Ogni tanto la mia voglia di leggere mi fa prendere strane strade, lontane e vicine rispetto al lavoro che svolgo tutti i giorni. Questa volta è stato il turno di un libro interamente dedicato all’intelligenza artificiale (IA), scritto da un certo Ray Kurzweil, il cui titolo è “How to Create a Mind – The Secret of Human Thought Revealed”. Nato nel 1948, questo signore è un inventore ed un saggista, che ha da sempre lavorato su diverse tecnologie riguardanti IA, il riconoscimento della voce umana e la sua trasformazione in testo (e viceversa), etc. E’ anche uno scrittore, chiaramente, di testi che parlano di macchine intelligenti, dell’evoluzione umana, dello sviluppo tecnologico, della law of accelerating returns, ovvero di quella legge secondo la quale quando una certa tecnologia diventa informatica (ovvero: gestita attraverso strumenti informatici), subisce un’accelerazione esponenziale. Ha fondato diverse società, dagli anni 80 in poi.
Il libro “How to Create a Mind” è diversi libri in uno solo.
E’ un libro di neurologia, perchè all’inizio spiega (chiaramente fino ad un certo livello di dettaglio) come funziona il nostro cervello. Prima di iniziare a costruire una mente intelligente artificiale, dobbiamo riuscire a capire (almeno parzialmente) come funziona il nostro, di cervello. Come riconosce ed analizza tutti gli input che gli arrivano dal mondo circostante, come lo memorizza e soprattutto cosa memorizza? E spiega i metodi di scanning del nostro cervello attuali e futuri, che serviranno per backuppare il nostro cervello nell’equivalente digitale (metodi invasivi e non-invasivi).
E’ un libro di fisica, perchè sorvola su meccanica quantistica, sul principio di indeterminazione di Heisenberg, sulla relatività di Einstein, e via dicendo. In modo leggero, per fortuna, ma è stato tutto utile per spiegare certi concetti, per fare esempi, per fare metafore. Ho sempre amato molto la fisica, e queste parti del libro mi hanno fatto tornare ai vecchi tempi.
E’ un libro di informatica, perchè chiaramente spiega gli algoritmi utilizzati dal nostro cervello. Elenca i requisiti hardware & software per creare una IA, molti dei quali non sono ancora stati raggiunti, ma secondo Kurzweil lo saranno presto (2029, dice lui). Descrive quanti byte sono richiesti, qual’è la potenza di calcolo necessaria, lo storage, e via dicendo.
E’ un libro di filosofia, perchè è inevitabile arrivare a discutere concetti di coscienza, identità e quale sia la definizione di realtà. Quando un essere vivente può definirsi davvero cosciente? Quando una eventuale IA possiede una sua identità? Vi assicuro che è una parte del libro assolutamente interessante, anche se un po’ complicata da leggere, in inglese. Ma l’impegno che ci ho messo mi ha ripagato un po’.
E’ un libro di storia informatica, perchè ripercorre gli avanzamenti tecnologici dell’ultimo secolo, allo scopo di riuscire a capire e prevedere quando le tecnologie necessarie per creare IA saranno disponibili.
E’ (quasi) un libro sul marketing, perchè da buon inventore che vende prodotti sul mercato Kurzweil si è reso conto (da circa 30 anni, dice lui) che una delle cose più importanti è riuscire ad arrivare con la cosa giusta al momento giusto. Kurzweil lavora chiaramente su progetti all’avanguardia e/o futuristici, che saranno disponibile alla massa solo fra N anni. Morale: comincia oggi (2013) a lavorare su cose che magari arriveranno a noi solo nel 2018, supponiamo. Nel 2018 il mondo sarà molto diverso, per cui è importante riuscire a capire oggi di cosa ci sarà bisogno. E non è così semplice.
E’ un libro pieno di risposte, ma che personalmente mi ha scatenato tante altre domande. Domande che – lo dico con franchezza – se scrivessi qui, mi prendereste per pazzo. Uno da internare. Non mi capireste. Prima leggete il libro, e poi ne parliamo assieme. Fidatevi di me, una volta tanto.
E’ un libro che risponde in modo pacato alle objections e ai criticism ricevuti da diverse personalità, una su tutte Paul Allen, co-fondatore di Microsoft.
Concludo.
Per come la vedo io, non è assolutamente un libro per tutti. Sia chiaro: lungi da me affermare che bisogna essere dotati di un’intelligenza particolarmente spiccata, o chissà cosa: non sarei qua a parlarne. Dico solamente che bisogna essere particolarmente attratti da questo tipo di argomenti, di intelligenza artificiale, di tutte le problematiche che ruotano attorno. Mi ha anche sinceramente spaventato, ed ancora una volta preferisco in questo momento saltarne i motivi.
E’ un libro che mi ha smentito su parecchie cose che avevo in testa sulla IA, che mi ha incuriosito, mi ha esaltato e spaventato. Cosa si può volere di più? E’ un libro che mi sento di consigliarvi, se siete un po’ geek, un po’ curiosi, un po’ affascinati da IA, e se avete voglia di sbattere la testa con un po’ di inglese. Molto probabilmente ritornerò a leggerlo, nei prossimi mesi, perchè non si può assolutamente pensare di riuscire a capirlo tutto alla prima lettura (almeno, questo vale per me).