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[Convalescenza] Giornata 4

Anche oggi non mi sono fatto mancare due episodi della serie Dalla Terra alla Luna.

  • Per miglia e miglia
    La controversa storia di Alan B. Shepard, primo astronauta USA. Il suo volo avvenne il 5 Maggio 1961. Dopo essere tornato da questo brevissimo volo, Shepard cominciò a soffrire di un disturbo ad un orecchio, che gli causava capogiri e nausea. La NASA lo estromesse dalla rotazione degli equipaggi, fino a quando Shepard non venne operato risolvendo del tutto il suo problema. Shepard arrivò sulla Luna con Apollo 14, raggiungendo l’altopiano di Fra Mauro, meta che era stata fissata per Apollo 13 (che come sappiamo fallì).
  • Galileo aveva ragione
    La storia di Apollo 15, i cui astronauti subìrono un addestramento particolare. La NASA coinvolse un importante professore di geologia, che insegnò al futuro equipaggio a selezionare i campioni di roccia da portare sulla Terra, a descrivere in modo scientifico l’ambiente, osservando le stratificazioni delle rocce, i pendii, le montagne e così via. Il titolo si riferisce al fatto che prima di partire uno degli astronauti lascia cadere nello stesso momento un martello ed una piuma: i due oggi arrivano contemporaneamente a terra, dimostrando che…Galileo aveva ragione.

La serie sta volgendo al termine: mancano gli ultimi due episodi e poi c’è un DVD pieno di contenuti speciali (che presumibilmente saranno in lingua inglese).

Qualche minuto fa ho terminato Doom 3, sconfiggendo il demone finale ed usando il Cubo delle Anime per chiudere il portale interdimensionale. Rispondo al mio collega Mauro, che ieri mi ha chiesto perchè non lasciavo lì dov’era il marine: beh, caro Mauro, esiste un codice d’onore che dice che nessuno dove rimanere indietro, nessun ferito, nessuno deve essere abbandonato sul campo di battaglia, per cui… Avevo già terminato il gioco credo un paio d’anni fa, ma ho voluto riprenderlo in mano perchè è davvero un’esperienza unica, per l’ambientazione, la trama banale ma sempre efficace, il gameplay semplice, le creature demoniache assolutamente spaventose, gli effetti sonori che – ve lo assicuro – fanno totalmente rabbrividire. Potrei spendere mille parole per cercare di spiegarvi, ma non ce la farei: se trovate un’edizione economica di Doom 3, prendetelo e fateci una giocata.

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[Convalescenza] Giornata 3

Scendiamo nel dettaglio. Stamattina mi sono dato una lavata. Non potendo farmi una sana doccia come tutti i cristiani, ma mi sono lavato a pezzi, ed il tempo richiesto è maggiore. Ma questo sono cose che probabilmente non vi interessano. Magari vi interessa sapere i successivi due episodi della serie Dalla Terra alla Luna che ho visto nella mattinata.

  • E’ tutto qui
    Non vi spiego il significato del titolo, perchè sarebbe troppo lungo. Secondo me, è una delle puntate più belle. Racconta la storia dell’Apollo 12, la seconda missione NASA ad atterrare sulla Luna, composta da Charles Conrad, Richard Gordon e Alan Bean. E’ incentrata sullo straordinario rapporto di amicizia fra i tre, sempre pronti a scherzare l’uno con l’altro, con un affiatamente incredibile ed una voglia di divertirsi in ogni circostanza. Senza però prescindere dalla professionalità e dalla competenza per assolvere i loro compito con la massima efficienza. Puntata, ripeto, davvero fantastica. La missione di gran lunga più “felice” del programma Apollo.
  • Sospendiamo il programma
    Qui si racconta la storia dell’Apollo 13, già portata sul grande schermo da Tom Hanks. Anche questa missione sarebbe dovuta arrivare sulla Luna, con Lovell, Swigert ed Haise. Il punto di vista però è diverso da quello del film. I protagonisti qui sono due giornalisti: uno è il veterano (Emmett), che da sempre ha fatto le telecronache in diretta delle missioni NASA; l’altro è il novellino (non ricordo il nome), più rampante, disposto a fare tutto pur di avere lo scoop. Il rapporto fra i due è conflittuale, perchè i metodi usati sono l’uno l’opposto dell’altro.

Si sta arrivando quasi alla fine, la Corsa alla Luna sta arrivando al termine. Ma manca ancora qualche episodio, che non mancherò di raccontarvi domani.

Io non vi dico nulla, ma fino a qualche minuto fa stavo lavorando ai miei plug-in per Windows Live Writer scritti con WPF. Sto raggiungendo qualcosa di interessante.

Adesso una partita a Doom 3: il mio marine è rimasto bloccato all’inferno – devo tirarlo fuori da lì.

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Ciao Alessio e Buona Fortuna

L’amico di UGIdotNET Alessio Marziali parte per Londra e forse non tornerà mai più in Italia. Dovevamo incontrarci durante la cena a Livorno di qualche tempo fa, ma un disguido ha fatto in modo che l’incontro saltasse.

Il suo ultimo post mi ha veramente commosso, non so se sono io particolarmente sensibile o cosa. E’ un post che non solo contiene considerazioni personali, spiritose e no, ma anche obiettivi professionali futuri a breve e a lungo termine. Si vede lontano 1.000 NM (nautical miles) che è un post scritto col cuore in mano, e a me questo genere di post fanno sempre un certo effetto.

Comunque sia, Alessio, come ti ho scritto sul blog, buona fortuna per tutto e speriamo che la Forza sia con te per sempre!!! Goodbye!!!

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[Convalescenza] Giornata 2

Questa mattina ho guardato altri due episodi dalla serie Dalla Terra alla Luna, di cui ho parlato ieri. Nel pomeriggio ho chiaccherato via Messenger con alcuni amici interessati a questa cosa, e un po’ curiosi di sapere le trame degli altri episodi. Quelli di stamattina erano i seguenti.

  • Spider
    La storia dei lunghi sette anni della progettazione e della costruzione del LEM, il modulo che avrebbe fatto scendere sulla Luna due dei tre astronauti di Apollo 11. Lunghi anni mica tanto, dal momento che il primo LEM venna concluso solo nel Febbraio 1969, a pochi mesi dalla missione. La storia è davvero molto appassionante e si viene a sapere che il LEM ha subìto molti cambiamenti di specifiche…dalle dimensioni dei portelli al numero dei finestrini, dalla posizione dei due astronauti agli innumerevoli test di collaudo.
  • Mare Tranquillitatis
    Un’episodio che non ha bisogno di presentazioni: Apollo 11, lo sbarco dell’uomo sulla Luna da parte di Neil Armstrong, Buzz Aldrin e Micheal Collins. In verità sulla Luna scendono solo i primi due, mentre Collins rimane sul modulo di comando in orbita intorno alla Luna. Vengono raccontati molti fatti…l’addestramento di Armstrong, il simulatore del LEM, la diatriba tra Aldrin ed Armstrong su chi dovrà scendere per primo sulla Luna, la cronaca dei giornalisti, etc. etc.

Nel pomeriggio è toccato a me fare l’astronauta con lo Space Shuttle. Ho tentato di replicare la prima missione, STS-1, avvenuta realmente il 12 Aprile 1981. Tutto bene, se non per il fatto che mi sono schiantato sulla pista durante la fase di rientro. Equipaggio umano perso. Per fortuna che è solo un simulatore: come dice lo stesso Neil Armstrong, i simulatori servono per sbagliare e per imparare.

A domani, ragazzi.

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Grazie davvero a tutti quelli che

Quando ieri mattina sono andato in ospedale erano le 7 del mattino. Appena arrivato, mi sono fatto assegnare il mio lettino e mi sono cambiato con una comoda tuta. Ho messo il mio Nokia in modalità silenziosa e l’ho lasciato nella tasca del giubbotto. Sono venuti a chiamarmi per andare in sala operatoria verso le 11 e sono uscito alle 13. L’anestesia spinale mi ha bloccato le gambe fino a metà pomeriggio, poi ho dovuto aspettare che finissi le flebo. Ho avuto un fottuto mal di testa fino a sera.

Quando ho ripreso a camminare, sono andato a prendere il mio cellulare e ho trovato un po’ di messaggi di “Auguri di buona guarigione“, di “In bocca al lupo“, “Buona fortuna!” ed altro ancora.

Un grazie a tutti quelli che mi hanno telefonato, scritto via SMS, oppure lasciato commenti al mio post. Sono grandissimi!

Sono proprio circondato da un cumulo di persone che – sotto sotto – mi vogliono un gran bene e questo fa sicuramente bene al cuore. Grazie a tutti, ragazzi, davvero. Non voglio contraccambiare, perchè vorrebbe dire che anche voi siete finiti in ospedale, cosa che non vorrei mai…quindi…meglio lasciar perdere!

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[Convalescenza] Giornata 1

Ci sono molti films per cui Tom Hanks è diventato uno degli attori più famosi e ricchi di Hollywood. Il preferito di mio fratello è sicuramente Apollo 13, probabilmente lo è anche per me, ed anche Dino Esposito ne sa qualcosa, dal momento che durante l’ultimo workshop UGIdotNET lo ha tirato in ballo.

Apollo 13 – come molti vi voi sapranno – racconta la storia della fallita missione in cui presero parte Jim Lovell, Fred Haise e Jack Swigert. Fallita perchè un’esplosione compromise del tutto l’allunaggio, mentre l’equipaggio ritornò sano e salvo sulla Terra. Se non l’avete ancora visto, guardatelo, ne vale la pena.

Pochi sanno però che Tom Hanks è anche l’executive producer di un cofanetto intitolato Dalla Terra alla Luna, composto da 5 DVD, 12 episodi di un’ora ciascuno, nei quali si racconta l’intera storia della corsa alla Luna, dai primi voli del programma spaziale Mercury e Gemini fino ad Apollo. Non lasciatevi ingannare dal fatto che sono episodi: la qualità è davvero molto alta, la regia è cinematografica ed è in tutto e per tutto simile a quanto visto in Apollo 13.

Oggi – prima giornata di convalescenza – mi sono cuzzato(*) i primi quattro episodi:

  • Possiamo farcela?
    L’inizio di tutto. L’URSS è in netto vantaggio sugli USA: ha mandato il primo uomo, Gagarin, nello spazio. Kennedy promuove la corsa allo spazio e promette che entro il decennio un uomo camminerà sulla superficie lunare. Viene avviato il programma Mercury, poi il programma Gemini, che mirano a raggiungere sul piano tecnologico l’URSS.
  • Apollo 1
    L’avvio del programma Apollo è funestato dall’incendio che uccide i tre astronauti USA Virgil Grissom, Edward White (primo uomo in assoluto a camminare nello spazio) e Roger Chaffee. Nell’episodio viene raccontata l’indagine interna volta a scoprire le cause dell’incendio. Problemi tecnici, materiale infiammabile in cabina, specifiche non rispettate, dirigenti messi fuori causa dopo le decisioni della commissione.
  • Abbiamo lasciato la rampa di lancio
    L’episodio forse più noioso. Una troupè televisiva intervista tutto il personale che lavora al programma spaziale. Dall’infermiera che visita ogni giorno l’equipaggio primario e secondario, dal direttore tecnico, al responsabile della rampa di lancio, dagli astronauti al  e così via. Il tutto è forse un po’ retorico, perchè si fa notare con molta enfasi – ad esempio – che è sufficiente un piccolo malfunzionamento per far fallire la missione. Ne risaltano impegno e dedizione di tutti, ma proprio di tutti quelli impegnati al programma spaziale.
  • 1968
    In un anno in cui scoppia la guerra civile in Spagna, gli USA sono impegnati in Vietnam, vengono assassinati Bob Kennedy e Martin Luther King e tutto il resto del mondo è scosso da manifestazioni più o meno violente, il 27 Dicembre la NASA porta 3 uomini in orbita lunare. E’ la missione Apollo 8 ed i tre astronauti sono Frank Borman, Jim Lovell e William Anders. Per la prima volta gli USA battono l’URSS, che nello stesso anno avevano raggiunto la luna ma con una capsula senza equipaggio umano. Durante l’orbita lunare, gli astronauti leggono dei passi della Genesi. Da Houston viene letta una breve lettera di una tizia qualsiasi che dice: “Avete salvato il ’68“.

Ragazzi, che pomeriggio. Davvero unico.

(*) : gustato leccandomi i baffi (che non ho)

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Sto facendo impazzire i miei colleghi

Da oggi ho una badge per entrare nella società dove lavoro che non riporta più la scritta “Provvisorio“. Come qualcuno ha già avuto modo di dirmi di persona, questo non significa che sarò qui a lavorare in eterno: un consulente sono ed un consulente rimango.

Li sto facendo impazzire perchè vivoil giorno primadegli eventi che caratterizzano certe giornate in modo piuttosto testo ed ansioso, perchè purtroppo il mio carattere è così e non ci posso fare nulla. Ci sono colleghe che vedendomi un po’ agitato si offrono di consolarmi con una camomilla o con tisane di ogni gusto. I colleghi invece impazziscono e basta, cercando di sopportarmi fino in fondo, senza farcela.

Il giorno prima dell’evento è oggi.
Il giorno dell’evento è quindi domani.

Cosa succede domani? Vengo operato. Entro in ospedale alle 7, verrò operato credo in tarda mattinata e poi me ne torno a casa nel pomeriggio. Mi aspetta una convalescenza di circa 15-20 giorni. Lo so, vi direte, l’avevo già detto e sono ripetitivo. Ma scrivere è una di quelle cose che mi calmano, anche se sto scrivendo degli stessi fatti ed avvenimenti che poi mi rendono nervoso. Non so quanto darei per fare un balzo in avanti di 24 ore, giusto per accelerare i tempi.

Ritornerò al lavoro a metà marzo, quando la primavera starà per sbocciare. Fino ad allora, basta pranzi a base di bento uramaki, basta palmari fra le mani, basta colleghe. Oggi ho persino compilato il rapportino che di solito preparo alla fine del mese; febbraio sarà una fattura un po’ leggera.

Un arrivederci a tutti, ed in ordine sparso casuale a:

  • ai miei colleghi
  • al muro giallo che è qui di fronte ai miei occhi
  • alla linea 90 e alla linea 91 dell’ATM
  • alla linea verde della metro
  • ai bug e ai test
  • alle chiavette del caffè
  • ai badge aziendali
  • alle mie colleghe (indipendentemente dall’abbigliamento)
  • al neon qui sopra la mia testa
  • al mio collega Stefano che si è spappolato il ginocchio come Ronaldo (ma ciò nonostante attualmente gioca a pallone – e non a calcio – meglio di lui)
  • alla biondina di Solopizza che, per la cronaca, si chiama Ambra
  • a quella ragazza che per due volte ho intravisto al cinosiculo (codename di un posto dove vado a mangiare a pranzo) e che credo sia Claudia P.
  • a (in rigoroso ordine alfabetico) Alessandra, Raffaella e Vera, le “nostre ragazze” del GIS
  • a e tante, davvero tante, altre persone ed entità
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My daily work

Le storpiature dell’italiano informatico

L’italiano utilizzato in un ufficio a carattere informatico raggiunge livelli di qualità imbarazzanti. Termini come “zippami questo file” è un’espressione tutto sommato accettabile, così come anche “loggati” o “locca il pc“.

Ben diverso è invece sentir dire “non riesco ad essesseaccarmi“, “bildami la soluzione“, “ardresettami il palmare” e via dicendo. Durante una normale giornata lavorativa ne sentiamo parecchie e ne diciamo anche di più: talmente tante che adesso non me ne viene in mente nessuna.

Per la gioia di un collega, riporto qui sotto la coniugazione del presente indicativo del verbo bytare:

Io byto!
Tu byti!
Egli byta!
Noi bytiamo!
Voi bytate!
Essi bytano!

Chi di voi si ricorda una famosa Legge sul Byte datata 28 Novembre 2006?

Declino ogni responsabilità sul contenuto di questo post.

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My daily work

ObjectWay ricerca personale

Anche io voglio riproporre qua la richiesta del buon Lorenzo. Direttamente dal suo blog:

ObjectWay ricerca persone per assunzione nella sede di Milano con competenze:

.NET Framework (preferibilmente 2.0 o successivi)
SQL Server 2000 o 2005
Sviluppo applicazioni Windows o Web

Costituirà requisito preferenziale l’avere certificazioni Microsoft (MCT, MCPD, MCTS, MCSD, etc…) e/o il far parte “attiva” di una community. Cerchiamo anche persone con competenze su Team Foundation Server (o interessate ad acquisirle) e Visual Studio Team System.

Notare come abbia un minimo peso anche il far parte di una community: motivo in più per aprire e mantenere un blog.

Da questo annuncio io non ci ricavo solo nulla, ma – si sa – in certe cose il potere del passaparola è ancora forte. ObjectWay è la società per la quale anche io lavoro come consulente da circa un anno, e sono felice di far parte della squadra, composta da veri e propri big e persone eccezionali. Quindi, se state cercando un posto di lavoro serio ed affidabile, contattate Lorenzo attraverso il suo blog.

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Community

Il potete di community, blog e social networking

Aprofitto di questo post del mio amico Lorenzo per dire la mia sulle questioni che ruotano attorno al “mondo dell’online” di oggi. C’è stato un giorno in cui mi sono ritrovato a dire ai miei colleghi: “Lasciate stare il mio blog, perchè lo uso anche per lavoro!“. Questa frase l’ho detta perchè qualche mio collega – per puro divertimento – ha messo qualche commento che io ho reputato inopportuno, e che ho voluto cancellare. Ho dimenticato quell’episodio, fondamentalmente non ha avuto nessuna importanza, ma stamattina – leggendo il post di Lorenzo – me lo sono ricordato.

La presenza di commenti spiacevoli riguarda bene o male tutti quelli che hanno un blog. Alcuni di questi commenti sono semplice spam massivo (la maggior parte), altri invece arrivano da persone reali che vogliono commentarti in modo sgarbato, maleducato, arrogante, e soprattutto usando parole non adatte (inteso come parolacce più o meno “violente”). Probabilmente anche io ogni tanto capito in questo tipo di atteggiamento. Alcuni commentano in modo spiritoso, ed è il caso dei miei colleghi, però i motori di ricerca comunque sia indicizzano, e non è proprio il massimo quello di venir indicizzati con keyword poco opportune.

Ma voglio ritornare al punto iniziale: perchè continuo a dire che io utilizzo il blog anche per lavoro? Riassumo alcuni punti:

  1. Contatti con le persone
    Con “persone” intendo: una società che mi vuole offrire un lavoro come consulente, chi mi commissiona del software ex-novo, chi vuole acquistare il mio software, etc. etc. E non è così raro come si può pensare: l’ultimo episodio mi è accaduto giovedì mattina, quando mi ha chiamato un veterinario di Napoli per avere informazioni su un mio (vecchio) software. Oppure, prima ancora, una proposta da parte di una società di formazione alla ricerca di un docente in ambito .NET. Oppure ancora – qualche anno fa – la richiesta di scrivere libri su .NET e C#.
  2. Reputazione ed un certo pizzico di fama
    E non è esagerato neppure questo. Grazie alla mia piccola ed umile attività di blogger, ho fatto certificare molta gente, UGIdotNET mi ha gentilmente donato un abbonamento MSDN Premium, Charles Petzold mi ha regalato un libro su WPF (insieme a tanti altri blogger). Indipendentemente dalla parte in cui vi sentite (Microsoft o Java), capite bene che avere e mantenere un blog permette di entrare in contatto con altri e di avere riscontri o “ricompense” sotto diverse forme, siano esse economiche o altro.

E qui torniamo alle osservazioni di Lorenzo. Fino a che punto è opportuno mettere contenuti sul proprio blog? Ed è qui che mi trovo d’accordo con i punti segnalati da questo post, sebbene lì si parli di Facebook. Bisogna stare attenti, magari, a pubblicare foto o argomenti di un certo tipo. Mi pongo qualche domanda:

  1. è sconveniente raccontare che ho bevuto tre birre medie in una pizzeria?
  2. oppure…che mi piace guidare veloce in autostrada?
  3. oppure…mettere certe fotografie?
  4. i miei stupidi IV del Venerdì che reazione suscitano negli altri?

La morale è che finchè ti leggono persone che conosci, allora ti va anche bene. Ma se poi il blog viene utilizzato anche per veicolare in qualche modo la tua professionalità, allora bisogna stare un pochino attenti. La cosa che mi piace più in assoluto però è esprimere la mia personalità ed il mio essere bizzarro o serio a seconda dei momenti. Mi viene in mente l’articolo che ho letto, dove si evidenziano i criteri in base ai quali Google decide se assumere oppure no: le conoscenze tecniche arrivano fino ad un certo punto, il resto è personalità, simpatica, capacità di relazionarsi con gli altri.

Questo aspetto avrà sempre più importanza, anche alla luce del fatto che continuano a crescere le aziende che controllano la presenza sulla Rete di determinate persone, per vedere realmente che tipo di persone sono. Alla fin fine, vale sempre il vecchio detto che dice…la verità sta nel mezzo…va bene bloggare, ma nel rispetto della propria privacy e di quella degli altri. Se so che voglio pubblicare una foto che ritrae altre persone oltre a me, chiedo sempre il consenso, anche se solo in forma “verbale” via Messenger (che forse è più scritta). Ci vuole un po’ di attenzione.

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