Italia Vs Estero: lavoro, vita, mondo
Mi fanno un po’ sorridere tutti i discorsi che ho letto nei giorni scorsi che parlano del nostro Paese come del marciume che più marciume non si può. Sia chiaro: sono d’accordo con tutti. Ce l’ho a morte con la politica e con i politici, con l’economia che va a rotoli mentre noi ce ne stiamo qui a guardare come se nulla fosse e con tutti gli annessi e connessi, con il mercato dell’informatica che non è competitivo, che i nostri datori di lavoro nella maggior parte dei casi ci sfrutta e basta e così via. Perciò non mi sento di contraddire al 100% tutto quello che è stato detto da Roberto, Luca, Mauro e Simone, perchè fondamentalmente non dicono stupidaggini, anzi.
Dire però che se andassimo a vivere negli USA risolveremmo tutti i nostri problemi è talmente una banalità che non vale neanche la pena di commentare. Ogni Stato ha i suoi pro ed i suoi contro. E’ normale che noi developer vediamo in un eventuale lavoro negli USA la giusta coronazione del nostro lavoro: l’informatica come la conosciamo oggi è praticamente nata laggiù!
Negli USA c’è più violenza e negli USA non c’è il mangiar bene che c’è qui da noi. Negli USA l’informatica andrà alla grande, ma non è così in altri settori dove siamo noi quelli all’avanguardia. Non vorrei mai pagare le tasse in un Paese che poi butta via i soldi in una guerra fallimentare. Non vorrei vivere in un Paese dove il caffè è solo acqua sporca. Non vorrei vivere in un paese che non ha assistenza sanitaria: l’anno scorso sono rimasto in ballo mesi e mesi per un intervento chirurgico di un giorno soltanto: ho fatto esami e decine e decine di visite senza pagare un euro. Negli USA quanto avrei dovuto spendere? Non vorrei vivere in un Paese dove si vendono armi al pubblico. Non vorrei vivere in un Paese pieno di un sacco di cose belle ma devo metterci ore ed ore per raggiungerle. Non vorrei vivere in un Paese che non sottoscrive il trattato di Kyoto.
La vita non è solo lavoro, è anche un giro al lago o in spiaggia, è anche nostalgia dei posti dove eravamo da piccoli, la vita è la propria famiglia, è credere in quello che si fa e lottare per fare in modo che l’Italia sia il paese che contribuiamo a far crescere. La vita è anche il nostro italiano, la lingua più bella (ma difficile) del mondo. Ci sono un mucchio di cose per cui essere orgogliosi di essere italiani, solo che noi ci facciamo troppo l’abitudine e non ce ne accorgiamo più. Peccato.
Penso sostanzialmente che il fatto che negli USA si possa davvero vivere il sogno americano sia solo un luogo comune ed una semplificazione tale della realtà da farmi sorridere sul serio. Sono io il sognatore e siete voi? Oppure lo siamo un po’ tutti, ed è giusto che sia così? Che ognuno sia sognatore per le cose nelle quali crede.