Ci sono sere nelle quali
Ci sono sere nelle quali hai mille pensieri per la testa, ma non riesci a focalizzarne nessuno. E quindi ti ritrovi a battere velocemente i tasti sulla tastiera del tuo desktop, così, tanto per passare il tempo. Perchè ho sempre creduto che i post migliori siano quelli nati di getto, con mille pensieri per la testa.
Sto leggendo questo libro, La stella Nera di New York. Adoro i libri scritti dalle donne, soprattutto questo (che comunque devo ancora terminare), perchè sono più ricchi di ironia, di storia. Mai ho trovato un giallo scritto da un uomo mi ha fatto nascere un sorriso perchè c’è una battuta ironica, oppure una particolare disavventura, una situazione particolare.
Una volta, quando lavoravo a Milano, per assurdo avevo più tempo per leggere. Quando devi affrontare ogni giorno un viaggio di A/R sulla metropolitana, verde o gialla che sia, devi trovare il modo di occupare il tempo. Ho trovato il tempo di leggere i primi cinque libri di Harry Potter, più qualcuno di Stephen King, più tanti altri ancora. Non avevo ancora un Kindle, andava ancora il cartaceo, per cui nello zaino avevo qualche peso in più. Ma era bello. E dopo un po’ il tuo corpo si abitua alle accelerazioni ed al rollìo del treno della metropolitana, addirittura senza mani, perchè a volte i libri erano corpulenti e bisognava tenerli con due mani. Oggi sarebbe diverso. Ed oggi, seppur lavori da casa per la stragrande maggior parte del tempo, ho meno tempo di leggere. Perchè alla fine, finito il lavoro, si rimane davanti al pc a portare avanti progetti personali, idee, cazzeggiando qua e là.
Quando trovo il tempo di leggere? La sera, a letto, prima di addormentarmi. A volte la domenica mattina. Uno, due capitoli per volta. Sono lontane le sessioni di lettura di ore ed ore che facevo una volta, quando forse i libri mi prendevano di più. Ma mi va bene così, sinceramente. Il fatto che non io non legga più come una volta non significa affatto che abbia meno tempo libero.
Ci sono sere nelle quali l’unico modo che ho per tenermi compagnia è battere tasti. Mi chiedo, per esempio, se riuscirò mai nella “grande” impresa – che ogni tanto mi frulla nella testa, spesso – di scrivere un racconto serio, magari di 50-60 pagine. Perchè di idee non ne ho tante. Ma quelle che ho mi piacciono, e penso che possano portare da qualche parte. Qualche parte dove? Non parlo di soldi e chissà quale successo: parlo di soddisfazione personale, per gridare a me stesso “ce l’ho fatta”. Nulla di più di questo. Forse la causa principale per cui non riesco è il non essere in grado di switchare da una mentalità tecnica (data dal mio lavoro) ad una mentalità invece più adatta a scrivere un romanzo breve. Senza considerare che quando stai al pc per tutta la giornata, non è proprio il massimo entrare nell’ottica di dover continuare per scrivere, scrivere, scrivere. E quindi ogni volta cedo.
Ci sono sere nelle quali ascolto musica, oltre allo scrivere, come stasera. E’ cambiato anche il mondo della musica, porca miseria. Adesso pago una subscription mensile, e posso ascoltare/scaricare tutta la musica che voglio. E qui i generi spaziano: si va dal rock al jazz, alla musica leggera italiana a qualche altro successo così…estemporaneo…la tipica canzone che ha successo in quel momento.
Ci sono sere nelle quali, finalmente, il tempo è passato. Ed è giunta l’ora di cliccare su Pubblica, per inviare questo nuovo post al mondo.
Grazie, blog, per avermi tenuto compagnia.
Grazie, lettori, per essere con me!