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Videogiocatori in Italia: quanti, chi e perchè

Ho trovato questo articolo in Rete un po’ vecchiotto (25 Settembre 2006) che dà una panoramica sul mondo dei videogiocatori in Italia, fornendo numeri e statistiche basandosi su un campione di 2.240 individui. Riporto qui qualche numero:

  1. i videogiocatori in Italia sono 24 milioni
  2. il 61% di questi è uomo, il restante 39% è donna
  3. l’età media dei videogiocatori è di 28 anni

Il campione è un po’ piccolo, credo, per prendere come oro colato tutti questi dati, però qualche ragionamento su lo faccio lo stesso. Se qualcuno trova da qualche altra parte qualcosa di più attendibile, me lo faccia sapere.

La prima cosa a cui ho pensato è che – credo – l’età media pian piano si alza sempre di più. Una volta giocavano soprattutto i giovani e gli adolescenti, mentre oggi non è più così. Una volta chi voleva un videogioco non aveva uno stipendio (la classica paghetta, insomma), mentre oggi sì. Credo fermamente che i videogiochi oggi siano molto, molto più maturi rispetto ad una decina di anni fa. Spesso richiamano molto il cinema, hanno trame e sceneggiature di un certo spessore, alla loro realizzazione collaborano personaggi che arrivano direttamente dal cinema, e in diversi ruoli. La qualità grafica fa sì che i videogiochi assomiglino sempre più a veri e propri film, con colonna sonora scritta ad-hoc, dialoghi doppiati da attori professionisti. Il termine “videogioco” va davvero stretto.

Tutto questo non può che richiamare un gran numero di persone che magari non si sarebbero mai sognate di mettersi davanti al PC per vincere un gran premio, risolvere un’avventura grafica e chi ne ha più ne metta. Insomma…penso proprio che videogiocare oggi abbia un significato completamente diverso rispetto ad una volta.

Maggiori dettagli sono contenuti alla fonte. Buona lettura.

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.NET World

Fixed: Visual Studio Recent Items Eraser

Qualche giorno fa Alessandro Melchiori mi ha segnalato un bug nel tool Visual Studio Recent Items Eraser.

Prima dell’uscita di Visual Studio 2008, questo tool cancellava dal registro di Windows l’elenco dei progetti ed i files recenti. Ho dovuto (voluto?) aggiornare il tool quando è uscito VS2008, che chiaramente va a scrivere in punti diversi del registry.

Alessandro mi ha detto che l’ultima release del tool non funzionava bene con VS2008. Effettivamente, ha ragione. La release che era online fino a questa sera cancellava chiavi sbagliate all’interno del registry: non spaventatevi, le chiavi erano inesistenti, quindi dal punto di vista pratico non accadeva proprio nulla.

string[] registry_path_vs2008 = new string[] { @"SoftwareMicrosoftVisualStudio19.0FileMRUList", @"SoftwareMicrosoftVisualStudio19.0ProjectMRUList", };

Se date un’occhiata all’array di stringhe qui sopra, noterete il mio stupido errore di battitura. La versione corretta di Visual Studio è 9.0, e non 19.0. Mannaggia a me! Qualche minuto fa mi sono accorto che avevo già corretto da molto tempo questo bug, ma me lo ero tenuto in locale, senza uploadarlo sul mio sito Sharepoint. Da oggi potete tranquillamente scaricare il tool Visual Studio Recent Items Eraser ed essere sicuri che faccia quello che deve fare.

Grazie Alessandro, senza di te non me ne sarei mai accorto!

Link : VisualStudioRecentItemsEraser.zip

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.NET World

Unit Test sulle applicazioni WPF

Le applicazioni WPF sono normalissime applicazioni che, se ben progettate, possono essere unittestate come si fa con tutte le altre applicazioni. E’ sufficiente mantenere una buona separazione tra oggetti business, strato di logica ed interfaccia grafica, e scrivere test adeguati automatizzati per misurare con efficacia la qualità della nostra applicazione. Non che la cosa sia semplice, è ovvio, altrimenti…cosa siamo qui a fare??

Se vi può interessare l’argomento, ecco un bell’articolo dal titolo Using MVC to Unit Test WPF Applications.
Il titolo non lascia spazio a dubbi. 14 pagine stampate. Buona lettura!

Link : http://www.codeproject.com/KB/WPF/MVCtoUnitTestinWPF.aspx

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My personal life

Informazione di servizio: se cercate un negozio Swatch…

All’ultimo concerto di Ligabue, di cui ho parlato qua, ho distrutto il cinturino del mio orologio Swatch.

In condizioni normali, fino a qualche anno fa, sarei andato al centro commerciale a Pieve Fissiraga (LO), a 5km da casa mia, dove lavorava una mia amica che me l’avrebbe messo a posto aggratis. Quel negozio, interno al centro, adesso non esiste più: lei mi dice che vendeva poco, e quindi…è andata così.

Il secondo negozio Swatch che conosco era al centro commerciale Fiordaliso, a Rozzano (MI). Anche quel negozio oggi non esiste più.

Mi sono rivolto ad un orologiaio del mio paese, che sistema orologi Swatch, e che vuole 28 euro per cambiare l’intero cinturino, quando a me basterebbe solamente una maglia per chiuderlo. Ora…non voglio far la figura del tirchione o quello con le braccia corte, ma 28 euro per un cinturino non li spendo neanche morto.

Sul sito Swatch c’è un bell’elenco dei negozi Swatch in centro a Milano. Ecco l’elenco:

  1. Corso Vercelli, 3 (troppo fuori mano)
  2. Via della Spiga (troppo caro?)
  3. Corso Vittorio Emanuele II, 15 (uhm, l’ideale)
  4. Via Montenapoleone, 12 (troppo caro, parte seconda?)
  5. Corso Buenos Aires, 64 (interessante, ma troppo lontano)

Vediamo un po’ cosa mi dicono…altrimenti, smetterò di metter su lo Swatch!!!

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.NET World

La ComboBox è il controllo più intuitivo!

Per introdurvi bene a questo post è necessario una piccola introduzione.

Da Aprile 2007 ad oggi ho lavorato ad un progetto che prevede, fra le altre cose, lo sviluppo di un’applicazione per PPC2003/WM5. Tale applicazione viene attualmente utilizzata da persone assolutamente non esperte nel settore, operai che utilizzano il palmare per raccogliere tutta una serie di informazioni durante il lavoro vero e proprio, e per configurare un dispositivo elettronico che tutti voi avete installato nelle vostre case e nei vostri uffici, e senza il quale non ricevereste la fornitura dell’energia elettrica.

Non scendo in ulteriori dettagli.

Sta di fatto che mi sono ritrovato venerdì mattina (lo scorso venerdì) alle ore 8:00 del mattino in zona Piazzale Lotto, a Milano, per dare supporto a tre squadre di tecnici che quella mattina avrebbero dovuto lavorare con il palmare ed il nostro software. C’ero io, un mio collega ed il nostro capo-progetto.

Gli operai conoscono bene il loro lavoro, cioè hanno a che fare con trapani, cacciaviti, pinze, tester, cercafase, cavi di ogni tipo, tasselli, etc. etc. Quando si tratta di aver a che fare con il palmare, cominciano i guai: ma qui arriviamo noi. L’applicazione in realtà è molto semplice: per ogni ordine da evadere, vengono richieste una decina di domande, una sorta di workflow dove – se tutto va bene – si arriva alla programmazione del contatore elettronico di nuova generazione. Alcune domande sono semplici (un banale SI/NO), altre più complesse ed articolate (scelta da una ComboBox, per esempio).

Non so cosa possano dire gli esperti di usabilità, ma io racconto la mia esperienza.
La ComboBox è di gran lunga il controllo più intuitivo! Vi dico il perchè!

Di fronte a semplici form con due pulsanti Button uno per il SI, l’altro per il NO, l’operaio si perdeva, come “se non vedesse fisicamente” cosa bisognava cliccare per proseguire l’ordine.

Di fronte ad una form con due ComboBox per scegliere due valori diversi, l’operaio ha cliccato senza pensarci due volte la freccina della Combo, aprendola, e ha selezionato correttamente due elementi.

Ci ho ragionato su un pochino. Una cosa su cui riflettevo con mio fratello è che probabilmente le domande SI/NO sono state poste male, e quindi l’operaio fa fatica a capire cosa cliccare per rispondere in modo corretto. Da notare che se si risponde NO, il workflow si interrompe fallendo l’ordine, quindi l’operaio ha un po’ “paura” di cliccare. Viceversa invece, la form con le due ComboBox chiedeva in modo estremamente semplice due valori – uno il materiale di un cavo, l’altro la sezione – molto pertinenti il loro campo di conoscenza; una domanda, quindi, che “capiscono meglio” ed alla quale sanno rispondere meglio.

Sta di fatto, però, che alla fin fine l’operaio che seguivo si trovava molto più fuorviato dai Button che dalle ComboBox: chi l’avrebbe mai detto?

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My personal life

"K.I.T.T. vieni subito qua!"

Non ci sono solo i Lego che mi ricordano la mia infanzia.

C’è anche Supercar, Micheal Knight e la mitica K.I.T.T. Ieri mattina mi sono svegliato di buon’ora, e mi sono messo di buona lena a cercare informazioni sui monitor LCD, per poter scegliere meglio e per capire determinate caratteristiche che fino a ieri mi erano del tutto sconosciute (il contrasto dinamico, per esempio). Googlando, finisco in un thread del forum di hwupgrade.it, dove si parla di monitor Samsung, e vedo un tizio che si è messo come avatar una GIF animata che conosco benissimo…

Sono rimasto basito! Troppo bella! Non ho resistito alla tentazione. Ho cliccato col destro e me la sono salvata in locale sul mio PC. Impagabile! K.I.T.T., insegui subito quell’auto!!! Modalità PURSUIT!!!

Ok, basta, la smetto!

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50 anni di Lego: bellissimo!

Oggi un bel post di Alberto mi ha fatto tornare indietro nel tempo, perchè ci ha ricordato che oggi i Lego fanno esattamente 50 anni. Sono assolutamente d’accordo con lui: i Lego sono di gran lunga il gioco più bello che ho avuto nella mia infanzia e pre-adolescenza. Sono d’accordo con lui anche sul fatto che spesso ho la tentazione di “buttare via” una decina di euro per prendermi qualche confezione che mi capita di vedere sugli scaffali dei negozi. Anche Google celebra questo anniversario con il suo logo, che rimarrà on-line solo oggi.

Che dire, bellissimo!

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My personal life

Scusate, dovevo scriverla!

Domani sarò per buona parte della giornata offline.
Devo incontrarmi con il mio capo progetto ed il mio collega Vincenzo alle ore 8:00 in piazzale Lotto, a Milano.
Cavolo, non potevamo beccarci a piazzale Nove, così dormivo un po’ di più?

Oddio, come mi escono certe freddure!!!!
Oggi pomeriggio, quando l’ho detta, due miei colleghi si sono sentiti male!

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My daily work

Davvero il nostro lavoro è ripetitivo?

Ho letto un post che mi ha lasciato perplesso, e su cui non sono d’accordo. Dire “Ho preso questa iniziativa!” solo per combattere la noia la trovo una cosa davvero triste. Io personalmente spero di non dire mai una cosa del genere. Siccome conosco Andrea, gli dico scusa se probabilmente ho frainteso la sua frase, so per certo che magari ci beccheremo sul Messenger e chiacchereremo con più calma, se vorrà! (update: in realtà, lo abbiamo già fatto!).

Comunque, le vie del Signore sono infinite, magari anche a me capiterà in un futuro più o meno lontano di essere davvero attivo – al di là di quello che faccio sul mio blog – ma giuro solennemente, adesso, qui, con tutti voi, che potrà esserci qualsiasi motivazione, tranne il combattere la noia. E’ come se io vi dicessi: “Sapete…ho fatto questo perchè non avevo nient’altro da fare.“.

Da che mondo e mondo, tutte le mie giornate lavorative sono tutt’altro che noiose, e faccio questo lavoro da più di una decina d’anni. Non capisco dove stia la ripetitività in un lavoro dove ogni anno escono continuamente IDE, framework, strumenti, sistemi operativi, sempre nuovi, sempre diversi e con i quali bisogna tutte le volte fare i conti.

Probabilmente voi siete tutti bravi, ma nei software che sviluppo io insieme a tutti i miei colleghi – ogni giorno – c’è sempre qualcosa da sistemare, anche mentre il software stesso è in produzione. C’è l’utente x che ha avuto un problema, c’è un nuovo processo da implementare, c’è il tal baco che – mannaggia la miseria – non avevamo mai trovato, c’è questo e c’è quell’altro. Non so, sinceramente…lo ripeto, di ripetitivo non c’è proprio nulla, ma magari ho io una visione distorta e troppo ottimistica. Vi dirò…se mai un giorno abbandonerò questo lavoro, probabilmente lo farò per il motivo diametralmente opposto: cioè, il troppo sbattimento nel stare dietro a tutto. Dubito che nel 2020 programmeremo ancora in .NET (magari sì): chi di voi avrà voglia di ricominciare a studiare da zero alzi la mano!

Volete sapere una cosa? Credo che non siamo mai contenti: se ci sono troppe novità, ci lamentiamo perchè dobbiamo investire tempo e denaro per stare al passo coi tempi. Se ci sono poche novità, ci lamentiamo perchè è troppo ripetitivo. Sciocchezze.

Allora, non so voi, ma se io chiudo gli occhi e penso ai miei dieci anni di lavoro, mi accorgo di aver fatto parecchie cose. Ho programmato ASP, ho sviluppato e consegnato software ad agenzie di spettacolo o di modelle, ho fatto corsi, ho consegnato PC, ho visto le sale-macchine di Cartasì qua in sede centrale a Milano, ho visto la nascita di Internet, ho aperto un blog (non esisteva nemmeno la parola ‘blog’ quando ho cominciato), ho visto l’Inter vincere lo scudetto sul campo (ooppss, scusa Andrea!), sto sviluppando con linguaggi e framework concepiti solo qualche anno fa. E questo trend non sta affatto rallentando, anzi!!!

Alla faccia della ripetitività! Provate a fare i falegnami, oppure gli operatori ecologici, oppure i salumieri, oppure il postino, oppure le cassiere: poi vediamo cos’è davvero ripetitivo e noioso!!!

Scusate lo sfogo.

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My daily work

A volte ci penso…e se studiassi ancora per le certificazioni?

Credo che una delle cose che mi hanno fatto più conoscere all’epoca del blog su UGIdotNET fosse la mia (lunga) serie di post relativi all’esame 70-316, sul framework 1.1. In quel periodo (era il 2005) mi occupavo principalmente di programmare con SQL Server 2000/2005: query più o meno complesse, stored-procedure per l’analisi di dati, report, mini-applicazioni in VBA, etc. etc. Di programmazione vera, pura, quella relativa allo sviluppo di applicazioni di un certo livello, ne vedevo poca. Ed in quest’ottica riuscivo bene a splittare la mia giornata, tra SQL e .NET, per cui studiare C# per la certificazione era quasi un piacere, un modo per staccare la spina con una parte di informatica per attaccarla da un’altra parte.

Oggi le cose sono ben diverse. Lo sviluppo, il test e la scrittura di codice mi prendono buona parte della giornata, e l’idea di impiegare il poco tempo sui mezzi pubblici, oppure la sera, per studiare per qualche esame non è delle più allettanti. Lo so, ci vorrebbe un po’ più di forza di volontà, ma non è così semplice. Me ne accorgo anche perchè bloggo molto meno materiale sulla programmazione in sè. Per me bloggare sarà sempre un modo per spezzare il ritmo lavorativo: se programmassi C# e bloggassi di C#, probabilmente dopo un po’ impazzirei. Ma sto divagando.

La sera preferisco svagarmi, sia che si tratti di una bella partita a Call Of Duty 4, oppure una bella guida con la mia Enzo Ferrari in Test Drive Unlimited. Spesso, dopo una sana partita che mi aiuta a sfogare un po’ di tensione repressa, mi ritrovo a leggere qualcosa su Sharepoint, oppure su WCF, tecnologia che pian piano mi appassiona. Per cui…mi dico…non è che mi manca la voglia di fare o di studiare, è proprio che non ho voglia di mettermi lì specificatamente per un esame di certificazione.

Forse se i ritmi con cui escono nuove tecnologie, nuovi framework, o nuove release dei framework fossero diversi e un po’ più rallentati, non sentirei l’esigenza di studiare sempre cose nuove (che sono sempre più interessanti, tra l’altro), ma avrei più l’istinto a focalizzarmi sugli strumenti attuali, con una bella certificazione che potrebbe servirmi a “vendermi” meglio come professionista.

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