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IV del Venerdì

[IV] del Venerdì (3)

L’artista lasciò che la sua voce scivolasse via verso il silenzio. Teneva gli occhi chiusi. La sua prima canzone era terminata. Non si aspettava una qualche reazione dalla platea, perchè da cantante navigato qual’era sapeva benissimo che a teatro si applaude solo alla fine dello show. Sapeva che ci sarebbe stato solo silenzio. Nessuno avrebbe fatto volare una mosca. Ed infatti così avvenne, fino…uno starnuto in prima fila. Il cantante si sorprese per quell’atto così casuale ma tutto sommato maleducato. Aprì gli occhi dirigendo lo sguardo verso il punto in cui aveva udito il suono…

Ho sempre pensato che sia importante che le leggi che ci governano debbano sancire una parità tra uomo e donna. Sarebbe folle pensare il contrario. E’ giusto dire che le donne devono avere le stesse opportunità lavorative degli uomini. E’ assolutamente giusto dichiarare che le donne abbiano la possibilità di entrare in politica, esattamente allo stesso livello degli uomini. Cioè, la parità deve essere sancita nelle intenzioni, nelle possibilità che vengono date, senza discriminazioni o soprusi, allo stesso livello, senza distinzione sessuale.

Quello che sta accadendo però mi fa storcere il naso. Si cerca di raggiungere la parità quasi obbligandola per avere lo stesso numero di uomini e di donne. Per esempio…favorire le donne imprenditrici facendo pagare loro meno tasse. Non lo trovo corretto, davvero. E tutto questo per permettere un 50-50 di “presenza” tra uomini e donne. Anche in politica è così: quando ci si candida come sindaci in un paese, per esempio, si è obbligati a presentare un certo numero di donne. Ma perchè devo essere obbligato? E’ giusto che una donna possa partecipare, questo sì, ma essere obbligati no. Che colpa ho io se le donne non si sentono attratte dalla politica?

A questo punto, mi chiedo questo. Probabilmente, tutti i punti vendita di Calzedonia sono gestiti da donne e di uomini non se ne vedono. Noi siamo una minoranza: questo significa che devo avere accesso a determinate agevolazioni se volessi aprire un punto vendita di Calzedonia? O, chessò, per i fioristi. Per me no. E se una donna volesse aprire un’officina per gommisti…avrebbe diritto ad uno sconto? Questo discorso ha sfiorato anche UGIdotNET. Se ci sono poche donne che vogliono fare le programmatrici, perchè devo incentivare la loro presenza ad un workshop? Ripeto: deve essere data la possibilità di partecipare (e questo ovviamente c’è), ma non accrescere il loro numero solo per fare in modo che ci siano 5.000 programmatori uomini e 5.000 programmatori donne. Non credete?

E’ giusto che uomini e donne abbiano le stesse possibilità/diritti/doveri, prendino per esempio lo stesso stipendio a parità di competenza/lavoro (cosa che oggi non accade – e questo è un miserabile errore), ma non a tutti i costi. Questo vale per loro e vale per noi. Noi uomini sicuramente siamo minoritari in tante mansioni, in tanti ambiti lavorativi, ma nessuno si sogna di far pagare meno tasse ad Igor Damiani, se quest’ultimo decidesse un giorno di aprire un’attività dove le donne la fanno da padrone. Altro piccolo esempio: ai miei tempi, nei licei c’era una stragrande maggioranza femminile. Negli ITIS – guarda caso la mia scuola – esattamente il contrario. Nessuno si sogna di livellare la partecipazione dei due sessi. Le ragazze devono poter iscriversi all’ITIS, e i ragazzi devono poter iscriversi ad un liceo (e beati loro!).

Questa sarebbe vera parità sessuale.

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Igor Damiani

La sua passione per l'informatica nasce nella prima metà degli anni '80, quando suo padre acquistò un Texas Instruments TI-99. Da allora ha continuato a seguire l'evoluzione sia hardware che software avvenuta nel corso degli anni. E' un utente, un videogiocatore ed uno sviluppatore software a tempo pieno. Igor ha lavorato e lavora anche oggi con le più moderne tecnologie Microsoft per lo sviluppo di applicazioni: .NET Framework, XAML, Universal Windows Platform, su diverse piattaforme, tra cui spiccano Windows 10 piattaforme mobile. Numerose sono le app che Igor ha creato e pubblicato sul marketplace sotto il nome VivendoByte, suo personale marchio di fabbrica. Adora mantenere i contatti attraverso Twitter e soprattutto attraverso gli eventi delle community .NET.

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