Technology Experience
My personal life

Ai cinesi, per favore, facciamo fare solo i microchip

Il titolo è volutamente assurdo e provocatorio. Ammesso. Non voglio dire che ogni popolo abbia determinate peculiarità tali per cui conviene far fare a loro determinati lavori che magari a noi non vengono bene. Forse è così nel grande, nel macro. Forse sono semplici credenze o tradizioni che sono arrivate a noi nel corso degli anni, per cui si dice che gli svizzeri fanno bene il cioccolato, in Germania ci sono i crauti, in Puglia il prosciutto cotto non è nemmeno lontanamente buono come il nostro, i francesi hanno il vino (quasi) buono come il nostro e così via. Forse sono luoghi comuni e niente di più. Volete sapere una cosa? Ci sono luoghi comuni a cui mi piace credere e luoghi comuni che invece combatto con tutto me stesso.

Fra questi ultimi, ce n’è uno in particolare. Per favore: siamo italiani, la nostra cucina è la prima nel mondo e non ammetto neppure un secondo di andare a mangiare in una pizzeria gestita da cinesi. Lo posso fare in pausa pranzo, ma non per una festa di compleanno di una mia amica. E questo non è un luogo comune, e adesso vi racconto il perchè.

Data : ieri, 10 Giugno 2007
Ora  : 20:15
Motivo: festa di compleanno a sorpresa della mia amica Stefania
Luogo: Pizzeria “Il Veliero”, Sant’Angelo Lodigiano (LO)

La pizzeria di cui si parla è un locale dentro il mio paese, ed è sempre stata gestita da gente del posto. Due mesi fa è passata in gestione a cinesi, o filippini, o giapponesi: per me son tutti uguali (nel senso buono, eh). Flavio, il ragazzo della Stefania di cui sopra, decide di organizzare una festa a sorpresa proprio al Veliero. Piccolo preambolo: dal momento che la pizzeria è interna al paese, la si può raggiungere in ogni modo: a piedi (grande Fabio!), in bici, in auto, in skate, in pattini, in motorino, in paracadute, etc, ed è di conseguenza la meta preferita di tutti quelli che non hanno patente. Un esempio per tutti: tredicenni che vogliono festeggiare la fine della scuola. Capita così che la prima cosa che penso quando Flavio mi dice: “Ue, domenica sera festeggiamo la Ste al Veliero per il suo compleanno” è “Porca <censura>, saremo circondati da un mucchio di 13/14enni che saranno lì apposta a fare baccano!

Ed in effetti così è. Previsione azzeccata. Ma alla fine, pazienza, siamo in Italia che è un posto civile, e quindi deve esserci posto sia per loro che per me. Ma la cosa davvero incredibile è andare a mangiare in una pizzeria gestita, come dicevo prima, da cinesi. Un po’ non capiscono cosa dici, un po’ non hanno minimamente idea di come si faccia da mangiare davvero. A fine serata, Flavio decide di far portare al tavolo una piccola torta-gelato per il compleanno: si alza, dà un’occhiata al frigorifero, ne sceglie una e lo dice alla tipa. Questa torna dopo un minuto con la torta ancora chiusa nella confezione di plastica all’ingrosso, come se volesse portarsela via per mangiarsela a casa! Flavio voleva fare una sorpresa a Stefania, e l’unica cosa che ha ottenuto è quella di mettersi le mani nei capelli! Ma non è finita qua. Chiarito l’equivoco, diciamo alla stessa tipa di portarcela aperta, perchè quello è un compleanno: torna dopo un minuto, torna con la torta aperta, in una confezione di plastica, senza piattini, senza cucchiaini. Sconsolata, Stefania si alza e sistema lei le cose: credo che sia andata direttamente in cucina per farsi dare tutto quello che serve per servire una torta come si deve. E meno male che era la festeggiata!

E quindi, direbbe qualcuno??? E quindi, per favore, ai cinesi facciamo fare i microchip? Sto esagerando? Sto facendo di tutte le erbe un fascio? Certo, e dico scusa in anticipo. Ma credo che fare di tutte le erbe un fascio serva a prendere decisioni e ad avere un certa posizione in materia: son convinto che se analizzassi il problema, per sua natura diventerebbe più complesso e quindi più difficilmente misurabile. Probabilmente troverei pizzaioli cinesi bravissimi e troverei ristoranti gestiti da cinesi la cui qualità è ottima. Le statistiche, i numeri, i grafici e le tabelle servono per certi versi a fare di tutte le erbe un fascio, ma sono il principale strumento che viene usato per prendere decisioni.

Ma il vero problema non è questo. Il problema è che secondo me noi italiani ci stiamo facendo distruggere dall’immigrazione. Voglio essere chiaro su questo: in passato ho lavorato con egiziani, tunisini, marocchini e camerunensi, sia quando lavoravo con mio padre come falegname, sia successivamente come programmatore e come libero professionista. Nulla da dire, e non scherzo. Dico che quando l’immigrazione arriva in Italia e ci toglie le nostre tradizioni è un peccato, di cui un giorno pagheremo le conseguenze. La nostra Italia – anche a causa della globalizzazione – rischia di uscirne snaturata, e questo avviene già oggi con il lento passare del tempo. Credo che ci siano mestieri che possono guadagnare dalla globalizzazione e dalla possibilità di avere manodopera che arriva dall’immigrazione, ma altri proprio no.

P.S. : so già che ogni parola di questo post verrà analizzata ai raggi X, al microscopio elettronico e verrò messo sotto accusa per chissà quali cose. Il mio messaggio, che ho scritto in fondo, credo sia chiaro: ci sono lavori che possiamo fare tutti, e ci sono lavori per i quali dobbiamo essere portati. Ci sono lavori legati alle tradizioni, alla nostra cultura, al nostro Paese. La stessa cosa – sia chiaro – vale anche per noi: se un italiano gestisse un ristorante cinese, non sarebbe ridicolo?

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Igor Damiani

La sua passione per l'informatica nasce nella prima metà degli anni '80, quando suo padre acquistò un Texas Instruments TI-99. Da allora ha continuato a seguire l'evoluzione sia hardware che software avvenuta nel corso degli anni. E' un utente, un videogiocatore ed uno sviluppatore software a tempo pieno. Igor ha lavorato e lavora anche oggi con le più moderne tecnologie Microsoft per lo sviluppo di applicazioni: .NET Framework, XAML, Universal Windows Platform, su diverse piattaforme, tra cui spiccano Windows 10 piattaforme mobile. Numerose sono le app che Igor ha creato e pubblicato sul marketplace sotto il nome VivendoByte, suo personale marchio di fabbrica. Adora mantenere i contatti attraverso Twitter e soprattutto attraverso gli eventi delle community .NET.

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