[IV] del Venerdì (12)
La ragazza camminò molto quel giorno. Era stanca, non capiva un’accidente di quello che era successo ed aveva solo uno scopo nella sua testa: suo figlio da salvare. Sembrava passato un sacco di tempo da quando il proiettile dell’Artista lo aveva colpito alla spalla, ma le bastò uno sguardo all’orologio per accorgersi che erano passato solo un quarto d’ora. Non ci fu attimo, ovunque andasse, in cui il cerchio di luce verde la abbandonò. Che camminasse lungo il sentiero, o si arrampicasse lungo un dirupo, o si fermasse a bere in un ruscello, l’anello di luce verde era sempre lì. Camminò talmente a lungo che arrivò al punto di chiedersi se fosse davvero lei a muovere i piedi. Cominciò a pensare di essere sospinta da una forza a lei sconosciuta. Sconosciuta mica tanto, riflette un istante dopo. Per la prima volta, prese coscienza di tutti i ricordi che le erano tornati alla mente quando l’Artista la stava minacciando con la sua rivoltella. Pensò e pensò, mentre camminava, e mentre il paesaggio lentamente cambiava. Alla fine giunse sotto un enorme platano. Fu allora che la vecchia la colpì senza farsi vedere.
In questa ultima settimana, con il caldo atroce che ha colpito Milano – la città dove lavoro – non si sa più dove andare a mangiare in pausa pranzo. Io ed i miei colleghi abbiamo diversi punti strategici nella zona in cui ci troviamo: un ristorante cinese che fa “pappa” di ogni tipo, una pizzeria di napoletani (dove ogni volta faccio una figuraccia con la bionda che ci lavora dentro – i miei colleghi dicono che è amore), un kebab gestito da un pakistano (3 euro per un panino kebab super-farcito e piccante al punto giusto), un’altra trattoria, un bar che fa panini, un McDonald, etc. etc. Sapete qual’è il problema vero? Il caldo. Tutti questi posti sono ovviamente raggiungibili a piedi, ma camminare per 3-4 minuti sotto il sole cocente in centro a Milano è una devastazione assoluta. Alla fine lo facciamo lo stesso, ma ci facciamo una bevuta d’acqua per arrivare a destinazione sani e salvi.
Sto utilizzando un portale Sharepoint, gestito su WebHosting4Life, per tener traccia delle spese quotidiane per mangiare, nei luoghi che ho citato prima. Devo dire che rispetto all’attività precedente (prima di Aprile 2007 per intenderci) è una spesa in più che prima non avevo. Nell’azienda dove lavoravo prima, infatti, disponevo di una mensa interna che 1) mi evitava di schiattare di caldo e 2) mi faceva risparmiare un bel po’. Tra l’altro, la mensa aziendale non era davvero niente male. I pro di andarsene in giro invece sono il fatto che comunque si fanno due passi, si possono ammirare le bellezze della cità (a buon intenditor, poche parole), ci si può fermare al Mediaworld a prendere il CD del live dei Queen a Wembley e così via.
Credo che alla fine, come al solito, sia questione di gusti, o comunque bisogna farci l’abitudine. Come in tutte le cose.
P.S. : mi sa che stavolta ho fallito la mezzanotte, e quindi ho mancato il venerdì. Se così dovesse essere, pazienza. Intanto, buon sabato a tutti!