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Certe posizioni nell’IDE sono pericolose

Non fraintendete! Quando vengo preso dalla frenesia dello sviluppatore, non sento più i rumori circostanti, in compenso borbotto a bassa voce (dove bassa è relativo), batto veloce sulla tastiera, ma in certi momenti uso anche il mouse. Quando la finestra di Visual Studio si riempie di troppi files aperti, ho sempre la voglia di chiuderli tutti, sfruttando la voce di menù Windows –> Close All Documents.

La voce sotto resetta l’IDE secondo le impostazioni di default. Non è un posto un po’ pericoloso? Se per sbaglio ci cliccate sopra, VS vi chiede la conferma (per fortuna), ma io ho pensato fosse una conferma dovuta al fatto che stava per essere chiuso un file non salvato e quindi ho cliccato YES senza pensarci troppo. Morale: ieri sera a casa mi sono ritrovato l’IDE di Visual Studio così come Microsoft l’ha fatto, cioè nudo e crudo.

Possiamo risolvere facilmente: non usiamo più il mouse per chiudere tutte le finestre, ma usiamo una combinazione di tasti. Andiamo su Tools –> Options. Andiamo sotto Envinronment –> Keyboard. Dalla ListBox etichettata come Show commands containing cerchiamo la voce Window.CloseAllDocuments ed associamo uno shortcut a nostro piacimento.

Io ho messo un bel CTRL + F8 (che mi ricorda il CTRL + F4 che chiude un solo file)!

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Sql Server 2008 e la sicurezza a livello di riga

Riprendo il tema sollevato dal collega di mio fratello, Michele, in un suo recente post. Michele scrive una semplice riga in uno pseudo-SQL che recita così:

GRANT SELECT ON tblCustomer TO user WHEN tblCustomer.City = “Milan”

Cioè, dare ad un utente il permesso di fare una SELECT su una tabella solo quando il valore di una colonna di quella tabella assume un determinato valore. Nell’esempio qui sopra, l’utente “user” può fare una SELECT sulla tabella “tblCustomer” solo quando ricerca all’interno della città “Milan”.

Non so, qualcosa non mi torna. Non discuto sulla capacità di SQL Server 2008 di poter applicare questo tipo di sicurezza – non lo so e per adesso non lo voglio sapere. Quello che metto in discussione è che mi sembra di inserire nel database una logica applicativa che lì non dovrebbe stare.

Prendo la voce di Michele e la amplifico sul mio blog. Voi cosa ne dite?

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My daily work

Quanto uno è bravo davvero?

Mio padre una volta mi disse che Felice Gimondi era un grandissimo corridore, con l’unica sfortuna di essere stato contemporaneo di Eddy Merckx, corridore eternamente più forte. Gimondi ha accumulato nella sua carriera un gran numero di vittorie, dal Giro d’Italia al Tour de France passando per la Milano-Sanremo. Se magari non avesse avuto Mercx come avversario, magari avrebbe vinto di più.

Passiamo alle cose serie.

La domanda di questa sera è la seguente: quanto siamo davvero bravi? La bravura che tutti i giorni tiriamo fuori nel nostro lavoro è tutta nostra? Se no, quanto dipende dalla bravura dei nostri colleghi con i quali collaboriamo?

Dalla risposte a queste domande possono scaturire molte e diverse conclusioni. Se siamo più bravi da soli, ci conviene fare il classico “consulente” che viene inserito in team di sviluppo nelle medie/grandi aziende? Se siamo più bravi in team, è il caso che continuiamo a sbatterci nella nostra attività che magari ci porterà fino ad un certo punto?

Io penso di riuscire ad adattarmi abbastanza bene, nel senso che quando lavoravo per clienti miei, riuscivo comunque a rendere il giusto, però dovevo gestire tutta una serie di cose che finivano per minare la concentrazione nel lavoro di programmazione. Adesso che invece lavoro in team, forse sono un po’ troppo casinista, però mi trovo bene, ci sono momenti in cui mi sento “bravo”, ce ne sono altri (come oggi) in cui mi sento stanco, mi sento più introverso e vorrei essere da solo in una stanza a programmare quello che dico io.

La morale è: quanta bravura è direttamente mia e quanta invece dipende dalle altre persone che mi stanno attorno? Dove dovrei andare per avere intorno a me persone capaci di mettere in evidenza la mia bravura? Sono nel posto giusto o nel posto sbagliato?

Ve lo farò sapere!

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My personal life

We choose to go to the moon

Il titolo del post che ho scelto è una famosa frase di John Fitzgerald Kennedy nel discorso del 12 Settembre 1962, quando annunciò in un discorso tenuto al Rice Stadium dell’omonima università l’impegno degli USA per arrivare sulla Luna e per contrapporsi ai russi, che in quel periodo erano tecnologicamente avanti.

Sapete qual’è la cosa più affascinante di questo discorso? Ve lo dico subito. La cosa affascinante è che Kennedy annunciò al mondo intero che avrebbe fatto arrivare un uomo sulla Luna con un’astronave di qualche tipo e l’avrebbe fatto tornare a casa sano e salvo prima di sapere se fosse realmente possibile. E’ come se oggi qualcuno…un politico…uno scienziato…un teorico di qualche scienza dicesse…nel giro di 10 anni riusciremo a viaggiare nel tempo, oppure inventeremo il teletrasporto oppure…non so…una cosa talmente assurda che al solo sentirla ci verrebbe da sorridere.

Io oggi vorrei un politico come Kennedy, che mi dicesse che vorrebbe inventare un automobile che con un litro di carburante sia in grado di fare 10.000 chilometri. Vi fa sorridere? Eppure c’è qualcuno che poco meno di 50 anni ha parlato di un veicolo capace di raggiungere i 25.000 km/h, capace di farlo per 360.000 chilometri all’andata ed altrettanti al ritorno, per cui… Nel suo caso, c’è voluto uno sforzo non indifferente, orgoglio nazionale, milioni di dollari, tutta la società coinvolta chi più chi meno nel progetto. Ah già…scusate…sono nato il 28 Febbraio, sono dei Pesci…dicono tutti che i Pesci sono sognatori. Come dice un certo Lennon, “You may say I’m a dreamer, but I’m not the only one.

Per chi fosse anche solo un pochino curioso, YouTube viene in aiuto.

John F. Kennedy Moon Speech – Rice Stadium – Part 1 of 2 (9min18sec)
John F. Kennedy Moon Speech – Rice Stadium – Part 2 of 2 (8min28sec)

Infine, c’è anche il transcript di tutto il discorso.

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Rinnovare l’abbonamento a MSDN Magazine

Giusto ieri sera ho ricevuto la copia di marzo di MSDN Magazine, come al solito con l’indirizzo sbagliato. Secondo me, non bisognerebbe prendersela con le Poste quando consegnano in ritardo: bisognerebbe premiarle quando riescono comunque a consegnarti qualcosa nonostante l’indirizzo sia completamente errato. Vabbè, questa è un’altra storia…

Dicevo, il mio abbonamento scade a Maggio 2008. L’abbonamento annuale costa $.60,00 tondi tondi.

Con il cambio attuale il tutto equivarrebbe ad Euro 38 per 12 numeri all’anno.
Il tutto equivarebbe alla fin fine a Euro 3,16 per ciascun numero.

Direi che ne vale proprio la pena, a patto però di essere interessati agli argomenti trattati sulla rivista.

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Hardware

Se il force-feedback del volante sembra non funzionare

Assicuratevi di aver collegato solo il volante.

Io per esempio ho sempre collegato al mio PC due periferiche di gioco: un joystick Saitek X52 (per gentile concessione di mio fratello) ed il mio volante Saitek R440 (per gentile concessione di PVI ed, indirettamente, di mio fratello). Il joystick non ha force feedback, il volante sì.

A me è successo con Need for Speed Carbon. Se lanciate NFSC con entrambe le periferiche connesse, potete andare nelle opzioni dei controlli per decidere quale delle due (anzi tre, considerando anche la tastiera) volete usare per guidare i bolidi. Nonostante abbiate selezionato il volante, durante la guida il force feedback è disabilitato. Se chiudete il gioco, staccate il joystick e rilanciate NFSC, il FF funziona regolarmente. Evidentemente, il software chiede al primo dispositivo che trova se supporta il FF oppure no: se il joystick è collegato lo chiede a lui, e quindi siete fregati. Non è solo il fatto che il FF è spento…il vero problema è che il volante diventa “leggerissimo” e fate davvero fatica a guidare.

Quindi…occhio!

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Community

Quel giorno in cui decisi…apro un blog!

Nel 2004 frequentavo una ragazza in una città un po’ scomoda da raggiungere, a poco meno di 100km da casa mia. Passavo tutti i weekend con lei, dal venerdì alla domenica compresi, viveva in un appartamento tutto suo e quindi non avevamo grossi problemi da questo punto di vista. Mi sono accorto in quel periodo di trascurare i miei amici, perchè se prima passavo i weekend con loro, adesso non lo facevo più: ci siamo persi di vista, non sapevo più cosa facevano e cosa accadeva nella compagnia di sempre, ed altrettanto succedeva a loro nei miei confronti.

Un giorno mi capitò di dire una cosa che lei trovò un po’ triste, io un po’ meno. Dissi: “Dovrei inventare, o dovrebbe esistere un sistema, per mettere on-line tutto quello che vivo, così i miei amici possono sapere tutto di me“. Senza rendermene conto, quel giorno nella mia testa si formò l’idea di gestire un blog: sforzandomi, posso risalire con precisione a quel giorno, perchè eravamo a Venezia e da qualche parte a casa ho ancora i biglietti del treno. Ad aprile dell’anno dopo, il 2005, aprii il mio blog su UGIdotNET.

Fine del piccolo preambolo. Punto e a capo.

Uno dei più importanti punti di forza del blog, secondo me, è che permette alle persone di stare in contatto in modo “asincrono”. Cioè…io scrivo un post quando pare e piace a me, e voi lo leggete quando pare e piace a voi. E’ molto diverso da un’e-mail, perchè se io scrivo qualcosa non rompo le scatole a voi direttamente, non intaso nessun server se non il mio. Il post è unidirezionale, mentre in qualche modo un’e-mail richiede una risposta anche solo per gentilezza. Il post rimane lì dov’è a disposizione per molto tempo. Ed è molto diverso da una telefonata, perchè se chiamassi qualcuno al cellulare, è necessario che tutte e due le persone abbiamo tempo nello stesso momento, siano contemporaneamente raggiungibili al telefono, e così via.

Insomma, secondo me sotto diversi punti di vista il blog è uno strumento vincente, anche se in futuro probabilmente cambierà parecchio con l’evolversi delle tecnologie Web e non.

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IV del Venerdì

[IV] del Venerdì (32)

Come promesso, ecco alcune delle cose che adoro:

  • l’istante prima in cui stai afferrando il fresbee che sta volando leggero verso di me
  • il mio lavoro (dipendentemente però da dove mi trovo fisicamente)
  • svegliarmi la mattina e sentirmi davvero sveglio
  • scrivere, sia a mano che al PC (anche se a mano al giorno d’oggi non lo faccio più)
  • stare insieme alle persone alle quali so di poter dire tutto quello che mi passa per la testa senza filtri o autocensure particolari
  • guidare nella notte (a fari accesi), anche senza una meta precisa
  • guardare un bel film in camera mia in santa pace
  • mangiare quando ho davvero fame
  • un bel videogioco con una bella trama, capace di coinvolgermi veramente
  • Star Wars: fine
  • la sinistra e la destra, ed anche l’alto ed il basso
  • ridere in attesa che qualcuno mi dica che il riso abbonda sulla bocca degli stolti
  • i momenti nei quali installo una nuova periferica sul mio PC senza problemi
  • le torte preparate dalla mamma
  • leggere su carta, perchè non c’è paragone con la lettura digitale
  • alzare il volume delle mie casse senza limiti e senza persone attorno (accade raramente)
  • fare la penichella pomeridiana sulla mia roulotte quando sono in vacanza
  • i chisulìn (espressione dialettale): chi indovina è bravo!
  • i software pieni di opzioni ma che si aprono velocemente: non come il TOAD
  • stare insieme ai bambini piccoli
  • festeggiare il compleanno in ritardo, come sta accadendo oggi

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Software

Strane coincidenze di shortcut

All’interno dell’applicazione Omea Reader la combinazione di tasti Ctrl+Shift+A marca come già letti tutti i post di un particolare feed, oppure di un gruppo di feed a seconda della selezione che fate nel pannello Feeds.

La stessa combinazione di tasti funziona anche con Outlook Express, solo che non viene detto da nessuna parte. Almeno…io non sono riuscito a trovarlo. L’ho scoperto perchè ho usato questa shortcut d’istinto dentro OE, e tutti i post dentro il newsgroup che stavo leggendo sono stati segnati come già letti.

Può essere utile a qualcuno questa notizia?

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