Un libro-diario: 6 mesi per Medici senza Frontiere
Mi è capitato sotto Natale di andare alla Hoepli per acquistare alcuni libri da regalare. La Hoepli si trova in una zona molto centrale di Milano, a due passi dal Duomo, per cui le strade sono frequentate anche da venditori ambulanti di ogni tipo. Quel giorno mi sono fermato a chiaccherare con un nero della Costa d’Avorio che vendeva libri sull’Africa: preso dallo spirito natalizio, ne comprai due per non mi ricordo che cifra.
Uno dei due è scritto da Marco Nacoti, medico di 34 anni di Bergamo, che ha lavorato per 6 mesi nell’associazione Medici senza Frontiere. E’ stato a Man nel 2004, nella Costa d’Avorio. Il libro è di 130 pagine circa, ed è un diario veramente angosciante da leggere, perchè racconta (quasi) giorno per giorno il dramma di lottare contro ogni forma di malattia senza le adeguate cure e senza avere strutture sanitarie di un certo livello. Bambini, uomini e donne con ogni forma di malattia, dalla tubercolosi all’AIDS, con gravi malformazioni, malaria, difficoltà respiratorie. Persone che non potendo ovviamente spostarsi in automobile o con altri mezzi, percorrono decine di chilometri a piedi per raggiungere l’ospedale di Man per farsi curare. E spesso le cure sono insufficienti, per cui il tasso di mortalità è altissimo. Turni estenuanti al pronto soccorso, di giorno e di notte senza soste.
So che magari possono sembrare patetico, però vi posso assicurare che leggere questi drammi fa rivalutare un sacco di cose, scombussola un po’ le priorità. Magari qualche volta ci si alza la mattina non avendo voglia di lavorare, oppure preoccupati da qualcosa, dal lavoro, e spesso ci si dimentica che c’è in giro per il mondo un sacco di gente (ed è un eufemismo) che non riesce a mangiare, e se lo fa lo fa una volta ogni tanto. C’è gente che muore e che non sa come evitarlo. Che tristezza, davvero, non riuscire a fare niente.