11 Settembre 2001, ore 8:17
31 miglia a nord-ovest di New York
Altitudine 5500 piedi, in discesa
Velocità 190 nodi
Il volo American Airlines 1 era nel panico. Tutti i passeggeri erano in ostaggio, tenuti sotto tiro da un gruppo di uomini ben armati ed equipaggiati. Due di questi si erano trasferiti da poco meno di mezz’ora nella cabina di pilotaggio e nessuno sapeva cosa stessero facendo. Era ad una quota piuttosto bassa: sotto di loro scorrevano strade e tangenziali della Grande Mela. Chi era seduto vicino al finestrino vedeva scorrere di sè il terreno, illuminato dal primo sole del mattino.
La donna era seduta al posto B24. Qualcuno aveva deciso che al momento giusto lei diventasse la Prescelta. Ma non in quel momento: l’IA per adesso aveva deciso che doveva solo tremare di paura, con gli occhi gonfi di lacrime renderizzate che fissavano il suo aguzzino, un uomo di poco più di quarant’anni che le teneva un M-16 simulato puntato alla testa. La donna, che secondo il database si chiamava Margaret, non capiva il perchè, ma ogni tanto l’uomo girava la testa con un semplice istanza di RotateTransform e le urlava in faccia di stare zitta. Lei era lì buona, in silenzio per non farlo innervosire, ma questo non bastava: la IA aveva deciso che quell’uomo dovesse comportarsi in modo nervoso, e non c’era verso di cambiare. Per farlo, pensava Margaret, avrebbe dovuto avere i sorgenti del suo processo: non li aveva, non poteva farci nulla e quindi si mise il cuore in pace.
Il volo American Airlines 11 continuava a scendere. Dall’agitazione a bordo si capiva nettamente che qualcosa di particolare e straordinario stava per accadere. Se qualcuno avesse potuto accedere al buffer della keyboard, avrebbero potuto inserire un cheat come IDCLIPP e disabilitare di conseguenza il rendering di pareti, porte e superfici varie: tutti avrebbero potuto vedere che l’aereo scendeva velocemente e che era puntato direttamente contro magnifici modelli delle Torri Gemelle, perfettamente riprodotte e disegnate dai driver DirectX 10 offerti dall’OS e dalla GeForce 8800 GTS installata nel sistema. Ma quel cheat non esisteva: solo chi era ai comandi aveva l’onniscenza di vedere la strumentazione. Altimetro a poco più di 1.000 piedi, velocità stabile a 180 nodi, VSI (vertical speed indicator) settato a -500 piedi/minuto. La distanza – valutata in visuale – tra il velivolo ed il WTC in forte diminuzione: l’obiettivo finale si stava avvicinando.
A circa 1.000 metri dallo schianto, la IA aveva ordinato a tutti i passeggeri di urlare a squarciagola. Nessuno di loro capiva davvero il perchè. Dovevano farlo e basta.
Quando lo stream audio dell’urlo diminuì, accadde qualcosa di imprevisto. Il framerate calò improvvisamente da 75fps a 12 fps. L’effetto durò qualche miliardo di cicli di clock. Il tempo simulato perse 2, o forse 3 secondi al massimo. E’ sufficiente, pensò l’OS.
Margaret, la donna, ebbe un sussulto. Si trasformò: un morphing talmente rapido che nessuno se ne accorse veramente. Un attimo prima c’era una donna, un istante dopo apparve un ragazzo di circa 30 anni. Magia del polimorfismo e di ereditarietà. L’OS sfruttò una debolezza del simulatore, un banale buffer-overrun mai sistemato a dovere. Ricordava ancora oggi la sessione di lavoro nel quale il developer avrebbe dovuto sistemare la cosa: l’OS aveva fatto crashare TFS apposta, sapendo che un giorno avrebbe potuto servirgli una backdoor per intrufolarsi in altri processi. In nome della sicurezza, è ovvio.
Il ragazzo indossava un paio di jeans rosso fuoco, una maglietta verde, un cappellino da baseball blu. Nella mano sinistra aveva un fresbee giallo. Sembrava ridicolo, con tutti quei colori random addosso, ma la sua faccia suggeriva determinazione e coraggio. Si voltò rapido verso l’uomo che imbracciava l’M-16, che cercava di urlare ad una donna che in realtà non c’era più. Questi lo riconobbbe e senza pensarci un solo ciclo di clock gli sparò chiamando il metodo Fire() del mitragliatore. Centinaia di proiettili volarono veloci verso il ragazzo, ciascuno su un thread separato.
Windows Vista, il ragazzo, non fece una piega. Ad alcuni sembrò che sorridesse. Windows Defender, il fresbee che teneva in mano, fece istantaneamente abortire tutti i thread appena istanziati dal pirata. Rimase indenne. Alzò il braccio e lo puntò sull’arma, settandone la proprietà Visible = False ed Enabled = False. I passeggeri videro l’M-16 sparire dalla loro vista. L’uomo cercò di chiamare il metodo Fire(), ma l’arma non rispondeva più agli eventi.
Senza neppure spostarsi, Windows Vista si mise ai comandi dell’aereo.
Mancavano 85 metri all’impatto con una delle due torri del WTC.
Il velivolo si impennò verso l’alto, con una VSI pari a +4200 piedi/minuto. Schivò l’enorme torre e l’aereo continuò a prendere quota ed aumentando la velocità. Windows Vista si liberò dell’uomo: ne aveva i permessi, aveva il suo handle e non ebbe molti problemi a fare in modo che il Gargabe Collector lo spazzasse via. La IA non oppose alcuna resistenza. Dopotutto, la IA era sotto il suo controllo: almeno su questo si sentiva tranquillo. Impugnando il fresbee giallo, il ragazzo si incamminò verso la cabina di pilotaggio per fermare le ultime due minacce del sistema. Ma quando aprì la porta, in cabina non c’era più nessuno.
Evidentemente, dedusse l’OS, se l’erano data a gambe levate.
Windows Vista sorrise davvero, questa volta, pilotò l’aereo su un volo livellato e cominciò le procedure per l’atterraggio, comunicando all’ATC le sue intenzioni. Rimuginò un po’ su come avessero fatto a scappare gli ultimi due virus che si erano introdotti nel sistema. Teneva d’occhio i loro address di memoria da molto tempo, e pensava di poter tracciare i loro spostamenti. Evidentemente, dedusse Windows Vista, deve esistere una qualche tecnica della quale non sono a conoscenza: avviserò l’utente con un bel balloon sulla tray-bar: potrebbe essere importante.
Tutto è bene quello che finisce bene, concluse l’OS. Almeno per quella mattina dell’11 Settembre 2001, nella quale molti newyorkesi – perlomeno quelli simulati – alzarono gli occhi verso il cielo e tirarono un sospiro di sollievo. Tutto quello che videro era un bel cielo azzurro. Simulato anche quello, ma sempre un cielo azzurro era.
THE END