Se fossero idee ovvie, non varrebbe la pena scriverle…
Vorrei togliere tutti i limiti di velocità per le strade, perchè tanto non servono a nulla. Vorrei che esistesse un vino dal colore blu.
Ho sognato un workshop fatto in piena campagna, in mezzo agli alberi e con le farfalle che svolazzano attorno ai presenti. I PC – che funzionano a corrente – prendono energia direttamente dal sole. Le slides non servono, perchè chi spiega è così bravo che le sue parole creano immagini direttamente nel cervello di chi lo sta ascoltando.
Il mio blog è nato principalmente per esprimere le mie idee. Molto spesso la maggior parte di voi è d’accordo con me. Molto spesso invece no. Quando vengono bocciate, le mie idee molte volte sono catalogate come utopistiche, impossibili, assurde, fuori dal mondo, impraticabili. Volete sapere una cosa? Ho diritto alle mie idee, indipendentemente da quello pensate. Se fossero idee ovvie, non varrebbe la pena scriverle su un blog. Voglio lanciare alla gente, a voi che mi leggete, idee irraggiungibli e meravigliose, per fare in modo che magari un giorno, chissà dove e chissà quando, ne verrà realizzata soltanto una parte di essa. Non mi importa quanto strana possa sembrare: se io penso che un workshop funzionerebbe meglio in un certo modo, dentro di me sento il bisogno di dirlo a tutti voi. Il giorno in cui non mi verrà più istintivo parlarne, vorrà dire che sarò diventato un po’ più vecchio. Ma fino ad allora… E penso anche che tanti frasi che possono essere riassunte con “Igor, scendi dal pero” vengano dette per farmi pensare più terra-terra e a come gira oggi il mondo. No, ragazzi. Se io voglio rimanere sul mio pero, voglio rimanerci. Essere sul mio pero significa scrivere i miei racconti sui bytes, scrivere poesie in rima sul Muro di UGIdotNET, videoregistrare qualche OT del Venerdì, studiare WPF, leggere libri, scattare foto e condividerle con voi. No. Io sul mio pero ci voglio rimanere, perchè io ho diritto alla mia follia, al mio estro, alle mie idee strampalate. Altrimenti non sarei l’Igor Damiani che voi tutti conoscete.
Ho anche sognato un workshop fatto su Second Life. Chissà, magari, un giorno…
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