Sabato pomeriggio sono entrato in possesso, grazie a Brain-Sys, di un nuovo telefono aziendale, il favoloso Nokia Lumia 1520, il primo phablet Windows Phone sul mercato. Siccome prima avevo un Nokia Lumia 920, ho dovuto cambiare la SIM, che cambia da MicroSIM a NanoSIM. Vi racconterò in questo post la mia odissea per questa sostituzione, che è avvenuta di corsa, con molta fretta, per diversi motivi. Quello che mi interessa raccontare sono le vicende che ho vissuto in cinque centri Vodafone differenti; vicende nate dal fatto che la SIM è aziendale, e quindi la sostituzione è passata da stati come “estremamente banale” a “praticamente impossibile senza un foglio firmato da un qualche dio ultraterreno, oppure con delega di un antico re babilonese”.
I Centri Vodafone a cui mi sono rivolto sono, in ordine cronologico, i seguenti:
- Centro Vodafone in Via Orefici 2, a Milano
- Centro Vodafone in Via Torino, a Milano
- Centro Vodafone presso il Centro Commerciale Milanofiori, ad Assago (Milano)
- Centro Vodafone presso il Centro Commerciale Bennet di Pieve Fissiraga (Lodi)
- Reparto telefonia di Mediaworld, a Cornegliano Laudense (Lodi)
Prologo
Alle 16:30 circa sono a casa dei miei capi, che mi consegnano il Lumia 1520, ed ai quali io consegno un po’ di cioccolato proveniente, fresco fresco, da Cuneo, dove ero stato pochi giorni prima per lavoro. Il tempo di chiaccherare un po’, di raccontarci un po’ di cose, alle 17:00 scappo via di corsa, verso Milano, per due missioni: una bella tagliata di capelli ed – appunto – la sostituzione della SIM. Ho preferito andare a Milano, così sapevo di andare a colpo sicuro, dal momento che altre persone “delle mie parti” hanno avuto problemi a trovare centri assistenza con disponibilità di NanoSIM.
Ecco cosa mi è successo.
Fase 1 – Centro Vodafone in Via Orefici 2, a Milano
Sabato pomeriggio, ore 19:05 circa. Entro trafelato, veramente di corsa, nel punto vendita in cui ho comprato ad Ottobre 2010 il mio primo Windows Phone. Il ragazzo che mi accoglie mi blocca, proprio all’ingresso, mi guarda gelido e mi fa: “Buonasera! Di cosa ha bisogno?”. Gli spiego che devo semplicemente sostituire una MicroSIM con una NanoSIM. Lui: “Spiacente, siamo in formazione ed in chiusura, l’operazione in questo momento è impossibile”. Lo guardo sconsolato e gli faccio notare che è questione di pochi minuti, ma lui non fa una piega e mi dice che sono in chiusura. Poco male: so che c’è un altro centro Vodafone a qualche centinaio di metri da quello. Esco e ricomincio a correre.
Fase 2 – Centro Vodafone in Via Torino, a Milano
Chissà in quanti possono capire cosa significa percorrere di corsa Via Torino, una delle vie più incasinate di persone, soprattutto alle ore 19:20 circa, sabato pomeriggio, per giunta sotto Natale. Entro nel centro Vodafone, attendo qualche minuto. Quando parlo con l’addetto, gli spiego: avevo un Lumia 920 e devo switchare ad un Lumia 1520, per cui devo cambiare la SIM. “Nessun problema!”, mi dice lui, “seguimi di là”. Mentre lavora al PC, tira fuori il suo Lumia 1020 e capisco di aver di fronte uno della famiglia. Io ero veramente a corto di fiato, stanchissimo, gambe a pezzi, per cui sollevato e tranquillizzato aspetto senza fare domande e recuperando fiato. Dopo qualche minuto il tipo mi consegna la nuova SIM, non pago nulla, esco soddisfatto, tiro il fiato e percorro Via Torino verso Piazza Duomo, per prendere la metropolitana. E’ qui che scopro il dramma: il tizio Vodafone mi ha dato una MicroSIM, identica a quella che ho già nel Lumia 920. Non me ne faccio nulla, di un’altra MicroSIM, io avevo bisogno di una NanoSIM. Cretino io che non ho controllato sul posto, cretino il tizio che non sa che dentro il Lumia 1520 ci vuole una NanoSIM. Non mi perdo d’animo: chiamo mio fratello, che era da tutt’altra parte dell’hinterland milanese, nel grossissimo Centro Commerciale di Milanofiori ad Assago (Milano), e gli chiedo di controllare se ci fosse un centro Vodafone, e se poteva cambiarmi la SIM. Mio fratello mi richiama nel giro di pochi minuti e mi conferma: sì, Vodafone c’è, e la sostituzione la fanno immediatamente. Torno al parcheggio multipiano, prendo la macchina e ad una velocità davvero sostenuta, in tangenziale, in circa 15 minuti raggiungo il centro commerciale, che chiude alle 21.
Fase 3 – Centro Vodafone presso il Centro Commerciale Milanofiori, ad Assago (Milano)
Intorno alle 20:30 circa arrivo nel Centro Commerciale, trovo il centro Vodafone, mi metto in fila. Aspetto un quarto d’ora buono, finalmente parlo con la ragazza addetta. Mi chiede il numero di telefono, lei si accorge che è aziendale, e mi chiede la visura camerale, che ovviamente non ho. Comincio effettivamente a sbraitare, e le spiego che trenta minuti prima, in un altro centro Vodafone, un altro tizio mi ha fatto la sostituzione senza chiedermi alcun documento, nè particolari procedure. Evidentemente la tipa è piuttosto puntigliosa, la chiusura è dietro l’angolo e lei vuole essere meticolosa: “non è la procedura corretta” – mi dice lei – “, ci vuole la visura camerale”. Esco sconsolato anche da questo terzo Centro Vodafone con un nulla di fatto. Ho un portentoso Nokia Lumia 1520 fra le mani, ma nessuna NanoSIM per poterlo utilizzare a tutti gli effetti.
E’ qui che probabilmente tocco il fondo, nel senso che nel centro commerciale comincio a sbraitare, perchè non capisco perchè ogni Centro Vodafone segua regole diverse per una semplice sostituzione di SIM. Uno alle 19 stava già chiudendo, mentre gli altri no, il terzo mi chiede una visura camerale che gli altri non hanno nemmeno citato. Detto questo, chiudo il sabato con una sconfitta.
Fase 4 – Centro Vodafone presso il Centro Commerciale Bennet di Pieve Fissiraga (Lodi)
Il giorno dopo, domenica, ritorno sul campo di battaglia, di buon’ora. Alle 9:30 circa vado nel Centro Commerciale più vicino a casa mia, ed al cui interno c’è un punto assistenza Vodafone. Dopo la solita fila, qui scopro che non hanno alcuna NanoSIM disponibile, ma ne aprofitto comunque per chiedere come funziona il processo di sostituzione di una SIM aziendale. La risposta è disarmante. In pratica ci vuole:
- la visura camerale dell’azienda
- la delega da parte del titolare che mi autorizza all’operazione
- un mio documento di identità
Il tizio mi dice di tornare martedì o mercoledì: le NanoSIM dovrebbero arrivare; basta che vado lì con tutta la documentazione e mi fanno la sostituzione. Esco dal Centro Commerciale, ancora una volta sconfitto.
Fase 5 – Reparto telefonia di Mediaworld, a Cornegliano Laudense (Lodi)
Ultima tappa. Vado dal mio Mediaworld di fiducia (a circa 1 km dal centro commerciale di prima), reparto telefonia. Solita fila, poi tocca a me. “Devo sostituire una MicroSIM con una NanoSIM”, affermo. La tipa mi dice che devo pagare 8 euro, e mi rimanda all’addetto più giusto per quel tipo di attività. Quest’ultimo mi chiede numero di telefono e partita iva dell’azienda. Gli do il numero e gli detto la partita iva. Non pago nulla (al contrario di quello che mi aveva detto inizialmente la ragazza), e non mi è stata chiesta alcuna visura camerale, ma soltanto un mio documento di identità. Pochi minuti ed ho in mano, finalmente, una NanoSim da poter infilare nel mio nuovo Lumia 1520. Finalmente. Finalmente. Finalmente. Finalmente. Finalmente, direi. Mamma mia che odissea.
Epilogo
Per fortuna, ancora una volta, tutto è bene ciò che finisce. Ma quanta arrabbiatura, ma quanto tempo perso, quanta benzina e tempo buttati via. Quanto stress. E comunque ho notato che i ragazzi sono più amichevoli e permissivi (nessuno dei ragazzi con cui ho parlato mi ha chiesto documenti particolari, nè ho dovuto pagare nulla), mentre le ragazze sono decisamente più puntigliose, e soprattutto una di queste mi ha detto che avrei dovuto pagare 8 euro (falso). Ditemi voi. Grazie, Vodafone, per la tua chiarezza: fossi in te, cercherei di uniformare i tuoi corsi di formazione interni, in modo tale che la procedura di sostituzione sia più chiara ed uguale dappertutto, e soprattutto uniformata tra uomini e donne (ci sono troppe differenze tra quello che mi hanno detto i ragazzi e le ragazze: i primi forse troppo permissivi causa “lato nerd”, le seconde forse troppo meticolose e che alla fine, sostanzialmente, mi hanno solo causato un disservizio ed un sacco di tempo perso.