[IV] del Venerdì (10)
La ragazza improvvisamente sentì cambiare qualcosa dentro di lei, come una molla rimasta in tensione da anni e pronta a scattare al momento giusto. Dapprima percepì un formicolìo sulle punte delle sue dita. La magia dormiente era rimasta nascosta da qualche parte, ma c’era. Eccome, se c’era. Un formicolìo strano ed innaturale, che dopo qualche istante le bruciava sulla pelle. Era riaffiorata in superficie, e con essa nella mente della ragazza tornarono alla luce tutti i ricordi di una vita precedente che credeva dimenticata: il vulcano, il pozzo ed il pendolo, i fiori di montagna e la capanna dove aveva vissuto da fanciulla.
E poi lei.
Lei che l’aveva accudita come fosse sua figlia.
Lei e tutti i suoi insegnamenti che l’avevano resa così speciale.
La Sognatrice, la chiamavano, adesso se ne ricordava perfettamente.
Accadde tutto nel giro di qualche istante. L’Artista puntava la sua rivoltella contro la ragazza, che a sua volta teneva stretto il bambino. Aprì il fuoco per farla finita, prima sul bambino e poi sulla giovane madre. Due colpi per ciascuno. Quattro colpi totali. Quando finì, dalla canna della pistola uscì un filo di fumo. L’aria prese a puzzare di polvere da sparo. Ma i proiettili non colpirono mai i bersagli: l’Artista non poteva vederli, ma finirono conficcati nel morbido tessuto delle poltroncine del teatro, trapassando i corpi delle sue vittime come se fossero totalmente incorporei, come se si trovassero in un altro quando o forse in un altro dove. Entrambi sembravano fisicamente lì, ma in realtà erano molto lontani.
L’Artista rimase sorpreso. In vita sua non aveva mai sbagliato un colpo e ad un tratto cominciò a dubitare di se stesso. Usa il cervello – si disse – le vedi ma non sono qua. E allora dove sono? Il suo istinto gli suggerì l’unica soluzione possibile. Fu allora che cominciò a tremare davvero.
Preferisco avere un’ideale irrealizzabile piuttosto che scaldare troppo il cervello per trovare una spiegazione logica ad ogni cosa.
Perchè c’è chi preferisce seguire il proprio istinto, i propri sentimenti, i propri stati d’animo, piuttosto che essere sempre e costantemente razionali.
Alla fin fine il Cuore ha sempre Ragione. Lo dice l’Alfa Romeo, questo, mica io.
Prima si tira in ballo mio nonno che non c’è più. Adesso altre battute che rilevano un’età cerebrale – sotto sotto – di più o meno 14 anni. Non sto scherzando: l’ultima volta che ho usato una battuta simile per prendere in giro una persona nello stesso modo avevo 14 anni. Era la vigilia del mio esame di medie inferiori, e probabilmente l’ho usata perchè ero un pochino impaurito per l’esame del giorno dopo e – si sa – il nervosismo gioca brutti scherzi. Vuoi vedere che – sotto sotto – c’è qualcuno che soffre di nervosismo? Magari domani hanno un esame di certificazione da sostenere – vallo a capire…i motivi possono essere tanti… Chissà se sotto sotto…
Senza parole.