Technology Experience
My daily work

[Consulente, cronache] Energie svuotate

Ho passato gli ultimi tre giorni della settimana scorsa a Rovereto (TN), in missione speciale per conto della società per la quale lavoro. Tre giorni passati con altri tre miei ‘colleghi’ a presentare e a dimostrare l’affidabilità (?) del sistema che abbiamo prodotto, io e tanti altri. Mi sono divertito: sono state giornate pesanti e stressanti, ma anche molto soddisfacenti per il cliente. E di riflesso per me.

Voglio fare un discorso lungo da fare, cercherò di essere breve, ma dubito di riuscirci come vorrei. Ci proviamo (*).

Mio padre, quando non era ancora in pensione come oggi, lavorava come falegname in proprio. Era in società con uno dei miei zii. Avevamo un grosso laboratorio, costruivamo cucine/salotti/camere da letto/mansarde/armadi e facevamo traslochi dappertutto. Per alcuni anni ho lavorato con loro, sia da ragazzino (durante le ferie estive al termine della scuola), sia un po’ più da grandicello, prima che trovassi lavoro. Ho sempre avuto l’impressione che mio padre e mio zio avessero due stili di lavoro diversi: il primo stava soprattutto in sede, il secondo era quello che se ne andava in giro a consegnare direttamente dal cliente.

Credo di aver ereditato da mio padre questo approccio: preferisco un lavoro con un posto dove sentirmi a casa e a mio agio. Preferisco esser parte di quella specie di ‘routine’ che mi fa svegliare ogni mattina con il cervello spento, sapendo che dovrò andare in un posto amichevole. Ho bisogno di quella tranquillità mentale che poi inevitabilmente mi fa lavorare anche meglio e mi fa essere più affidabile verso tutti coloro che lavorano con me. Il che per me è essenziale.

Viceversa, se ogni settimana mi dovessi svegliare per andare in un posto diverso, probabilmente dopo un po’ impazzirei e mollerei il colpo. Sono un ragazzo frenetico, che si preoccupa molto e che prende molto a cuore il proprio lavoro, e non credo di essere in grado di gestire da vicino più di un progetto contemporaneamente. E, parlando seriamente, sento che potrebbe andarci di mezzo anche la mia salute, perchè mi sento appiccicato addosso stati d’ansia che non vivevo da un po’.

Credo che tutti questi discorsi non vadano molto d’accordo con il mio stato di consulente esterno. Ma così è, e non credo di poterci fare molto. Quando sono tornato dalle ferie, mi sentivo pieno di energie; energie che volevo investire in diverse attività, volevo allargare i miei orizzonti e fare esperienze in altri rami dell’informatica. Ma oggi tutte queste energie sono andate a farsi benedire.

Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate voi, che tipo di ‘consulenti’ siete.

Siete di quelli che se ne vanno sempre in giro, che ogni giorno hanno a che fare con clienti diversi, oppure siete il classico tipo che si affeziona ad un progetto, che non potrebbe fare a meno dei soliti colleghi? Imparete a memoria i tempi di percorrenza del tratto autostradale ValTidone-Lorenteggio oppure Lodi-Melegnano, oppure bazzicate tra aeroporti/filobus/taxi?

(*) : ‘Non esiste provare. Esiste solo fare.” (cit.)

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Igor Damiani

La sua passione per l'informatica nasce nella prima metà degli anni '80, quando suo padre acquistò un Texas Instruments TI-99. Da allora ha continuato a seguire l'evoluzione sia hardware che software avvenuta nel corso degli anni. E' un utente, un videogiocatore ed uno sviluppatore software a tempo pieno. Igor ha lavorato e lavora anche oggi con le più moderne tecnologie Microsoft per lo sviluppo di applicazioni: .NET Framework, XAML, Universal Windows Platform, su diverse piattaforme, tra cui spiccano Windows 10 piattaforme mobile. Numerose sono le app che Igor ha creato e pubblicato sul marketplace sotto il nome VivendoByte, suo personale marchio di fabbrica. Adora mantenere i contatti attraverso Twitter e soprattutto attraverso gli eventi delle community .NET.

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