Raccontare un concerto del Liga è sempre piuttosto semplice. Se ci siete già stati, potete immaginarvi lo spettacolo. Se non ci siete mai stati, posso solo darvi una minuscola idea di quello che vi aspetta. Potrei farvi una cronaca cruda e nuda, ma preferisco raccontarvi secondo i ricordi più vivi di quello che mi è rimasto.
L’unico concerto di Ligabue al quale ero stato era quello dei 170.000 a Campovolo (RE). Era tutto completamente all’aperto, quindi il suono era più dispersivo ed inoltre la visuale del palcoscenico era quello che era: davanti a me avrò avuto decine di migliaia di persone, tutte allo stesso livello, tutti con le braccia alzate. Insomma, sentivo ma se non fosse stato per i megaschermi non avrei visto nulla.
Al DatchForum – signori – è tutta un’altra cosa. Avevo un biglietto non numerato per il 2° anello: ovvero, la bolgia, il popolo, il sudore, le urla. Così come dovrebbe essere. La visuale che avevo era splendida: ero proprio a ridosso della balaustra, con una vista spettacolare su tutta la gente che ululante cantava a squarciagola i grandi successi del Liga. Flash, telefonini, braccia alzate, ragazze sulle spalle di ragazzi, ragazzi a torso nudo, riflettori e proiettori che illuminano la scena. Davvero una cosa da mozzare il fiato.
L’inizio è stato lento, sulle note di Metti in circolo il tuo amore, una canzona che conosco anche poco. Il resto è stato un urlo continuo: Il giorno dei giorni, Certe notti, Happy Hour, Si viene e si va, Bar Mario, Salviamoci la pelle e via via verso la fine, passando dall’ultimo singolo Niente paura. Il concerto si chiude come al solito con Urlando contro il cielo, dopo la quale ha trovato un posto speciale Buonanotte all’Italia – l’altro singolo del best of. Applausi e commozione, perchè durante quest’ultima canzone sullo sfondo scorrevano immagini dell’Italia che fu e che è: Enzo Ferrari, Pantani, Pertini, Coppi, i padri fondatori della Repubblica, Cannavaro che solleva la Coppa del Mondo a Berlino l’anno scorso. Bello davvero.
Il Popolo del Liga anche ieri sera era molto variegato…andavamo dai ragazzini di 12/13 anni fino agli adulti di 50 e più. Tutti assieme, tutti a cantare a squarciagola. E’ davvero sempre molto bello vedere le facce pulite del Popolo che si ritrova solo con la voglia di generare energia. Il Liga e tutta la band sono stati grandiosi, sono venuti diverse volte in mezzo alla gente, a battere le mani e a sorriderci in faccia. Inutile commentare la reazione di tutto il Palazzetto.
Alla fine devo parlare del mio orologio qui sopra, che non ha retto al mio battito di mani. Dopo un’ora di concerto, circa metà, ho sentito per un solo fottuto istante il cinturino che si apriva. E’ stata questione di un attimo: ho sentito il polso sinistro più leggero, la mano destra ha fatto in tempo a bloccare l’orologio, che altrimenti avrebbe fatto un volo sugli spalti 6 metri più sotto. Adesso è a casa in attesa di riparazione. Se ben ricordo, mi accadde la stessa cosa un paio d’anni fa, al concerto di Campovolo di cui ho parlato prima.
Alla fine, è stata un’esperienza indimenticabile. Cantare più forte che si può, al punto di sentirsi la gola bruciare, e non sentire comunque la propria voce, e non riuscire a capire se si è intonati oppure no è una cosa che bisogna assolutamente provare. Fatelo con il cantante che vi ispira vi più, ma vi posso assicurare che l’energia, la vitalità, le emozioni del Liga sono uniche. Liga non è solo musica, ma è un qualcosa che va oltre. Grazie Liga, alla prossima!
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