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[ByteAdventure] Un cellulare da 50.000 euro [4/4]

Prologo
Alla fine il sistema si spense senza alcun preavviso. Forse la batteria ad un certo punto non ce la fece più ad irrorare di energia tutte le celle di memoria del sistema. Era come se un demone fosse penetrato all’interno del cellulare, e fosse riuscito pian piano ad occupare i punti chiave dell’impianto hardware, i palazzi del potere senza i quali qualsiasi sistema cessa di funzionare.

Si sentì morire come mai gli era successo prima. Era certamente capitato altre volte che la batteria si esaurisse, ma l’OS aveva sempre gestito correttamente la questione, provocando lo shutdown controllato. Ma questa volta fu diverso. L’infrastruttura WMI indicava da troppo tempo che troppe cose non funzionavano più.

Il byte si sentì stretto nella morsa. Aveva una sola flebile via d’uscita.
Poi tutto divenne nero, silenzioso ed immobile.

Parte 1
Tania e Mr.Chipset percorsero i quattro piani tutto d’un fiato, fino a quando raggiunsero il piano terra. I due uscirono all’aperto. La giovane ragazza dovette abituarsi alla luce del mattino presto. Frugarono con lo sguardo, per capire dove fossero finiti Red Mond ed il cellulare di Roland. Ma non videro né l’uno, né l’altro.

“Non cercare il tuo amico, se ne è andato. L’ho visto io quando ero sul balcone del tuo appartamento.” – fece Mr.Chipset a Tania.
”Chip, non era mio amico.” – La ragazza guardò verso l’alto – “Abito al quarto piano, sono quasi quindici metri di caduta in verticale. Come è possibile che un uomo possa sopravvivere cadendo da un’altezza del genere? No, non è possibile, ti stai sbagliando.”
”C’era un camion furgonato che lo aspettava di sotto. E sono pronto a scommettere che era pieno di materassi per attutire la caduta.”
”Un camion?”
”Sì, un camion, un furgone, o qualcosa del genere.”
A Tania vennero in mente le parole di Red Mond che le diceva “Sono arrivati, mia cara.”. Ecco a chi si stava riferendo. Era accaduto qualche minuto prima nella sua cucina, ma già il ricordo le risultava un po’ annebbiato.
”Hai preso il numero di targa, vero?”
”Per chi mi hai preso? Certo che sì.” – rispose lui con un sorriso beffardo – “Ma chi era il tuo amico?”
”Non era mio amico. Era Red Mond.”
”Red Mond? Quello della Overclocking Research? E cosa cavolo ci faceva nel tuo appartamento?”
Lei non rispose.
Tania provò una rabbia che pian piano le cresceva dentro. Nelle ultime ventiquattro ore era rimasta succube degli eventi: il caso del Killer Man, l’esplosione, la morte di Roland, poi Red Mond che si intrufola nella sua vita, tenta di ucciderla e le rivela il segreto del cellulare. Troppe cose in troppo poco tempo. Tutti quegli eventi si erano mischiati nella sua testa, e la ragazza si sentì frustrata: non aveva fatto nulla per prendere le redini del gioco. Aveva semplicemente partecipato come una comparsa, e non come protagonista. Le cose dovevano cambiare: non era il suo modo di agire e giurò che non lo sarebbe più stato. Lo doveva almeno a Roland.

Si girò verso Mr.Chipset. Gli occhi – notò lui – le luccicavano.
Tania lo prese per il bavero della camicia hawaiana con un po’ di cattiveria, tanto che lui ne rimase spaventato.
”Chip.” – prese fiato.
”Dimmi.”
”Red Mond è implicato nella morte di Roland, dobbiamo prenderlo.”
”Ok, tutto quello che vuoi tu. E con il dipartimento che facciamo?”
”Non mi importa, lo gestiremo. Dobbiamo scoprire dove è andato, partiremo dal numero di targa del furgone. Poi vedremo cosa fare. Sei con me?”
”Certo che sono con te!”
”Ok, allora andiamo. Prendiamo la tua Maserati.”
A Mr.Chipset piaceva la determinazione della sua amica Tania. Aprì l’auto con il telecomando a radiofrequenza, salì al posto di guida con lei al suo fianco. Inserì la chiave nel cruscotto e la girò. Il motore partì rombando, poi si attestò sui 2.000 giri al minuto.
”Andiamo a casa mia, scopriremo tutto su quel furgone.” – propose Mr.Chipset.
Lei fu d’accordo.
Non arrivarono troppo lontano. Mentre l’automobile accelerava sempre più, Tania diede un’occhiata allo specchietto retrovisore dal suo lato. Dove prima era parcheggiata la Maserati c’era un oggetto nero, sembrava di plastica. Tania pensò che non poteva essere così fortunata, ma valeva la pena di controllare.

Parte 3
”Fermati, Chip, ho dimenticato una cosa.”
Il ragazzo inchiodò accostando sulla destra, proprio davanti ad un’edicola che stava aprendo i battenti. Il proprietario stava aprendo degli scatoloni di cartone.

Tania aprì lo sportello dell’auto sportiva, corse fuori verso il suo appartamento. Saranno stati 100 metri, questa volta corse davvero quanto Usain Bolt. Ma un po’ più lentamente. Arrivata sul posto raccolse l’oggetto nero. Non credeva ai suoi occhi: era davvero il cellulare di Roland. Evidentemente Red Mond l’aveva perso quando era atterrato sul furgone; era finito sotto la macchina di Chip, lui non aveva avuto il tempo di cercarlo e di recuperarlo e se ne era andato lasciandolo lì. Se non avesse guardato dallo specchietto, sarebbe rimasto lì chissà quanto e chissà chi l’avrebbe raccolto.

Tornò indietro da Chip, che nel frattempo era sceso e stava acquistando un quotidiano in edicola, aspettandola pazientemente.

“Andiamo!” – fece lei – “Mi devi aiutare a rimetterlo in sesto!” facendogli vedere il cellulare.
Lui diede un’occhiata: era completamente sfasciato. “Inutilizzabile” – pensò, ma non lo disse ad alta voce per non farla arrabbiare – “Vedrò quello che posso fare.”

Ma il primo passo lo fece lei. Prese il suo cellulare, che teneva nella tasca dei jeans, e ne estrasse la SIM. Fece altrettanto con quello di Roland. Inserì nel suo cellulare la SIM di Roland, poi lo accese premendo il pulsante di accensione. Mr.Chipset gli aveva spiegato una volta che i cellulari moderni, o almeno i Nokia, avevano un sistema operativo complesso, che richiedeva un certo tempo per partire. Attese pazientemente.

Quando il telefono fu acceso, Tania frugò nei messaggi, poi nel registro delle chiamate, alla ricerca di un maledetto indizio che potesse aiutarla a rintracciare Red Mond. Non sapeva esattamente cosa, ma ci tentò ugualmente. Poi, senza che lei facesse nulla, si aprì l’applicazione Blocco Note. Qualcuno, o qualcosa, cominciò a digitare sulla tastiera. In pochi secondi sul display comparve una scritta…

Ciao Tania, sono io.
So dove è andato l’uomo che cerchi.
7189, QuadCore Road.

Tania rimase di stucco. Chi diavolo aveva scritto quella roba? Poi pensò a quello che gli aveva detto Red Mond: il settore hi-tech della Overclocking Research, le ricerche avanzate nel ramo delle nanotecnologie, celle di memoria senzienti, byte auto-sufficienti. Tutto le sembrava surreale, sembrava che fosse finita in un racconto di fantascienza.

“Non andiamo più a casa tua.” – dichiarò alla fine, mentre Chip continuava a guidare.
”Ah sì? E dove invece?”
”7189 di QuadCore Road.”
”Non è la sede della Overlocking Research. Dove mi vuoi portare?”
”Non chiederlo a me. Chiedilo a lui.” – rispose lei, girando il cellulare in modo tale che anche Chip potesse leggere il messaggio comparso sul display.
”E vorresti dar retta ad un cellulare?”
”Ho le mie buone ragioni.”
”Ok, il capo sei tu!”
L’orologio sul cruscotto indicava sei minuti dopo le ore sei. Tania aveva una gran fame. Mr.Chipset non usava mai il navigatore GPS della Maserati, conosceva la città come le sue tasche. Girò improvvisamente ad un incrocio, imboccando un’enorme strada a due corsie per senso di marcia.
Presto sarebbero stati in tangenziale. A Tania per la prima volta comparve un sorriso.

Epilogo
La ragazza l’aveva salvato. Salvandosi sulla SIM del cellulare, il byte aveva approfittato dell’ultima via di uscita che gli era rimasta. Adesso si trovava in un nuovo hardware completamente funzionante, con tutte le porte di I/O disponibili, con la memoria pronta e reattiva.

Si sentiva quasi onnipotente.
Per sfogarsi non trovò altro modo che visualizzare un nuovo messaggio sul display.

Brava ragazza.
Sarò sempre qui con te.

Poi accese la videocamera. Quello che inquadrò era un volto femminile.

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Igor Damiani

La sua passione per l'informatica nasce nella prima metà degli anni '80, quando suo padre acquistò un Texas Instruments TI-99. Da allora ha continuato a seguire l'evoluzione sia hardware che software avvenuta nel corso degli anni. E' un utente, un videogiocatore ed uno sviluppatore software a tempo pieno. Igor ha lavorato e lavora anche oggi con le più moderne tecnologie Microsoft per lo sviluppo di applicazioni: .NET Framework, XAML, Universal Windows Platform, su diverse piattaforme, tra cui spiccano Windows 10 piattaforme mobile. Numerose sono le app che Igor ha creato e pubblicato sul marketplace sotto il nome VivendoByte, suo personale marchio di fabbrica. Adora mantenere i contatti attraverso Twitter e soprattutto attraverso gli eventi delle community .NET.

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