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Usare wp7 come sveglia

Windows Phone 7 può anche essere usato come sveglia. Nulla di innovativo, ovviamente. Basta andare in Sveglie ed impostare ora, la modalità con cui deve essere ripetuta, la suoneria ed un eventuale messaggio.

Una cosa carina è che se impostate come ripetizione la voce “una volta”, una volta suonata la sveglia non verrà cancellata, ma semplicemente disattivata. Quando dicevo a tutti i miei Nokia precedenti di aver bisogno di una sveglia una tantum, ok sì suonavano, ma poi venivano cancellate. Morale: la volta successiva ero costretto a reinserirle.

Una cosa che invece mi infastidisce è che per poterle sentire sono costretto ad alzare il volume, così la mattina la sento chiaro e forte (anche con i tappi nelle orecchie). Però, attenzione: vero che sentite la sveglia, però purtroppo sentite anche eventuali mail che arrivano in orario notturno. Davvero scomodo, soprattutto per tipi come me che ogni tanto hanno il sonno leggero.

Quindi? E quindi l’uovo di Colombo mi arrivato un paio di giorni fa. Alzate il volume finchè volete, ma attivate la modalità Aereo. In questo modo tutte le trasmissioni sono offline, quindi non potete ricevere nulla (nemmeno le chiamate, però!), però la suoneria al momento giusto suonerà!

Con un effetto collaterale piacevole: risparmiate anche in batteria.

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Inviare ebook sull’Amazon Kindle

Da pochi giorni sono un felice possessore di un Amazon Kindle in versione WiFi + 3G. Non sto qui a spiegarvi cos’è, se siete su questo blog probabilmente lo conoscete già. Se siete fra i pochi che non lo conoscete, googlate e soddisfate la vostra curiosità.

A bocca aperta

Le cose che apprezzo del Kindle sono molte (comodità, praticità & velocità di lettura in primis), ma una cosa che mi ha fatto letteralmente strabuzzare gli occhi è la possibilità di inviare un nuovo ebook direttamemente sul Kindle via e-mail, evitando quindi di collegarlo via USB al vostro PC. Funziona in questo modo:

  1. una volta che siete utenti registrati sul sito Amazon (avendo quindi username & password), potete fare Login sul Kindle: in questo modo l’ebook reader viene registrato sul vostro account
  2. se il vostro Kindle è in versione WiFi + 3G, vi vengono assegnati due indirizzi e-mail: nel mio caso sono damiani@kindle.com e damiani@free.kindle.com
  3. sempre sul sito Amazon, dovete specificare uno o più indirizzi e-mail validi per essere considerati come mittenti per l’invio di ebook

La morale di tutto questo è: se io preparo una mail con un indirizzo e-mail che io ho specificato come valido (esempio: pippo@vivendobyte.net) e la mando alla mia mail assegnato al Kindle avendo cura di mettere come attachment il file dell’ebook, il gioco è fatto. L’oggetto della mail può contenere “convert” se vogliamo che l’ebook in allegato venga automaticamente convertito nel formato nativo Kindle (mi pare che sia .amz) – che supporta il Text-To-Speech.

Qui arrivano due precisazione importanti:

  • se avete il Kindle solo in versione WiFi, non avete problemi: non appena attivate la connettività WiFi, ricevete l’ebook, in modo del tutto gratuitamente
  • se avete il Kindle in versione WiFi + 3G, potete ricevere l’ebook in un modo o nell’altro. Attenzione, però: via 3G la trasmissione dell’ebook è a pagamento ($.0,99 per Mb), mentre via WiFi – come prima – è completamente gratuito.
    Mandate la mail a vostronome@free.kindle.com per essere sicuri di ricevere l’ebook SOLO attraverso il WiFi. Se la mandate a vostronome@kindle.com ci sono due possibilità: se avete il WiFi attivo, tutto bene; se il WiFi è spento, l’ebook vi arriva via 3G, e quindi a pagamento

Maggiori informazioni a questo indirizzo, nella sezione “Fees for Personal Document Service”.

Questa possibilità del Kindle mi piace davvero molto, perchè evita il collegamento PC <—> Kindle via USB ed evita complicazioni di copia & incolla. Per me è anche semplice copiare un ebook nella cartella giusta sul Kindle, però sinceramente poter fare il tutto senza cavi & cavetti è davvero troppo comodo. Inoltre, ricordiamoci sempre che collegare un Kindle via USB scatena la ricarica della batteria, e a me non piace molto – soprattutto se magari lo devo tener collegato per pochi secondi, giusto il tempo di metter su qualche libro nuovo. Quindi, ben venga questa cosa.

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Test e considerazioni sul NAS LG N1T1

Se mi state seguendo sul blog o sui vari social network, sarete già al corrente che LG Italia mi ha scelto nelle settimane scorse per provare, tranquillamente a casa mia, il NAS LG N1T1. Ecco quindi un bel post per ringraziare LG e per darvi qualche idea di che cosa è questo prodotto. Il mio è un punto di vista molto schietto e sincero, come sempre, e senza entrare molto nel dettaglio: insomma, nient test approfonditi sulle performance o altre cose dettagliate come magari le trovate sulle riviste di informatica in edicola.

Qualche fotografia è d’obbligo.
Sorriso

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Il prodotto si presenta come le vedete qui sopra. il NAS ha un solo disco da 1TBytes, ed incorpora un lettore/masterizzatore DVD. L’interfaccia RJ45, sul retro, è da 1Gigabit. La porta USB che vedete sul retro serve per collegare o un altro disco esterno, oppure per il collegamento con una stampante (questo NAS fa anche da print server).

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La prima cosa interessante è lo switch posto sul retro: questo switch a tre posizioni permette di impostare il funzionamento su:

  • External Hard Disk Drive
  • NAS
  • External Optical Disk Drive

L’ultima voce è interessante, perchè permette di usare questo device come lettore/masterizzatore su porta USB. Se avete un netbook sprovvisto di CD/DVD, può esservi comodo.

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Il NAS offre le solite cose tipiche di un NAS: share di rete, server iTunes, server DLNA, print server, client Torrent, ftp server. Si collega perfettamente alla vostra LAN, usando sia un IP dinamico che statico. L’interfaccia di admin è ovviamente raggiungibile via http dal vostro browser. La procedura indicata per la prima installazione è piuttosto “complicata”: dopo aver connesso il NAS alla rete, vi dice di prendere il CD nella confezione, lanciare l’utility per trovare il NAS e configurarlo. A me questa utility non ha mai funzionato. Per sapere l’IP assegnato al NAS, son dovuto andare a vedere la configurazione del mio DHCP. Ma a parte questo piccolo dettaglio, tutto ha sempre funzionato egregiamente.

Una piccola nota sul server DLNA: funziona perfettamente, nel senso che copiando nella directory opportuna tutto il materiale audio di cui disponete, tale materiale risulta fruibile da Windows Media Player, da hard disk multimediali, da Windows Phone 7, etc. etc.

Ad esempio: la mia cartella X:DocumentiIgorMusica sul mio PC è composta da 1327 files, divisi in 253 cartelle. Mentre sul mio NAS “ufficiale” (Thecus N2200) il servizio DLNA dopo un po’ si blocca, sull’LG non ha mai avuto alcun tipo di problema. Altra chicca: se avete aperto Windows Media Player e copiate nuovi files nel folder giusto, il servizio DLNA notifica immediatamente i nuovi contenuti e WMP se ne accorge in tempo reale (con il Thecus devo andare nel pannellino di admin e cliccare Refresh).
Insomma: totalmente promosso.

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Una piccola nota sulla masterizzazione. In breve, funziona così:

  1. se si vuole masterizzare un file ISO, basta copiare il file in \lgnasserviceackupdisc-image
  2. se si vogliono masterizzare dei files, basta copiarli in \lgnasserviceackupdisc-files
  3. quando si inserisce un CD/DVD, è necessario attendere qualche secondo per farlo riconoscere: quando questo accade, si sente un cicalino provenire dal NAS
  4. tutto il resto lo si fa dall’interfaccia di admin via browser, che vedete qui sotto

BurnImage

In questo caso, si seleziona il file .iso che si vuole masterizzare, e poi si clicca sul pulsante Burn in basso a destra. L’operazione avviene in pochi minuti. Al termine il CD/DVD viene automaticamente espulso dal drive.

Forse, diciamo, con un NAS da 1TByte avrei preferito un bel masterizzazione DVD BluRay, ma evidentemente il costo sarebbe schizzato alle stelle. Però fare il backup di tutte le nostro foto sarebbe stato comodo.

La garanzia è italiana? Sì, no, boh? Certo che SI’!!!!
Ed ora un piccolo intermezzo.

Qualche giorno fa sono stato contattato da Pasquale S., docente di informatica a Napoli, che mi ha posto una strana questione. Lui evidentemente è uno dei primi acquirenti italiani di questo prodotto, ed ha avuto problemi ad utilizzare & configurare il print server. Ha contattato il servizio clienti di LG, che gli ha detto che il NAS N1T1 non è in vendita in Italia, e di conseguenza nel nostro Paese non ha garanzia. Ora, Pasquale ha definito me e gli altri quattro tester come “malcapitati” per questa spiacevole vicenda: dal suo punto di vista, LG ci ha fatto provare e recensire un prodotto che nel nostro Paese non arriverà mai. Io ho ovviamente contattato la mia persona di riferimento di LG, il quale ha subito smentito la cosa. Il NAS N1T1 è o al massimo arriverà in Italia, avrà manualistica in italiano, ed ovviamente godrà della garanzia italiana/europea. La mia conclusione è che il servizio clienti LG non è ancora al corrente di questo nuovo prodotto, e quindi di fronte ad una persone che chiede aiuto non hanno trovato meglio da dire che: mi scusi, ma non è supportato. Confido che LG nel prossimo futuro si adegui!

Sorriso

Se avete domande particolari o se volete soddisfare la vostra curiosità, lasciatemi pure commenti: il NAS l’ho restituito da qualche tempo, ma farò il possibile per aiutarvi!

Il costo del prodotto è di Euro 229,00.

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iPhone e la sua condizione di status symbol

Qualche giorno fa sul twitter dell’amico Andrea Boschin ho letto un’interessante domanda:

WP7 I think is a good device, but how can we you break the condition of “status symbol” of the iPhone?

Questa domanda mi ha fatto fare un ragionamento. Secondo me iPhone è sarà ancora per un bel pezzo lo stato dell’arte. E’ in una posizione predominante per diversi motivi che non sto qui ad elencare – un po’ di questi motivi sono prettamente tecnologici, altri invece sono più psicologici che altro, legati al marchio e al fascino che gira intorno alla mela rosicchiata.

Ma voglio farvi un parallelo. A cavallo tra gli anni ‘60 & ‘70 lo status symbol era determinato dall’autoradio. Chi ce l’aveva cuccava di più, era più figo degli altri. Ora – io non c’ero per cui non ho la testimonianza diretta – ma alla fine, pian piano, questo status symbol è andato scemando, perchè alla fine l’autoradio ce l’avevano tutti. Oggi questa differenza non esiste nemmeno più: quando si ritira l’auto nuova dal concessionario, l’autoradio è lì che ci saluta dal nostro cruscotto. Lo status symbol non si combatte, non si rimuove di colpo, ma svanisce lentamente nel tempo, man mano che una certa tecnologia raggiunge la massa.

Torniamo a noi. Sono convinto che Microsoft non debba affatto cercare di rubare la condizione dello status symbol di iPhone. Deve semplicemente fare un ottimo telefono, con su un ottimo software, aperto a tutti noi dev. Ciò che oggi, o ieri, era status symbol, probabilmente nel futuro non lo sarà più di tanto. Apple avrà sempre la condizione di status symbol, perchè fa prodotti eleganti, costosi, inutili e limitati. Diamogli pure la condizione di status symbol, che male c’è?

Cambiando un pochino argomento, contesto tutti quelli che, via Messenger o via altro, mi dicono che non credono molto in WP7, perchè soffre di un evidente svantaggio rispetto agli altri concorrenti, come Android o iPhone, appunto. Mancano applicazioni, dicono. Ha una fetta ridotta del mercato, affermano. Ovvio: non sono ancora usciti al pubblico, di che mercato parlate? Discutiamo fra 6 mesi, dopo Natale, fra un anno. Vediamo come andranno le cose.

Sempre sul discorso “mercato”…ma scusate: negli anni 90 Netscape Navigator detenava praticamente il 99,9% del mercato dei browser: c’era solo lui. Microsoft si è messa ad inseguire, e alla fine ha ribaltato la situazione. Ora, non è ovviamente detto che ci riesca anche questa volta, ma è giusto tentarci. Microsoft non può e non deve rimanere fuori da questa parte di mercato, quello della telefonia. In poche settimane, leggevo l’altro giorno nella mail che mi è arrivata dal Marketplace, i Developer Tools per WP7 sono stati scaricati sono stati scaricati da mezzo milione di developers in tutto il mondo. In poche settimane. Chiunque sappia scrivere due righe in codice managed produce un’applicazione Silverlight. Ne sa qualcosa l’amico A.R. che senza sapere nulla di C# circa una settimana fa ha prodotto una rudimentale calcolatrice per WP7 in C#. E non aveva mai visto Visual Studio 2010 prima di allora, tant’è che ha usato la versione Express inclusa nei developer tools. Dici poco.

Questo è il trend positivo di cui parlavo su Twitter poco tempo fa.

Se le applicazioni non ci sono (e non sono sicuro nemmeno di questo), ci saranno.

Chi vivrà, saprà, insomma.

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Come disabilitare la richiesta del PIN ad ogni accensione del BlackBerry

Da circa dieci giorni sono un felice detentore di un BlackBerry (BB) (aziendale!!!), con cui mi trovo devo dire abbastanza bene. Ho impostato un’ora di accensione e di spegnimento automatici, per rispettare i normali orari di ufficio. Con un piccolo problema, però. Ad ogni accensione, il BB mi chiede(va) continuamente il PIN della SIM Card. Normalmente non è un problema, però alle 8:30 (ora di accensione automatica) sono davanti al PC e non sto lì a guardare il display del telefono: lo vedo acceso, punto e stop, mi basta. Invece mi sono accorto che – giustamente – prima dell’inserimento del PIN il BB non cerca la rete cellulare, e quindi rimane in modalità SOS. Si inserisce il PIN ed il gioco è fatto.

Ho fatto un giro nelle opzioni, nelle opzioni di protezione e nelle opzioni avanzate, e alla fine grazie all’aiuto di una certa Alessandra, ho trovato la soluzione. Basta fare così:

  1. Aprire il menù
  2. Entrare nelle Opzioni, poi in Opzioni Avanzate
  3. Entrare nella voce SIM
  4. A questo premere il pulsante menù, che nel BB nella maggior parte dei casi funge da una specie di clic destro
  5. Selezionare Disabilita protezione
  6. Inserire il PIN e confermare

Et violà, procedura completata!!!

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Misurare le prestazioni della vostra batteria

Se utilizzate un notebook, sapete benissimo che la durata della vita della batteria diminuisce pian piano con il passare del tempo. Sul libro Windows 7 Tips & Tricks, disponibile in formato pdf a questo indirizzo (grazie a Dario per la segnalazione), trovate un modo semplice e pratico per misurare questa perdita di capacità. E’ sufficiente lanciare il comando:

powercfg –energy

da linea di comando DOS, in modalità amministratore. Il comando genera un file energy-report.html, apribile con qualsiasi browser, dove potete vedere un po’ di informazioni sul sistema, sui processi attivi che fanno consumare di più, sulla modalità supportate di sospensione e altre cosucce interessanti. Ricordatevi che il file viene salvato nella directory corrente in cui vi trovate nel prompt.

Il report comprende anche le due informazioni necessarie per valutare la batteria:

Capacità nominale = 62160
Ultima carica completa = 57787

Ovviamente, i due numeri qui sopra fanno riferimento al mio Acer Aspire 5810T, acquistato a Giugno 2009.

Morale : ho perso il 7% in poco più di sei mesi di attività. C’è da dire che non uso spessissimo il notebook, solo quando sono in trasferta. Se sono a casa, uso il portatile senza batteria, a corrente, e quindi magari questo mi ha permesso di mantenere un po’ più a lungo la vita della batteria.

Credo che le riviste debbano prendere in considerazione questo parametro per valutare i portatili, che dite?

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Occhio a come formattate le vostre SD/MMC…

…e, più in generale, tutte le vostre memoria a stato solido. Vi spiego il perchè.

Sia io che mio padre possediamo un Nokia xPressMusic 5800, il primo cellulare Nokia completamente touch-screen. C’è solo una differenza tra me e lui: mio padre l’ha preso una settimana dopo, e l’ha pagato 100 euro in meno. Una delle peggiori fregature che abbia mai preso, ma questo non c’entra nulla con quello che voglio dire.

Questo cellulare utilizza come memoria una MicroSD: nella confezione ne trovate una inclusa da 8GBytes. Non l’ho mai formattata, chiaramente, e ho cominciato ad usarla senza farmi troppe domande, come credo il 100% di tutto voi.

Questo fino a Natale.

Io e mio fratello abbiamo regalato a mio padre una Canon Shelby CP-780, una mini-stampante che tramite la tecnica del trasferimento termico a sublimazione di colore permette di stampare fotografie nel formato cartolina, 10×15. Il punto di forza è l’estrema semplicità: basta infilare una qualsiasi memoria nell’apposito slot, scegliere la foto da stampare tramite il piccolo schermo LCD, premere il punto Print ed il gioco è fatto. Non si sceglie il tipo di carta, non si sceglie il formato, nè un sacco di altri dettagli che magari l’utente principiante trova complicati.

Questo in teoria. Ho provato infatti a stampare foto dalla SD che uso sulla mia Canon EOS-450, e non ho avuto problemi. Se invece inserisco la MicroSD del Nokia di cui sopra, la stampante visualizza un errore che – vado a memoria – dice “Impossibile leggere i dati contenuti sulla memoria”. Inizialmente pensavo che il firmware della stampante non andasse ad esplorare tutte le directory di una memoria di un cellulare Nokia (per intenderci, i files .jpg scattati con la fotocamera non vengono salvati in root, ma un po’ più in profondità, dividendole per anno/mese e così via).

Sapete qual’è il vero problema? Il tipo di formattazione della scheda.

Se una memoria a stato solido è formattata in un modo diverso da FAT32 (FAT o NTFS, quindi), la stampante non è in grado di leggerla. E ancora: se è formattata come FAT32, ma la dimensione dell’unità di allocazione non è stata impostata su “Dimensione di allocazione predefinita”, idem come sopra: la stampante non è in grado di leggerla.

Quindi, per risolvere il problema è bastato fare un backup del contenuto della MicroSD, riformattarla come FAT32 e ricopiarci su il contenuto. A questo punto, quando inserisco la memoria nella stampante Canon (tramite adattatore) sul display LCD appare la prima foto trovata, e posso sfogliare l’intero contenuto con pulsanti Avanti/Indietro.

Ci tenevo a risolvere la questione, perchè volevo che l’utilizzo della Canon Shelby rimanesse il più semplice possibile, senza il bisogno di dover fare copia & incolla su un’altra memoria o altri giri strani, proprio perchè l’utente finale (mio padre) non è espertissimo.

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Qualche dettaglio in più sul mio (vecchio) NAS

Come promesso, ho deciso di scattare qualche fotografia sul mio vecchio NAS che ho dismesso dopo l’acquisto di quello nuovo.

Questa è la visuale sul retro, dove si vedono (da sinistra a destra) il pulsante di accensione, il connettore per l’alimentazione, due “jumperini” per regolare la velocità della ventola (mai usato), il connettore per RJ45, il pulsantino di reset ed infine il connettore USB per collegarlo direttamente al PC per usarlo come normalissimo disco esterno. Ecco una vista più ravvicinata:

Ovviamente, il tutto include anche alimentatore e cavo di alimentazione (lungo 1,8 metri circa):

Il disco interno è da 320GBytes, ed è in perfette condizioni. Una volta che l’unità viene connessa alla rete, è possibile raggiungere tramite browser l’interfaccia di admin, dove è possibile impostare nome dell’unità, workgroup, attivare/disattivare l’ftp server, attivazione/disattivare DHCP server/client, etc. Ho aggiornato l’unità con l’ultimo firmware ufficiale disponibile. E’ ovviamente compatibile con normalissime LAN composte da PC con Windows XP/Vista/7. Una volta che l’unità è entrata a far parte delle vostra rete, è possibile raggiungerlo tramite \NOMENASShare.

Per adesso il NAS è stato temporaneamente prenotato da un amico di UGIdotNET, ma se la vendita non dovesse andare a buon fine, verrà messo in vendita dopo le feste su ebay.it. Se vi interessa, fatemelo sapere, io son qua. Grazie per l’attenzione!

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Il mio nuovo NAS: Thecus N2200

Preambolo: se a qualche di voi lettori servisse un NAS Packard Bell NetStore 3500 da 320GBytes, completamente funzionante, me lo faccia sapere. Lasciatemi un commento, cercatemi su Facebook, o su Messenger, o via mail. Il NAS è perfettamente funzionante, l’ho cambiato solo perchè lo spazio non mi bastava più: quando si scattano fotografie da 12MPixel, è facile esaurire lo spazio. Per il resto è tutto ok: fa da ftp server, è configurabile da browser…le solite cose, insomma.

Mentre ero in trasferta mi è stato consegnato a casa il mio nuovo NAS da integrare nella mia LAN di casa. Ecco una bella fotografia:

E’ davvero un ottimo prodotto. L’ho installato con due hard-disk Seagate da 1TBytes l’uno, e l’ho configurato con un RAID-1, che offre mirroring dei dati. Ecco un breve elenco delle caratteristiche che offre e che mi hanno particolarmente colpito:

  1. NAS puro e semplice, con i classici share di rete, tutto compatibile con Windows XP/Vista/7
  2. FTP server
  3. Media server: streaming di video & musica verso Windows Media Player e altri dispositivi
  4. Moduli aggiuntivi scaricabili e installabili separatemente dal sito: client BitTorrent e download manager indispensabili
  5. La vedete la porta USB sul davanti, nella fotografia di sopra? Potete collegarci una chiavetta USB o qualsiasi altro supporto di memoria USB (ho provato con la mia Canon EOS 450D e funziona), poi premendo il pulsantino sopra si avvia una semplice copia dalla memoria inserita sullo share di rete “usbcopy”. Ovviamente la copia avviene in locale, e non tramite la rete. Semplice, veloce e comodo
  6. Sul retro ci sono altre 3 porte USB, per collegare altri N2200 in cascata
  7. Print server: potete collegare una stampante USB e l’N2200 ve la rende disponibile sulla LAN, senza avere quindi un PC acceso
  8. Mount degli ISO: questa è eccezionale. In pratica, potete prendere un file ISO salvato sul NAS stesso, lui fa il mounting e ve lo rende disponibile tramite uno share di rete che porta lo stesso nome del file ISO montato
  9. Notifiche via mail di problemi ed errori sullo stato di salute del RAID, di eventuali spegnimenti accidentali, etc. etc.

Da quello che ho potuto vedere, ha un solo piccolissimo problema, che raccontavo ieri ad Alessandro: non è possibile collegare direttamente al PC tramite USB per copiarci su una mole consistente di dati. Insomma, si è obbligati a farlo tramite rete, che come transfer rate non è certo il massimo della vita, soprattutto si ha a che fare con 150-160 GBytes di dati. Ma…a parte questo…è perfetto.

Ho pagato il tutto Euro 358,80 Iva compresa.

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Attivare la virtualizzazione hardware su Acer Timeline 5810T

A giugno di quest’anno ho acquistato un notebook Acer, l’Aspire Timeline 5810T. Non una grande macchina dal punto di vista prestazionale, ma più che sufficiente per le mie esigenze: 4GBytes di RAM, un bell’hard-disk, scheda video sufficiente. Sebbene l’abbia acquistato con Windows Vista, ho subito installato Windows 7, scaricato dalla ormai familiare MSDN Subscription.

Ieri sera ho scaricato anche Windows Virtual PC, quel componente interno a Windows 7 che permette la gestione di macchine virtuali all’interno del sistema operativo. In pratica, è l’evoluzione di Virtual PC 2007. Al contrario di quest’ultimo però, non permette la creazione di macchine virtuali se il sistema (in particolare il processore) non supporta la virtualizzazione hardware. Lo so perchè a me mi appariva un messaggio di errore: evidentemente – mi son detto – il processore del mio Acer non supporta tale caratteristica. Pazienza.

Poi ho controllato il BIOS, e come immaginavo non c’è alcuna impostazione relativa alla virtualizzazione. Poi mi son fatto un giro sul Web: il modello Aspire Timeline 5810T monta una CPU Intel Core 2 Solo Processor da 1,4GHz (ad un solo core, quindi), e la pagina delle specifiche tecniche sul sito mostra chiaramente come tale processore supporti la Intel Virtualization Technology. E la stessa cosa me la dice l’Intel Processor Identification Utility.

Ma allora perchè risulta disattivo?
E perchè nel BIOS non posso attivare nulla riguardante la virtualizzazione?
Come stanno veramente le cose?

Se la CPU supporta la Intel Virtualization Technology, la devo attivare. Punto.

Per risolvere ho dovuto scaricare un aggiornamento del BIOS per il mio notebook. Per chiunque avesse il mio stesso modello, partite da questa pagina. La versione corrente del mio BIOS era la 1.06: la più aggiornata era la 1.26. Non male. Dopo questo aggiornamento, il BIOS è rimasto esteticamente lo stesso, ma questa volta – finalmente direi – la virtualizzazione hardware risulta attiva e funzionante.

Missione compiuta!

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