Ci sono giorni in cui…
…perdi la testa, e ti capita di far arrabbiare un’intera community, e degli amici, per aver scritto di getto un post sul proprio blog sul forum.
Ci sono istanti in cui inaspettatamente incroci lo sguardo con il più bel sorriso mai visto nell’emisfero boreale, e l’istante dopo ti accorgi che in realtà quel sorriso è il tuo, riflesso sull’acciaio sporco della macchinetta distributrice di merendine.
Altri giorni invece quel sorriso è veramente di qualcun’altro, un qualcuno che poi – mannaggia la miseria – ti viene in mente anche nei momenti più disparati e più assurdi. E ti rendi conto, pian piano, che forse quella persona è diversa dalle altre, che forse dovresti dirglielo, dovresti fare qualcosa per farle sapere – mannaggia la miseria – che il suo volto ed i suoi capelli ogni tanto compaiono in momenti random della tua giornata, proprio quando stai entrando in metro, o quando stai mangiando, o quando stai rompendo la bustina dello zucchero per berti in santa pace un buon caffè in qualche fottuto bar.
E succede che per farglielo capire non sai mai quale sia la strada migliore. Il luogo comune, fin troppo banale, dice che bisognerebbe essere se stessi. Banale, appunto. Se ciascuno di noi fosse davvero solo una persona, allora Pirandello non avrebbe mai scritto “Uno, nessuno, centomila“, giusto? La verità è che a volte siamo sicuri, a volte no. A volte siamo certi di quello che dovremmo dire, o fare, altre volte no. Siamo tante persone in una, diverse per ogni contesto. La mia ex-professoressa Bresciani direbbe: “Per fortuna che è così!” – ed ha ragione, altrimenti sarebbe tutto più noioso. Qui di noioso non c’è proprio nulla, se lo fosse riuscirei ad andare a letto a dormire, così domani mattina alle 6:30 posso alzarmi riposato e tranquillo. Ed invece sono qui, a bloggare, con il Messenger aperto, e con un’e-mail che è nelle Bozze da 4 giorni e non mi decido a premere Invia. Chissà perchè, poi.
Qualcuno dice che attraverso i post come il mio dovrei far passare soprattutto la professionalità per il mio lavoro. Leggete di fianco, cosa dice il sottotitolo del mio blog: “Non sono solo un programmatore, dannazione: sono una persona…“. L’ho scritto il 22 Aprile scorso, quando l’ho aperto, e lo confermo tuttora. Perciò se mi va di essere malinconico, innamorato, triste, allegro o fuori di testa come al solito, lo esprimo attraverso i miei post.
Ci sono anche giorni in cui certi post non andrebbero scritti. Solo pensati, postati sul proprio blog interiore che prende il nome di coscienza. Forse questo post è uno di questi, ma è troppo tardi – mannaggia la miseria – ormai ho cliccato Pubblica ed il gioco finisce qui.
Buonanotte.