows e cliccare in un nanosecondo la tile dell’applicazione che mi serve: che sia Visual Studio, Virtual Box, Outlook 2010 e qualcosa app Metro (che sul desktop utilizzo poco). Oppure, se proprio devo o voglio usare il mouse, clicco in basso a sinistra ed il gioco è fatto!
  14. Molto belli ed utili i nuovi ribbon inseriti in Esplora Risorse. Quando si entra in uno zip si attivano ribbon contestuali per la gestione di files compressi. A seconda dell’oggetto selezionato il ribbon si adegua in modo intelligente, offrendo comandi specifici: apri, proprietà, burn to disc, select all/none/invert selection, copia & sposta. Quando ci si trova alla root di un disco si attivano funzioni come BitLocker, Optimize, Format. Tutte funzionalità che prima erano esposte con clic destri, aprendo un menù, etc. Adesso sono sempre lì a portata di mano. Prima secondo me per un utente alle prime armi era abbastanza difficile copiare files o cartelle da un posto all’altro: bisogna prima spiegare la clipboard e la terminologia corretta (insomma: taglia/copia/incolla, che francamente nel 2012). Era assolutamente necessario fornire strumenti più semplici, sia per gli utenti che per gli esperti. Direi missione compiuta!
  15. Quando fate doppio-click dal classico desktop su un particolare tipo di files, Windows 8 vi avvisa se ultimamente avete installato una nuova applicazione in grado di aprire quel file. Esempio: prima se aprivo una normalissima JPG veniva aperta con Windows Photo Viewer. Ieri sera ho installato Paint.NET e sono tornato ad aprire la foto: Windows ha emessa il classico suono di notifica di Windows Phone, è apparso un banner in alto a destra del monitor. Cliccato il banner, Windows mi ha avvisato e mi ha elencato le applicazioni capaci di gestire quel file. Mettetevi nei panni di un utente normale: una grande comodità!
  16. Finestra iniziale di Windows 8: all’inizio per poter fare login prendevo il mouse a draggavo verso l’alto il wallpaper (un po’ come si fa con Windows Phone). Falso! Basta premere un tasto: il wallpaper sparisce e potete fare login!
  17. Copia dei files migliorata: è possibile mettere in pausa la copia (e mi sembra di aver letto sui blog MSDN che se la copia è in pausa e cambiate connessione di rete, non avete problemi)
  18. Avete presente la barra delle applicazioni? Se avete più monitor, tale barra compare su ciascun monitor, e potete dockarla a diversi lati (esempio: sul monitor sinistro la metto sul bordo sinistro, sul monitor destro la metto sul bordo inferiore, com’è di default). Ed ogni barra ha proprietà proprie: su un monitor posso attivare il “Nascondi automaticamente”, sull’altro no
  19. Ma l’hanno chiesto diverse person, e ci tengo a precisarlo: sulla Start Page di Windows 8 posso mettere sia le nuove tiles delle applicazioni Metro, sia le buone vecchie e classiche icone delle applicazioni vecchio stile (esempio: icone di Office, Visual Studio, Google Chrome, FireFox, Virtual Box, Notepad++, etc. etc.)
  20. Per ultimo voglio esprimere una grande gioia, perchè W8CP sembra tutto fuorchè una beta: completa, stabile, mai un crash, piena compatibilità con l’hardware, veloce, reattivo, assolutamente usabile
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Software

Un altro piccolo vantaggio della nuova Start Page di Windows 8

Lavorandoci intensamente, ho aggiunto un’altra conclusione rispetto all’utilizzo della nuova Start Page, che secondo me ai più sfugge.

Immaginate Windows 7, e supponete di avere 20 applicazioni aperte. Faccio un elenco di quello che potrei avere aperto io:

  1. Tre istanza di Visual Studio (ingrandite a full-screen)
  2. Outlook 2010 (ingrandite a full-screen)
  3. Diverse finestre di Internet Explorer (a finestra)
  4. VirtualBox
  5. Google Talk
  6. Evernote
  7. Word, Excel
  8. Adobe Reader
  9. TweetDeck
  10. E via dicendo, altre applicazioni che apro & chiudo sul momento

Ora, immaginate di dover raggiungere un’icona del vostro desktop. Come fate? Riducete tutto ad icona (ci sono varie shortcut da tastiera oppure da mouse), oppure cominciate a spostare finestre nel tentativo di raggiungere quella particolare icona. Il problema qui non è, secondo me, il tempo che ci mettete, ma il tempo che poi dovete perdere per recuperare lo stato del vostro workspace.

Cosa accade con Windows 8? Una cosa, ripeto, ben diversa: la vostra superficie di lavoro è diversa dalla superficie dove avete tutte le icone dei vostri programmi. Sia chiaro: il vecchio desktop c’è ancora, quindi se usate male Windows potreste avere ancora il problema di cui sopra, ma se voi mettete le icone delle applicazioni sulla Start Page, il vostro workspace rimane lì dov’è.

Aprite pure 90 applicazioni. Dovete aprirne un’altra? Andate sulla Start Page (colpo di Winkey sulla tastiera, oppure click con il mouse), tappate l’icona/tile, tornate in 3 millisecondi sul buon vecchio desktop senza aver perso nulla nella disposizione grafica delle varie finestre.

Vi dirò: sembra una sciocchezza, detta così, ma se ci ragionate e se lo provate, vi renderete conto di com’è migliore in questo modo.

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Software

Windows 8 Consumer Preview e l’assenza del menù Start

E così, alla fine è arrivato. Giusto ieri, ultimo giorno di un febbraio bisestile, Windows 8 è uscito con la sua beta Consumer Preview. Aperta a tutti, scaricabile, installlabile, più che usabile. Questo post nasce su un normalissimo hardware di qualche anno fa: QuadCore, 4 GBytes di RAM, ATI Radeon 4850, un po’ di hard-disk, scheda audio Sound Blaster Audigy, etc. etc. Così come è stato rilevato anche con Windows 7, le richieste hardware degli ultimi sistemi operativi Microsoft tendono a scendere, più che aumentare. Con Windows 8 questo fattore è ancora più determinante: fra gli scopi dichiarati di Microsoft, infatti, c’è la volontà di avere un unico OS per tutti gli hardware possibili ed immaginabili: desktop, notebook, netbook, ultrabook, tablet, smartphone, phablet, etc. etc. E questo significa avere un occhio di riguardo per consumi di memoria e di batteria, ed un mucchio di altre cose. Ma torniamo al titolo di questo post.

E’ davvero vero che il menù Start è sparito?

La risposta a questa domanda, secondo me, non è così banale. E’ sicuramente sparito il menù Start così come noi l’abbiamo sempre conosciuto (da Windows 95 a Windows 7). Su questo non ci piove. Quello che c’è in Windows 8 Consumer Preview è un menù Start reinventato, reimmaginato, evoluto, in grado secondo me di essere utile su tutti i device elencati prima. Compreso il desktop! Arriviamo al dunque.

Secondo me, quando un software cambia radicalmente la propria interfaccia utente grafica, è sbagliato cominciare a spiegarla dal punto di vista dei developer. Questo punto di vista è tecnico: racconta le specifiche, quali sono stati i ragionamenti che Microsoft ha fatto per arrivare a questo approccio, qual’è la filosofia che c’è dietro, i tecnicismi, e via dicendo. Attenzione: non sto dicendo che queste cose non servano: dico semplicemente che noi dev siamo innanzitutto utenti di un software e di un sistema operativo. Perciò una nuova UI deve innanzitutto convincere noi stessi: solo in questo modo riusciamo ad adottare con successo un software. Una volta che siamo convinti, la reazione immediata di un dev è la seguente: “è una figata pazzesca, voglio fare anche io un’applicazione così”.

Ed io sono qui per questo!
Cominciamo!!!
Smile

Chiudete gli occhi e fate mente locale sul buon vecchio menù Start di Windows 7. Io lo utilizzavo in uno dei seguenti modi:

  • lo apro premendo il tasto Windows sulla tastiera oppure cliccando sul pulsante Start in basso a sinistra
  • una volta aperto il menù, apro una delle applicazioni recenti che Windows si ricorda (io in questo momento ho: Visual Studio, Word, FileZilla, Notepad++, etc.)
  • se l’applicazione non è fra quelle recenti, ne scrivo il nome: scrivo “writer” per aprire Windows Live Writer, scrivo “word” per aprire Word, scrivo “command” per aprire il prompt MS-Dos quando serve, scrivo “pannello” per aprire il Pannello di Controllo di Windows, scrivo “paint” per aprire Paint.NET. Potrei continuare all’infinito, come potete immginare…
  • lo usavo per il riavvio, per lo spegnimento e per altre attività
  • MAI, MAI e poi MAI ho navigato all’interno del menù Start come si era costretti a fare con Windows XP. Con XP il menù Start si apriva per tutto il desktop, folder dopo folder, alla ricerca dell’icona del programma che ci interessava. Diabolico in un modo che preferisco non spiegare.

Facciamo adesso la stessa cosa con il nuovo Windows 8 Consumer Preview.

Ad una prima occhiata, l’abbiamo capito, c’è questa nuova schermata Start con le tiles.
Questa schermata E’ IL NUOVO menù Start.

Si fanno esattamente le stesse cose con le stesse modalità, ed ovviamente c’è molto di più. E dov’è finito il desktop? Basta lanciare una qualsiasi applicazione non-Metro e lavorate sul vostro classico desktop. Nulla è cambiato. Vi dirò la verità: dalle 14 di oggi ho utilizzato Windows 8 per lavoro, e quella Start Page (chiamiamola così) l’avrò vista sicuramente un po’ di volte, ma l’ho usato come fosse il vecchio menù Start.

Per aprirlo ci sono due modi:

  1. Premete il tasto Windows sulla tastiera
  2. Andate con il mouse in basso a sinistra sullo schermo e cliccate

Fatto questo, siete nella Start Page. A questo punto…

  1. comincio a digitare il nome del programma che voglio e senza nemmeno guardare premo Invio per aprirlo. Esattamente come facevo prima.
  2. comincio a digitare un path che voglio aprire (X:, \CASADownload, etc.) e premo Invio: vado nel desktop e si apre il buon Esplora Risorse. Esattamente come facevo prima
  3. comincio a digitare una feature del pannello di controllo (uninstall, services, device, tutte le altre), poi clicco sulla voce “Settings” e la ricerca mi elenca le voci del pannello di controllo. Un pochino diverso da come facevo prima, ma è questione di abitudine

La morale è: quando siete nella Start Page cominciate a digitare qualcosa, e Windows 8 parte con una ricerca all’interno del sistema, e non solo. La ricerca può essere applicata allo Store, alle Apps, ad altre applicazioni già installate, etc. etc.

Ora rileggete la domanda scritta prima in questo post.
E’ davvero vero che il menù Start è sparito?

Il menù Start non è più un menù. Ed anche il desktop si è trasformato.

  1. E’ Fullscreen
  2. Ci sono le tile al posto delle icone
  3. Virtualmente ed orizzontalmente infinito (mentre il desktop prima era limitato alla risoluzione del vostro schermo – a meno di non usare applicazioni esterne per creare desktop virtuali, ma questa è un’altra storia). Con la rotella del mouse scorrete la Start Page a destra e a sinistra, per cui è un attimo recuperare la tile che ci interessa.
  4. Non c’è più differenza tra click e doppio-click (e questo sinceramente credo sia una manna per gli utenti davvero all’inizio)

Insomma, per chiudere: su Windows 8 Consumer Preview pian piano ho installato:

  • Office 2010
  • Visual Studio 2010
  • Visual Studio 11 (in beta, si può installare side-by-side)
  • Adobe Reader X
  • La suite Windows Live
  • Ho configurato Media Center
  • Daemon Tools
  • VirtualBox (mi serviva oggi per il mio lavoro)
  • Sql Server con Management Studio

Dopo ben più di quattro ore di lavoro, ritengo che l’utilizzo di questa nuova Start Page è davvero intuitiva, pratica, comoda, geniale. E non lo dico perchè sono Microsoft-iano, o fan-boy, come dicono alcuni. Lo dico per il semplice fatto che l’ho utilizzato in modo intensivo in ambito lavorativo/personale, e non sento affatto la mancanza del vecchio menù Start. Anzi! Prima era decisamente sotto-utilizzato!

Ho avuto la netta sensazione che ho provato con il mio iPad la prima volta che l’ho usato. Ovvero: “Caspita, Windows mi legge nel pensiero! E’ così bello e così funzionale che non capisco come facevo ad usarlo prima, è in sintonia con me!”.

Ultima fase e poi chiudo. Un’altra critica che ho sentito muoversi nei confronti di Windows 8 è: ok, io vorrei l’interfaccia Metro sui tablet e sui device dove è più congeniale, vorrei il classico desktop su tutti gli altri. Non sono per niente d’accordo. E’ come se qualcuno vi chiedesse di avere il command-prompt su certi pc, ed il desktop su altri. Io voglio poter usare le tiles anche su un tradizionale sistema desktop per il semplice fatto che le trovo utili anche sul desktop. Non solo: voglio poter comprare un monitor touch e cambiarlo sul mio sistema a costo zero! Non voglio dover reinstallare Windows o abilitare qualche features per avere le app Metro.

Insomma, il finale di tutto questo è che non c’è alcun motivo per non avere Metro e le tiles anche sul desktop. Chi di noi è abituato a Windows 7 (direi la stragrande maggioranza) interagirà allo stesso modo, con lo stesso numero di click per fare le stesse operazioni. Ed imparare ad usare la Start Page è di gran lunga più semplice di quello che può sembrare ad una prima occhiata.

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My daily work

I miei Racconti sui Bytes su Amazon

Negli ultimi mesi, e forse anni, diciamolo chiaramente, la mia attività sul blog è decisamente stata sotto la media. Hanno imperversato altre modalità di rimanere in contatto, prima Facebook e poi Twitter. Specialmente quest’ultimo ha in parte sostituito la mia voglia di comunicare, perchè è più rapido, forse più efficace, sicuramente più immediato. Su Twitter non solo seguo e vengo seguito da tutti gli amici che prima seguivano e leggevano il mio blog, ma ho anche guadagnato un certo numero di altri follower, persone e nuovi amici che il mio blog nemmeno lo conosco.

E per questo motivo alcuni di loro non sanno della mia piccola passione per la scrittura. Anni fa (parecchi anni fa, oserei dire), sul mio blog UGIdotNET e su questo blog scrivevo racconti brevi, scritti nel tempo libero, dove il protagonista era un byte, che viveva diverse situazioni ed avventure all’interno di pc, schede madri, sistemi operativi, software, e chi ne più ne metta. Quei racconti sono piaciuti ad un sacco di miei amici, che spesse volte mi incitavano a continuare, a scriverne sempre di più.

Poco tempo fa ho raccolto un certo numero di questi racconti (37) e li ho pubblicati su Amazon.com (era l’11 Febbraio), al modico prezzo di 2,07 dollari USA. I racconti contenuti in questo primo volume non sono ovviamente originali, sono gli stessi pubblicati sul mio vecchio blog, ma secondo me l’idea di poterli vedere raggruppati in un’unica raccolta, e di poterli leggere attraverso un Kindle dà molto valore aggiunto.

Insomma: consigliato a tutti gli appassionati di informatica, nerd, geek, cultori di hardware & software, e a chi è appassionato di lettura un po’ diversa!

Sorriso

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Flight Simulation

Giorno epocale: esce Microsoft Flight!

Oggi è il 29 Febbraio 2012: il mondo sta aspettando fremente la prima beta pubblica di Windows 8, più nota come Windows 8 Consumer Preview.

Ma io questa mattina vi voglio parlare di una cosa ben diversa, più consumer ancora di Windows 8. Proprio oggi Microsoft ha rilasciato la nuova versione del proprio simulatore di volo, Microsoft Flight. Noi appassionati della simulazione di volo la consideriamo una giornata epocale per il semplice fatto che l’ultima versione – Microsoft Flight Simulator X – uscì il 13 Ottobre 2006, quasi 6 anni fa, che in campo informatico & videoludico sono un’era geologica.

Questa versione ha suscitato, sta suscitando e susciterà un bel po’ di polemiche tra gli appassionati, per una serie di motivi, che cerco di riassumere in questa tabella.

FSX costa circa 30-40 euro in base alla versione MS Flight è totalmente gratuito
FSX comprende l’intero globo, con tutte le città ed ovviamente tutti gli aeroporti MS Flight comprende solamente le isole Hawaii
FSX comprendeva un certo numero di aerei di vario tipo (ad elica, liners, elicotteri, alianti) MS Flight comprende un paio di aerei
FSX è una vera simulazione di volo MS Flight ha un approccio più videoludico
FSX non ha uno store: bisogna cercare gli add-on in giro per il Web MS Flight ha uno store interno dove acquistare add-on di ogni tipo

 

Preciso che il confronto qui sopra è fatto confrontando le caratteristiche dei due prodotti così come li si trova appena installati.

La morale è MS Flight sembra essere almeno all’inizio più limitato: non possiamo volare per il pianeta, non possiamo selezionare un qualsivoglia aeroporto, e soprattutto ciò che sembra trapelare è che sembra più un prodotto videoludico. Con Microsoft Flight abbiamo missioni da completare, punti esperienza da accumulare, segreti da scoprire volando per le isole Hawaii. Queste sono tutte features che fanno storcere il naso al vero simmer, che invece vuole avere il pieno controllo della situazione. Non vuole un videogioco, vuole un mondo il più realistico possibile all’interno del quale volare.

Eppure ci sono punti di forza, indubbiamente. Innanzitutto, come forse sapete, sono un membro dei Piloti Virtuali Italiani da qualche anno, ormai. E mi capita spesso, durante gli eventi e le manifestazioni che organizziamo, di parlare con persone che di simulazione non sanno nulla, oppure che si stanno avvicinando a questo mondo per la prima volta. Molto spesso queste persone mi chiedono: ma cosa si fa in una simulazione? ma davvero ci metti un’ora per volare da Londra alle coste francesi con un B-17? ma non ti annoi a fare una trasvolata atlantica con un 737? ma dov’è il divertimento? Tutte domande legittime, credo! Effettivamente, ve lo dico per esperienza, durante gli eventi la gente si ferma a guardarmi quando sono ai comandi di un B-17 solo quando mi vede fare la procedura di accensione, quando mi vede decollare o quando sto per atterrare, perchè sono le parti più emozionanti e a rischio. Appena si è in volo di crociera, la gente se ne va perchè non vede più alcun fascino nel vedere il terreno scorrere lento in attesa di arrivare a destinazione. Il fattore “noia” vince sul fattore “divertimento”, a quanto pare.

Ma torniamo a noi. Microsoft secondo me ha voluto attaccare su due fronti:

  1. partire da un livello più basso e più semplice per far avvicinare più persone
  2. dare più risposte alla domanda: “cosa si fa in una simulazione di volo?”

Il punto (1) è dovuto al fatto che MS Flight è un videogioco ben strutturato: espandibile con scenari aggiuntivi, aerei acquistabili separatamente, mission pack installabili, etc. etc. Anche l’hardware richiesto è stato livellato verso il basso: è possibile volare con tastiera & mouse (cosa che farebbe inorridire il vero simmer), ma ovviamente anche con joystick e pedaliere più professionali.

Il punto (2) è dovuto al fatto che in MS Flight ci sono missioni da completare, passeggeri e merce da trasportare, luoghi da scoprire, missioni da completare. Quindi, finalmente, al prossimo evento (per la cronaca: Piloti Virtuali Italiani sarà a Ludica dal 16 al 18 Marzo 2012 a Milano, FieraMilanoCity) avrò ed avremo delle risposte in più da dare alle persone. Forse queste persone vedranno una miglior noia nel volare in questo modo, perchè c’è qualcosa da fare, esattamente come accade in qualsiasi videogioco.

Ma la cosa che credo più di tutte è che con il passare del tempo MS Flight cresca, comprendendo tutte quelle features che un simmer ritiene vitali per fare di un simulatore di volo il SUO simulatore. Cito qualche esempio:

  1. possibilità di usare hardware evoluto (pedaliere, joystick, TrackIR, pannelli aggiuntivi per radio, etc. etc.)
  2. Aerei evoluti (aerei GA di qualità, liners realistici, con pannelli 3D con switch, leve, pulsanti completamente utilizzabili)
  3. possibilità di usare software di terze parti (come il mio Fsx Logger) che offrono funzionalità aggiuntive rispetto al simulatore base: gps, meteo aggiornato in tempo reale, miglioramento delle textures, simulazione del traffico reale, integrazione con Google Maps, e via dicendo.

Ovviamente, ci vuole tempo per soddisfare questi punti. Finchè questi punti non verranno risolti, MS Flight molto probabilmente attirerà il pubblico più inesperto (e forse più numeroso), ma magari i simmer più esigenti lo lasceranno perdere. Che sia chiaro: questa stessa situazione si è verificata anche all’uscita di FSX. E’ ovvio che un simulatore più “vecchio” dispone di più add-on (perchè c’è stato più tempo per studiare gli SDK e per sviluppare i prodotti): appena immesso sul mercato, FSX sembrava povero e spoglio con i suoi miseri 20 aeroplanini, poi pian piano è cresciuto fino a superare il vecchio Flight Simulator 2004.

Nel frattempo, vi lascio con il classico saluto del nostro Comandante Luigi Cattadori.
Buoni Voli a tutti voi!

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VivendoByte.ByteAdventure

[ByteAdventure] The Dark Side of the Tile

Prologo
I bytes si tenevano stretti stretti, come fossero un array. In realtà era minuscole entità ben distinte e separate. Avevano seguito un briefing poco prima di arrivare lì e di essere assegnate per quel task, perciò erano ben consapevoli di ciò che avrebbero dovuto fare e subìre, di ciò che avrebbero visto e di cosa avrebbero dovuto fare. Ma si sa come vanno queste cose: sebbene qualcuno possa raccontarti nei minimi dettagli un’esperienza, finché non la si vive in prima persona non si avrà mai la consapevolezza di cosa significhi.

Era con questo stato d’animo che i bytes aspettavano, un misto di eccitazione e di ansia.
Poi arrivò.
Quando l’onda d’urto esplose davanti a loro, era impetuosa e di una forza terrificante.
I bytes vennero sospinti verso l’alto, all’unisono, rapidamente.
Ed il mondo si capovolse.

…4 secondi prima…
Era una giornata soleggiata, priva di vento. Il cielo era terso, e questo permetteva alle comunicazioni WiFi di viaggiare nell’etere senza interferenze o disturbi particolari. Fu in un momento così che il byte, che dapprima era rappresentato in formato analogico da un pizzico di energia, approdò ad un dispositivo dotato di antenna 802.11n. L’ingresso avvenne in modo semplice ed efficace: il modem convertì il byte nel suo formato digitale. Formato in cui si sentiva decisamente meglio.

Il byte aprì una porta bianca, l’unica porta che poteva vedere nella stanza in cui si trovava. Al di là della porta stava un suo simile, un byte come lui. Era seduto ad una scrivania multitouch, la cui superficie era luminescente, pieni di numeri, scritte ed indirizzi di memoria che lampeggiavano, azzurre su sfondo nero. Il byte aveva appena il tempo di leggerle, che esse svanivano via per non tornare più; utilizzava i suoi 8 bit per sfiorare alcune zone sensibili dello schermo: questo gli permetteva di muoversi e di navigare all’interno del sistema.

Al byte, ancora un po’ scosso per il lungo viaggio nell’etere, gli sembrò una sorta di controllore.

“Ben arrivato, byte”. Puoi chiamarmi I/O.” – gli fece il tizio.
”Buongiorno a lei, I/O. Byte[6708] a rapporto. Sono arrivato, ho un messaggio urgente da consegnare!”
”Ricevuto, faremo il possibile per consegnarlo. Sai dove ti trovi, vero?” – chiese I/O.
”Uhm, veramente no, ma non è importante, credo. O no? Dovrei sapere qualcosa?”

I/O sorrise e si alzò in piedi, cercò di darsi un tono.
”Ti trovi all’interno di un sistema Windows Phone, Versione SO 7.10.8107.79, Firmware 2250.21.51101.401, Hardware 0002. Non è un sistema desktop, questo in cui ti trovi è un sistema mobile di prim’ordine. Qui efficienza, velocità e consumi di batteria e di memoria sono questioni importanti. Se sei qui, significa che un’app installata ha richiesto la tua presenza. Consegnami la tua firma digitale.”.

Il byte non fece altro che osservare per una frazione di TimeSpan il lettore digitale di cui disponeva I/O. Grazie a quella scansione, I/O riuscì a compilare una sorta di carta d’identità del byte appena arrivato: qual’era la ragione per cui si trovava lì, qual’era l’app coinvolta, qual’era il contenuto del messaggio che portava.

“Sei assegnato alla UI” – decretò I/O – “per cui il tuo viaggio sarà molto breve. Ma direi piuttosto interessante; durante la notte su questo device viene attivata la Modalità Aeroplano, ed è il momento migliore per noi, perchè non c’è nulla da fare ed abbiamo il tempo di raccontarci storie ed esperienze. E dai bytes che hanno lavorato sulla UI ho sempre sentito racconti affascinanti.”. Gli occhi di I/O si fecero per un attimo sognanti. Byte pensò che molto probabilmente provava un po’ di invidia per lui.

“Ora va’, non puoi stare qui ancora molto, qualcuno ha bisogno di te”.

…2 secondi prima…
Il byte salutò I/O uscendo dalla stanza. Muoversi all’interno del sistema era molto diverso rispetto ai metodi a cui era abituato. Solitamente in un sistema desktop o server poteva accedere ai bus di sistema, alle singole celle di memoria, al PCI-Express, ai controller USB, e via dicendo. Qui invece il sistema di trasporto era affidato ad una sorta di Metro interna, i cui itinerari erano ben fissati dall’architettura del sistema stesso. Potevi essere destinato a comporre il package di un’app, essere un SMS, una scheduled task, o poche altre alternative. Al byte diede subito l’impressione di essere un sistema hardware & software affidabile e per certi versi chiuso, in cui era impossibile girovagare e ficcare il naso in faccende estranee. Il tutto era strutturato come in una sandbox, dove era vietato superare limiti non concessi.

Al byte vennero in mente i discorsi di I/O di pochi istanti prima, e concluse che probabilmente era meglio così.
Si fece scansionare ancora una volta dal sistema di trasporto interno, ed la Metro di sistema lo portò a destinazione in pochissimi istanti.

…1 secondo prima…
Il byte arrivò nel lato back di una tile. Era buio fitto, e percepiva la presenza di altri moltissimi bytes come lui. Formavano una tile 173×173, proprio sulla Start Page di un telefono Windows Phone 7. Si tenevano stretti, mano nella mano, per comporre un’icona, una tile che presto, prima o poi, si sarebbe ribaltata per essere portata alla luce, sulla UI principale del telefono. Il byte sentiva il respiro regolare e silenzioso degli altri bytes, ansiosi di fare il loro lavoro e di essere utili a qualcuno. Ad ogni pixel era assegnato un posto preassegnato. Nonostante il buio pesto, ciascuno conosceva esattamente qual’era la sua posizione. Il byte era l’ultimo, e tutti stavano aspettando lui: la tile si sarebbe completata solamente con la sua presenza. Il byte corse, schivando gli altri e raggiunse la sua cella nella griglia: afferrò le mani dei due pixel adiacenti e per la prima volta si sentì tranquillo. Adesso il suo compito era finito, doveva solo aspettare il da farsi.

D’improvviso una voce si elevò sopra le altre. Nessuno riuscì a capire da dove arrivasse. Era autoritaria, precisa nello spiegare e sicura di sé.

“Buongiorno a tutti, bytes! Se siete qui, è perchè avete avuto l’autorizzazione adeguata! Siete in un telefono Windows Phone, dovreste esserne orgogliosi. Mentre in tutti gli altri telefoni di questo pianeta capeggiano icone statiche ed immobili, morte e scarne, vecchie ed antiquate, qui le cose sono ben diverse!!”.

Un breve attimo di silenzio per caricare la folla che lo ascoltava.
“Noi qui non siamo morti, siamo VIVI! Non siamo icone, siamo TILE!”

I bytes 173×173 rispondevano ed urlavano spasmodicamente, in preda all’euforia.
”SI, NON SIAMO icone, SIAMO TILE!!!!! SIAMO VIVI!!!!!! VOGLIAMO VIVERE!!!! VIVIAMO!!!!!”

La voce tonante ricominciò ad inneggiare sulla folla.
“Abbiamo atteso a lungo questo momento, e finalmente ci siamo! Ora è il nostro turno!!!!”
Alzò le braccia, e fu solo in quel momento che la <RotateTransform /> cominciò a far ruotare la tile sottosopra, in pochi decimi di secondi.
I bytes vennero sospinti verso l’alto, all’unisono, rapidamente. La tile ruotò in un battere di ciglia: ciò che prima era davanti finì dietro, e viceversa. Ciò che prima era “front” divenne “back”, e viceversa. I bytes si mantennero in equilibrio accompagnando la rotazioe, senza scomporsi più di tanto.

Il Dark Side of the Tile modificò il proprio assetto.
Ed il mondo si capovolse.

Epilogo
Quando la trasformazione geometrica terminò il proprio lavoro, i bytes erano alla luce del sole. Non erano mai stati così a contatto con l’Aldilà, con il mondo esterno. C’era una luce abbagliante, ed il mondo era così pieno di colori, di movimento, di vita, che ne rimasero commossi. Passarono molto tempo a cercare di intuire qualcosa del mondo esterno, così diverso dal loro, eppure così affascinante. Vedevano oggetti di cui avevano soltanto sentito parlare, o di cui avevano visto solamente una rappresentazione digitale all’interno del sistema.

Il byte era fra questi. Guardava ed osservava con gli occhi sbarrati nonostante l’intensa luce, e la bocca aperta per lo stupore. Qualcosa di gigantesco si avvicinò a lui, sempre più vicino. I bytes urlarono di gioia. Qualcuno al di fuori stava interagendo con loro. Quando il dito toccò la superficie dello schermo del telefono Windows Phone, i bytes provarono una sensazione strana. Era una sorta di contatto fisico strano, qualcosa che non riuscivano a spiegarsi.

Forse era la cosa più simile al solletico che un byte potesse percepire.

Piccolo appunto finale
Durante la notte inserite la Modalità Aeroplano del vostro Windows Phone: anche lui ha bisogno di un po’ di riposo, i bytes hanno diritto di rilassarsi e di raccontarsi storie fra loro.

Sorriso

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Community

Il mio utilizzo di Twitter

Se non sto attento bene a ponderare le parole, questo post potrebbe divagare verso note polemiche, che voglio evitare il più possibile.

Sappiate innanzitutto che da parecchio tempo mi trovate su Twitter, ovviamente, altrimenti questo post non avrebbe senso. Twitter è un social network molto molto semplice, nei suoi concetti base, che permette di rimanere in contatto con la propria rete di amicizie in modo minimale ed efficace. Twitter lo si utilizza mandando semplici messaggi di testo (i tweet) lunghi al massimo 140 caratteri. Vi posso assicurare che per uno prolisso come me (almeno in forma scritta) stare dentro questo limite è davvero una tortura!
Sorriso

Se penso alle persone che mi seguono (followers) e che seguo (following), posso suddividerle in diverse categorie:

  • colleghi, amici di community, developer, appassionati di informatica (non inteso come persone che lavorano in Brain-Sys, ma persone che fanno il mio stesso lavoro ovunque esse si trovino)
  • aziende, marchi, istitituzioni (Vodafone, LG, HTC, varie division di Microsoft, e chi ne ha più ne metta)
  • amici e parenti
  • persone più di nicchia (giornalisti, per esempio, più altre categorie particolari)

Ora, lo dirò una volta soltanto: è impossibile scrivere un tweet che sia interessante per tutti i vostri followers!

Quindi se scrivo un tweet di Windows Phone 7 è molto probabile che mia cugina dica: che roba è?
Se scrivo un tweet di cronaca, è molto probabile che ad un dev possa sembrare fuori luogo.
Se scrivo un tweet di politica, è molto probabile che mia sorella stia male!
Se scrivo un tweet su musica dance (mai successo, ma potrebbe accadere) farebbe piacere a mio cugino Mattia, ma interesserebbe poco agli altri.

Ovviamente questo ragionamento lo applico automaticamente io stesso a ciò che leggo sulla mia timeline: a volte leggo tweet che parlano di JavaScript, di MongoDB, di quell’amica che segue il tennis, di iPhone, di tecnologie che non mi interessano (al momento) e che magari non seguirò mai. Ma questo non mi dà il diritto di prendere in giro e di prendere chissà che “provvedimenti” nei loro confronti!
Ognuno ha i suoi interessi, ed ognuno ha il diritto di twittare ciò che vuole.

Passiamo oltre! Vi siete mai chiesti a cosa servono gli hashtag inseriti in un tweet?
Andiamo al sodo. Se nel testo di un tweet inserisco hashtag come #wp7, oppure #apple, oppure #TredicesimoApostolo, oppure #opensenato, oppure #concordia, oppure #ilpiùgrandespettacolodopoilweekend, oppure #monti, e via dicendo, vado a marcare quel tweet con due scopi essenziali:

  • quel tweet non solo viene letto dai vostri followers, ma anche da tutti quelli che seguono quel particolare hashtag (i vari client Twitter come TweetDeck permettono di avere colonne dedicate ad un particolare hashtag. In questo modo seguite persone potenzialmente da tutto il mondo, che non conoscete, ma con le quali condividete un particolare interesse, identificato da quell’hashtag)
  • entrare nel trends di Twitter, ma questo è un risvolto marketing/pubblicitario che non mi interessa molto, per cui salto

Ora, ficcatevi una cosa di testa, oggi e per sempre. Se scrivo un tweet, a qualcuno serve, punto. Nel “qualcuno” inserisco anche me stesso, ovviamente. Non ti piace? Pazienza. Se vedete che non vi interessa alcuno dei miei tweet, allora defollowatemi. Non minacciate di farlo. Fatelo! Perchè defolloware qualcuno non è maleducazione, è semplicemente una semplice presa di posizione, sincera, schietta e non offensiva: non mi interessa quello che scrivi.

L’utilizzo degli hashtag è molto molto importante, e se non l’avete mai fatto vi perdete un bel pezzo di Twitter. Attenzione: non mi sto riferendo a scrivere un tweet inserendo uno o più hashtag, quanto a fare ricerche tramite hashtag. Vi do qualche spunto:

  • siete tifosi del Milan? seguite l’hashtag #milan oppure #acmilan
  • vi interessate di politica? seguite l’hashtag #opensenato, oppure #opencamera, e via dicendo
  • volete leggere pareri sul nuovo motore di ricerca? seguite #volunia
  • vi piace iPhone? seguite #iphone
  • vi piace Windows Phone? seguite #wp7

Ovviamente gli esempi possono andare avanti all’infinito, in base a ciò che accade. Spesso un hashtag è deciso dagli organizzatori di un certo evento (mi riferisco a #uan12 per l’ultima UGIaltNET, oppure #cdays12 per i prossimi Community Days), mentre altri nascono così dal nulla (mi riferisco a #concordia, #schettino, #costacrociere). Quindi è perfettamente legittimo che in presenza di una trasmissione, di un evento, di una conference un particolare hashtag abbia un picco nei trend di Twitter. Gli hashtag sono nati e vengono usati anche per questo motivo.

Ora, per chiudere, mi chiedo un po’ di cose, ma sintetizzo. Perchè è perfettamente legittimo twittare un tweet-cronaca #wp7, mentre se twitto sul #TredicesimoApostolo, non dovrebbe andare bene in ugual modo? Mi piace andare al sodo: “Il Tredicesimo Apostolo” è una fiction italiana in 12 puntate, 6 serate, e credo di aver passato solo le ultime due a twittare pesantemente. Eppure c’è qualcuno di allergico, che minaccia di defollowarmi, come se fosse una condotta negativa di chissà quale rango. Come se fosse una cosa di rilevanza penale, che faccio da un anno, da chissà quanto tempo!

A quel qualcuno (che sia uno solo eppure decine e decine) consiglio di fare un bel GOTO 1 (ovvero: torna alla prima riga di questo post e ricomincia la lettura). Se twitto in quel modo un motivo c’è, e – lo scrivo a caratteri cubitali – non è spam, perchè sono tweet scritti da me, non da un sistema automatico (come a volte accade con altre persone che usano Zite, che ogni mattina spamma di tweet – ma non ci vedo nulla di male nemmeno in questo, francamente). E quello stile mi ha permesso di conoscere nuove persone (almeno digitalmente, per ora), e soprattutto come io non mi metto a discutere quali sono i vostri tweet, come tweetate e con chi lo fate, per favore, non fatelo con me. Farò lo stesso tipo di cronaca, chiamiamola così, in altri ambiti e quando lo riterrò opportuno: che sia un evento per developer (Community Days), che sia una partita di pallavolo, oppure un evento dei Piloti Virtuali Italiani. Ovvio che certe cose sono più leggere e richiedono meno attenzione – e soprattutto in TV c’è anche la pubblicità, che è stata messa lì apposta. Forse.
Sorriso

Insomma…non vi piaccio? Defollowate senza minacciare!!

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Software

Deputati Italiani per Windows Phone 7 – come e perchè

Deputati Italiani è un’applicazione freeware per Windows Phone 7, disponibile da qualche settimana sul marketplace ufficiale. Tra parentesi, è davvero troppo comodo poter pubblicare un link al marketplace, senza passare da siti esterni o da aggregatori di terze parti. Torniamo a noi.

Deputati Italiani è un’applicazione che comprende tutti i deputati della Camera dei Deputati, appunto. Potete ricercarli inserendo il loro nome o cognome, appunto filtrandoli per partito di appartenenza. Lo scopo ultimo è quello di poter assegnare, ogni giorno, un voto ad uno qualsiasi dei deputati, come se fossero a scuola. Un voto da 1 a 10, come nel film di Ligabue.

L’archivio dei deputati comprende tutta una serie di informazioni di corredo: fotografia, città di provenienza, eccetera. Dall’applicazione è possibile raggiungere la pagina ufficiale del deputato sul sito www.camera.it. Ad esempio, questa è la pagina di Simone Baldelli (PdL) e questa è quella di Salvatore Margiotta (PD). Due nomi presi a caso, ovviamente.

Il voto, da 1 a 10, viene raccolto sui server VivendoByte.net in forma del tutto anonima. Dall’applicazione è possibile dare il consenso per l’utilizzo del GPS: in questo modo il vostro voto non è semplicemente un numero, ma ci permette di capire che per esempio il deputato XYZ è più amato in Valle d’Aosta, mentre in Toscana quella stessa persona ha qualche difficoltà in più. Insomma, potete capire anche voi che la cosa è ben diversa. Comunque sia, lo ripeto, l’utilizzo del GPS è del tutto opzionale, e in ogni caso il voto stesso è anonimo.

Grazie a Deputati Italiani potrete partecipare anche a sondaggi su richiesta. Vi capiterà qualche volta di vedervi arrivare una notifica, che vi inviterà a dare un voto non tanto su un deputato di vostra scelta, ma su uno di nostra scelta, in base agli avvenimenti, alla cronaca, allo scenario che di volta in volta si propone nella vita politica quotidiana.

Deputati Italiani è un’applicazione nata quasi così per caso, tramite una chiaccherata con il friend-twitter Andrea B. Pur trattandosi di un’applicazione tutto sommato semplice, ha impiegato qualche settimana per venire alla luce. Da adesso è pronta e disponibile.

La filosofia che sta dietro a Deputati Italiani è un piccolo grande sogno, ovvero la possibilità di far sentire la nostra voce, di dare il nostro parere, tutti i giorni, in modo puntuale e preciso, quasi in tempo reale. Tenete aperta l’applicazione mentre leggete il giornale, mentre seguite un telegiornale in TV, mentre guardate una puntata di Ballarò su Rai Tre, o i programmi che più preferite. Sentite la dichiarazione di qualcuno? Vi piace, non vi piace? Ditelo attraverso Deputati Italiani! Avete suggerimenti? Consigli? Volete darmi qualche nuova idea che vorreste vedere implementata? Fatemelo sapere, collaboreremo insieme!

Non posso che chiudere con due ultime cose.

La prima è motto ufficiale di Deputati Italiani, che è “La Politica sei TU, fai sentire la Tua Voce!”.

La seconda è il link ufficiale dell’applicazione, che è il seguente.

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My personal life

Perchè tutto ad un tratto mi sono preso un tablet?

Ok, se mi seguite su Twitter, o se siete nella mia cerchia di amici & conoscenti, sapete benissimo che da circa un paio di settimane sono un felice possessore di un tablet. E non un tablet qualsiasi, ma di un iPad 2. Sì, ho detto iPad 2, quello della mela rosicchiata, smangiucchiata. La mela di Apple.

Perchè? Perchè, vi chiederete?

Per rispondere a questa domanda è necessario tornare indietro di alcuni mesi. Indicativamente, dobbiamo prendere la DeLorean di Doc ed impostare gli orologi del tempo ad Aprile 2011. Circa 6 mesi fa. In quel periodo la mia società aveva stretto un accordo con Managed Designs per lavorare su un progetto. Facciamola breve. In pausa pranzo andavamo a lustrarci gli occhi alla FNAC, in pieno centro a Milano, a due passi dal duomo. E’ lì che ho cominciato a prendere in seria considerazione l’idea di avere un tablet. Ok, adesso sedetevi, perchè sto per elencare le caratteristiche – non solo tecniche – che cercavo in un tablet.

  1. Innanzitutto, l’aspetto ‘mobile’ era secondario. Forse sono controcorrente, ma io non considero il tablet come lo strumento più comodo se mi trovo in situazioni di mobilità
  2. Di conseguenza, la parte connettività 3G era decisamente trascurabile
  3. Grande display, luminoso, pratico, reattivo e facilissimo da usare
  4. volevo un tablet da tenere in salotto, per cui elegante e figo al punto giusto

In quel periodo iPad 2 non era nemmeno nell’anticamera del cervello. Guardavo ovviamente i vari Android, molti mi intrigavano ed ero veramente ad un passo dall’acquistarne uno. Ma la community che mi gira attorno (soprattutto i contatti Twitter) mi hanno fatto desistere: aspetta Windows 8, mi dicevano. Pazienta, aspetta, risparmia quattrini, perchè Windows 8 cambierà tutto. E così ho pazientato sbavando! Quando ho assistito alla presentazione di tutto l’ambaradan Windows 8, ho capito che molte di quelle persone avevano ragione, tranne che su una cosa. L’arrivo sul mercato. Non ero assolutamente disposto ad attendere senza far nulla l’uscita di Windows 8 per prendermi un tablet.

E sono tornato ad ammirare i tablet Android, di tutti i tipi, per valutare quale facesse al caso mio.

Fino a quando, un brutto giorno, Steve Jobs è venuto a mancare. Era giovedì 6 ottobre. Il sabato successivo a questa data, senza pensarsi troppo, sono andato alla FNAC a prendermi iPad 2. Esso risponde perfettamente ai requisiti che avevo in testa, ne sono un felice possessore, e torna utile in moltissimi scenari. Anche in questo caso evidenzio qualche punto che gioca a favore dei tablet, che sia iPad oppure no.

  1. Un tablet vince se hai bisogno di “un qualcosa” che sia inferiore ad un pc, ma superiore ad uno smartphone
  2. Un tablet è praticamente lo strumento ideale per la navigazione veloce, per la ricerca in 3 secondi della tal informazione
  3. Io personalmente ho notato che usando iPad sono meno stressato, perchè forse ti “costringe” ad usare un’app alla volta, non hai Windows Update, lo spegni/accendi in 1 secondo
  4. La durata della batteria è disarmante: carico iPad una volta alla settimana, pur usandolo tutti i giorni per navigare e twittare
  5. Il confronto pc vs. tablet non regge: se voglio tenermi un pc in cucina, devo fare i conti con autonomia, praticità d’uso, ingombro, tempi di startup. Su questo non sono disposto a discutere
  6. iPad mi torna utile in tantissimi luoghi e momenti diversi: prendo appunti in Brain-Sys con Evernote, stessa cosa durante l’incontro con Piloti Virtuali Italiani. E mi trovo tutto sincronizzato con il mio PC
  7. Le dimensioni del display lo rendono utile a tutta la famiglia (i miei genitori, per intenderci)
  8. l’App Store di Apple è sicuramente un punto vincente (come lo è quello per Windows Phone 7), perchè anche il più inesperto è in grado di cercare app e di installarle
  9. Potrei andare avanti per parecchio, ma mi fermo qui

Concludendo, voglio quindi sottolineare come l’acquisto di un tablet non è stato un gesto avventato. Semmai, lo è stato l’acquisto di iPad. Ma va bene così, sinceramente ad oggi non lo cambierei con nulla al mondo.

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