Technology Experience
My personal life

Imparare l’inglese con il PC

Il titolo del post è così stupido che sembra che voglia parlare di quelle raccolta da edicola per imparare – appunto – l’inglese.

Qualche giorno fa, non mi ricordo con chi (probabilmente era un collega) stavamo pensando ai bei tempi, ovvero quelli nei quali la nostra passione è sbocciata per farci arrivare dove siamo oggi. I soliti discorsi nostalgici di noi informatici, nè più nè meno, insomma. E siamo arrivati a dire che noi siamo stati un pochino fortunati, perchè chi si è ritrovato a videogiocare durante gli anni ’90 (ma in realtà anche da molto prima) ha avuto la possibilità quasi a livello inconscio di imparare l’inglese. Mi spiego meglio.

Pensiamo banalmente a Prince Of Persia, Indianapolis 500, la saga di Ultima (compreso l’Underworld), Eye Of The Beholder ed un’altra camionata di videogiochi che avevo e con i quali ho giocato. Tutti videogiochi che avevo erano in inglese. Grazie a quelli, ho cominciato a masticare l’inglese, volente o nolente. Ma in realtà anche il semplice uso di un PC doveva obbligatoriamente passare da una minima conoscenza della lingua straniera, perchè il DOS ed i vari software shareware/freeware (Winzip, RAR, editor di testi vari) erano tutti in inglese. Magari inizialmente si passava da termini semplici e banali per arrivare a frasi più complesse. Ricordo le fasi iniziali di un gioco di ruolo per PC, nel quale si stabiliva la classe del proprio personaggio (guerriero, ladro, stregone, etc.) in base alle risposte che si davano alle domande poste da una zingara che si incontrava all’inizio dell’avventura: leggere quelle domande era tutt’altro che semplice, anche perchè erano espresse in un inglese volutamente arcaico e “deformato”. Oppure, ancora: avete mai provato a fare il setup di un’auto di Indy 500? Avete mai fatto un volo con il mitico Falcon F-16? Si imparavano termini come gear, throttle, brakes, tires, lap, steer, wheel ed un altro centinaio di parole: le stesse che compaiono oggi durante i gran premi di Formula 1 o di Moto GP! Oppure, mi viene in mente quando sentii Andrea dire picklock: ancora una volta, chi si è ritrovato a giocare di ruolo (su carta o su PC) negli anni che furono, ha dovuto per forza farlo in in lingua inglese, perchè avere qualcosa in italiano  era assolutamente un tabù.

I bambini ed i ragazzini di oggi invece non hanno questa possibilità, perchè oggi la maggior parte dei videogiochi e delle applicazioni è totalmente localizzato nella nostra bella lingua italiana. Non solo, sono anche parlate, e quindi leggono anche di meno. Da Windows XP/Vista fino ad arrivare a Need for Speed Most Wanted. Ci sarebbe Internet – che ai nostri tempi non c’era – ma non conosco alcun ragazzino che vada sulla Internet non-italiana solo per imparare una lingua staniera. La mia sorellina, per esempio, quando va sul sito della Disney e trova qualche parola che non conosce, preferisce chiamare me invece di prendere il piccolo dizionario per cercare il termine. Solo che io invece di darle la soluzione cerco di farla ragionare e di darle gli aiutini.

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Igor Damiani

La sua passione per l'informatica nasce nella prima metà degli anni '80, quando suo padre acquistò un Texas Instruments TI-99. Da allora ha continuato a seguire l'evoluzione sia hardware che software avvenuta nel corso degli anni. E' un utente, un videogiocatore ed uno sviluppatore software a tempo pieno. Igor ha lavorato e lavora anche oggi con le più moderne tecnologie Microsoft per lo sviluppo di applicazioni: .NET Framework, XAML, Universal Windows Platform, su diverse piattaforme, tra cui spiccano Windows 10 piattaforme mobile. Numerose sono le app che Igor ha creato e pubblicato sul marketplace sotto il nome VivendoByte, suo personale marchio di fabbrica. Adora mantenere i contatti attraverso Twitter e soprattutto attraverso gli eventi delle community .NET.

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