Quel lampadario schiantato sul pavimento, l’Artista ce l’aveva in testa ancora, anche adesso che erano passati molti anni. Si scosse un attimo quando tornò al presente, sul palcoscenico. Il suo sguardo – si accorse poi – non si era staccato minimamente dal bambino che, soffiandosi il naso, aveva disturbato la sua esibizione. La sua mano destra era corsa ad afferrare la pistola infilata in una tasca posteriore, la portò davanti a sè sollevandola davanti a tutti. Ma il pubblico non disse nulla e rimase in rigoroso silenzio: pensavano tutti che fosse una pistola finta, un oggetto utilizzato per lo spettacolo. L’Artista la puntò sul bambino, che adesso lo guardava, prese velocemente la mira e tirò il grilletto. L’esplosione riecheggiò in tutto il teatro, facendo saltare sulla sedia i presenti. Ci volle ancora qualche istante affinchè la gente capisse cosa fosse successo.
Questa mattina, presto, mi sono svegliato e ho sentito fuori tuonare. Mi sono raggomitolato nelle coperte e sono andato avanti a dormire, girandomi da una parte all’altra e sentendo ogni tanto il ticchettio della pioggia sulle finestre. Oggi a Milano era stato annunciato il solito sciopero dei mezzi pubblici, ATM, che avrebbe colpito metropolitana, tram, filobus, parcheggi e via dicendo. Oggi nel mio ufficio, esattamente dietro di me, sarebbero venuti elettricisti/muratori/ingeneri per fissare alla parete un enorme pannello di legno compensato sul quale montare diversi contatori, sui quali dovremo lavorare noi la settimana prossima per connetterli al palmare e al nostro software. Sono contatori dell’energia elettrica, un modello capace di comunicare con un device tramite un sensore ad infrarossi.
Ho dedotto quindi una semplice e banale cosa: oggi in ufficio mi vedono solo con il binocolo, oppure se aprono il Messenger. E questa cosa non vale solo per me, ma per un sacco di altri miei colleghi con i quali condivido il piccolo open-space. Gli elettricisti/muratori/ingegneri ci hanno infatti annunciato che ci sarebbe stato un po’ di casino, e quindi la stra-grande maggioranza di noi si è auto-imposta un venerdì di vacanza.
Ecco perchè questo IV del Venerdì trova posto la mattina così presto. Nonostante non debba muovermi fino a Milano, il mio orologio interno mi ha comunque svegliato e, strano a dirsi, mi è venuta voglia di bloggare. Perciò eccomi qua. Finalmente, e lo dico davvero con un certo sollievo, questo è a tutti gli effetti il primo weekend in cui non ho l’obbligo di muovermi da casa, dopo lungo tempo. Questo weekend posso fare quello che gira a me, nei tempi che decido io. Voglio andare a fare la spesa? Posso farlo? Voglio riorganizzare e sistemare la mia zona-lavoro in casa mia? Posso farlo. Voglio guardarmi un bel film? Posso farlo. Insomma, questa libertà non ha prezzo, e ben venga. Sono stato a Mestre, a Venezia, a Roma, sulla Riviera Romagnola. Ho preso pullman, aerei, traghetti, treni, auto a noleggio. Ma adesso basta, un po’ di riposo. Comincia oggi e finirà domenica sera.
Vi ha parlato il sottoscritto, Igor Damiani, dal suo letto caldo nella sua stanzetta.