Siamo proprio sicuri che i videogiochi siano solo “giochini” ?
Premessa: scrivo questo post sull’onda dell’emozione provata questa sera nel finire Deus Ex Human Revolution.
Videogioco che consiglio a tutti voi.
Il titolo del post non è granchè, sembra una frase scritta su un quaderno delle elementari.
Comunque sia, sono qui per parlarvi di videogiochi. Non starò qui a dirvi che per quello che mi riguarda il tutto è cominciato molti, molti anni fa – prima con un 8088 (Olivetti Prodest PC1), con un 386 a 16Mhz, con un Pentium a 133Mhz, via via pian piano, fino a raggiungere l’era moderna. Tralascerò anche i miei videogame preferiti degli ultimi decenni: ora ricordo solamente UFO Enemy Unknown, Stunt Car Racer, Indiana Jones ed il Destino di Atlantide, ovviamente DooM, più una miriade di altri che sto volutamente “dimenticando”.
Parliamo dell’era moderna. Già in altre occasioni vi ho parlato di Steam. Questa sera vi pubblico la lista dei videogiochi che posseggo.
Sappiamo tutti che l’industria dei videogiochi non conosce crisi. Tutte le volte che finisco un gioco, mi godo – come spero facciate tutti voi – il finale ed i titoli di coda. La cosa non è così scontata: quando al cinema il film finisce, il 90% delle persone si alza e se ne va subito: peccato. Comunque, tutte le volte rimango veramente sorpreso nel vedere quanta gente lavora per portare a termine un prodotto che la maggior parte delle persone definisce “semplice gioco”. Ci sono ovviamente programmatori e grafici, ma anche attori, designer, architetti di esterni e interni, psicologi, truccatori, attori, doppiatori, gente del marketing, sceneggiatori. C’è veramente uno sforzo notevole, che spesso e volentieri – secondo me – supera di gran lunga l’impegno per realizzare un film per il cinema. Un film dura un paio d’ore, mentre un videogioco – se fatto bene – viene giocato quantomeno per alcuni anni, da centinaia di migliaia di giocatori, se non addirittura milioni (fino all’uscita dell’episodio successivo, se c’è). A seconda del tipo di videogioco, occorre prevedere più finali – in base a ciò che il giocatore sceglie di fare – oppure bisogna prevedere dialoghi complessi e variegati (in un gioco di ruolo, per esempio, a seconda delle caratteristiche del proprio personaggio i dialoghi possono svilupparsi in modo diverso). Da questo punto di vista ricordo con piacere Dragon Age – gioco di ruolo cominciato e mai finito – dove se il proprio personaggio è maschile si può far innamorare la bella del party, e viceversa. A seconda del proprio punteggio di carisma si possono ottenere informazioni utili, sconti durante la compravendita di oggetti e cose del genere. In un film i dialoghi sono quelli, stabiliti a priori, e buonanotte a tutti.
C’è una cosa da dire, per concludere. La cosa che in assoluto adoro e cerco in tutti i videogiochi che compro è la Trama. La trama, la storia che il nostro personaggio vive la fa da padrona, sempre. Ok, è chiaro, se gioco a Call Of Duty la storia magari è la solita trita e ritrita (USA vs Terrorismo, United Nations vs Cattivo di Turno), ma – fidatevi di questo elenco:
- Mafia I
- Mafia II
- Stalker – The Shadow of Chernobyl
- Deus Ex Human Revolution
- Batman: Arkham Asylum
- Dead Space
- Dead Space 2
- Qualsiasi episodio della serie FEAR (nell’ordine FEAR, FEAR 2, FEAR 3)
- Amnesia – The Dark Descent
- Metro 2033 (tratto dal libro di Dmitry Glukhovsky)
Questo è un breve elenco dei giochi giocati negli ultimi anni, e che mi hanno lasciato qualcosa dentro per le loro storie e trame. E la cosa impressionante è che ormai la qualità di trame, scene, dialoghi, musiche e coinvolgimento è tale che spesso – quando passano i giorni e le settimane – non ricordo più se una certa frase l’ho sentita in un film al cinema, o in un videogioco, o in una pagina di un buon libro. Ci sono finali di videogiochi davvero emozionanti, che ispirano, che ti fanno riflettere e pensare. Questa sera, circa mezz’ora fa, ho finito Deus Ex Human Revolution, gioco di ruolo/azione ambientato in un prossimo futuro, dove il cyberpunk la fa da padrone. Si parla di innesti cibernetici, di fantascienza, ma anche di discriminazione, di controllo degli innesti, di chi dovrebbe decidere e controllare la libertà di ciascuno di noi. L’uso delle immagini, durante i titoli di coda, è francamente disarmante e lascia senza parole, soprattutto considerando tutti gli avvenimenti che si vivono durante il gioco stesso.
Spesso le persone più adulte, ma non solo, sorridono quando vedono un videogioco, e lo trattano come se fosse un “giochino”. Credo che sia lo stesso discorso di quando qualcuno dei miei amici mi spiega che in Giappone i fumetti non sono prodotti per bambini, ma opere per adulti. Dietro un videogioco, al giorno d’oggi, c’è una vera e propria opera di ingegno, che è in grado di regalare ore, ore ed ore di divertimento, di soddisfazione, una sorta di gratificazione che è difficile da spiegare se non la si prova. Sono abbastanza sicuro nell’affermare che oggi, sinceramente, preferirei un videogioco ad un film al cinema, se non fosse per il fatto che il videogioco è un’attività solitaria, mentre il cinema ti fa uscire di casa e vivere nella società. Ma se fosse una mera scelta basata sulla qualità del prodotto, non avrei dubbi.
Stasera, davanti al finale di Deus Ex, ho mormorato, tra me e me: davvero un ottimo lavoro. Square Enix – publisher del gioco – è entrata di diritto tra quelle che seguo maggiormente, perchè già con Batman: Arkham Asylum mi aveva molto soddisfatto. Ora con questo Deus Ex, per quello che mi riguarda, fa l’ultimo gradino per entrare nel mio Olimpo personale.
Ed ora, giusto per chiudere e finirla qua, vi lascio alle parole tratte dal finale di Deus Ex Human Revolution. I finali sono multipli: quello che vi propongo di ascoltare e di vedere è solo uno dei quattro possibili, ed è quello che ho scelto io “ufficialmente”. Il video arriva dritto dritto da YouTube. Buona visione, godetevelo.