"Prose is dead. PowerPoint has won." – spero di no!
Ho letto con estremo interesse i vari post che commentavano il libro di Charles Petzold su WPF. Mi ha colpito molto il suo post intitolato “The Future of Writing”, dal quale ho tratto il titolo di questo post. La faccenda mi ha interessato, perchè io stesso sto finendo di leggere il libro di Petzold (30 pagine alla fine) e non ne sono rimasto particolarmente impressionato, come ho detto qualche tempo fa. Tutto è partito da una discussione su CodingHorror che mi sono letto, leggendo critiche, impressioni e commenti inseriti nel post; non ho seguito gli ultimi sviluppi perchè non ho molto tempo.
Partendo dal presupposto che ognuno può preferire l’uno o l’altro libro, una cosa è sicura. Indipendentemente da quello che può pensare Petzold, la prosa non è morta e PowerPoint non ha vinto un bel nulla. Tutto dipende da che tipo di libro si sta scrivendo e dal tema che si desidera trattare. Un libro su WPF, con molto XML/XAML/C#, e soprattutto con esempi così lunghi (a volte anche 3-4 facciate) dovrebbe evidenziare meglio il codice colorandolo e commentandolo adeguatamente. Questo non significa far vincere i colori a dispetto del contenuto o della forma, significa semplicemente far entrare le cose un po’ meglio nella testa di chi legge. Questo non sono io a dirlo, ma lo dice chiunque programmi in modo serio: rendere il codice leggibile è un tema fondamentale. Petzold questo deve saperlo molto bene. Poi, sia chiaro, penso che il fatto che non ci siano colori nel testo non dipenda direttamente da lui, ma non dovrebbe comunque offendersi se gli viene mossa questa critica, ecco. Mi rifiuto di credere che PowerPoint abbia vinto sulla prosa e sulla forma scritta più pura. Credo che sia importante aiutare la lettura con immagini, diagrammi e grafici (viene detto anche in uno dei numerosi commenti: “Professional technical writers use a combination of active-voice writing and visual layout to facilitate the efficient identification and transfer of information“), quando è il caso, soprattutto quando è una cosa che il lettore fa comunque, dovendosi immaginare nella testa il visual tree di un certo blocco XAML. Se Petzold mi riporta 50 linee di XAML, e io mi devo immaginare cosa ottengo, posso sbagliare: perchè farmi fare uno sforzo mentale per ottenere magari un risultato non corretto?
E’ stato fatto un confronto tra il libro di Petzold e Code Complete di Steve McConnell. Quest’ultimo è un libro che ben si presta ad essere scritto in prosa, perchè il codice ha scarsa rilevanza ed in molte pagine è molto più discorsivo che tecnico. Ritengo che il confronto non possa sussistere, sono troppo diversi ed hanno scopi davvero troppo diversi. Altro discorso se lo si paragona con Chris Sells, che invece è molto più conciso e soprattutto affrontano argomenti simili, nel senso che entrambi sono libri dedicati ad una particolare tecnologia. Tra i due modi di scrivere, forse la spunta Petzold, perchè scende molto, molto, molto più in profondità nelle cose, e questa non è una cosa da sottovalutare. Se correggesse i problemi che non solo io ho segnalato, allora Petzold diventerebbe davvero il top.
Petzold ha anche scritto un altro post un po’ più lungo e dove esplica altri concetti. Se Petzold crede davvero che la prosa sia stata sconfitta, forse dovrebbe leggere qualcuno dei miei racconti sui bytes o divertirsi a scriverne uno. 🙂