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L’importanza dei tempi morti

Partiamo da un semplice presupposto: noi umani non siamo macchine pensate per produrre solo ed esclusivamente profitto, e non siamo stati progettati per avere una availability lavorativa del 99,99%. Per vivere bene, a lungo ed in salute abbiamo bisogno dei nostri tempi morti, che vengono scioccamente chiamati così ma che invece non lo sono affatto, almeno per quanto mi riguarda. La notte, durante il sonno, noi non facciamo nulla di cosciente, ma il nostro cervello lavora comunque ed ha bisogno di farlo, e si occupa di attività che non potrebbe svolgere durante il giorno. Il sogno è una fra queste, ad esempio. E, credetemi, sognare serve.

Per questa ragione, mi preoccupa un po’ sentire parlare amici e colleghi di come diminuire i tempi morti nelle proprie giornate, allo scopo di ritagliare tempo per il lavoro. Oggi si sta cavalcando moltissimo l’idea della macchina che guida da sola, e tantissimi (giustamente?) non vedono l’ora che diventi realtà. “Sai quanto tempo potremmo guadagnare ogni giorno?”, “Sai quanto tempo passo in coda per andare al lavoro?”. Certo, ovviamente, ovvio che in queste circostanze l’auto a guida autonoma potrebbe tornare utile. Ma mi dà terribilmente fastidio vedere come ci siano persone disposte a tutto pur di guadagnare tempo. Fidatevi: il tempo non basta mai, se riempiamo troppo le nostre giornate. Sarebbe una continua rincorsa. Non per niente a volte si afferma di aver bisogno di giornate da 48 ore. In futuro qualcuno potrebbe proporre di non dormire così tanto, o che mangiare come facciamo oggi è del tutto inutile (potremmo ingoiare una pillola in 15 secondi con tutte le sostanze che abbiamo bisogno), etc. etc. Passare del tempo bloccati in auto è ovvio che è una perdita di tempo, ma sarebbe una perdita di tempo anche un serata in pessima compagnia o un pranzo indigesto; la soluzione ad un pranzo indigesto non è evitare di mangiare, ma è mangiare meglio. La soluzione ad un viaggio in auto andato storto non è evitare di guidare facendolo fare ad una macchina o ad un software, ma è guidare in condizioni migliori (partire in un altro momento). Dobbiamo distinguere tra attività noiose e monotone, per le quali i software sono portati, ed attività che ad oggi sembrano perlopiù dei contrattempi ma che possiamo migliorare.

I “tempi morti” dal mio punto di vista sono importanti. Quante volte vi è capitato di avere un’idea mentre facevate tutt’altro? Magari proprio alla guida o mentre siete in bagno a farvi la barba? I “tempi morti” sono intervalli di tempo durante i quali non fate razionalmente una determinata attività, ma il vostro cervello – fidatevi – sta lavorando eccome. E dietro le quinte sta proprio lavorando a quel problema di AngularJS o WPF che vi affligge. Penso che per vivere e lavorare bene una persona debba assolutamente godere di tempi morti, passati davanti ad un videogioco, alla lettura di un libro, alla guida di un’auto durante una gita fuori porta, in coda alla cassa, in attesa alle Poste o all’ospedale. Come dicevo all’inizio, non siamo individui pensati per produrre e basta, ma dobbiamo soprattutto vivere. Ed i tempi morti sono parte della vita. Personalmente, per lavorare bene ed in modo efficace ho bisogno dei miei tempi di svago, e non riesco a switchare da un’attività all’altra a costo zero, come fa in modo continuo un PC. Prima di passare da un corso all’altro, per esempio, ho bisogno di tempo per fare altro, per staccare la spina un attimo, perchè non è per nulla semplice gestire classi di X persone parlando di tecnologia e di sviluppo del software.

Ritengo che il consumismo sfrenato ci stia un po’ facendo perdere parecchio di vista la bussola della nostra vita. Siccome abbiamo sempre più da fare, sempre più da leggere e da scrivere e da criticare, sempre più da correre e sempre più in fretta, siamo costantemente alla ricerca di blocchi di secondi e minuti da ritagliare qua e là. No, così non va. O perlomeno non è il modo in cui mi piace vivere.

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Igor Damiani

La sua passione per l'informatica nasce nella prima metà degli anni '80, quando suo padre acquistò un Texas Instruments TI-99. Da allora ha continuato a seguire l'evoluzione sia hardware che software avvenuta nel corso degli anni. E' un utente, un videogiocatore ed uno sviluppatore software a tempo pieno. Igor ha lavorato e lavora anche oggi con le più moderne tecnologie Microsoft per lo sviluppo di applicazioni: .NET Framework, XAML, Universal Windows Platform, su diverse piattaforme, tra cui spiccano Windows 10 piattaforme mobile. Numerose sono le app che Igor ha creato e pubblicato sul marketplace sotto il nome VivendoByte, suo personale marchio di fabbrica. Adora mantenere i contatti attraverso Twitter e soprattutto attraverso gli eventi delle community .NET.

Un pensiero su “L’importanza dei tempi morti

  • Marco Avenatti

    Buongiorno Igor.
    Concordo pienamente sulla necessità di tempi morti, sulla loro utilità e sulla definizione dell’essere umano, come tale, e non come automa in produzione. Occorre, però, discernere però tra individui, necessità personali e paesi nel mondo.
    Tra individui la differenza può essere molta: c’è chi si dedica anima e corpo al proprio lavoro, cercando di produrre di più o realizzarsi… Chi occupa i tempi morti a lavoro perché, altrimenti, si annoia (me, per esempio)…. Chi, ai tempi morti, da un certo valore e chi, in quei moment,i é più morto dei tempi stessi.
    Poi ci sono le necessità: se hai bambini, almeno fino ad una certa età, quei tempi morti sono ossigeno da respirare (soprattutto dormire), mentre se si ė single, a casa con i genitori, i tempi morti sono straordinariamente dilatati rispetto a chi, come sopra, deve pulire, cucinare, accudire, sistemare (lavorare dopo il lavoro).
    E infine la differenza tra paesi nel mondo e relative culture: nel nord Europa, si inizia a dare un peso concreto alla libertà individuale da te citata, perché persone felici producono meglio e si ammalano meno. Peccato che siano (quasi) isole felici…. Guardando al nostro orticello, gerontocratico e in larga parte obsoleto, i tempi morti sono visti, ancora, come “un premio per pochi eletti”, ai quali la gente comune non deve accedere… (Esempio: io non posso accedere da casa alla intranet aziendale e per sostituire il badge devo usare ore personali, lavorate come straordinario o mezza giornata di ferie… Ossia tempo che ho tolto ad altro, sonno, hobby, passioni,ecc.. per un “problema” stupidissimo)
    PS: ho usato un tempo morto per scriverti
    Ciao e buona giornata

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