Milano, la routine, la pioggia ed il Natale
Milano è una grande città, questo si sa e non c’è bisogno che ve lo ricordi. Eppure, nonostante le sue dimensioni di città a livello europeo, visito sempre gli stessi posti, seguendo quasi le stesse strade, gli stessi percorsi. Leggendo mesi fa un libro sul funzionamento del cervello umano, ho scoperto che abbiamo bisogno di routine, perchè il cervello funziona meglio. Ed inconsapevolmente è ciò che faccio. Da qualche anno, ormai, mi sono trovato un barbiere a Milano, e vado sempre lì, nonostante abiti in un paese a circa 30km di distanza, nonostante mi costringa, una volta al mese, a prendere l’auto, poi l’autostrada, la metropolitana. Eppure, tutto ciò non mi pesa, diciamo, perchè quando si lavora a casa tutti i giorni della settimana, durante il weekend un po’ di casino lo vuoi anche vedere e vivere.
E poi, ne aprofitto, per fare tante cose: per fare due passi, per entrare in qualche negozio, per vedere qualche bella ragazza, per respirare un po’ di aria inquinata. Come dicevo prima, poi, tutto ormai è diventato routine: parcheggio a San Donato Milanese, metropolitana, scendo in Porta Romana, mi taglio i capelli e poi via, da qualche parte. E’ solo a questo punto che prendo in considerazione qualche variante: se è estate prendo la bicicletta con il BikeMi (servizio eccezionale della città di Milano), oppure riprendo la metropolitana. Per arrivare in Duomo, il famoso Duomo di Milano. E poi via, due passi, in Galleria, oppure verso San Babila, visitando negozi conosciuti e perciò rassicuranti.
Solitamente, sono un tipo piuttosto mattinieri, e quindi bene o male tutto questo avviene il sabato, dalla mattina presto fino a mezzogiorno.
Ma d’autunno, o d’inverno, Milano dà il suo meglio nel tardo pomeriggio.
E’ una cosa che mi tocca il cuore, ed è davvero difficile spiegarvelo. Il cielo scuro, il look gotico del Duomo, imponente, che ti guarda, le vetrine dei negozi, gente che va e che viene con le borse piene di acquisti. Le strade con i sampietrini, che quando piove sono scivolosi, i tram ricolmi di gente. I grandi punti vendita delle catene di elettronica di consumo, dove trovi di tutto, e che per me sono una tappa obbligata. E poi, gente di ogni tipo: italiani, russi, giapponesi, cinesi, ragazze e ragazzi dell’europa dell’est oppure dell’america del sud: alcuni turisti, altri invece che vivono che vivono qua insieme a noi. Gente che magari senti parlare in un italiano perfetto, ed un secondo dopo parla con la moglie in una lingua che neppure riesci a capire da dove arrivi. E poi, i neri che tentano di venderti braccialetti della fortuna. Le tre linee della metropolitana, in cui molte volte mi sono “nascosto” ed ho cercato rifugio, in qualche bar a fare colazione, di fretta e furia. Immancabile poi qualche manifestazione proprio in Piazza Duomo: che si tratti di “un qualcosa di religioso”, oppure di chissà che altro, Milano è sempre viva, e ti fa sentire vivo.
Sotto Natale, poi, è ancora meglio. Tempo fa sono entrato nella Rinascente, sempre in Duomo, ed ho salito un piano dopo l’altro. Praticamente, è quasi tutto abbigliamento: uomo, donna, bambino, grandi stilisti, moda ultra-chic di ogni tipo. Quando sono arrivato all’ultimo piano, mi si è aperto il cuore: era già tutto addobbato per Natale. C’erano festoni appesi ovunque, abeti di qua ed abeti di là, presepi, luci colorate dappertutto. Mi è quasi sembrato di entrare in un villaggio natalizio, lontano anni luce dal centro di Milano. Milano è anche questo. Ed è anche jazz, mostre e musei di ogni tipo. E’ la città della notte bianca. E’ la città dove ho passato i miei ultimi capodanni all’aperto.
Adoro Milano, e francamente non potrei farne mai a meno. Se un giorno dovessi trovarmi dall’altra parte del mondo, probabilmente continuerei a cercarla anche laggiù.