Scioperto ATM e rampe contromano (azione alla Ocean’s Eleven)
Ieri dalle 18 alle 22 c’era il classico sciopero ATM di Milano, azienda (per chi non lo sapesse) che gestisce metropolitana, tram, filobus e quant’altro. Insomma, l’infrastruttura dei trasporti intracittadina. Niente di male: basta uscire 20 minuti prima dall’ufficio giusto per non viaggiare come sardine e raggiungere il parcheggio di Famagosta dove lasciamo la macchina. Arrivo io: sono da solo. Aspetto 5 minuti ed arriva Fabio, un mio amico col quale viaggio. Aspettiamo ancora un po’ ed arriva anche mio fratello. Ok, possiamo raggiungere il 3° piano, prendere la macchina e tornare a casa.
La scena che ci si presenta davanti agli occhi al 3° piano è quella che appare nella foto qui sotto:
In pratica, un fila devastante di automobili per uscire dal parcheggio. Di solito ci mettiamo 2 minuti ad uscire, basta scendere dalle rampe, infilare l’abbonamento e finita lì. Ieri probabilmente il tempo di attesa sfiorava l’oretta scarsa.
Mio fratello Omar fa due passi a piedi per ragionare sul da farsi, mentre io ho tutta la voglia di bloggare (incavolato) direttamente da lì. Omar torna e sicuro di sè, dice: “Oh ragazzi, facciamo così: scendo dalle rampe di salita, tanto non entra nessuno, ci vuole un attimo. E poi, siamo al 3° piano, perciò basta che uno di noi va a piedi al piano di sotto e ci avvisa se la rampa è libera oppure no.” Io non sono mica tanto convinto, qualcosa può andare storto. Ma di fronte alla scelta di buttare via il tempo, decido di avvallare il piano alla Ocean’s Eleven.
Realizzazione: Omar alla guida (l’auto era la sua), io di fianco con il cellulare in mano, Fabio che percorre le rampe a piedi comunicando luce verde, proseguire o luce rossa, annullare. Fa davvero uno strano effetto andare contromano su quelle rampe, perchè ti aspetti davvero che ti ritrovi un’auto che sale da un momento all’altro!
Alla fine l’operazione è durata meno di un minuto. Come è giusto che sia: un sacco di preparazione iniziale ed uno svolgimento rapido ed efficace. Quando siamo sbucati fuori ci hanno guardato tutti chiedendosi da dove arrivassimo. Siamo usciti tranquillamente, ma io ho comunque trovato il tempo di inveire contro il tipo dell’ATM ed il loro maledetto sciopero.