[IV] del Venerdì (23)
Anche oggi ho una bella storiella da raccontarvi.
[Prima parte]
Qualche settimana fa i miei genitori andarono ad un raduno di Fiat 500 a Rapallo (GE). Trovarono un tempo magnifico: bel sole, temperatura al punto giusto, e passarono quindi una bella giornata con amici e a farsi una mangiata di pesce in terra ligure.
Sulla via del ritorno, in autostrada, sulla A7, si fermarono in una delle tante piazzole di servizio per fare benzina e per fare qualche spesuccia. Mia madre, prima di risalire sulla 500 parcheggiata lungo un guard-rail, nota una grossa borsa nera abbandonata, lì sul ciglio della strada. La prima intenzione è stata ovviamente quella di fregarsene, dato che poteva essere una borsa di chissà chi, dimenticata chissà quanto tempo fa. Eppure, mia mamma va lì, prende la borsa ed insieme a mio padre ne esplorano il contenuto cercando di capire di chi potesse essere. Al suo interno trovano medicine, documenti validi, il passaporto di una persona del New Jersey, un sacco di foglietti…sembrava tutto fuorchè una borsa “pericolosa”. La presero con loro con l’intenzione di fare qualcosa di più che lasciare lì quella borsa in quell’angolo di autostrada. Mia mamma si sentì in colpa, perchè lei quando ha qualcosa di altri ha sempre un po’ più di ansia.
Il giorno dopo chiamarono uno dei numeri di telefono e scoprirono che i proprietari della borsa erano una signora italiana sposata con un signore del New Jersey che vivono negli USA, nel New Jersey, vicino a New York. Si trovavano in Italia in vacanza, e per trovare i loro famigliari ad Asti. La famiglia fu molto felice di sapere che fine aveva fatto la loro borsa, che era stata effettivamente dimenticata per una banale distrazione sull’autostrada. Dentro, come ho detto, e come capita un po’ a tutti, c’era un sacco di roba…più che di valore economico, di valore affettivo, e comunque oggetti che perdere è sempre un peccato. Insomma, i due signori italo-americani erano piuttosto disperati, perchè ormai avevano considerato la faccenda chiusa, borsa persa per sempre, mentre in realtà noi l’abbiamo recuperata.
Il giorno dopo, i miei genitori si incontrarono con i due signori, che ci raggiunsero a casa nostra insieme ai parenti di Asti. Venti minuti di chiaccherata, un caffè, il racconto di come andarono le cose quella domenica, tanti ringraziamenti. La famiglia non perse solo la borsa, ma altre cose disperse qua e là…insomma, non sono l’unico distratto perenne esistente sulla faccia della Terra. I coniugi italo-americani non sapevano come ringraziarci, i miei dal canto loro volevano solo fare un gesto gentile ed onesto, quindi la vicenda si chiuse così, felici davvero di aver fatto utile per qualcuno.
[Seconda parte]
Ieri pomeriggio, arriva un corriere sotto casa mia. Si ferma davanti a casa nostra, deve consegnare uno scatolone. Noi non ne sappiamo nulla, nessuno ha ordinato nulla, i miei chiedono all’autista maggiori informazioni. Il tipo ci dice che lo scatolone arriva da Asti…mio padre e mia madre si ricorda di quella cosa. Firmano, accettano la spedizione e tornano in casa con lo scatolone in mano.
Quando lo aprono, trovano due cose: una bella lettera di ringraziamento scritta a mano e 12 bottiglie di vino di Asti che sicuramente ci berremo nelle prossime settimane/mesi. Bello il gesto, perchè assume più significato se fatto a posteriori e non lì sul momento. Voglio personalmente ringraziare la famiglia di cui ora mi sfugge il nome (Iraldi o Ivaldi), soprattutto per averci scritto, che è sempre un bel pensiero. Dimostra come un bel gesto gentile ha sempre il suo perchè: conosco persone che se ne sarebbero sbattute o fregate, o peggio ancora. Sono orgoglioso di far parte di una famiglia di questo tipo. Mi fermo qua.