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My personal life

I miei amici, le mie scorribande, i luoghi da visitare, un po’ di ironia

My personal life

Questo blog chiude, e voglio ritentare la strada del tassista

Che mi piaccia guidare non lo nascondo a nessuno, e di fare il tassista non è un’idea dell’ultimo momento: ne avevo parlato molto tempo fa sul mio vecchio blog.

Non c’è un motivo particolare che mi ha fatto prendere questa decisione. Troppi amici che se ne vanno dal loro attuale posto di lavoro, la figuraccia di questa mattina durante la demo con il cliente, lo stress, i viaggi da e verso Milano ogni giorno dopo un po’ pesano. Sono uno a cui piace mettere radici, e l’idea di essere sballotato come una marionetta non mi è mai piaciuta. Come dice Lorenzo, sono uno che prende le decisioni d’impulso, senza pensarci troppo. E sono anche convinto del fatto che queste decisioni prese a caldo siano le migliori e le più efficaci. E voglio essere coerente con me stesso.

La coerenza di prima ha un prezzo alto: così come il mio amico byte ha voluto lasciare i suoi due amici in questo racconto, così io devo e voglio chiudere questo blog e lasciare tutti voi. Voglio ringraziarvi per i commenti simpatici, quelli polemici e per tutto quello che mi avete insegnato. Se sommassi il numero totale di post scritti, sia su UGI che qua su VivendoByte, e se contassi anche i commenti ricevuti, i numeri sarebbero alti. Numeri di cui vado sinceramente fiero, perchè la costanza e la tenacia con cui ho bloggato ogni giorno mi ha permesso di conoscere tutti voi cari lettori, ai quali devo molto.

Quattro anni fa il numero di licenze per tassisti erano in sovrannumero, oggi non lo so. Io ci ritento, e se anche oggi non dovessi farcela, probabilmente prenderò la mia Astra e diventerò un autista privato. Penso che alla lunga avrò maggiori soddisfazioni del lavoro che faccio adesso, può anche essere che alla fin fine riuscitò a guadagnare di più.

Grazie, amici ed amiche che mi avete seguito. Le trasmissioni finiscono qua. Buona fortuna a tutti quelli che vogliono continuare per questa strada! Vi voglio bene!

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Pensavo che i LEGO non servissero più

Qualche settimana fa mio fratello ha comprato su ebay.it un modellino di aeroplano. Modellino mica tanto, perchè l’apertura alare è di un metro ed il peso è poco inferiore al mezzo chilo. Per decollare richiede 15 metri di spazio. Così dicono, perchè mio fratello prima di farlo staccare da terra vuole essere padrone della situazione.

L’aeroplano, che vedete nelle fotografie qui sopra ha due ruote davanti – un semplice carrello – ma nessuna ruota sulla coda. Questo comportava diversi problemi: ci vuole un po’ più di spinta per farlo partire da fermo, sull’asfalto basta il più piccolo dei sassolini per farlo sobbalzare, etc. etc.

Abbiamo quindi pensato di mettere una rotellina di qualche tipo, così da rendere un po’ più stabile l’aeroplano durante il rullaggio ed il decollo (quando ci sarà!).

Quale miglior soluzione di una ruota dei LEGO che giaceva dimenticata da lungo tempo?

La foto ad alta qualità è visibile qui (scattata con la funzionalità Macro).

La prossima volta che vi viene la tentazione di buttare via qualcosa di vecchio o che pensate non userete mai più, pensateci due volte!!!

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"Scramers – Urla dallo spazio": e il racconto?

Ieri sera, in seconda serata, mi pare su Rete 4, hanno messo in onda Screamers – Urla dallo Spazio. E’ un film di fantascienza tratto da un racconto di Philip K. Dick, il cui protagonista principale è Peter Weller, famoso per aver interpretato Robocop. In passato ho letto qualche romanzo di questo scrittore, ma non ricordavo un racconto simile al film di ieri, per cui mi ha incuriosito. Sono anche stato attento durante i titoli di testa, per vedere se venisse citato il titolo. Io non l’ho visto: o sono stato poco attento oppure non l’hanno detto.

Con qualche googlata ho risolto l’arcano. Se qualcuno di voi è interessato, il racconto da cui è stato tratto il film è Modello Due, il cui titolo originale è Second Variety. Lo si trova nel volume Rapporto di minoranza e altri racconti, che contiene alcuni racconti da cui sono nati molti film di fantascienza più o meno moderni (Atto di Forza, Matrix, etc.).

Lo voglio!

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Non sapete per chi votare?

Andate sul sito http://www.voisietequi.it, rispondete a 25 domande esprimendo per ciascuna di esse se siete d’accordo o meno e saprete a quale partito siete politicamente più vicini e più lontani.

Io ci ho provato: ho risposto alle domande nel modo più onesto e curato possibile. Ho dato un’occhiata al grafico risultante e la prima cosa che salta all’occhio è che sono equidistante da tutte le forze politiche! Ma il portale alla fin fine un risultato ben preciso me lo dà, ma non lo dico per par-condicio e per non scatenare polemiche.

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Mi raccomando…se volete risparmiare, tenetelo chiuso!

Mi è capitato di leggere sulla Repubblica già qualche tempo fa uno studio che dovrebbe aiutare noi poveri cittadini a risparmiare un po’ di soldi, e aiutare nel contempo il clima. Secondo questo studio, dovremmo tenere chiuso il frigorifero per risparmiare energia e soldi. Cavolo, mi chiedo quanto tempo ci abbiano messo per arrivare a queste fantomatiche conclusioni!

Quindi, cari lettori, mi raccomando: se pensate che la vostra bolletta della luce è troppo cara, provate a non aprire mai lo sportello del frigorifero, nemmeno quando dovete riempirlo o svuotarlo, magari potete risparmiare qualcosina!

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We choose to go to the moon

Il titolo del post che ho scelto è una famosa frase di John Fitzgerald Kennedy nel discorso del 12 Settembre 1962, quando annunciò in un discorso tenuto al Rice Stadium dell’omonima università l’impegno degli USA per arrivare sulla Luna e per contrapporsi ai russi, che in quel periodo erano tecnologicamente avanti.

Sapete qual’è la cosa più affascinante di questo discorso? Ve lo dico subito. La cosa affascinante è che Kennedy annunciò al mondo intero che avrebbe fatto arrivare un uomo sulla Luna con un’astronave di qualche tipo e l’avrebbe fatto tornare a casa sano e salvo prima di sapere se fosse realmente possibile. E’ come se oggi qualcuno…un politico…uno scienziato…un teorico di qualche scienza dicesse…nel giro di 10 anni riusciremo a viaggiare nel tempo, oppure inventeremo il teletrasporto oppure…non so…una cosa talmente assurda che al solo sentirla ci verrebbe da sorridere.

Io oggi vorrei un politico come Kennedy, che mi dicesse che vorrebbe inventare un automobile che con un litro di carburante sia in grado di fare 10.000 chilometri. Vi fa sorridere? Eppure c’è qualcuno che poco meno di 50 anni ha parlato di un veicolo capace di raggiungere i 25.000 km/h, capace di farlo per 360.000 chilometri all’andata ed altrettanti al ritorno, per cui… Nel suo caso, c’è voluto uno sforzo non indifferente, orgoglio nazionale, milioni di dollari, tutta la società coinvolta chi più chi meno nel progetto. Ah già…scusate…sono nato il 28 Febbraio, sono dei Pesci…dicono tutti che i Pesci sono sognatori. Come dice un certo Lennon, “You may say I’m a dreamer, but I’m not the only one.

Per chi fosse anche solo un pochino curioso, YouTube viene in aiuto.

John F. Kennedy Moon Speech – Rice Stadium – Part 1 of 2 (9min18sec)
John F. Kennedy Moon Speech – Rice Stadium – Part 2 of 2 (8min28sec)

Infine, c’è anche il transcript di tutto il discorso.

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[Convalescenza] Giornata 18 (ultima)

Qua a Lodi c’è il sole, quello tipico invernale del nord Italia, che illumina ma non scalda. Una leggera brezza fresca muove le tende delle finestre di camera mia. Da venerdì scorso mi sento “quasi” una persona normale: posso sedermi tranquillamente, posso guidare la mia auto, posso finalmente farmi una doccia come tutte le persone normali – appunto.

Oggi pomeriggio mi prendo le ultime ore di libertà: vado al Mediaworld per ritirare i regali che ho accumulato sulla mia tessera punti, qualche spesuccia con mia madre che non ha la patente e che quindi ogni tanto ha bisogno di essere scarozzata in giro. Alle 16 vado all’asilo a prendere la mia cuginetta Sara.

E domani si ricomincia a lavorare. Sono stato a casa per ben due settimane, ma mi sembra di essere lontano dai miei colleghi e dal mio lavoro da mooolto più tempo, forse perchè mi sono trovato molte cose da fare, da leggere e da studiare, esattamente come era nei miei piani fin dal principio. D’altronde, fisicamente stavo bene, ho un PC funzionante e con Internet a disposizione non è che ci si può annoiare più di tanto. Mi sono riposato e mi sono rilassato, e ci voleva, perchè ultimamente ho vissuto giornate lavorative davvero intense per tutta una serie di motivi, e quindi staccare la spina è servito a qualcosa.

Adesso è ora di ricominciare a tempo pieno…ci sono un bel po’ di cose che mi stanno aspettando: i miei palmari, nuovo (e tanto) codice da scrivere, nuove specifiche da seguire. So già che il mio capo progetto mi sta aspettando…per cui…non posso che dire…ragazzi, ci vediamo domani!!!

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[Convalescenza] Giornata 5

Ho quasi finito di annoiarvi, perchè la mia serie Dalla Terra alla Luna oggi è terminata con gli ultimi due episodi. Domani mi guardo l’ultimo DVD che contiene i soliti ed immancabili contenuti speciali in lingua inglese.

  • Il club delle prime mogli
    Parla del difficile rapporto tra le mogli degli astronauti USA, i loro mariti e la NASA stessa. Difficile perchè i mariti rimangono lontani da casa per lunghe settimane. Difficile perchè devono intervenire nelle grandi serate organizzate dalla NASA, conoscendo senatori ed i presidenti USA. Devono mandare avanti la casa, gestire i figli, accumulare lo stress. La moglie di Edward White – una delle vittime di Apollo 1 – non sopporterà il peso e alla fine si suiciderà. Molte delle altre divorzieranno.
  • Le voyage dans la Lune
    Il titolo dell’ultimo episodio è il titolo del primo film che racconta il viaggio dalla Terra alla Luna, realizzato da un francese mi pare intorno al 1930. L’ultimo episodio è dedicato ad Apollo 17, l’ultimo viaggio che porterà uomini sulla Luna. Puntata grandiosa, davvero, per una serie di motivi che non sto qui a dirvi. Bellissimo il discorso di Kennedy alla fine. Bellissimi i titoli di coda, che elencano in ordine alfabetico tutti gli astronauti del programma spaziale.

Adesso mi vado a leggere un articolo di MSDN Magazine che mi è arrivato ieri. Per adesso l’ho solo sfogliato per vederne i contenuti: mi interessa quello su VSTO 3.0 e quello sulla creazione di instant messaging con il .NET Compact Framework 3.5.

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[Convalescenza] Giornata 4

Anche oggi non mi sono fatto mancare due episodi della serie Dalla Terra alla Luna.

  • Per miglia e miglia
    La controversa storia di Alan B. Shepard, primo astronauta USA. Il suo volo avvenne il 5 Maggio 1961. Dopo essere tornato da questo brevissimo volo, Shepard cominciò a soffrire di un disturbo ad un orecchio, che gli causava capogiri e nausea. La NASA lo estromesse dalla rotazione degli equipaggi, fino a quando Shepard non venne operato risolvendo del tutto il suo problema. Shepard arrivò sulla Luna con Apollo 14, raggiungendo l’altopiano di Fra Mauro, meta che era stata fissata per Apollo 13 (che come sappiamo fallì).
  • Galileo aveva ragione
    La storia di Apollo 15, i cui astronauti subìrono un addestramento particolare. La NASA coinvolse un importante professore di geologia, che insegnò al futuro equipaggio a selezionare i campioni di roccia da portare sulla Terra, a descrivere in modo scientifico l’ambiente, osservando le stratificazioni delle rocce, i pendii, le montagne e così via. Il titolo si riferisce al fatto che prima di partire uno degli astronauti lascia cadere nello stesso momento un martello ed una piuma: i due oggi arrivano contemporaneamente a terra, dimostrando che…Galileo aveva ragione.

La serie sta volgendo al termine: mancano gli ultimi due episodi e poi c’è un DVD pieno di contenuti speciali (che presumibilmente saranno in lingua inglese).

Qualche minuto fa ho terminato Doom 3, sconfiggendo il demone finale ed usando il Cubo delle Anime per chiudere il portale interdimensionale. Rispondo al mio collega Mauro, che ieri mi ha chiesto perchè non lasciavo lì dov’era il marine: beh, caro Mauro, esiste un codice d’onore che dice che nessuno dove rimanere indietro, nessun ferito, nessuno deve essere abbandonato sul campo di battaglia, per cui… Avevo già terminato il gioco credo un paio d’anni fa, ma ho voluto riprenderlo in mano perchè è davvero un’esperienza unica, per l’ambientazione, la trama banale ma sempre efficace, il gameplay semplice, le creature demoniache assolutamente spaventose, gli effetti sonori che – ve lo assicuro – fanno totalmente rabbrividire. Potrei spendere mille parole per cercare di spiegarvi, ma non ce la farei: se trovate un’edizione economica di Doom 3, prendetelo e fateci una giocata.

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