Technology Experience

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Lo spirito di community secondo il mio pensiero. Collaborazione, coordinamento, dialogo

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Grazie ai partecipanti alla cena Fungo .NET 2.0!!!

Venerdì sera ho partecipato, insieme a tanti altri, alla cena Fungo .NET 2.0, organizzata in quel di Reggio Emilia. E’ stata una bella serata, ovviamente, per merito di un sacco di fattori: la compagnia di tutti i presenti – da Mauro Servienti (con me in macchina da Lodi e ritorno) a Alessandro Scardova, da Matteo Migliore esagitato come suo solito 😉 a Salvatore Di Fazio. Compreso Gian Luigi Franceschi, chiaramente, che non posso linkare perchè sprovvisto di blog! 🙂 Unendo infine tutti quelli che ho avuto il piacere di conoscere.

Proprio Gian Luigi, tramite Facebook, mi ha ufficialmente nominato fotografo della serata, senza sapere cosa si nascondesse in realtà dietro questa (piccola e leggera) definizione. Proprio in qualità di fotografo, quindi, vi lascio qualche immagine della serata.

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Cartellone di benvenuto fuori dal ristorante

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La nostra tavolata


Salvo che “spazzola” il piatto di non-mi-ricordo-cosa (aiutato anche da me, ovviamente)

E poi, dulcis in fundo, la serata è stata rallegrata dalla sensuale danza del ventre di due ragazze, ovviamente invitate dagli organizzatori della serata.


Le due ragazze al nostro tavolo: e chi si è messo vicino a loro a fare il marpione? 😛

L’intero album fotografico (66 fotografie) è visibile a questo indirizzo.

Grazie ragazzi, alla prossima!

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Se leggete questo, state leggendo il mio nuovo blog

Nuovo si fa per dire, dal momento che i contenuti sono gli stessi.

Riassumendo, alla fine, sì: pure io me ne sono andato da Webhost4life, che ha hostato il mio blog per qualche anno, ma che negli ultimi mesi mi ha fatto davvero dannare l’anima. Il customer support devo dire è sempre stato presente e pronto a rispondere a tutte le mie richieste, ma proprio non ce la facevo a vedere l’uptime del mio blog andare su e giù come sulle montagne russe. Ancora adesso nei forum di WH4L si comunica alla spettabile clientela che gli ingegneri stanno lavorando ad una soluzione per un fantomatico errore HTTP 403.6, che blocca gli indirizzi IP.

Quindi, morale, sono migrato su WinHost.com. Avevo già acquistato lo spazio e l’hosting da circa un paio di mesi, ma nelle ultime tre serate ho voluto portare a termine l’operazione. Su questo nuovo blog sono tornato ad utilizzare SubText. Il motivo è semplice: WinHost.com – come tanti altri provider – non mette a disposizione MySQL come database, e quindi non potevo usare WordPress (blog engine che ho utilizzato in questi ultimi tempi, dopo la migrazione dei servers su WH4L).

Quindi, morale: questo è Technology Experience (Reborn 3). Qualche minuto fa stavo giusto facendo mentalmente il conto di tutti i blog che ho gestito nel corso degli anni. Ecco il riassunto:

  1. Technology Experience, il mio primo blog “serio”, quello hostato attraverso UGIdotNET. Ovviamente è ancora raggiungibile all’indirizzo http://blogs.ugidotnet.org/idamiani/Default.aspx. Bei tempi!
  2. Technology Experience (Reborn), attivato quando me ne sono andato dal buon vecchio Muro di UGIdotNET
  3. Technology Experience (Reborn 2), attivato un paio di mesi fa a seguito dalla malaugurata migrazione dei servers di Webhost4life. Questo è l’unico che ha girato con WordPress & MySQL
  4. Technology Experience (Reborn 3), cioè quello attuale e che state leggendo adesso

A parte il primo, tutti gli altri hanno sempre avuto come URL l’ormai familiare http://blog.vivendobyte.net. Per il passaggio dal blog (3) al blog (4) ho voluto/dovuto reimportare i post ed i commenti da WordPress a SubText, operazione che ho fatto tramite esportazioni in csv, fogli Excel e database Access. Il bisogno aguzza l’ingegno, insomma. Ma l’importante è che tutto sia andato bene, e che io sono ancora qua.

Cari lettori, the show must go on!

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Weekend prossimo al Flight Simulator Show 2010

Il weekend prossimo sarò insieme a tanti altri amici presso la Fiera di Verona, dove si terrà il Model Expo Italy, fiera dedicata al modellismo statico e dinamico (quindi aerei, automobili, navi, trenini elettrici, etc. etc. : per avere un’idea basta guardare le foto che ho scattato all’epoca a Novegro (MI)).

All’interno di questa manifestazione noi di Piloti Virtuali Italiani festeggeremo il nostro 15° anno di attività con il nostro evento Flight Simulator Show 2010 (in breve FSS2010). Un modo come un altro per conoscere il mondo della simulazione del volo, con Flight Simulator X e con X-Plane, per provare hardware particolarmente “evoluto” e magari non adatto a tutte le tasche.

Vi rimando al blog ufficiale dell’evento Flight Simulator Show 2010, raggiungibile a questo indirizzo. Nell’ambito FSS2010, non troverete solo noi di PVI, ma ci saranno anche IVAO (International Virtual Aviation Organization), Saitek (grazie al quale potrete provare joystick, volantini & pedaliere più o meno evolute) ed altre community/società che personalmente non so dirvi in questo momento.

Vi ricordo che Piloti Virtuali Italiani è anche su Twitter.

Se siete in zona e se avete voglia di passare qualche ora diversa dal solito, venite a trovarci!

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Confine di responsabilità

In realtà, il mio OT del Venerdì di ieri doveva intitolarsi proprio così – Confine di responsabilità – perchè è questo il vero nocciolo della questione, tant’è che alla fine la cosa è saltata fuori comunque dai commenti che ho ricevuto.

Il vero problema sta proprio qui, insomma: capire fin dove arriva il mio compito, e dove comincia quello di qualcun’altro. Sicuramente io sono l’ultima persona al mondo che è esperta di diritto sulla Rete, ma da buon navigatore o comunque dal punto di vista di una persona che lavora con Internet, un mio parere ce l’ho, e l’ho espresso ieri. Google non può c’entrare niente. Punto.

Piccola domanda: lo sapete quante pagine dal contenuto illegale ci sono in questo preciso momento su Internet? Io il numero preciso non lo conosco, ma credo di non sbagliarmi più di tanto se dico che è un numero Molto Grande, un numero con 6 zeri. Perchè non si fa niente? Perchè non si condanna anche in questo momento Google, dal momento che posso cercare termini come “pedopornografia”, “vendita di droghe pesanti” o “come evitare gli autovelox per le strade” ? Perchè, perchè non si fa nulla? Oppure il reato esiste solo quando qualcuno se ne accorge?

Ma personalmente voglio ridimensionare il tutto: è un problema solo italiano. Sono i nostri adolescenti che hanno questa mentalità idiota, perchè vogliono diventare personaggi sulla Rete, fra i loro amici, mettendosi in mostra facendo questa o quella stupidaggine, invece di rimboccarsi le maniche e fare qualcosa di più utile per la società. Per cui è evidente che prima eliminiamo questo atteggiamento idiota, e meglio sarà per tutti. Cosa cavolo c’entra Google? E soprattutto, se il video era su YouTube, perchè Google condannato e YouTube no?

Consiglio veloce veloce: il sabato mattina, su Rai 3, c’è una delle poche trasmissioni che ancora si fanno guardare: TV Talk. E’ un talk-show gradevole, senza litigi, senza discussioni, dove si parla di televisione da parte delle persone che la televisione la fanno. Età media molto bassa: neo laureati soprattutto, tutti nell’ambito comunicazione-televisione-nuovi media. Sabato mattina prossimo si parlerà proprio di questo argomento. Io non me lo perderò!

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Domani al workshop UGIdotNET feat. Community Tour

Domani pomeriggio, alle ore 13:30, sarò in Microsoft per partecipare ad un nuovo workshop UGIdotNET, il primo dopo un’infinità di tempo al quale parteciperò. Purtroppo sarò senza voce, per cui mi limiterò a salutare con la manina tutti gli amici che so per certo che troverò. Spero che le caramelline alla menta mi facciano calmare la tosse; vi tranquillizzo tutti, comunque: non sono infettivo, per cui non c’è nulla di cui preoccuparsi. 🙂

Sarà un’occasione per sentir parlare di Silverlight e di sentire qualche news su Blend e SketchFlow.
Senza dimenticare la cena, ovviamente, che come mi ha detto Andrea qualche giorno fa, è la parte più interessante di tutta la giornata.

Quindi, domani, cari amici, ci si vede là!

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Donazioni a community?

Non sono sempre stato completamente d’accordo sull’idea di community locale. La tendenza attuale però sembra darmi torto: Veneto, Puglia, Lazio, Marche, Emilia-Romagna, Toscana … ormai sono davvero tante le regioni d’Italia che vantano l’esistenza di una community .NET, nata – chi prima, chi dopo – da un ramo della cara UGIdotNET.

E’ davvero simpatico vedere come tante persone che prima bloggavano sul Muro di UGI, o comunque che ne facevano parte: adesso sono loro stessi community-leader di una realtà più piccola e gestibile.

Lo ripeto: se mi chiedete cosa penso delle community locali, il mio giudizio non è del tutto positivo. Ma è solo una mia opinione, per quello che vale. Ma è altrettanto giusto dire che se ho così tanti amici sparsi in tutta Italia che credono in quello che fanno, e ne hanno fiducia, allora è giusto ricambiare in qualche modo. E quindi, facciamolo…

E’ per questo motivo che pochi minuti fa, con PayPal, ho fatto due donazioni alle due community vincitrici del premio Community Of The Year 2009: XeDotNet (Veneto) e DotDotNet (Emilia-Romagna). Ho fatto la donazione minima giusta per non diventare socio: non perchè non volessi, quanto perchè anche se lo diventassi sarei il socio più silenzioso e meno cooperativo di tutti, data la distanza e – lo ammetto – la poca volontà di partecipare alle attività della community. 🙂

Se anche voi volete aiutare una community .NET, fatelo senza ripensamenti, e fatelo magari nei confronti di una community a voi vicina fisicamente, così potete prendervi parte attivamente e conoscere le persone che vi fanno parte.

Buona community a tutti, quindi!

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Questo weekend mi trovate a Novegro

Dall’inizio di settembre sono diventato ufficialmente socio di Piloti Virtuali Italiani. Si tratta di una community italiana, probabilmente l’unica nel suo genere, che raggruppa sotto la sua ala protettrice un sacco di appassionati del volo virtuale in tutta italia. Ma non lasciatevi ingannare dalle apparenze: a dispetto del nome, fra i membri di PVI si nascondono piloti di ogni tipo, dal piccolo aereo da turismo al jet di linea, passando da controllori di volo, istruttori di volo e così via. E siamo tutti uniti dalla grande passione per il volo simulato, che si tratti di volo civile e militare.

Mio fratello Omar fa parte del direttivo di questa community da parecchi mesi ormai, e si è reso partecipe e protagonista di molte iniziative di PVI, come l’organizzazione dei World Air Games a Torino lo scorso giugno.

Questo weekend a Novegro c’è l’Hobby Model Expo, una fiera dedicata al modellismo in tutte le sue forme: automobili, treni, navi e…guarda caso…aerei ed elicotteri. Sarà presente anche uno stand di PVI: quando c’è qualcosa che vola nei cieli, PVI c’è sempre. Quindi, se siete in zona e volete venire a trovarci, sapete dove trovarci. Non troverete soltanto me e mio fratello, ma qualche altro rappresentante della community, tutti felici di spiegarvi cosa facciamo e quando lo facciamo.

Insomma, per farla breve, se siete appassionati di simulazione del volo (e se nomi come Flight Simulator X, IL2, Falcon 4 non vi sono del tutto sconosciuti), PVI fa al caso vostro. Unitevi!

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Vorrei vedere/avere le emoticon in Facebook

Sì, esatto, vorrei poter vedere ed avere le emoticon delle persone in corrispondenza dei loro cambiamenti di stato, o nei commenti che vengono lasciati al mio. Vorrei sapere se stanno scherzando e quanto davvero sono seri.

E’ già qualche mese che sento e leggo di persone stanche di questo lavoro, ognuno credo per i suoi motivi. Mi piacerebbe conoscerli, quasi quasi ci vorrebbe una bella cena come ai vecchi tempi, per parlare con tutti voi e guardarvi negli occhi e sentire le vostre ragioni. Io probabilmente non sono ancora stanco del mio lavoro, sebbene abbia pensato seriamente nei mesi scorsi di andare a vendere gelati (cit.). Di abbandonare tutto.

Sono stanco di andare tutti i giorni avanti e indietro verso/da Milano: è vero, sono solo 30 chilometri, però dopo 8 anni è stancante, sfiaccante e deprimente. E per cosa poi? Per lavorare per altri, per società di consulenza che ci vendono al triplo di quello che invece incassiamo noi, che ci vendono presso clienti a fare un lavoro che non è il nostro, a sfruttarci e a spremerci fino in fondo. Basta, è ora di dire basta.

Il nostro è un lavoro meraviglioso. Credo però che ci mettiamo forse troppa passione, il che è un bene ed un male allo stesso tempo. Credo che ci siano stati nel passato giorni in cui ho lavorato più del dovuto, e più di quello per cui mi pagavano. Un po’ a tutti sarà capitato, di dover far tardi una sera, o di fare la notte per sistemare questo e quello. Credo che accada nel nostro lavoro più di quanto non accada con altri: e nel nostro caso il lavoro extra dobbiamo quasi sempre farlo gratis. Assurdo.

Sarebbe troppo lungo, davvero, continuare a parlarne. Vorrei solo capire fra tutti gli amici che ho, quelli di UGIdotNET, ex-colleghi, ex-capi, etc. etc. quanto davvero siete stanchi, cosa cambiereste del vostro lavoro, se siete soddisfatti, e via dicendo. Massima libertà.

Ma il pessimismo che ha pervaso questo post non è fine a se stesso. Probabilmente ho trovato il modo di sistemare le cose, di dare una scossa al mio modo di lavorare, di eliminare le cose che più ho imparato ad odiare e a tenermi quelle che più amo. Speriamo, vi farò sapere!

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Questo Facebook non s’ha da fare

Quello di Facebook è davvero un dramma. Sta diventando, o forse lo è già diventato, un vero e proprio modo di vivere. E’ entrato nella nostra vita quotidiana, di tutti, anche di quelli non addetti ai lavori. L’altro giorno ero in una libreria e passeggiavo fra gli scaffali, passando dal thriller al giallo, dal saggio storico al fantasy. E mi fermo sempre, per abitudine, nel reparto informatica, ma non per cercare libri tecnici (per quelli c’è solo Amazon, o al massimo Gorilla.it), quanto per cercare quelli che parlano di tecnologia o di Internet da un punto di vista diverso…più filosofico e riflessivo.
Insomma, per farla breve, prendo in mano un volumetto piccolo piccolo, scritto da un italiano di cui non ricordo il nome, intitolato qualcosa tipo “Facebook? Domani smetto!”. Leggo la prefazione, la quarta di copertina, per capire di cosa parla.

Morale: Facebook è diventato una droga.
Ci si entra perchè qualcun’altro l’ha fatto prima di te. E non riesci più ad uscirne.
Non esci nemmeno di casa, perchè tanto se vuoi trovare uno dei tuoi amici lo puoi fare on-line su Facebook.
E probabilmente puoi conoscere virtualmente più persone di quanto non faresti dal vivo. E di loro puoi sapere tutto, che partito vota, quale squadra tifa, se è single oppure no, e vedendo i gruppi ai quali appartiene si può andare ancora più in profondità.
E non riesci più ad uscirne. Puoi, ma ci vuole volontà.
Non l’ho comprato, quel libro, ma credo sarebbe stato interessante farlo. Ho preferito comprare un thriller scritto da un altro italiano, ambientato in una sola notte a Bari. Magari vi parlerò anche di questo. 🙂

Non divaghiamo. E’ bello, Facebook. Ma come ho avuto modo di dire in passato, è anche dannoso.
Domande a raffica, così, per farvi riflettere.

Cosa succede se aggiungete fra le vostre amicizie una vostra ex, che si sposerà il prossimo 1° Agosto?
E cosa penserà il futuro marito, vedendo il profilo della sua futura moglie?
Cosa succede se una vostra cugina lontana pubblica sul vostro profilo qualcosa che dà Terribilmente Fastidio alla vostra ragazza?
Cosa succede se, anche solo per scherzo, vi unite a qualche gruppo scherzoso/burlone che danneggia la vostra immagine?
Cosa succede se fate un test ed il risultato può esservi antipatico?

A me di tutte queste cose elencate ne è successa una sola.
Sinceramente, per come sono fatto io, me ne frego quasi di tutto. Sono un tipo scherzoso, e non do più di tanto peso a quello che vedo sul profilo di Facebook dei miei amici. Do più retta a ciò che le persone mi dicono sul messenger, o di persona, perchè quella è la vita vera. C’è gente invece che crede che tutto ciò che compare su Facebook sia LA Verità, Unica, Assoluta e Incontestabile. Se mi unisco al gruppo “Viva il bikini”, allora sono superficiale. Se mi unisco al gruppo “Tutto Esaurito”, trasmissione di 105, allora vuol dire che sono un certo tipo di persona, e non un altro. Se chiedo ad una ragazza di essere la mia compagna, ma su Facebook mi dimentico di aggiornare e lascio single, allora è un dramma. Se scrivo due righe carine sul profilo di un’amica, allora ci sto provando. Se faccio un test e salta fuori che la mia bevanda preferita è la birra, sono un alcolizzato. Se faccio un altro test per sapere quanto ne so su mio fratello e salta fuori il 30%, allora faccio parte di una famiglia disperata, che non si parla (ndr: l’ho fatto, questo test, e su mio fratello ho raggiunto il 100%).

Che schifo.
Facebook si permette di etichettarmi. Nemmeno io so più chi sono: è Facebook che me lo dice.
Se un giorno dovessi dimenticarmi per che squadra tifo, vado sul mio profilo…che problema c’è?
Da oggi sono ufficialmente immortale: se dovessi schiattare in un incidente d’auto questa sera, ma qualcuno continuerebbe ad aggiornare il mio profilo, la gente non mi crederebbe morto. Nemmeno il comune rilascerebbe alla mia famiglia il certificato di morte, perchè prima andrebbe su Facebook a controllare e vedrebbe che ho aggiornato il mio stato, che non ho impostato la data del trapasso. Se su Facebook risulto vivo, allora lo sono, ecchecazzo. Facebook supera la realtà, stiamo scherzando???
Che schifo, davvero.

Ma poi ho pensato, è arrivata l’illuminazione. Mica tanto.
Non è Facebook ad etichettarmi. Sono le persone che lo fanno, tramite le informazioni che trovano sul mio profilo.
Come sempre, la tecnologia non è buona o malvagia, ma è l’uso che ne fanno le persone. Ovvio.
Per come lo vivo io, Facebook è nato bene, ma sta degenerando. All’aumentare degli amici, dell’interazione con altri, i casini si complicano. Fondamentalmente, penso perchè – come dissi mesi fa – entrano in contatto fra loro persone che senza Facebook sarebbe state a miliardi di chilometri di distanza, che non saprebbero l’esistenza l’una dell’altra. In natura certe cose non sono possibili. Nel deserto non esiste il ghiaccio, al polo nord non si trova la sabbia fine del Sahara. Insomma, certe cose devono stare al loro posto.

Quindi, per favore, trattate Facebook come si dovrebbe: è solo un gioco.
E’ un modo per stare in contatto, ma non prendiamolo troppo seriamente.
Prendiamolo con le pinze, divertiamoci, scriviamoci i commenti, ma sempre con l’idea che – se ci riflettiamo bene – probabilmente anche dentro Facebook recitiamo un ruolo. Non andrei mai in mezzo alla strada a gridare “Viva il bikini”, e senza stra-convinto che nessuna delle mie amiche griderebbe “Igor, voglio passare una notte d’amore con te!!!”, anche se sono in molte a pensarlo :-PPPPP.

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Resoconti sul workshop appena trascorso

Sono stato smentito alla svelta e alla grande. Meglio così.

Se volete leggere pareri ed impressioni sull’ultimo workshop UGIdotNET svoltosi a Predappio, ecco i links diretti ai cinque post di cinque amici di community che hanno voluto dire la loro su questo evento. L’elenco è in ordine alfabetico per cognome.

Daniele Armanasco

Nicolò Carandini

Corrado Cavalli

Roberto Messora

Mauro Servienti

Grazie per il vostro contributo. E la prossima volta, caro Nicolò, non avrai bisogno del dono dell’ubiquità: la prossima volta ti darò una mano io a fare tutte le fotografie del caso per “documentare” le bellissime giornate passate assieme. Giornate alle quali sto mancando un po’ troppo spesso per i miei gusti.

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