Un’avventura a Pietra Corva
Quando ero bambino, capitava che mio padre portasse me ed il resto della famiglia a Cicogni, minuscolo paesino immerso nel verde dell’appennino. Si univano a noi zii, zie e cugini vari. Potete vedere qualche foto di Cicogni qua. In questo paese c’è una piccola taverna, gestita da un certo Achille che ancora adesso riempie gli stomaci di tutti i visitatori ed i turisti che arrivano fino lì. Non so esattamente quanto sia l’altitudine del paesino in sè: il passo – Passo del Penice appunto – si trova a 1.460 metri ed è, come recita Wikipedia, una delle montagne più alte dell’Appennino di quella zona. Arrivarci è semplice, perchè basta imboccare la SS412 che parte da Milano, passa vicino a casa mia e attraversa borghi come Castel San Giovanni, Borgonovo Val Tidone, Nibbiano e così via. E’ meta di ciclisti e motociclisti (più o meno folli) che vogliono arrivare fino in cima, tutte le domeniche. Durante la salita in auto, si passa davanti alla diga di Val Tidone, ottimo posto di ristoro perchè c’è il bar e si svolgono spesso gare di tiro al piattello.
Se vi interessa saperne di più, o chiedete a me oppure partite dalla pagina di Wikipedia linkata prima.
Quando ho preso la patente (qualcosa come 13 anni fa) ho cominciato anche io a bazzicare quelle zone, perchè le trovo favolose. Non solo nei paesini in sè, quanto per tutti i sentieri che attraversano quelle montagne: boschi, prati, burroni, sentieri ripidi da (farmi) paura, bellissimi fiori, stagni, nomi di località che sembrano essere usciti fuori da un romanzo fantasy (Pan Perduto, Pietra Corva, etc.).
Vado ogni anno in quei posti (qua le foto del 2006), per farmi una bella camminata e per respirare un po’ d’aria pulita.
Solitamente ci vado durante maggio/giugno: quest’anno è capitato che andassi oggi, cioè il 1° luglio. Solo che ho fatto una cosa un po’ diversa: invece di partire da Monte Penice, farmi 3 ore di camminata e tentare di arrivare a Pietra Corva, ho fatto l’esatto contrario. A Pietra Corva c’è un bellissimo giardino alpino (ehm…alpino????), che stamattina ho avuto l’occasione di visitare per la prima volta: costo d’ingresso 2 euro.
Ho usato la mia Canon in alcuni casi per fare foto macro di soggetti davvero molto vicini.
Il set completo di fotografie è disponibile su Flickr qua.
E poi, dulcis in fundo, mi sono arrampicato fino alla vera Pietra Corva, ovvero l’enorme masso che dà il nome al monte. Vi posso solo dire che soffro di vertigini e quando sono arrivato in cima avevo a pochi passi di distanza un burrone devastante di fronte al quale – devo ammetterlo – mi sono fatto prendere dal panico. Ho sudato freddo, e mi sono dovuto sedere per riprendere coraggio. Da solo, a chilometri e chilometri dal più vicino centro abitato, senza campo con il cellulare: solo il GPS ed il Tom Tom mi dicevano dove mi trovavo. Per lunghi istanti mi son detto: “Qua a casa non ci torno più…“. E’ incredibile come sembri buffo scrivere adesso queste parole, ma vi posso assicurare che oggi pomeriggio – quando giravano silenziose nella mia testa – non lo era affatto. Comunque sia, in cima a questo masso si arriva dopo aver scarpinato per 300-400 metri, con una pendenza assurda: la vista è assolutamente favolosa, boschi, boschi, verde, verde a perdita d’occhio. Con perdita d’occhio intendo davvero decine e decine e decine di chilometri. Nessuna foto può dare l’idea, comunque ci provo.
Insomma, una gran bella domenica, da solo, in mezzo agli alberi, dalle 10:00 di stamattina fino alle 16:00. Da domani si ricomincia il lavoro, e con esso il tran-tran milanese.