[IV] del Venerdì (5)
Mentre la sua mano toccava il metallo della pistola, l’Artista tornò con la mente alla sua gioventù. Ricordava perfettamente il giorno in cui per la prima volta sparò. Sua madre era fuori chissà dove: la vedeva raramente. Suo padre era fuori per lavoro, faceva il tassista in quella sporca metropoli dalla quale poi fuggirono. L’Artista – che allora era un fanciullo – entrò in camera dei suoi genitori. Sul letto matrimoniale, sfondato da un lato, vide una calibro 9. Si avvicinò, la impugnò con la mano sinistra e si girò verso il lampadario. Era pesante. Fece finta di prendere la mira, così come aveva visto fare in alcuni film polizieschi e premette il grilletto. L’esplosione della polvere da sparo fece tremare la stanza, mentre il rinculo lo catapultò per terra. Il fanciullo lasciò cadere la pistola, e scappò via. Fece appena in tempo a vedere il lampadario che si staccava dal soffitto per precipitare con uno schianto sul pavimento, in mille pezzi.
Per una serie di vicissitudini, questo è l’anno in cui il mio fresbee è stato più a riposo. Ed è un peccato, perchè al mio ultimo compleanno un amico mi ha regalato un fresbee pro da 240 grammi. Qui sul mio blog non ne ho mai parlato, ma da moltissimi anni mi piace giocare a fresbee. Diciamo, ecco, da quando ho circa 10 anni, più o meno. Non fraintendetemi, non è che ho partecipato a tornei, campionati o qualcosa del genere, però quasi ogni estate ci si ritrova fra amici e qualche lancio lo si fa. Credo di cavarmela anche. Il mio punto di forza è la precisione nel tiro: voi ditemi dove siete, ed io ve lo faccio atterrare fra le mani senza che dobbiate muovere un passo. Ho poca gittata, e qualche presa spettacolare la riesco a fare. E credo anche di aver contagiato qualche amico ed amica con questa passione. Una mia amica, Francy, ci ha sempre raccontato che da bambina – prima che la conoscessi – prese un fresbee sul naso e la rimase per lungo tempo un po’ di paura: fino a quando non incontrò me, che alla fin fine gliel’ho fatta passare! 😀
Il fresbee è un ottimo sport, perchè si corre veramente tanto, si suda, si salta, si fanno numeri ed acrobazie che richiedono coordinazione ed equilibrio. Mi è sempre piaciuto. Ed è davvero forte giocare controvento, sfruttando la capacità del fresbee di planare: se lanciate nel modo giusto e se c’è abbastanza vento, il fresbee torna indietro, esattamente nel punto da cui l’avete lanciato. E’ uno sport economico, spettacolare, divertente, unisce ragazzi, ragazze, bambini, uomini e donne. Il fresbee è magico, e tutto le volte che mi sono ritrovato a giocare in spiagge più o meno affollate, in mezzo alla strada, per le vie di Milano, in un parco, in piscina, nel parcheggio di un centro commerciale (quando si mette il fresbee in macchina, lo si ha sempre a portata di mano) c’è sempre stato qualcuno ipnotizzato a vedere quel disco di plastica che vola da una mano all’altra distante a volte anche parecchie decine di metri. Ricordo quella volta che al parcheggio di Famagosta c’era una fila eterna per uscire ed invece di innervosirci per niente, abbiamo aperto il baule della macchina ed io e Fabio abbiamo fatto due tiri tra le auto parcheggiate, con tutti quelli in fila che ci guardavano come se fossimo atterrati da un altro pianeta.
Quest’anno, invece, sono un pochino a digiuno e vorrei recuperare. Oggi pomeriggio, prima di andarmene, sento un po’ qualche amico sul Messenger o sul cellulare per riunire un po’ il gruppo e vedere se si riesce a combinare qualcosa. Non questa domenica perchè sono a Roma per la Giornata Azzurra (confidando nell’Alitalia e nel meteo), però magari qualche appuntamento infra-settimanale lo si riesce a fare, anche solo per fare un po’ di movimento.
Gentili lettori, gentili lettrici, un buon weekend a tutti voi!