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IV del Venerdì

Le “Irresistibili Vaccate del Venerdì”…ovvero…la nuova versione dei già famosi “OT del Venerdì”: polemiche, un pizzico di saggezza (quando ci riesco, mica sempre!), critiche sulla TV. Insomma…ogni venerdì una lettura diversa dal solito!

IV del Venerdì

[IV] del Venerdì (4)

Lo sguardo del cantante vagava avanti ed indietro, saltando da una testa all’altra, cercando colui che aveva osato profanare la sacralità della sua canzone. Non era arrabbiato, solo indispettito. Sentiva che quello starnuto non era stato casuale, ma un atto voluto con una maleducazione che non si sapeva spiegare. Dopo qualche secondo, l’artista lo trovò. La persona teneva un fazzoletto in mano. Si stava pulendo goffamente il naso. La persona era solo un bambino, probabilmente di 7 o 8 anni. La rabbia dell’artista fu tale che sentì un bruciore allo stomaco. Come poteva esistere un bambino così maleducato? Cosa ci faceva a teatro ? Dov’erano i suoi genitori? Perchè non si curavano di lui? Tra razionalità e follia prevalse quest’ultima: il cantante sentì il peso del freddo della pistola che teneva infilata nei pantaloni di scena, e si preparò ad usarla.

Pochi minuti fa ho parlato con il mio “capo” per organizzare le ferie all’interno del team nel quale lavoro. Sono sempre stato piuttosto flessibile, perchè non sono il tipo che si organizza le ferie molto tempo prima per andare chissà dove. Ho segnato le due settimane centrali di agosto, ma posso variare se c’è bisogno. Non ho mai avuto grandi progetti per l’estate, di solito improvviso e vedo un po’ quello che mi succede. Non ho un motivo preciso per agire così. So solo di essere un cattivo turista, perchè una volta sì ed una volta no perdo sempre qualcosa: portafoglio con tutti i documenti, per esempio. Recentemente ho lasciato incustodita la mia fotocamera in un posto – per fortuna l’ho ritrovata qualche minuto. Insomma, per dirla in modo un po’ superficiale, più tempo passo a casa e più sono al sicuro. Quando avevo problemi economici, qualche anno fa, ho preferito fare così: i miei giù in Puglia, mio fratello a spasso per il mondo, io tranquillo a casa con Jolly. Ho un giardino con il portico, gestivo la casa sotto tutti i punti di vista e così via, qualche uscita con gli amici quando si poteva. Più relax di così!

D’altro canto, invece, mi piace molto di più impegnarmi i weekend, come ho fatto nei mesi scorsi. Che sia Barcellona, Mestre o un qualche paesino fra i monti, io se posso il sabato e la domenica li passo sempre fuori. Piuttosto che farmi 2 settimane tutte di fila ad agosto, preferisco di gran lunga spezzare il periodo lavorativo cliccando su Pause ad intervalli regolari di 7 giorni. Il lunedì poi ho molta più voglia di rimettermi al lavoro. Non so se è una cosa in comune a molti, so solo che per me funziona meglio così. Si controllano meglio le spese – cosa che comunque non sto lì a fare per pura pigrizia, è più divertente, si può viaggiare in auto, si conosce meglio la nostra Italia e così via. Questo weekend vado in Riviera per la Nove Colli, cicloturistica intitolata a Marco Pantani, di cui parlerò in un post dedicato la settimana prossima. Il prossimo weekend ancora sarò a Roma per la Giornata Azzurra, manifestazione dedicata al volo militare che si terrà all’aeroporto di Pratica di Mare. Poi, non si sa bene quando, visiterò i Giardini di Sigurtà.

Insomma, credo che nelle prossime settimane mi divertirò e rilasserò un sacco. E la mia fotocamera si deve preparare a scattare le sue brave foto. Alla prossima!

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IV del Venerdì

[IV] del Venerdì (3)

L’artista lasciò che la sua voce scivolasse via verso il silenzio. Teneva gli occhi chiusi. La sua prima canzone era terminata. Non si aspettava una qualche reazione dalla platea, perchè da cantante navigato qual’era sapeva benissimo che a teatro si applaude solo alla fine dello show. Sapeva che ci sarebbe stato solo silenzio. Nessuno avrebbe fatto volare una mosca. Ed infatti così avvenne, fino…uno starnuto in prima fila. Il cantante si sorprese per quell’atto così casuale ma tutto sommato maleducato. Aprì gli occhi dirigendo lo sguardo verso il punto in cui aveva udito il suono…

Ho sempre pensato che sia importante che le leggi che ci governano debbano sancire una parità tra uomo e donna. Sarebbe folle pensare il contrario. E’ giusto dire che le donne devono avere le stesse opportunità lavorative degli uomini. E’ assolutamente giusto dichiarare che le donne abbiano la possibilità di entrare in politica, esattamente allo stesso livello degli uomini. Cioè, la parità deve essere sancita nelle intenzioni, nelle possibilità che vengono date, senza discriminazioni o soprusi, allo stesso livello, senza distinzione sessuale.

Quello che sta accadendo però mi fa storcere il naso. Si cerca di raggiungere la parità quasi obbligandola per avere lo stesso numero di uomini e di donne. Per esempio…favorire le donne imprenditrici facendo pagare loro meno tasse. Non lo trovo corretto, davvero. E tutto questo per permettere un 50-50 di “presenza” tra uomini e donne. Anche in politica è così: quando ci si candida come sindaci in un paese, per esempio, si è obbligati a presentare un certo numero di donne. Ma perchè devo essere obbligato? E’ giusto che una donna possa partecipare, questo sì, ma essere obbligati no. Che colpa ho io se le donne non si sentono attratte dalla politica?

A questo punto, mi chiedo questo. Probabilmente, tutti i punti vendita di Calzedonia sono gestiti da donne e di uomini non se ne vedono. Noi siamo una minoranza: questo significa che devo avere accesso a determinate agevolazioni se volessi aprire un punto vendita di Calzedonia? O, chessò, per i fioristi. Per me no. E se una donna volesse aprire un’officina per gommisti…avrebbe diritto ad uno sconto? Questo discorso ha sfiorato anche UGIdotNET. Se ci sono poche donne che vogliono fare le programmatrici, perchè devo incentivare la loro presenza ad un workshop? Ripeto: deve essere data la possibilità di partecipare (e questo ovviamente c’è), ma non accrescere il loro numero solo per fare in modo che ci siano 5.000 programmatori uomini e 5.000 programmatori donne. Non credete?

E’ giusto che uomini e donne abbiano le stesse possibilità/diritti/doveri, prendino per esempio lo stesso stipendio a parità di competenza/lavoro (cosa che oggi non accade – e questo è un miserabile errore), ma non a tutti i costi. Questo vale per loro e vale per noi. Noi uomini sicuramente siamo minoritari in tante mansioni, in tanti ambiti lavorativi, ma nessuno si sogna di far pagare meno tasse ad Igor Damiani, se quest’ultimo decidesse un giorno di aprire un’attività dove le donne la fanno da padrone. Altro piccolo esempio: ai miei tempi, nei licei c’era una stragrande maggioranza femminile. Negli ITIS – guarda caso la mia scuola – esattamente il contrario. Nessuno si sogna di livellare la partecipazione dei due sessi. Le ragazze devono poter iscriversi all’ITIS, e i ragazzi devono poter iscriversi ad un liceo (e beati loro!).

Questa sarebbe vera parità sessuale.

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IV del Venerdì

[IV] del Venerdì (2)

Il cantante teneva stretto il microfono, lasciando che la sua voce raggiungesse ogni piccolo angolo del teatro, lasciando che il pubblico rimanesse senza fiato. Non ci pensava, perchè non era un egocentrico: quando cantava, era fatto così. Mascherato com’era, nessuno poteva riconoscerlo o capire chi fosse veramente. Mentre cantava, camminava lentamente in lungo ed in largo sul palcoscenico, per dare l’impressione alla gente seduta in platea che si volesse unire a loro. La verità era ben diversa. Solo lui la conosceva, solo lui sapeva davvero il perchè del suo canto.

In questi giorni di pioggia i telegiornali tutto ad un tratto si sono zittiti, però fino a poco tempo fa si faceva un bel parlare della siccità che avrebbe dovuto colpire l’Italia da qui ad un paio di mesi. Si dice che bisognerebbe risparmiare acqua ed energia elettrica, che il livello dei fiumi è sempre più basso, che le città sono sempre più calde e che si sopravvive solo grazie all’uso (più o meno sconsiderato) dei condizionatori. Non ho mai capito se si tratta di allarmismi inutili e se un fondo di verità c’è davvero.

Indipendentemente da questo, credo che sia dovere di ogni cittadino doversi preoccupare dell’ambiente in cui vive, esattamente come è dovere di ciascun programmatore quello di seguire le normali regole di buona programmazione. Ognuno di noi può fare la sua parte. Persino Bush, se fosse illuminato dall’alto e gli arrivasse un briciolo di intelligenza, saprebbe che forse è meglio investire 124 miliardi di dollari in qualcos’altro piuttosto che nella guerra in Iraq che non sta andando da nessuna parte. Mi piace pensare che se tutti quei soldi fossero spesi nella direzione giusta, magari già oggi avremmo il motore a curvatura, o il teletrasporto, o magari semplicemente energie alternative come quella solare più ecologiche. Attenzione: sono il primo a dire che un gran numero di tecnologie che oggi utilizziamo abitualmente arrivano da studi a scopo bellico. La stessa Internet è nata come un progetto militare. Stessa cosa per chissà quante altre cose. Però purtroppo sto arrivando alla conclusione che la guerra in Iraq è solo uno spreco sotto tutti i punti di vista (vite umane, soldi, vite umane, tempo, vite umane, risorse): ma questo è un altro discorso.

Dicevo, prima, che singolarmente possiamo fare qualcosina per fare in modo che i nostri sprechi di acqua siano il più possibile limitati. Ma, per favore, e qua mi rivolgo ai TG, non prendeteci in giro. Ho sentito di consigli veramente assurdi, come quello di dividere l’impianto dell’acqua nelle nostre case dividendo tra acqua potabile e non. Sta’ a vedere che adesso per risparmiare acqua devo mettermi in ballo con lavori che portano via 6 mesi ed un sacco di soldi. Secondo il mio spassionato punto di vista, ci sono altre cose che possiamo fare, ed adesso vi elenco in cosa sto cercando di migliorare io.

  • Quando vi lavate i denti, e ci mettete 5 minuti come me, non tenete aperta l’acqua del rubinetto per tutto il tempo. Sembra una sciocchezza, ma c’è una bella differenza.
  • Stessa cosa quando vi fate la barba con la lametta. Se ci mettete 15 minuti come me, non tenete aperto il rubinetto sempre.
  • Se volete lavare la macchina, vi prego, non lavatela nel vostro giardino (per chi ce l’ha). Andate al lavaggio auto, perchè loro sono lì apposta e ci mettete molto meno.
  • Si dice anche se fare la doccia consuma meno acqua rispetto al bagno classico. Mi fido, e comunque non potrei fare altrimenti, dal momento che a casa ho solo la doccia. 🙂

Mi piace pensare che se fino a qualche tempo fa utilizzano 6 litri di acqua al giorno, per dire, oggi ne uso solo 1. Se moltiplichiamo questo piccolo risparmio per tutti gli italiani, i conti son fatti. E tutto perchè ho paura per la nostra Italia. Ho paura che nei prossimi 15-20 anni i boschi del Nord Italia spariscano, che faccia sempre più caldo, che il territorio diventi secco e brullo, che non ci siano più fiumi. Son tutte cose a cui dobbiamo pensare, e non solo nei momenti di criticità osannati dai telegiornali. Altrimenti, ragazzi, qua finiamo male davvero.

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IV del Venerdì

[IV] del Venerdì (1)

Il teatro era stato inaugurato 5 giorni fa. Oggi c’è la prima: tutti i posti sono occupati, i riflettori si stanno spegnendo. Il brusio della gente seduta in platea svanisce fino a diventare un lieve mormorio, e poi un silenzio carico di attesa. Il momento è arrivato, dunque. Nel buio più assoluto fa breccia una sola luce giallastra proveniente da un riflettore disposto chissà dove. Il fascio di luce impatta sul palcoscenico, formando un cerchio luminoso che mette in evidenza una persona, in piedi, vestita completamente in nero. Non si distingue il volto, perchè tiene la testa bassa, ed inoltre indossa un cappello, simile a quello di Padre Merrin dell’ “Esorcista”. Quando alza la testa, il pubblico ha un sussulto: non si distingueva il volto anche perchè l’uomo indossa una maschera, nera anch’essa. Solleva un braccio, in mano ha un microfono, e comincia a cantare. Intonato, composto e diligente. Sta in piedi davanti a tutti, per nulla emozionato. Qualche volta sbaglia il tempo: capita. Ma canta comunque fino alla fine la sua maledetta canzone.

Non mi fanno paura i numeri. Non sono uno di quelli che dicono: “Cavolo, i miei OT del Venerdì erano arrivati fino al numero 77, uffa, adesso devo ricominciare!”. Mi piace scrivere, punto e basta. Sono al numero 1? E allora? Certo è che bloggare ogni venerdì, con costanza, per 77 settimane ha il suo peso. M i record sono fatti per essere infranti…altrimenti non avrebbero senso. L’unico record infrangibile è la velocità della luce: i suoi 300.000 km/sec valgono sempre ed ovunque, non si può fare di meglio. E difatti non è un record, è semplicemente una grandezza fisica. Tutti gli altri, compresi i miei OT del Venerdì, si possono distruggere. 🙂

La prima cosa che voglio dirvi è che sebbene abbia cambiato nome, il succo è sempre lo stesso. Non ho potuto chiamarli ancora OT del Venerdì per due principali motivi: 1) quel nome lo utilizzavo su UGIdotNET 2) qui non ci sono OT (out-of-topic), perchè tutto è IT (in-topic). Il fatto di avere un OT presuppone il fatto di avere un argomento specifico, cosa che non è vera su questo blog.

Cosa vuol dire IV del Venerdì? Mah, insomma, io un’idea ce l’ho, ma mi piacerebbe che siate anche voi a consigliarmi qualcosa. IV può valere per tantissime cose, d’altronde è un semplice acronimo. Oppure un 4 scritto in caratteri romani. La mia personalissima idea è che IV stia per Irresistibili Vaccate.

E’ un nome che volevo battezzare su UGIdotNET, perchè a volte Lorenzo mi dice che bloggo vaccate. Ma non mi sembrava un nome adatto, perlomeno su UGI. Qua invece tutto è possibile. E allora così sia. Alla fin fine però si tratta dei buoni vecchi OT: parlerò di cinema, di attualità, di quello che leggo sui giornali, di quello che penso e che mi fa arrabbiare e così via. Rispettando lo stile dei vecchi post, insomma. Ci saranno volte che parlerò dei fatti miei, di cosa vado a vedere al cinema, e altre volte in cui vi infiammerete. Sarà divertente, non credete? L’esperimento dei Video OT del Venerdì è fallito, soprattutto per colpa mia, perchè mi annoiavo, richiedeva troppo tempo ed era poco interattivo. Questi IV del Venerdì saranno tutta un’altra storia: ho capito che mi piace molto di più scrivere piuttosto che essere ripreso.

Pr questa volta, vi saluto così. Tra un’oretta devo essere in ospedale e so già che tornerò a pomeriggio inoltrato. Il mio appuntamento è alle ore 15:00, ma l’altra volta (lo scorso lunedì) alla fine la visita l’ho fatta alle 16:30: un’ora e mezza dopo l’orario programmato. Vabbè, pazienza, non posso farci nulla. Buon weekend (e per qualcuno, buon ponte!), ragazzi, divertitevi, perchè la settimana prossima si ricomincia!

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