Sì, sono sicuramente una persona fatta a ‘T’
Molto interessante questo post di Lorenzo. Andate a leggerlo e poi leggete il mio.
Credo fondamentalmente in questo:
- una volta ero una persona ‘I’, ma rispetto ad oggi lavoravo sul Web. Parlo del periodo 1995-1999: HTML, ASP-classic, CSS e tutta robaccia del genere.
- nello stesso periodo sviluppavo anche applicazioni desktop per Windows, e questo rappresenta la barra orizzontale della ‘T’. Questa barra era molto piccola all’inizio, ma pian piano si è allargata fino ad essere la parte predominante del mio lavoro.
- negli ultimi anni (dal 2002 ad oggi) la parte Web è praticamente collassata su se stessa: ho ottenuto una ‘T’ molto bassa e molto larga. Ruotando di 90° gradi la ‘T’ descritta, si ottiene un’altra ‘I’. Specializzazione quasi estrema di sviluppo di applicazioni desktop per Windows.
Ed oggi?
Già da qualche mese il trend sta nuovamente cambiando. Quando si lavora è inevitabile che ci si ritrovi a lavorare con diverse tecnologie, che occorre conoscere almeno al minimo livello per potercisi interfacciare. Ad esempio, negli ultimi mesi ho letto ed usato più di una volta almeno una di queste tecnologie:
- applicazioni WPF (che adoro!)
- servizi WCF (in diverse occasioni)
- Sharepoint (solo da utente “evoluto”, diciamo)
- ASP.Net (una volta sola)
- JSP
Alla fine, essere talebani non paga per niente, soprattutto se si è un libero professionista che deve saper utilizzare la tecnologia migliore in base allo scenario in cui ci si trova. Non consigliare ad un cliente di realizzare un’applicazione ASP.Net solo perchè a me non piace è assolutamente folle ed irresponsabile, piuttosto si dice: “Questa cosa andrebbe realizzata così, ma…non chiedere di farlo a me perchè non sono skillato abbastanza!!“. Quindi secondo me è importante essere specializzati: avere uno scenario preferito ci distingue, ci mette in risalto e ci sentiamo forti. Dobbiamo saperci valutare e capire dove ci sentiamo più preparati e skillati, non solo nei colloqui di lavoro, ma in generale, anche solo parlando con gli altri. Ma fino ad un certo punto: dobbiamo essere flessibili, perchè al giorno d’oggi non esiste applicazione che non vada sul Web o – più in generale – che non si interfacci con un sistema più grande.
Dobbiamo modellare quella ‘T’, allungandola/stringendola/deformandola a seconda dei momenti, di quello che ci dice la nostra testa, il mercato, il trend. E forse un po’ anche il nostro cuore, perchè non sempre è tutto comandato dal nostro portafoglio.
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