I programmatori sono come i poliziotti
Non mi riferisco al “vero” poliziotto, ma al classico stereotipo del poliziotto che vediamo nelle fiction e nei film americani. Il classico gruppo di poliziotti del classico distretto di polizia che oltres al lavoro vero e proprio condividono anche una parte della loro vita familiare e personale.
Per come vivo io il mio lavoro quotidiano, tra programmatori vige quella sorta di forte cameratismo che unisce come fratelli e che permette di aiutarsi l’un l’altro senza pensarci troppo ed in modo del tutto disinteressato. Ma non solo…un cameratismo che ci fa parlare e raccontare qualcosa di noi come se stessimo parlando ad un nostro caro amico, o ad un parente. Io lo noto ogni giorno. Magari questa cosa non succede con tutte le persone, ovvio, perchè alla fin fine c’è quello con cui leghiamo di più e c’è quello che invece ci sta un po’ sulle scatole, è normale, però non è raro che tra sviluppatori nasca un’amicizia ed un certo tipo di rapporto che va un po’ al di là del passare le classiche 8 ore di lavoro in ufficio. Con i miei colleghi attuali ho passato una bella domenica in Piemonte a farci una bella mangiata, sono andato in centro qua a Milano per festeggiare la riuscita della demo di fronte ai “capi”, e comunque anche quando sono in ufficio c’è sempre un’aria scherzosa, come se fossimo più un gruppo di amici. Ci si prende in giro, si parla di fatti personali, di cosa ci è successo durante le ferie, di ogni cosa e di più.
Insomma, trovo molte analogie con il lavoro del poliziotto. Spesso nei film (o perlomeno nei libri che ho letto) capita che i poliziotti (uomini e donne) passino il loro tempo libero fra loro, a volte parlando persino di lavoro (di questo o quell’omicidio, per esempio): esattamente come accade fra noi sviluppatori o geek, dove anche volendo non riesci a staccarti più di tanto da hardware, software e simili, ed il discorso vola via. Fanno feste di compleanno, fanno mangiate tutti assieme, ci si difende. E capita ogni tanto che nascano storie d’amore fra colleghi/e.