C’è una passione per l’analisi grammaticale?
Non so se ve la ricordate. L’analisi grammaticale – alle elementari – era la mia preferita. In pratica, si scriveva una frase indicando ogni parola su una riga separata, e di fianco si andava ad specificare che tipo di costrutto fosse quella determinata parola. Per dire, il verbo ‘mangiavo‘ veniva espresso come ‘voce del verbo mangiare, prima coniugazione, tempo imperfetto, prima persona singolare‘. Oppure – chessò – ‘patate‘ veniva espresso come ‘nome comune di cosa, femminile plurale‘. Basta googlare su Internet per avere maggiori dettagli.
C’è una passione per l’analisi grammaticale, dicevo.
Ci sono post che vengono vivisezionati, alla ricerca di imprecisioni, imperfezioni, parole che possono essere equivocate e fraintese. Ci sono interventi sui forum di mezza Internet che pur di essere bersagliati subiscono decine e decine di riletture, al solo scopo di andare a beccare quella frase che – tirata fuori dal contesto – possa mettere nei guai la persona che l’ha scritta.
Ovviamente, non posso essere d’accordo con questa pratica, anche perchè – lo ammetto e ci mancherebbe – in passato questa cosa l’ho subìta in prima persona, e le conseguenze sono visibili tuttora, e risponde al nome di VivendoByte. Scrivere un post su un blog o su un forum, una home-page, un articolo è difficilissimo e l’ho detto anche in passato: per quanto uno possa tentare di essere chiaro nello scrivere, ci sarà sempre qualcuno che non capirà fino in fondo quello che si cercava di dire. Questo stesso post – magari messo sul buon vecchio Muro di UGIdotNET, scatenerebbe chissà quali polemiche. Per fortuna non ci sono più. Bisognerebbe – forse – non star lì a leggere ogni fottuta e maledetta singola parola, ma percepire le linee principali che stanno alla base di un’idea e di una proposta.
Che ne dite, lo facciamo uno sforzo?