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Uno sviluppatore ad un evento TechNet – behind enemy lines

KDC, NPS, SCCM, SHV, NAP, EC, ES, HRA, IPsec, GPO, OID, HCAP, AD, DC, FSR, RODC, EDC, DFSR, EDC, DDCTGT, SOX, ACS

Non spaventatevi, non mi è andata in palla la tastiera. Semplicemente, oggi ho partecipato all’evento Microsoft Security Workshop VII, organizzato presso l’Hotel Quark a Milano. Questi qui sopra sono soltanto qualcuni degli acronimi di cui ho sentito parlare oggi! Ci sono molte cose da dire, ed inoltre la giornata non è ancora finita: proprio adesso sono seduto in fondo alla sala Mizar dell’hotel, in attesa che cominci l’ultima sessione. Ci sono molte cose da dire, ma non so bene come parlarne, quindi faccio un elenco puntato del tutto, per comodità.

  1. ho assistito a 3 sessioni condotte da donne: Raffaella Verticchio, Francesca Di Massimo, Manuela Polcaro e Lori Woehler
  2. ho visto una delle tre donne qui sopra piangere al termine della sua sessione: per gentilezza non dico chi è. Non credo di essere stato l’unico a vederla, dal momento che si trovava proprio al di fuori del grande salone. Non so dire se fossero lacrime di gioia o di tristezza, anche se un’idea ce l’ho. Vedere una donna piangere, consolata dagli altri, è sempre una cosa che fa rimanere male.
  3. bella organizzazione in generale: catering innanzitutto, bello lo spazio espositivo, il salone è molto molto elegante
  4. la parola vendor è stata citata una ventina di volte
  5. gli sviluppatori lavorano e studiano tutti i giorni per creare sempre qualcosa di spettacolare sui nostri monitor: (quasi) tutti quelli che ho sentito parlare oggi lavorano e studiano per limitare le nostre possibilità (se qualcuno mi vede scrivere questo mi ammazza) 😀
  6. bellissime tutte le hostess, e sono anche parecchie…ad occhio e croce ne conto una 15ina e sono tutte fantastiche
  7. le biro TechNet non funzionano, quelle MSDN sì: come direbbe Andrea, parola di lupetto
  8. hanno letteralmente idolatrato Mark Russinovich: volevo alzarmi in piedi a chiedere chi è, ma avrei fatto solo la figura dello scemo. 🙂

A parte queste annotazioni, è stata una bella giornata, noiosa a tratti. Vedere le cose from the other side of the moon fa bene. Non ne sono molto convinto, però mi dicono così, per cui non posso che farlo. Adesso vi riporto qualche appunto che mi sono preso:

  1. Prima del 2002, la messa in vendita di un prodotto Microsoft veniva decisa dal reparto marketing. Dal 2002 in poi, il rilascio viene deciso ed approvato dal team di sicurezza. Questa decisione è portato immediatamente dei benefici nei prodotti Microsoft rilasciati dopo questo cambiamento di strategia: rilevato un numero minore di bugs in prodotti come SQL Server, Windows Server 2003. Internet Explorer 7 gira con bassi privilegi: quando necessario, i privilegi vengono elevati ma solo in componenti isolati (ad esempio la finestra di “Save As…”).
  2. L’utente è responsabile degli attacchi nel 21% dei casi, solo dopo gli hacker (31%).
  3. La Polizia Statale utilizza da Ottobre 2006 un software di Microsoft, CETS, basato su Sharepoint, per combattere il fenomeno della pedopornografia on-line. L’Italia è stato il 3° Paese nel mondo ad utilizzare questo strumento, il 1° in Europa.
  4. Windows Server 2008 potrà essere installato in modalità Server Core, cioè senza un gran numero di applicazioni: Internet Explorer, Outlook Express, Windows Media Player. Non ci sarà nemmeno il .NET Framework, nè PowerShell. Ciò consentirà un incremento delle prestazioni ed un minor numero di patch da installare sul server stesso.
  5. Credo che i workshop TechNet abbiano un taglio per certi versi più commerciale: si parla di prodotti, sia software che hardware, si possono chiedere prezzi e listini, ci sono i commerciali. Insomma, credo che alla fin fine giornate come questa permettano a Microsoft di guadagnare un po’ di più rispetto, per esempio, alle nostre giornate MSDN oppure UGIdotNET.

Ok, la sessione è cominciata, do retta al tipo che sta parlando e poi torno a casa.
Domani si ritorna al lavoro (ma è venerdì).

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My daily work

Che programmatore sono?

Ci sono cascato anche io. Ecco i risultati!

Your programmer personality type is:
DHTB

You’re a Doer.
You are very quick at getting tasks done. You believe the outcome is the most important part of a task and the faster you can reach that outcome the better. After all, time is money.
You like coding at a High level.
The world is made up of objects and components, you should create your programs in the same way.
You work best in a Team.
A good group is better than the sum of it’s parts. The only thing better than a genius programmer is a cohesive group of genius programmers.
You are a liBeral programmer.
Programming is a complex task and you should use white space and comments as freely as possible to help simplify the task. We’re not writing on paper anymore so we can take up as much room as we need.

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.NET World

[6] Il ritorno dello HockeyPlayer (data-binding con WPF)

Diamo una breve occhiata all’ultimo XAML che abbiamo scritto per ottenere una ListBox con associato un template, definito in uno UserControl separato.

<ListBox Name="lstPlayers" ItemsSource="{Binding Source={StaticResource players}, Path=HockeyPlayer}"> <ListBox.ItemTemplate> <DataTemplate> <a:HockeyPlayerTemplate /> </DataTemplate> </ListBox.ItemTemplate> </ListBox>

A questa ListBox è stato associato, quindi, un solo template, HockeyPlayerTemplate, che fa in modo che a run-time la ListBox appaia in un certo modo. Fare riferimento all’ultimo post per maggiori dettagli.

La cosa interessante è che non è detto che il template debba per forza essere deciso in fase di compilazione, ma anche durante l’esecuzione del programma stesso. Ancora più interessante: non è detto che tutti gli Items della ListBox debbano per forza utilizzare e/o avere lo stesso template. Guardate la dichiarazione di questa ListBox:

<ListBox Name="lstPlayers" ItemsSource="{Binding Source={StaticResource players}, Path=HockeyPlayer}" ItemTemplateSelector="{StaticResource selector}" />

E’ stata valorizzata la proprietà ItemTemplateSelector. Non fatevi ingannare dal nome: prima che la studiassi, pensavo che fosse una proprietà che serviva a definire un template da utilizzare come selettore, al posto del classico rettangolone blu che appare quando selezioniamo un oggetto sulla ListBox. Nulla di tutto questo. La proprietà ItemTemplateSelector specifica una classe particolare, che viene utilizzata dall’engine di WPF per determinare il template da utilizzare per ciascun item della ListBox stessa. Mi spiego meglio: in questo caso ItemTemplateSelector fa riferimento ad una risorsa statica con Key=”selector”. Tale risorsa è ovviamente definita all’interno dello stesso file XAML, e precisamente:

<Window.Resources> <a:HockeyPlayers x:Key="players" /> <a:HockeyPlayerDataTemplateSelector x:Key="selector"/> </Window.Resources>

La classe HockeyPlayerDataTemplateSelector è una classe definita nel namespace MyItemTemplate, che eredita da DataTemplateSelector. Tutto quello che dobbiamo fare, quindi, è implementare la classe, facendo l’override del metodo SelectTemplate e ritornando un’istanza di DataTemplate, che verrà utilizzata per disegnare l’item corrente. Ricordo infatti che durante l’esecuzione del codice si entra nel metodo SelectTemplate una volta per ciascun item che deve essere aggiunto alla ListBox. La mia implementazione, giusto per farvi vedere è la seguente:

public override DataTemplate SelectTemplate(object item, DependencyObject container) { if (item != null && item is HockeyPlayer) { DataTemplate ret = null; HockeyPlayer p = item as HockeyPlayer; Window window = Application.Current.MainWindow; switch (p.Sex) { case SexEnum.M: { ret = window.FindResource("templateM") as DataTemplate; break; } case SexEnum.F: { ret = window.FindResource("templateF") as DataTemplate; break; } } return(ret); } return null; }

La morale è: la classe HockeyPlayer espone una proprietà Sex, che è di tipo SexEnum, che può valere M o F. La classe HockeyPlayerDataTemplateSelector si occupa di ritornare un template piuttosto che un altro. La scelta può avvenire in base al codice che andiamo a scrivere nel metodo. Nel mio caso, ho buttato giù un semplice switch che in un caso ritorna il template denominato templateM; nell’altro ritorna templateF. I due template si differenziano l’uno dall’altro solo per il colore di sfondo: azzurro in un caso e rosa nell’altro. Un approccio di questo tipo è sprecato, perchè si potrebbe ottenere lo stesso risultato usando i triggers nativamente disponibili con WPF. Il fatto di avere una classe che si occupa di selezionare un template apre le porte ad indubbi vantaggi: estrarre la logica al di fuori della Window e, soprattutto, avere una logica mooolto più complessa rispetto a quella esprimibile attraverso i trigger. Per esempio: i trigger scattano solo quando una determinata proprietà assume un determinato valore. Ma cosa succede, per esempio, se volessimo usare un template nel caso in cui il peso sia < 90 Kg? Oppure, ancora, se un certo giocatore è alto più di 175cm? Inoltre, con i trigger possiamo cambiare valore alle proprietà, mentre con il metodo descritto in questo post possiamo anche prelevare ovviamente template molto diversi fra loro, a seconda delle necessità. Il metodo SelectTemplate può contenere tutto il codice che vogliamo, e quindi essere complesso a piacimento. Ricordiamoci solo che l’esecuzione del metodo avviene per ogni item, quindi tenere d’occhio le performance. Ad esempio, fare un window.FindResource ad ogni iterazione può essere controproducente: molto meglio cacheare da qualche parte i due template e nel metodo semplicemente ritornarli all’engine di WPF.

Tirando le somme, voglio ricordare che i due template sono stati definiti fra le risorse globali dell’applicazione. Vi riporto la definizione di uno solo dei due template, ovvero quello identificato dalla key templateM. E’ un po’ lungo, ma è lo stesso che abbiamo usato nei post precedenti:

<DataTemplate x:Key="templateM"> <DataTemplate.Resources> <a:SliderValueConverter x:Key="conv"/> </DataTemplate.Resources> <StackPanel Margin="4" Orientation="Horizontal"> <StackPanel.Background> <LinearGradientBrush StartPoint="0,0.5" EndPoint="1,0.5"> <GradientStop Color="Blue" Offset="0.0" /> <GradientStop Color="White" Offset="0.80" /> <GradientStop Color="Blue" Offset="1.0" /> </LinearGradientBrush> </StackPanel.Background> <TextBox Margin="4" Width="120" Foreground="Red"> <TextBox.Text> <Binding Path="Name" UpdateSourceTrigger="LostFocus"> <Binding.ValidationRules> <a:NameHockeyPlayerRule /> </Binding.ValidationRules> </Binding> </TextBox.Text> </TextBox> <TextBox Margin="4" Text="{Binding Path=Weight}" Background="LightCoral" Width="30" /> <TextBlock Margin="4" Text="{Binding ElementName=sldHeight, Path=Value, Converter={StaticResource conv}}" Width="60" /> <Slider Name="sldHeight" Minimum="50" Maximum="200" Width="120"> <Slider.Value> <Binding Path="Height" UpdateSourceTrigger="PropertyChanged"> <Binding.ValidationRules> <a:HeightHockeyPlayerRule /> </Binding.ValidationRules> </Binding> </Slider.Value> </Slider> </StackPanel> </DataTemplate>

La differenza fra i due sta nel Background dello StackPanel: sono tutti e due gradienti, solo che in quello più sopra si usa il blue, nell’altro il rosa.

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Software

Il costo di un hosting: pensateci bene

Ci sono passato io stesso. Ho sempre avuto il mio dominio www.igordamiani.it presso un provider a Vizzolo Predabissi – hinterland di Milano – per un lungo, lungo periodo. Praticamente fin dal primo giorno in cui mi sono messo in proprio, cioè circa febbraio 2001. Mi hanno sempre aiutato, hanno sempre aggiornato i software come PHP o MySQL. L’unica pecca, dal mio punto di vista, era il non-supporto per SQL Server e per ASP. Parlo del 2001, quindi il buon vecchio ASP-Classic: all’epoca .NET era agli albori.

Circa un anno fa ho voluto prendere un nuovo dominio con un nuovo hosting. Dove lo prendo? La faccia breve: la solita diatriba tra Aruba e WebHosting4Life, come scrissi ai tempi sul mio vecchio blog di UGIdotNET. WH4L costa molto di più, ma il servizio – si dice – è molto migliore. Si ha più controllo del proprio sistema, sono più affidabili e così via. Uno dei valori aggiunti di WH4L secondo me è proprio Sharepoint, di cui ho parlato nel mio post precedente.

Una piccola annotazione: probabilmente fare un prodotto analogo a Sharepoint con qualche altro strumento come PHP o Ruby sarebbe una sciocchezza. Alla fin fine, detta in modo banale, Sharepoint non fa altro che creare delle liste che, nel caso più semplice, sono formate da un elenco di voci con titolo e testo. Ferma: non diciamo sciocchezze. Sharepoint è molto, molto di più, e io sono di gran lunga la persona meno adatta per parlarvene. Uno dei vantaggi di Sharepoint è l’estrema integrazione con tutti gli strumenti Microsoft, come Office 2007, per esempio. Se andate su un portale Sharepoint ed aprite un qualsiasi documento Office, l’applicazione si apre ed ogni operazione viene fatta direttamente sulla raccolta documentale di Sharepoint. Sharepoint non è solo una piattaforma software, è un tassello perfettamente inserito in mezzo ad uno scenario incredibilmente più complesso formato da tutto il parco-prodotti offerto da Microsoft. Come in una grande squadra, Sharepoint trova il suo posto ed il suo ruolo per concorrerre alla vittoria finale.

Il fatto di prendere un hosting come WH4L, che certamente vi costa di più, può avere la diretta conseguenza di avere a disposizione proprio uno strumento come Sharepoint. Sinceramente? Potrebbe cambiare di molto il vostro modo di lavorare.

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Software

C’erano dei giorni in cui non conoscevo Sharepoint

Torno con la memoria un po’ indietro nel tempo. Anno 2004, lavoro come sviluppatore presso una piccola software-house qua a Milano. Software-house pessima, ma di questo ho già parlato. Lavoravo ovviamente con un PC messo a disposizione dall’azienda stessa. Capitava, a volte, di voler condividere qualcosa fra il PC al lavoro ed il PC a casa. Fogli Excel, progetti .NET, files zip, immagini e così via. Il modo più pratico che trovavo all’epoca era spedirmi via e-mail le cose semplicemente mettendomele in allegato. Così, arrivavo a casa, facevo un bel Invia & Ricevi ed ero a posto. Se volevo rimandarmelo al lavoro, altra e-mail e così via. Insomma, era tutto un spedire di qua e spedire di là. Capitava a volte di dimenticarmi di mandare l’e-mail e quindi ero fregato in partenza.

Poi venne il giorno in cui conobbi, grazie a mio fratello, Sharepoint.

Sharepoint, grazie alle sue Raccolte di Documenti, permette di creare una lista on-line con tutti i files che volete. I files non sono più su un PC o su un altro, sono sempre on-line, sempre aggiornati, con tutti i vantaggi (e svantaggi) del caso. Posso anche dimenticarmi di mandarmi e-mail da una parte all’altra del pianeta, basta che vado su http://enjoy.vivendobyte.net/igordamiani.it.reborn per avere tutto quello che mi serve a portata di mano. Siano essi documenti Word, fogli di blocco note, files PDF con le mie fatture e così via. Se mi chiama il commercialista e mi dice “Igor, avrei bisogno della copia della fattura n°5 del giorno gg/mm/aaaa“, non devo più aspettare la sera per essere fisicamente davanti al mio PC, mi basta una connessione ad Internet e la possibilità di spedire un’e-mail. A patto che il mio commercialista ricevi e-mail, ma questa è un’altra storia. Alcune delle liste che ho pubblicato qui sono pubbliche: una è per i download, l’altra è per i libri che ho letto e che mi piace elencare. Ma c’è una lista privata, che voi non potete vedere, che utilizzo soprattutto per l’ambito strettamente lavorativo: rapportini di lavoro, fatture, appunti vari, etc. Fenomenale davvero.

Sharepoint è uno strumento potentissimo, e man mano che passano i giorni me ne convinco sempre più. Omar, che ha davvero poco tempo di bloggare, si sta facendo le ossa sul serio con questa piattaforma: lavora anche lui come consulente in una grossa società, sempre qua a Milano, che lo impegna davvero tanto e credo che si stia facendo un’esperienza sul campo davvero da non sottovalutare. Bella lì, così quando gli chiedo qualcosa su Sharepoint, ha sempre la risposta pronta: e per fortuna è (quasi) sempre quella giusta.

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.NET World

L’interfaccia di WPF è XAML, cioè XML…quindi serializzabile

Piccola riflessione della serata. L’interfaccia utente di un’applicazione WPF viene descritta da un file XML, nella fattispecie XAML. Cioè significa che è serializzabile. Ciò significa che, per esempio, possiamo in un qualsiasi momento fare una sorta di dump di una Windows – supponiamo – e salvare il tutto in un file XML su disco. Il dump contiene lo stato di tutta la Window: dalla Windows stessa a tutti i controlli che vi sono contenuti, con tutte le loro proprietà. Sarebbe interessante, per esempio, avere una Window ed intercettare eventuali eccezioni nate al suo interno. Quando viene scatenata un’eccezione, si fa il dump dell’interfaccia (ovvero il visual tree dell’intera Window), lo si salva su disco, così magari possiamo dare un’occhiata a quali valori c’erano sui controlli prima che il tutto generasse l’eccezione.

Dal momento che l’engine di WPF può caricare un blocco XAML a runtime, così evidentemente deve essere possibile anche l’operazione inversa, cioè ottenere lo XAML da un’interfaccia che sta vivendo in questo momento sullo schermo in una Windows o in una Page.

Nessun contenuto tecnico, solo una riflessione su cui vorrei ragionare e fare qualche test nei giorni seguenti.
Chiedere alla classe VisualTreeHelper per maggiori informazioni al riguardo. Se avete installato la MSDN Library in locale, date un’occhiata al codice che c’è di esempio per questa classe, perchè può dare l’idea.

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My personal life

Se fossero idee ovvie, non varrebbe la pena scriverle…

Vorrei togliere tutti i limiti di velocità per le strade, perchè tanto non servono a nulla. Vorrei che esistesse un vino dal colore blu.

Ho sognato un workshop fatto in piena campagna, in mezzo agli alberi e con le farfalle che svolazzano attorno ai presenti. I PC – che funzionano a corrente – prendono energia direttamente dal sole. Le slides non servono, perchè chi spiega è così bravo che le sue parole creano immagini direttamente nel cervello di chi lo sta ascoltando.

Il mio blog è nato principalmente per esprimere le mie idee. Molto spesso la maggior parte di voi è d’accordo con me. Molto spesso invece no. Quando vengono bocciate, le mie idee molte volte sono catalogate come utopistiche, impossibili, assurde, fuori dal mondo, impraticabili. Volete sapere una cosa? Ho diritto alle mie idee, indipendentemente da quello pensate. Se fossero idee ovvie, non varrebbe la pena scriverle su un blog. Voglio lanciare alla gente, a voi che mi leggete, idee irraggiungibli e meravigliose, per fare in modo che magari un giorno, chissà dove e chissà quando, ne verrà realizzata soltanto una parte di essa. Non mi importa quanto strana possa sembrare: se io penso che un workshop funzionerebbe meglio in un certo modo, dentro di me sento il bisogno di dirlo a tutti voi. Il giorno in cui non mi verrà più istintivo parlarne, vorrà dire che sarò diventato un po’ più vecchio. Ma fino ad allora… E penso anche che tanti frasi che possono essere riassunte con “Igor, scendi dal pero” vengano dette per farmi pensare più terra-terra e a come gira oggi il mondo. No, ragazzi. Se io voglio rimanere sul mio pero, voglio rimanerci. Essere sul mio pero significa scrivere i miei racconti sui bytes, scrivere poesie in rima sul Muro di UGIdotNET, videoregistrare qualche OT del Venerdì, studiare WPF, leggere libri, scattare foto e condividerle con voi. No. Io sul mio pero ci voglio rimanere, perchè io ho diritto alla mia follia, al mio estro, alle mie idee strampalate. Altrimenti non sarei l’Igor Damiani che voi tutti conoscete.

Ho anche sognato un workshop fatto su Second Life. Chissà, magari, un giorno…

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Software

AFDigitale di questo mese

Non è assolutamente una rivista che compro tutti i mesi, anzi: l’ho scoperta oggi pomeriggio. Stavo aspettando l’autobus, do un’occhiata all’edicola gironzolandoci attorno e mi casca l’occhio su AFDigitale di Giugno 2007. Il costo è in linea con i soliti mensili, 4,20 Euro. In regalo questo mese c’è il TH Demo Disc II, un DVD che a quanto mi dicono è andato a ruba durante il Top Audio & Video Show di Roma e, soprattutto, è introvabile qua in Italia.

Cosa c’è su questo DVD? Spezzoni di film che supportano il THX (Star Wars, Indiana Jones, Alien, etc.), cos’è davvero il THX, qualche audio THX-compliant. Ma la cosa che mi è piaciuta di più sono i 5 trailers ufficiali THX, quelli con il robottone, tanto per intenderci. Non li ho mai trovati da nessuna parte, solo sul peer-to-peer. Sul DVD ci sono, sono ad alta qualità, sia per il sonoro, sia per il video. Bellissimo.

E adesso i vicini mi sentiranno un pochino, mi sa.

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Software

Test Drive Unlimited, Activation Failed e Serial Number. Che rottura!

Solitamente, quando lavoro tengo il Messenger aperto. Capita che ho bisogno di qualcuno, capita che qualcuno abbia bisogno di me, capita di passarsi links più o meno importanti. Insomma, fa sempre comodo, l’importante è che non se ne abusi troppo. Capita anche a me di disturbare persone che sono contrassegnate da Occupato, e comunque quasi sempre comincio sempre con un timido “Posso?” per capire la disponibilità dell’amico che sta dall’altra parte della Rete.

Ogni tanto mi sento con il buon Marco De Sanctis, per motivi molto diversi fra loro, da .NET alla communty in generale. Ogni tanto salta fuori qualche breve chattata sui sistemi anti-pirateria dei videogiochi moderni. Dalle classiche attivazione via serial number, alle più moderne e sofisticate attivazioni on-line. Ho sempre sostenuto che questi sistemi penalizzano maggiormente chi un gioco lo acquista originale. Vi racconto brevemente l’ultima vicenda.

Qualche settimana fa ho acquistato Test Drive Unlimited, gioco/simulazione di guida sulla falsa riga di Need for Speed, ma un po’ migliore. Ok, è questione di gusti, ma ritengo che NFS sia un po’ migliore e meno spettacolare dal punto di vista della guida. Più realistico, insomma. Ma a parte questo: lo acquisto on-line con carta di credito, mi arriva via e-mail il serial number che utilizzo per attivare regolarmente il gioco. Tutto questo dura per circa 1 mese. Questo weekend prendo la mia partizione di Windows XP – utilizzata prevalentemente per i giochi – e la formatto, per manifesti problemi a decollare come si deve con Microsoft Flight Simulator. Prendo un nuovo HD, lo formatto, installo XP + driver. Installo nuovamente Test Drive Unlimited, prendo il mio serial number, ma mi appare un messaggio di Activation Failed, perchè ho superato il numero massimo di attivazioni con quel codice. Vi posso giurare sulla mia auto aziendale che ho usato quel codice una volta soltanto. Vabbè – mi son detto – giustamente ogni serial number può essere utilizzato una volta soltanto. Nella MessageBox appare un indirizzo e-mail al quale scrivere per problemi di questo tipo. Non mi ritengo di aver qualche problema – semmani, ce l’hanno loro, quelli di Atari. Comunque, ieri ho buttato già due righe spiegando il problema, comunicando il mio purchase reference ed altri dati per dimostrare che sono davvero io. Attendo una risposta.

La risposta è arrivata questa mattina. Ve la riporto qui sotto.

Hello.

Thank you for your email. We are sorry that you are having issues with the use of the software. The most efficient way for us to assist is to have you produce an analysis file for evaluation. In order to generate this analysis file, please do the following:

1) Make sure the original ‘play’ disc is in a physical, local CD or DVD drive.
2) Re-start your computer (the reboot is to assure that there are no additional instances of the software running when generating the file).
3) With your mouse, right-click on the application’s desktop shortcut, or the actual application’s executable file in the installation folder, and a menu will appear.
4) Choose ‘Launch Analysis’ from the menu.
5) A disclaimer window may appear on your screen. To proceed click ‘Yes’. Another window may appear stating that an analysis log will be generated, if so click ‘OK’. If any error messages appear, click ‘Cancel’ to continue.
6) After a period of time, the program will generate a file named ‘AnalysisLog.sr0’ and place it at the root of your hard drive (usually C:). When the file has been generated, a dialog may appear stating it has finished. Click ‘OK’ to complete the process.To locate it go to ‘My Computer’ and open your hard drive (usually C:).
Note: Vista users see further instructions below.
7) Please compress the file using a program such as WinZip, WinRAR, or WinAce (to avoid email corruption), and attach it to your email to support@securom.com.

Vista Users:
Follow the steps outlined above through step 6. Using Vista the filed will be stored in the following path: ‘C:\Users\’YOUR  USER’\AppData\Local\Temp\AnalysisLog.sr0’. If by chance this folder is hidden, you may have to display hidden folders. To do so, please follow these steps:
1. Go to ‘Start’ and left-click on ‘Control Panel’.
2. Left-click on ‘Appearance and Personalization’. Then select ‘Folder Options’.
3. Now select the ‘View’ tab, then select ‘Show hidden files and folders’. You should now have access to the folder.

If you do not see the ‘Launch Analysis’ option available in the menu after you re-start your computer, you can generate it using the command line. Please follow these steps:

1) Make sure the original ‘play’ disc is in a physical, local CD or DVD drive.
2) Re-start your computer (the reboot is to assure that there are no additional instances of the software running when generating the file).
3) With your mouse, right-click on the application’s desktop shortcut and a menu will appear.
4) Choose ‘Properties’, then highlight and copy everything in the ‘Target’ window.
5) Click ‘Start’ from your toolbar, then click ‘Run’. Next type ‘cmd’ in the text box and press ‘Enter’. A ‘DOS’ window will appear.
6) Type ‘cd\’ (without quotes) and press ‘Enter’ to get to the root of your hard drive (you may have to type ‘cd ..’ several times to get to C:\).
7) With your mouse, right-click in the ‘DOS’ window and choose ‘Paste’.
8) Press the Spacebar on your keyboard once and add the text ‘/secuexp’. Then press ‘Enter’.
9) A disclaimer window may appear on your screen. To proceed click ‘Yes’. Another window may appear stating that an analysis log will be generated, if so click ‘OK’. If any error messages appear, click ‘Cancel’ to continue.
10) After a period of time, the program will generate a file named ‘AnalysisLog.sr0’ and place it at the root of your hard drive (usually C:). When the file has been generated, a dialog may appear stating it has finished. Click ‘OK’ to complete the process.To locate it go to ‘My Computer’ and open your hard drive (usually C:).
Note: Vista users see notes above.
11) Please compress the file using a program such as WinZip, WinRAR, or WinAce (to avoid  email corruption), and attach it to your email to support@securom.com.

When we receive the analysis file, we will evaluate your issue and respond with a resolution.

Feel free to let us know if you have any further questions.

Best regards.

Ok, io sono anche capace di seguire una procedura simile, anche perchè – se la si legge bene – non è ‘sto granchè. Ma vi pare possibile che un utonto, un semplice utente, un ragazzino, debba essere invischiato in simili procedure solo per dimostrare di essere i legali possessori di una licenza.

Io, ragazzi, qua lo dico e qua lo nego. Del gioco ho la ricevuta arrivata via-email. Se per caso Atari o il supporto tecnico non mi vogliono dare una nuova attivazione, scarico il crack e chi si è visto, si è visto. Poi mi denuncino pure: gliene farò sentire di tutti i colori.

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