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XAML Power Toys 5.0

L’altro giorno, mentre lavoravo bello tranquillo da casa, ho notato un aggiornamento dai miei following di Twitter. Mi arrivano in automatico grazie a Twhirl, un desktop client per Twitter. Beh, insomma, per farla breve, il nostro amico MVP Corrado Cavalli ci informa che sono usciti i XAML Power Toys 5.0.

Di cosa si tratta? Si tratta di un add-on per Visual Studio 2008 SP1 che aggiunge moltissime funzionalità a chi lavora con XAML, Windows Presentation Foundation e Sliverlight. Questo add-on si “incastra” nelle finestre di editing di XAML e C#, aggiungendo diverse voci davvero indispensabili. Ad esempio:

  • creare un nuovo StackPanel, Canvas, DockPanel, Border, Grid inserendo al loro interno elementi di UI già presenti e definiti nello XAML (in pratica, la funzione Group Into già presente – mi pare – in Expression Blend)
  • creare ListView, Grid e nuove Window partendo da classi di object-model già definite
  • il comportamento del punto precedente è customizzabile: tramite Reflection, il tool mostra le proprietà pubbliche delle vostre entità di dominio, e potete decidere come essere devono apparire (tramite TextBox, ComboBox, etc. etc.) e quali stringhe di formattazione applicare (bellissimo!)
  • pulizia dello XAML (geniale!!!), rimuovendo le proprietà Margin & Padding!! Bellissimo…

Ovviamente, trovate maggiori informazioni presso il sito dell’autore, dal quale potrete anche scaricare l’installer ed i sorgenti. Mentre siete sulla pagina, date un’occhiata ai links sulla destra: è pieno di esempio di tutti i tipi sul mondo WPF. Alcuni sono davvero imperdibili!

Grazie a Corrado per la segnalazione.

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[Keyzard 2] Ragionamenti, idee e concept art

Cinque anni fa, molto prima che arrivassi su UGIdotNET e molto prima che mi facessi conoscere attraverso il mio blog, scrissi Keyzard, un piccolo gioco educativo/didattico che riscosse un certo successo. Raggiunsi 6.000 download totali, e mi arrivarono un sacco di mail di ringraziamenti e di complimenti, perchè molti bambini (anche con problemi di salute) in tutte le parti d’Italia impararono ad usare la tastiera del loro PC. Si trattava di un piccolo gioco dove per vincere bisogna premere velocemente le lettere sulla tastiera: tutto questo per sconfiggere un fuorilegge nel vecchio Far West.

In questi giorni, rilassato e comodo a casa, mi son detto: perchè non scrivere Keyzard 2, sfruttando le tecnologie più moderne, rispetto a quelle che erano disponibili 5 anni fa?

Una sera, invece di andare a dormire, mi son messo davanti al PC e ci ho ragionato su.
Ecco quello che ho tirato fuori.

Ambientazione e idee di base
Prima regola: cambiare ambientazione. Invece del vecchio West, questa volta farò qualcosa di fantascientifico. L’idea di base – che deve assolutamente rimanere – è lo scopo didattico/educativo. Quindi, ecco lo scenario:

Nota tecnica : l’immagine qui sopra è realizzata in vettoriale con Expression Design, e le clipart sono state scaricate dal sito OpenClipart.

In pratica, voi belli beati vivete in una tranquilla casa di campagna, isolata e staccata dal resto del mondo. E’ notte, una bella notte stellata e nulla sembra indicare nulla di strano. Tutto ad un tratto, il cielo diventa verdastro ed improvvisamente sul cielo sopra casa vostra arrivo un UFO:

Non abbiate paura, gli alieni sono amichevoli: lo sono (quasi) sempre. 🙂 L’UFO tenterà di comunicare con voi attraverso le sette note musicali, rappresentate da sette colori diversi: li vedete sull’UFO qui sopra. A questo punto, comincia il bello.

L’UFO suona un gruppo di note, ad esempio tre. Il giocatore deve ripetere l’esatta sequenza di note, cliccando sui rettangoli colorati. Se la sequenza è corretta, l’UFO ripete la sequenza, aggiungendo però una nota e così via…fino ad un massimo…chessò…di 10, o 15 note. Questo è un dettaglio. Quando il giocatore arriva a ripetere la sequenza finale…

…dall’UFO principale si stacca una piccola navicella, che scende fino ad avvicinarsi al suolo. Appare un teletrasporto, che fa scendere un premio/ricompensa al giocatore – dettaglio che non ho ancora deciso. 🙂

A questo punto il gioco ricomincia daccapo, con una nuova sequenza, però magari un po’ più difficile: le note suonate sono più brevi (e quindi bisogna stare più attenti), oppure mentre al primo round il giocatore può chiedere all’UFO di ripetere, dal secondo round in poi non c’è più questa possibilità, e così via.

Questa modalità di gioco chiaramente aiuta a migliorare la memoria, ma mi stavo chiedendo se non fosse carino mantenere la vecchia modalità di gioco del primo Keyzard: l’UFO spara delle lettere e noi dobbiamo premerle sulla tastiera per bloccarle. Che ne dite?

Se c’è qualcuno che vuole darmi una mano, anche solo per darmi idee, o per quanto riguarda l’aspetto grafico, lo aspetto a braccia aperte!

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My personal life

Fotografie dall’Airshow di Montichiari

Ieri pomeriggio mi trovavo a Montichiari (Brescia), per assistere alla seconda giornata del Brixia Airshow. In questo momento il sito è oscurato, per ricordare la morte del giovane pilota 26enne Marzio Maccarana, avvenuta proprio ieri durante una sua esibizione a bordo di un Piper d’epoca. Fino a quel momento, la giornata era cominciata e continuata nel migliore dei modi, con aeroplani ed elicotteri che si erano esibiti mostrando ciascuno le sue qualità, pilotati tutti da bravissimi piloti capaci di fare acrobazie da lasciare senza fiato (soprattutto se non le avete mai viste!). E non solo: c’era anche una mostra statica, forse la più grande che abbia mai visto…ho contato circa 30-40 velivoli parcheggiati, ciascuno con una bella targhetta informativa sulle sue caratteristiche di volo.

Una piacevole variante dell’aeroporto di Montichiari è che esso è servito anche dai normali voli di linea della Ryanair (mi pare di aver capito che sono 7-8 voli al giorno), quindi ogni tanto capitava di veder atterrare/decollare qualche jet di linea a qualche decina di metri di distanza – cosa che non capita certo tutti i giorni. Ovviamente, ho scattato qualche fotografia.

Purtroppo alle ore 16 la giornata si è chiusa anticipatamente con l’incidente di cui hanno parlato anche i telegiornali nazionali. Devo dirlo per onestà: è avvenuto un po’ in sordina, nel senso che il luogo dell’impatto era molto lontano dal pubblico, non c’è stato un gran botto, niente fuoco, nè fiamme. Anche per questi motivi, pensavamo non fosse accaduto nulla di grave. Invece, le parole dello speaker, commosso ed ovviamente scosso dall’accaduto, hanno riportato tutti alla realtà. Ho poi saputo che ieri c’erano 80.000 persone, e tutte quante hanno applaudito per solidarietà. L’esibizione delle Frecce Tricolori è stata annullata, e ce ne siamo tornati tutti a casa.

Io personalmente sono rimasto molto colpito. Non posso dire di essere dentro il mondo dell’aeronautica, ma grazie a mio fratello probabilmente lo sono sempre un pochino di più. Ricordo che mio fratello non è solo un pilota virtuale, ma conosce molte, molte persone che hanno la Vera passione per il volo, che sono piloti di piccoli aerei, piloti di jet di linea, istruttori, controllori di volo, che formano una vera community attiva ed appassionata. Perciò l’idea che Marzio, un giovane ragazzo di 26enne abbia sacrificato la sua vita nel tentativo di dimostrare a tutti noi la bellezza della passione per il volo (citazione dal presidente dell’Aeroclub di Montichiari) è angosciante, ma non deve farci abbassare la testa più di tanto: è morto facendo la cosa che più amava al mondo. Dispiace terribilmente anche per la madre, e per la ragazza di Marzio, che ieri pomeriggio erano lì ed hanno visto il loro ragazzo perdeva la vita così. Il mio pensiero va a loro due, e a tutti quelli che conoscevano Marzio di persona.

L’album fotografico completo comprende 176 foto ed è liberamente visibile qui.

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Software

Combattere la pirateria diminuendo i prezzi

E’ un discorso lungo, lo so, e non prendo neppure in considerazione l’idea di aver raggiunto la soluzione definitiva a questo problema pressoché infinito. Quando si parla dei provvedimenti da prendere per eliminare questa piaga, normalmente si dice: bisognerebbe abbassare il prezzo di vendita, così le vendite aumentano ed il gioco è fatto. Tutto però nella teoria, almeno…non mi è mai capitato di leggere da alcuna parte questa cosa, se corrisponde a verità oppure no. Passiamo oltre.

Quando anni fa acquistai Half Life 2, sono stato costretto a scaricare, installare e registrarmi a Steam. Steam è un client che si installa e vi permette di acquistare videogiochi on-line. Effettuate il pagamento tramite carta di credito, scaricate il gioco et voilà. Parlo di videogiochi come tutta la saga di Call Of Duty, GRID, GTR, Race 07, Fear 2, Fallout 3, The Secret of Monkey Island Special Edition, etc. etc. Il listino è enorme e comprende tutti i titoli più famosi.

Arrivo al dunque. Ogni weekend su Steam sono in vendita alcuni videogiochi con sconti fortissimi, per incentivarne l’acquisto. Parlo di sconti che sono nell’ordine del 10%, ma spesso (magari su titoli più vecchi) si arriva anche al 75%. Oppure sono composti dei pack, cioè più giochi messi assieme, etc. etc.

Steam ha rilasciato un’indagine di mercato proprio su questi sconti, e risulta che:

  • 10% sale = 35% increase in sales (real dollars, not units shipped)
  • 25% sale = 245% increase in sales
  • 50% sale = 320% increase in sales
  • 75% sale = 1470% increase in sales
  • In altre parole, 100 copie vendute a $.40, producono un incasso di $.4000.
    100 copie vendute con uno sconto del 10%, farebbero incassare $.5.400.

    A me tutto questo fa strabuzzare gli occhi! Applicare uno sconto del 10% fa aumentare l’incasso del 35%! Ma perchè non lo fanno subito, invece di dannarsi l’anima per eliminare la pirateria???? Ci guadagneremmo tutti…noi che spendiamo meno, loro che vendono più copie ed incassano di più!!! E’ la soluzione perfetta!

    L’articolo prosegue analizzando i prezzi delle applicazioni per iPhone, o dei sistemi operativi Microsoft o Apple. Inoltre, non mi sono messo a leggere tutti i commenti, sono sicuro che qualche obiezione c’è…ma è una cosa su cui vale la pena di ragionare, no?

    Fonte : http://www.codinghorror.com/blog/archives/001293.html

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    .NET World

    TFS ed il nome di eccezione più lungo del mondo…

    …al punto che avrei voluto scriverlo nel titolo di questo post, ma rischiavo di sputtanare rovinare il tema di Subtext. 🙂

    L’eccezione è Microsoft.TeamFoundation.WorkitemTracking.Client.WorkItemTypeDeniedOrNotExistException, e si scatena quando tentate di creare un nuovo WorkItem (di qualsiasi tipo) dal Team Explorer solo nel caso in cui:

    1. Avevate installato Visual Studio 2008 + Service Pack 1
    2. Successivamente avete installato il Team Explorer

    Durante l’installazione del Team Explorer, il Service Pack 1 di Visual Studio va a farsi benedire. la soluzione è molto semplice: è sufficiente reinstallare l’SP1 di Visual Studio per riavere tutto funzionante senza problemi. Non parlo a vanvera, mi è successo oggi pomeriggio, è bastata un’attenta googlata (non è che si trovi molto in giro) e ho trovato come sistemare la cosa…perciò…potete fidarvi!

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    Community

    Vorrei vedere/avere le emoticon in Facebook

    Sì, esatto, vorrei poter vedere ed avere le emoticon delle persone in corrispondenza dei loro cambiamenti di stato, o nei commenti che vengono lasciati al mio. Vorrei sapere se stanno scherzando e quanto davvero sono seri.

    E’ già qualche mese che sento e leggo di persone stanche di questo lavoro, ognuno credo per i suoi motivi. Mi piacerebbe conoscerli, quasi quasi ci vorrebbe una bella cena come ai vecchi tempi, per parlare con tutti voi e guardarvi negli occhi e sentire le vostre ragioni. Io probabilmente non sono ancora stanco del mio lavoro, sebbene abbia pensato seriamente nei mesi scorsi di andare a vendere gelati (cit.). Di abbandonare tutto.

    Sono stanco di andare tutti i giorni avanti e indietro verso/da Milano: è vero, sono solo 30 chilometri, però dopo 8 anni è stancante, sfiaccante e deprimente. E per cosa poi? Per lavorare per altri, per società di consulenza che ci vendono al triplo di quello che invece incassiamo noi, che ci vendono presso clienti a fare un lavoro che non è il nostro, a sfruttarci e a spremerci fino in fondo. Basta, è ora di dire basta.

    Il nostro è un lavoro meraviglioso. Credo però che ci mettiamo forse troppa passione, il che è un bene ed un male allo stesso tempo. Credo che ci siano stati nel passato giorni in cui ho lavorato più del dovuto, e più di quello per cui mi pagavano. Un po’ a tutti sarà capitato, di dover far tardi una sera, o di fare la notte per sistemare questo e quello. Credo che accada nel nostro lavoro più di quanto non accada con altri: e nel nostro caso il lavoro extra dobbiamo quasi sempre farlo gratis. Assurdo.

    Sarebbe troppo lungo, davvero, continuare a parlarne. Vorrei solo capire fra tutti gli amici che ho, quelli di UGIdotNET, ex-colleghi, ex-capi, etc. etc. quanto davvero siete stanchi, cosa cambiereste del vostro lavoro, se siete soddisfatti, e via dicendo. Massima libertà.

    Ma il pessimismo che ha pervaso questo post non è fine a se stesso. Probabilmente ho trovato il modo di sistemare le cose, di dare una scossa al mio modo di lavorare, di eliminare le cose che più ho imparato ad odiare e a tenermi quelle che più amo. Speriamo, vi farò sapere!

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    Software

    Rilasciato RawTherapee 2.4

    Il 21 Luglio scorso è stato rilasciato RawTherapee 2.4, un software di editing delle immagini in grado di lavorare direttamente sui formati RAW delle fotocamere compatte/reflex più comuni (da Canon a Nikon, a tutte le altre), ma non solo. RawTherapee è freeware, gira sia sotto Windows che sotto Linux. Ci sono molte caratteristiche che lo rendono davvero interessante: a me nell’ultima versione piace molto la possibilità di filtrare a seconda delle informazioni EXIF. Questo significa poter filtrare solo le foto scattate con il flash, oppure con una certa lunghezza focale, oppure con un certo programma di scatto, etc. etc.

    L’elenco delle features è impressionante, si va da quelle classiche (regolazione di luminosità/nitidezza/luminanza/colori) a quelle più complesse (rimozione di disturbi, zone d’ombra e di luce, correzione di eventuali distorsioni delle lenti utilizzate, correzione della vignettatura, etc.).

    Mi porterò RawTherapee in vacanza, sul portatile, così mi diverto.

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    My personal life

    Operazione Dragonfly

    Nessuno mi aveva pagato per questa cosa. Non è che avessi avuto un incarico preciso, una missione del tipo…vai là, scattagli una foto, torna a casa e verrai pagato. Semplicemente sono stato per pochi secondi l’uomo giusto al posto giusto. E quindi l’ho immortalata. Questa è la storia di quei pochi attimi.

    E’ un sabato pomeriggio caldo ed afoso come tanti altri, specie qua, nella bassa pianura padana, in piena estate. Ho lo zaino fotografico con me, pronto ed attrezzato per ogni evenienza. Indosso bermuda, una t-shirt leggera e un paio di scarpe da ginnastica. Sto per caricare lo zaino in auto, quando d’un tratto la vedo. Dovrei dire le vedo, perchè sono due, vicine vicine. Forse stanno amoreggiando, e sono arrivato io a rompere le scatole. Trattengo il fiato, e comincio a muovermi lentamente per non disturbarle più di tanto.

    Apro lo zaino, prendo il corpo macchina.
    Intanto controllo che nessuna delle due scappi via. Prendo la batteria e la inserisco.
    Poi è la volta dell’obiettivo, un sempliciotto 18-55.

    Alzo gli occhi, ed una delle due vola via, zigzagando nell’aria. Spero che l’altra se ne rimanga lì buona.
    Accendo la macchina, la imposto e prendo la mira. Scatto.
    Mi avvicino, regolo la focale. Non uso l’autofocus automatico, non vorrei mai che il ronzio la faccia scappar via.
    Mi avvicino ancora di più, e scatto. Lei sembra collaborare, se ne sta lì buona buona.

    Che carine. Mi starà maledicendo perchè ho fatto scappar via la sua compagna (o compagno…).
    Ma alla fine l’imprevista operazione Dragonfly ha pieno successo.

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    Community

    Questo Facebook non s’ha da fare

    Quello di Facebook è davvero un dramma. Sta diventando, o forse lo è già diventato, un vero e proprio modo di vivere. E’ entrato nella nostra vita quotidiana, di tutti, anche di quelli non addetti ai lavori. L’altro giorno ero in una libreria e passeggiavo fra gli scaffali, passando dal thriller al giallo, dal saggio storico al fantasy. E mi fermo sempre, per abitudine, nel reparto informatica, ma non per cercare libri tecnici (per quelli c’è solo Amazon, o al massimo Gorilla.it), quanto per cercare quelli che parlano di tecnologia o di Internet da un punto di vista diverso…più filosofico e riflessivo.
    Insomma, per farla breve, prendo in mano un volumetto piccolo piccolo, scritto da un italiano di cui non ricordo il nome, intitolato qualcosa tipo “Facebook? Domani smetto!”. Leggo la prefazione, la quarta di copertina, per capire di cosa parla.

    Morale: Facebook è diventato una droga.
    Ci si entra perchè qualcun’altro l’ha fatto prima di te. E non riesci più ad uscirne.
    Non esci nemmeno di casa, perchè tanto se vuoi trovare uno dei tuoi amici lo puoi fare on-line su Facebook.
    E probabilmente puoi conoscere virtualmente più persone di quanto non faresti dal vivo. E di loro puoi sapere tutto, che partito vota, quale squadra tifa, se è single oppure no, e vedendo i gruppi ai quali appartiene si può andare ancora più in profondità.
    E non riesci più ad uscirne. Puoi, ma ci vuole volontà.
    Non l’ho comprato, quel libro, ma credo sarebbe stato interessante farlo. Ho preferito comprare un thriller scritto da un altro italiano, ambientato in una sola notte a Bari. Magari vi parlerò anche di questo. 🙂

    Non divaghiamo. E’ bello, Facebook. Ma come ho avuto modo di dire in passato, è anche dannoso.
    Domande a raffica, così, per farvi riflettere.

    Cosa succede se aggiungete fra le vostre amicizie una vostra ex, che si sposerà il prossimo 1° Agosto?
    E cosa penserà il futuro marito, vedendo il profilo della sua futura moglie?
    Cosa succede se una vostra cugina lontana pubblica sul vostro profilo qualcosa che dà Terribilmente Fastidio alla vostra ragazza?
    Cosa succede se, anche solo per scherzo, vi unite a qualche gruppo scherzoso/burlone che danneggia la vostra immagine?
    Cosa succede se fate un test ed il risultato può esservi antipatico?

    A me di tutte queste cose elencate ne è successa una sola.
    Sinceramente, per come sono fatto io, me ne frego quasi di tutto. Sono un tipo scherzoso, e non do più di tanto peso a quello che vedo sul profilo di Facebook dei miei amici. Do più retta a ciò che le persone mi dicono sul messenger, o di persona, perchè quella è la vita vera. C’è gente invece che crede che tutto ciò che compare su Facebook sia LA Verità, Unica, Assoluta e Incontestabile. Se mi unisco al gruppo “Viva il bikini”, allora sono superficiale. Se mi unisco al gruppo “Tutto Esaurito”, trasmissione di 105, allora vuol dire che sono un certo tipo di persona, e non un altro. Se chiedo ad una ragazza di essere la mia compagna, ma su Facebook mi dimentico di aggiornare e lascio single, allora è un dramma. Se scrivo due righe carine sul profilo di un’amica, allora ci sto provando. Se faccio un test e salta fuori che la mia bevanda preferita è la birra, sono un alcolizzato. Se faccio un altro test per sapere quanto ne so su mio fratello e salta fuori il 30%, allora faccio parte di una famiglia disperata, che non si parla (ndr: l’ho fatto, questo test, e su mio fratello ho raggiunto il 100%).

    Che schifo.
    Facebook si permette di etichettarmi. Nemmeno io so più chi sono: è Facebook che me lo dice.
    Se un giorno dovessi dimenticarmi per che squadra tifo, vado sul mio profilo…che problema c’è?
    Da oggi sono ufficialmente immortale: se dovessi schiattare in un incidente d’auto questa sera, ma qualcuno continuerebbe ad aggiornare il mio profilo, la gente non mi crederebbe morto. Nemmeno il comune rilascerebbe alla mia famiglia il certificato di morte, perchè prima andrebbe su Facebook a controllare e vedrebbe che ho aggiornato il mio stato, che non ho impostato la data del trapasso. Se su Facebook risulto vivo, allora lo sono, ecchecazzo. Facebook supera la realtà, stiamo scherzando???
    Che schifo, davvero.

    Ma poi ho pensato, è arrivata l’illuminazione. Mica tanto.
    Non è Facebook ad etichettarmi. Sono le persone che lo fanno, tramite le informazioni che trovano sul mio profilo.
    Come sempre, la tecnologia non è buona o malvagia, ma è l’uso che ne fanno le persone. Ovvio.
    Per come lo vivo io, Facebook è nato bene, ma sta degenerando. All’aumentare degli amici, dell’interazione con altri, i casini si complicano. Fondamentalmente, penso perchè – come dissi mesi fa – entrano in contatto fra loro persone che senza Facebook sarebbe state a miliardi di chilometri di distanza, che non saprebbero l’esistenza l’una dell’altra. In natura certe cose non sono possibili. Nel deserto non esiste il ghiaccio, al polo nord non si trova la sabbia fine del Sahara. Insomma, certe cose devono stare al loro posto.

    Quindi, per favore, trattate Facebook come si dovrebbe: è solo un gioco.
    E’ un modo per stare in contatto, ma non prendiamolo troppo seriamente.
    Prendiamolo con le pinze, divertiamoci, scriviamoci i commenti, ma sempre con l’idea che – se ci riflettiamo bene – probabilmente anche dentro Facebook recitiamo un ruolo. Non andrei mai in mezzo alla strada a gridare “Viva il bikini”, e senza stra-convinto che nessuna delle mie amiche griderebbe “Igor, voglio passare una notte d’amore con te!!!”, anche se sono in molte a pensarlo :-PPPPP.

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    Acquistare Microsoft Expression Blend

    Negli ultimi due mesi mi sono occupato, insieme a mio fratello, dello sviluppo di un’applicazione WPF per un nostro (suo) cliente diretto. Abbiamo (ha) deciso di sfruttare la tecnologia WPF perchè l’applicazione doveva essere piuttosto…come dire…appariscente, facile da usare, graficamente interessante, e così via.

    Scrivere lo XAML dall’editor di Visual Studio, dopo un po’ che lo si conosce, è piuttosto semplice. Devo dire che il modo di pensare alle interfacce di WPF mi piace moltissimo, perchè costringe lo sviluppatore a pensare gerarchicamente alla struttura logica della finestra che deve apparire all’utente finale. Lo costringe, è vero, ma in modo naturale. Prima si pensa ai pannelli più “esterni”, poi via via si entra sempre più nel dettaglio.

    Ma prima o poi usare Blend è davvero indispensabile. Trovo davvero assurdo che un prodotto come Blend non sia incluso nella subscription MSDN Professional. Per favore, vi prego, toglietemi l’editor XAML da Visual Studio, ma datemi Blend. Per favore, non mettete gli altri prodotti della serie Expression (Web, Design, Encoder, etc.), ma ficcateci dentro Blend. Aumentate di 200 Euro il prezzo di MSDN Professional, ma metteteci dentro Blend. Comunque sia, le cose stanno così: se avete una subscription MSDN Professional, tra tutti i download non avete Blend, Microsoft ha deciso così e dobbiamo prenderne atto.

    Quindi…quanto costa e devo si acquista Blend?

    Su Gorilla.it il prezzo di Expression Blend 2 DVD English è di Euro 523,23 + Iva 20%.
    Stesso presso per la versione in lingua italiana.
    L’upgrade dalla versione 1.0 costa Euro 103,96 + Iva 20%.

    Ieri ho scoperto l’esistenza della Expression Professional Subscription (EPS), una suite che comprende quanto segue:

    • Expression Studio 3
    • Visual Studio 2008 Standard
    • Office 2007 Standard
    • Office Visio Standard
    • Windows XP
    • Windows Vista Business Edition

    Il costo su Gorilla.it è di Euro 1.068,98 + Iva 20%.

    Ho due critiche da fare su questo prodotto.

    1. Non si sovrappone completamente ad una subscription MSDN, questo è ovvio. Ma chi ha già una licenza MSDN, come me, non capisce bene il motivo per cui dovrebbe acquistare EPS: include software che ha già adesso attraverso MSDN (ad eccezione di Office). A me servirebbe avere soltanto Expression Blend!
    2. Al di là di questo, non capisco bene la motivazione per cui è stato incluso Office. Per chi è pensata questa EPS, qual’è il target?

    Ma il punto è un altro. La cosa interessante (e secondo me che non si dice mai) di MSDN è che contiene software di cui si ha bisogno saltuariamente, ma che comunque si ha a disposizione al momento giusto. Immaginatevi: tutti noi lavoriamo con Visual Studio 2008, Office 2007, Sharepoint 2007…insomma, i software alla loro ultima release disponibile sul mercato. Pronti alla scenetta. Siete in ufficio, squilla il cellulare, vi chiama un cliente che vi chiede di realizzare…chessò…un database Access che fa questo e quello. E vostro malgrado, il database deve essere fatto con Microsoft Access 2000. MSDN vi salva il cxxo: non è che dovete andare in un negozio ad acquistare una versione Access 2000 apposta per quei 10-15 giorni di lavoro. Semplicemente grazie ad MSDN avete una licenza e potete utilizzarla.

    Questo è il discorso che oggi io vorrei fare per Blend. Io non so quanto ne avrò bisogno in futuro, non so se sarà un investimento utile oppure no. Io ne ho bisogno per 2 mesi, e poi chissà! Se Blend fosse incluso in MSDN, non avrei questo tipo di problema. Semplicemente sarebbe incluso nella suite, e potrei installarmelo senza problemi per il tempo che mi serve. Invece così non posso, e come dicevo non posso nemmeno preventivare/calcolare se davvero mi servirà dopo, e quanto. Di fronte a questa incognita, non faccio alcun acquisto.

    Concludo precisando che i prezzi che ho indicato non sono ufficiali, non arrivano da fonti Microsoft, ma da una semplice ricerca sul listino on-line di Gorilla, che è il fornitore da cui acquisto normalmente MSDN da circa una decina d’anni.

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