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Resoconto della giornata UGIdotNET in Valtellina

E’ stata, credo, la giornata UGIdotNET con il periodo di gestazione più lungo, workshop esclusi. E’ stata decisa tanto tempo fa ed è stata rinviata diverse volte, ma alla fine la nostra tenacia ha dato i suoi buoni frutti: una parte della community UGIdotNET è stata a 6.500 piedi di altezza! Ci siamo davvero divertiti e stancati, affrontando i sentieri che ci hanno portato da 1.500 metri di altitudine fino in cima, a pochi metri dall’inizio di un ghiacciaio.

Ma andiamo con calma, d’altronde se qualcuno mi dice che sono blog-orroico non posso certo deluderlo.

Sono partito da casa alle 7, dopo essermi fatto una doccia veloce e dopo una breve colazione giusto per non uscire a stomaco vuoto. Sono arrivato alle 8 in Viale Monza, a Milano, per acchiappare il buon Simone. Tom Tom alla mano, ci siamo diretti verso la Valtellina senza grossi intoppi; ci siamo solo fermati non-so-bene-dove allo spaccio-vendita della Galbusera per mangiar qualcosa, e per acquistare due confezioni di biscotti (li ho provati stamattina nel latte…buonissimi!!!). Il viaggio prosegue, ed arriviamo alle 10:00 a Sondrio, in perfetto orario sulla tabella di marcia. E’ nei pressi di un rondò della città che il gruppo si riunisce con tutti i suoi 8 partecipanti: Eleonora, io, Mario, Simone, Eleonora, Emanuele, Katia e Michele. Bel gruppo, devo dire, assortito come si deve!

E’ qui che le cose cominciano a farsi interessanti, con le nostre automobili che si inerpicano su tornanti, strade strette (e chiuse!), paesini, paesaggi spettacolari, cascate e…scoiattoli che attraversano la strada senza preavviso. Arriviamo a destinazione, parcheggiamo le macchine sulla ghiaia e cominciamo davvero il nostro cammino intorno alle 11:00 per raggiungere il rifugio dove a mezzogiorno ci siamo rifocillati con pasta alle erbette, pizzoccheri, brasato, polenta taragna, vino rosso, braulio, torta ai frutti di bosco e caffè. Il pranzo scorre davvero bene: a parte il fatto che sono stato l’ultimo a ricevere il piatto dei primi, a parte il fatto che la ragazza del rifugio voleva far pagare a me tutto il conto, a parte il fatto che…un sacco di cose…tutto è stato meraviglioso. Chiaccherate su sospensioni per auto e moto, la mia 500, il nostro lavoro e la nostra professione, qualche racconto su Wellington, tutto scorre veloce e l’atmosfera è davvero l’ideale. Abbiamo anche firmato il libro delle presenze del rifugio: UGIdotNET è arrivata fin lì!
Come ha giustamente evidenziato Simone, di prima mattina il tempo a Milano era nuvoloso ed incerto, ma qui in Valtellina è tutto diverso: un bel sole scalda davvero tanto, al punto che oggi – qua in ufficio – ho la faccia tutta rossa!

Il tempo di digerire un po’ di roba, e ci incamminiamo verso il sentiero glaciologico. La prima parte del percorso della mattina (quello che ci ha portato verso il rifugio) era soprattutto erboso ed alberato. Il sentiero glacialogico invece è completamente tutto roccioso: rocce grosse, rocce piccole e taglienti richiedono una certa attenzione, altrimenti si rischia di mettere giù male il piede e di farsi male. Devo dire che effettivamente gli scarponcini che mi sono preso – consigliatomi da Simone tempo fa – si sono rivelati utilissimi, soprattutto quando in certi momenti bisogna “guadare” questo o quel ruscello, e serve essere un po’ protetti per non congelarmi i piedi! Il premio “Indiana Jones” va proprio a Simone che per attraversare un ruscello si è tolto scarpe e calzini ed è entrato nell’acqua gelata a piedi nudi! Comunque sia, il sentiero glaciologico è stato davvero un giro interessante, perchè si può vedere con i propri occhi il fenomeno della riduzione dei ghiacciai: ci sono cartelli sulle rocce più grandi che dicono fin dove arrivava il ghiacciaio nei decenni scorsi. Nel 1929 arrivava a ridosso del rifugio, e col passare del tempo invece si è ritratto sempre di più. Oggi il ghiacciaio è molto più in alto rispetto ad una volta, e per giunta viene sconsigliato di avvicinarsi, perchè possono staccarsi blocchi di ghiaccio un po’…pericolosi. Il tutto ci è stato spiegato anche dal Capo del Sentiero Glaciologico della Valtellina, che ci ha dato un opuscolo dove viene spiegato questo fenomeno.

Quando ritorniamo al rifugio, ci riposiamo un quarto d’ora. C’è chi beve acqua, chi scatta fotografie come me, c’è qualcuno che dice “Sei la morte del sesso!” ad un altro, c’è chi coccola Ercole – la nostra mascotte – chi intanto piagnucola perchè ha freddo (la temperatura si è abbassata) e soprattutto perchè è troppo stanco. Per tutto il tempo in cui noi camminavamo, lui non faceva altro che correre in lungo ed in largo, in alto ed in basso, ad annusare tutte le cose che vedeva. Credo che alla fin fine Ercole abbia fatto un po’ più di strada rispetto a noi, ma aveva anche il vantaggio di essere un 4×4 ed un po’ più basso, con tutti i vantaggi del caso.

Il viaggio di ritorno è tutto in discesa, in tutti i sensi. Io, Eleonora, Mario e Simone ci mettiamo a parlare di videogiochi di guida e di periferiche di gioco. Eleonora mi dà qualche dritta sulla prossime uscite, che – a sentir lei – sono tutte succulente. Raggiungiamo le macchine e a quel punto tutti ritornano alle loro case. Come mi aveva detto Mario durante la camminata, effettivamente il mio anabbagliante sinistro è bruciato: il ritorno me lo faccio mezzo accecato. Michele si ferma a Sondrio da dove avrebbe preso un treno per arrivare a Milano e poi a Torino, per ritornare sul posto di lavoro.

Ci siamo salutati, convinti di aver passato una grandiosa giornata tutti assieme, una giornata di sole, di belle chiaccherate, di battute, di movimento, con una bella compagnia…almeno, questa è anche oggi la sensazione che ho dalla giornata di ieri. Voglio ringraziare davvero tutti quelli che sono venuti, perchè senza ciascuno di noi la giornata non avrebbe potuto esistere. Ne è valsa la pena per le risate, per la mangiata e per la sensazione da “Compagnia dell’Anello” diretti verso Mordor.

Giornata davvero indimenticabile davvero.
Grazie a tutti, ragazzi!

Le foto su Flickr sono tutte qua: buona visione!!!

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Igor Damiani

La sua passione per l'informatica nasce nella prima metà degli anni '80, quando suo padre acquistò un Texas Instruments TI-99. Da allora ha continuato a seguire l'evoluzione sia hardware che software avvenuta nel corso degli anni. E' un utente, un videogiocatore ed uno sviluppatore software a tempo pieno. Igor ha lavorato e lavora anche oggi con le più moderne tecnologie Microsoft per lo sviluppo di applicazioni: .NET Framework, XAML, Universal Windows Platform, su diverse piattaforme, tra cui spiccano Windows 10 piattaforme mobile. Numerose sono le app che Igor ha creato e pubblicato sul marketplace sotto il nome VivendoByte, suo personale marchio di fabbrica. Adora mantenere i contatti attraverso Twitter e soprattutto attraverso gli eventi delle community .NET.

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