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IV del Venerdì

Le “Irresistibili Vaccate del Venerdì”…ovvero…la nuova versione dei già famosi “OT del Venerdì”: polemiche, un pizzico di saggezza (quando ci riesco, mica sempre!), critiche sulla TV. Insomma…ogni venerdì una lettura diversa dal solito!

IV del Venerdì

[IV] del Venerdì (14)

Io non sono un Personaggio non giocante. Io sono una druida. Vattene!!!” – sbottò la ragazza.
Oh, certo che sei una druida, ma solo all’interno del contesto nel quale ti trovi. Vale a dire…un gioco di ruolo. Tu non esisti realmente! Non esisto neppure io!” – rispose la vecchia in modo molto pacato.
La vecchia ostentava una sicurezza ed una tranquillità nel modo di parlare e di fare che metteva soggezione alla ragazza, le cui certezze pian piano vacillavano.
Il teatro, il Cantante, tuo figlio, il pubblico, persino il sangue di tuo figlio…non esistono. E’ tutta una simulazione. Rassegnati: tu sei una semplice PNG e basta.” – cominciò a spiegare l’anziana donna – “Anche io lo sono: io non ho mai pensato di venire a parlare con te, sono stata semplicemente programmata per farlo. E so anche come finirà questa conversazione, perchè l’ho già giocata altre volte prima di adesso. So che tu ti arrabbierai con me, so che te ne andrai via di qua, che ti unirai ad un party. E prima di allora, tuo figlio starà bene“.
Lo choc dell’incontro e le rivelazioni della vecchia avevano fatto dimenticare alla giovane madre il dramma di suo figlio. Lo guardò, e lo vide di un pallore mortale che la fece angosciare oltre ogni misura. Ma non sapeva cosa fare, nè come aiutarlo. Era una druida – pensò – in condizioni normali avrebbe potuto lanciare qualche incantesimo per guarirlo, ma non adesso.
Si dice castare un incantesimo, non lanciare. Ricordalo.” – la vecchia parlò ancora, come se avesse letto nella mente della ragazza.
Lei la guardò costernata: come aveva fatto a leggerle nella mente. Si accorse che la vecchia sogghignava beffarda. L’ira la raggiunse prima che potesse controllarla in qualche modo.

Non ho mai amato gli sport, nè la ginnastica in genere. Fin dai tempi della scuola facevo di tutto per evitare le ore di ginnastica, durante le quali non si faceva altro che giocare (inutilmente) a pallavolo, pallamano, calcetto, un po’ di corsa e altra roba inutile. Alla maturità sono uscito con 41/60, proprio perchè all’ultimo anno per il primo quadrimestre mi sono beccato un bel 7 in condotta, perchè avevo avuto qualche discussione con il prof di educazione fisica, e avevo comunque collezionato una bella sfilza di “bigiate” nel venerdì pomeriggio, quelle di ginnastica. Dovevo uscire con un punteggio più alto, ma è andata così: e sono talmente testone che se tornassi indietro nel tempo, rifarei esattamente tutto quello che ho fatto. Pensa un po’.

Torniamo a noi. Da alcuni anni, durante l’estate, mi viene voglia di fare movimento: sarà il sole, saranno le ragazze, sarà il desiderio di movimento, però mi viene sempre la voglia di andare in bicicletta a pedalare, un po’ di ginnastica e un po’ di camminate all’aria aperta. Quest’ultima cosa devo dire che è una passione che ogni anno che passa mi cresce pian piano. Credo si chiami trekking. 🙂 Non so cosa mi piace esattamente di questo tipo di sport. L’idea di camminare all’aria aperta per ore ed ore, sentire il cuore che pulsa quando il terreno è scosceso, scattare fotografie da portarsi a casa, vedere paesaggi mozzafiato, sentirsi le gambe rotte il giorno dopo, vedere il proprio cellulare senza campo…tutto contribuisce a farmelo piacere. E poi…a me piacciono gli sport solitari, odio dover andare in palestra, odio dover pagare per fare sport. I boschi sono liberi, gratuiti e meravigliosi: meglio di così!

L’ultima volta ho rischiato di ammazzarmi, perchè indossavo scarpe davvero inadatte al luogo. Erano scarpe da ginnastica, però quando dovevo scendere da un pendio un po’ sassoso e/o scivoloso rischiavo sempre di volare giù. Spiacente, cara Natura, ho davvero troppe cose da fare per lasciare le penne da qualche parte ed in modo così stupido. Così, dopo una chiaccherata con il nostro buon Simone, mi sono fatto consigliare un po’ di marche buone per scarpe da trekking – ho ancora il file Word della nostra chattata sul desktop.

Non sono ancora andato a cercarmele, ma penso che se tornerà il bel tempo, mi basta una domenica di sole, una camminata me la vado a fare più che volentieri.

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IV del Venerdì

[IV] del Venerdì (13)

Il colpo della vecchia non fu forte, ma la ragazza era talmente stanca che finì a terra con suo figlio. Per qualche secondo non ebbe fiato per rialzarsi, e respirò soltanto l’odore dell’erba umida della pioggia caduta qualche giorno prima. Si girò e cercò di capire chi l’avesse colpita alle spalle. Rimane sorpresa quando vide una persona anziana, con le rughe marcate sulla pelle del viso. Indossava una sorta di tunica verde scuro che ben si mimetizzava nella vegetazione, che le lasciava scoperte le braccia – rugose anch’esse – e comodi sandali di una qualità di cuoio che la ragazza non aveva mai visto prima. La ragazza cercò di parlare per chiedere alla vecchia chi fosse, ma quest’ultima alzò il braccio e si sentì inchiodata a terra senza possibilità di muoversi.
Tu sei solo una PNG. E tale rimarrai. Non protestare, non puoi farci niente.
La ragazza non capì un accidente di quello che le venne detto.
Cosa diavolo vuol dire…PNG? Io sono una druida. Vattene o ti distruggerò!
La vecchia rispose incurante della minaccia.
PNG? Personaggio non giocante. Cos’altro se non questo?
Le certezze della ragazza, già minate dagli scorsi avvenimenti, caddero definitivamente.

Quando sono andato l’ultima volta a Gardaland, con Lorenzo, Mauro, Matteo ed altri di UGIdotNET (non li cito tutti per non star lì a dover mettere i links ai rispettivi blog), mi ha fermato la polizia stradale all’uscita del casello autostradale di Peschiera. Non so se per la faccia da delinquente che ho, o per qualche altro motivo, ma sta di fatto che mi ha fermato. Controllo sulla patente e sul libretto di circolazione. E prova dell’etilometro, passata con successo dato che quel giorno avevo bevuto solo acqua minerale. Meglio così.

Ma voglio dire una cosa. Mentre aspettavo che la polizia mi restituisse i documenti, mi sono messo a chiaccherare con il poliziotto sui limiti di alcool nel sangue. Gli chiesi: “Ma quanto è davvero questo limite?“. Il poliziotto fu un po’ vago: dipende da cosa bevi veramente, cosa stai mangiando, quanto tempo è passato e così via. Io credo ci siano altri parametri più “sociologici” in ballo: mi è capitato a volte di bere una birra media e di stare male; altre volte ho bevuto 1,4 litri di birra e di stare benissimo. E quindi? E quindi dipende da un sacco di cose, tale per cui non è sufficiente impostare un limite di alcool nel sangue per dire che uno è ubriaco e non può guidare. Ci sono persone che bevono un bicchiere di vino e crollano dal sonno. Ci sono persone che bevono un litro di birra e stanno meglio del tizio che ho bevuto un singolo bicchiere di limoncello.

La faccio breve: credo che le forze dell’ordine debba certamente fare controlli ed evitare che persone ne uccidano altre mentre sono alla guida. Ma il controllo non deve essere una mera e stupida misurazione dell’alcool nel sangue, ma deve sottoporre a dei test i guidatori fermati. Prove di equilibrio, prova di logica, una chiaccherata informale per vedere come reagisce il soggetto, non so, questo non posso essere io a dirlo perchè credo di non avere competenze sufficiente. Ma la penso così, per i motivi che ho detto prima. Probabilmente guido meglio io un po’ brillo piuttosto che un mio amico incosciente che tutte le volte che deve controllare la corsia alla sua destra, per vedere se è libera, non lo fa usando lo specchio retrovisore, ma gira fisicamente la testa all’indietro come se facesse retromarcia…mentre guida…a 80 km/h. Un giorno ci farà ammazzare tutti, lo so…voglio che venga messa agli atti questa mia ultima dichiarazione.

Molti incidenti accadono anche a causa della sonnolenza e della stanchezza. Perchè non si fa una legge che obbliga le persone a dormire almeno 6 ore prima di mettersi al volante? Perchè non avrebbe senso, perchè ciascuno di noi ha un fabbisogno di sonno diverso, esattamente come l’alcool. Sono prolisso: vi racconto una storia. L’anno scorso, ad agosto, quando ero in vacanza in Puglia, ho raggiunto qualche amico di UGIdotNET per una cena a Bari. Partii in auto alle 18 dal mio campeggio, raggiunsi Bari 2 ore dopo. Ok. Mangiata di pesce crudo con vino bianco a tutto andare, lemoncello alla fine. Dopo…mica ce ne siamo tornati a casa. Verso mezzanotte (vado a memoria) siamo andati a Cisternino, minuscolo paese vicino ad Alberobello a fare due passi: altra strada in macchina. Verso le 2 del mattino io e mio fratello siamo tornati al nostro campeggio: siamo arrivati alle 6 del mattino. Morale: un sacco di strada in macchina con bicchieri di vino in corpo e senza un briciolo di stanchezza. Non soffro mai il sonno mentre guido. E non è l’unico caso: sono andato al concerto di Ligabue un paio d’anni fa, sono stato in giro per quasi 24 ore senza risentirne particolarmente. Al concerto andai con una ragazza conosciuta quel giorno stesso, Emanuela di Arese, davvero molto molto carina e simpatica (a proposito…ciao!). Al ritorno partimmo da Campovolo alle 4 ed io arrivai a casa mia (dopo aver accompagnato lei prima) intorno alle 6, senza un briciolo di stanchezza. Prima di partire, bevemmo due birre medie e testa.

Morale. Ci sono persone come me che dormono 3 ore e non hanno sonno (ultimamente mi è capitato spesso, come la sera di Gardaland che ho citato prima), c’è la mia amica Francy che anche se ne dorme 12 per lei non sono mai abbastanza. Non si può regolamentare il sonno, così come non si può regolamentare l’alcool. Personalmente, ritengo che chi investe uno, indipendentemente dal fatto che sia ubriaco oppure no, debba finire in cella per un po’ di tempo, e magari nei casi più gravi bisogna pure buttare la chiave (come quel tipo che ha ammazzato la ragazza 16enne davanti alla discoteca tempo fa). Ma questo indipendentemente dall’alcool, davvero. Non mi stancherò mai di dirlo: l’alcool è soggettivo, ognuno di noi vive in modo diverso anche un semplice bicchiere di vino o di birra. E quindi come si fa a dire che x mg di alcool nel sangue sono pericolosi? Lo saranno per te, mica per me! I poliziotti dovrebbero fermarmi, farmi camminare lungo la carreggiata per vedere se sto dritto, dovrebbero farmi saltellare su un piedi solo per 20 volte, dovrebbero provarmi i riflessi, dovrebbero controllare se distinguo il rosso ed il verde, dovrebbero farmi fare le tabelline (quanto fa 7×21, oppure 6×8?): i metodi sono tanti per capire se uno è stordito oppure no.

Cominciate pure.

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IV del Venerdì

[IV] del Venerdì (12)

La ragazza camminò molto quel giorno. Era stanca, non capiva un’accidente di quello che era successo ed aveva solo uno scopo nella sua testa: suo figlio da salvare. Sembrava passato un sacco di tempo da quando il proiettile dell’Artista lo aveva colpito alla spalla, ma le bastò uno sguardo all’orologio per accorgersi che erano passato solo un quarto d’ora. Non ci fu attimo, ovunque andasse, in cui il cerchio di luce verde la abbandonò. Che camminasse lungo il sentiero, o si arrampicasse lungo un dirupo, o si fermasse a bere in un ruscello, l’anello di luce verde era sempre lì. Camminò talmente a lungo che arrivò al punto di chiedersi se fosse davvero lei a muovere i piedi. Cominciò a pensare di essere sospinta da una forza a lei sconosciuta. Sconosciuta mica tanto, riflette un istante dopo. Per la prima volta, prese coscienza di tutti i ricordi che le erano tornati alla mente quando l’Artista la stava minacciando con la sua rivoltella. Pensò e pensò, mentre camminava, e mentre il paesaggio lentamente cambiava. Alla fine giunse sotto un enorme platano. Fu allora che la vecchia la colpì senza farsi vedere.

In questa ultima settimana, con il caldo atroce che ha colpito Milano – la città dove lavoro – non si sa più dove andare a mangiare in pausa pranzo. Io ed i miei colleghi abbiamo diversi punti strategici nella zona in cui ci troviamo: un ristorante cinese che fa “pappa” di ogni tipo, una pizzeria di napoletani (dove ogni volta faccio una figuraccia con la bionda che ci lavora dentro – i miei colleghi dicono che è amore), un kebab gestito da un pakistano (3 euro per un panino kebab super-farcito e piccante al punto giusto), un’altra trattoria, un bar che fa panini, un McDonald, etc. etc. Sapete qual’è il problema vero? Il caldo. Tutti questi posti sono ovviamente raggiungibili a piedi, ma camminare per 3-4 minuti sotto il sole cocente in centro a Milano è una devastazione assoluta. Alla fine lo facciamo lo stesso, ma ci facciamo una bevuta d’acqua per arrivare a destinazione sani e salvi.

Sto utilizzando un portale Sharepoint, gestito su WebHosting4Life, per tener traccia delle spese quotidiane per mangiare, nei luoghi che ho citato prima. Devo dire che rispetto all’attività precedente (prima di Aprile 2007 per intenderci) è una spesa in più che prima non avevo. Nell’azienda dove lavoravo prima, infatti, disponevo di una mensa interna che 1) mi evitava di schiattare di caldo e 2) mi faceva risparmiare un bel po’. Tra l’altro, la mensa aziendale non era davvero niente male. I pro di andarsene in giro invece sono il fatto che comunque si fanno due passi, si possono ammirare le bellezze della cità (a buon intenditor, poche parole), ci si può fermare al Mediaworld a prendere il CD del live dei Queen a Wembley e così via.

Credo che alla fine, come al solito, sia questione di gusti, o comunque bisogna farci l’abitudine. Come in tutte le cose.

P.S. : mi sa che stavolta ho fallito la mezzanotte, e quindi ho mancato il venerdì. Se così dovesse essere, pazienza. Intanto, buon sabato a tutti!

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IV del Venerdì

[IV] del Venerdì (11)

La forza centrifuga spinse la ragazza in un altro dove, in un posto così lontano e ad una velocità così alta che l’immagine stessa della ragazza rimase impressa nella retìna dell’Artista a lungo, come se avesse visto il Sole ad occhio nudo. Ecco perchè l’Artista era convinto che la donna fosse ancora lì dove la vedeva. “Questa è vera magia!” – si disse la ragazza mentre viaggiava nell’etere attraverso gli eoni nel tempo e nello spazio. Giunse in un luogo allo stesso tempo familiare e sconosciuto. Atterrò in una radura, intorno a sè aveva solo alberi che si estendevano a perdita d’occhio. Il terreno sotto i suoi piedi era ricoperto di aghi di pino e di foglie morte: era in un bosco, ed era autunno. “Ero in un teatro, ed ora sono qui. Ma qui…dove ?”. La ragazza teneva in braccio suo figlio che stava lentamente morendo. Guardò per terra e vide un cerchio di un verde brillante che la circondava. Sembrava un anello di energia che voleva imprigionarla. Provò l’impulso di muovere qualche passo per oltrepassare il cerchio: ma quando cominciò a camminare, l’anello la seguì e rimaneva sempre centrato alla sua figura.

Acqua. Acqua minerale in bottiglia o acqua naturale. Acqua di fiume dolce ed acqua di mare salata. Acqua per lavarsi la faccia o acqua per farsi la barba. Acqua piovana ed acqua nelle pozzanghere. Acqua della doccia, acqua delle fontanelle in città. Acqua in un bicchiere o acqua in bottiglie da 2 litri. Acqua nel radiatore della macchina, acqua nei circuiti di raffreddamento. Acqua nelle nuvole e nei ghiacciai. Troppa acqua a chi ce l’ha e poca acqua a chi invece manca. Acqua fredda ed acqua calda. Acqua dei vigili del fuoco, acqua negli ospedali. Acqua distillata ed acqua ricca di sali minerali. Acqua sotto forma di ghiaccio o evaporata. Acqua stagnante ed acqua corrente. Acqua nei nebulizzatori, acqua nelle radici delle piante. Acqua assorbita dai cactus ed acqua nelle gobbe dei cammelli. Acqua delle cascate ed acqua nei rigagnoli di campagna. Acqua sotto forma di condensa. Acqua del nostro pianeta ed acqua che forma il nostro corpo. Acqua sugli altri pianeti, acqua qui dietro l’angolo. Acqua benedetta ed acqua sconsacrata. Acqua, acqua, acqua.
Semplicemente…un po’ d’acqua.

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IV del Venerdì

[IV] del Venerdì (10)

La ragazza improvvisamente sentì cambiare qualcosa dentro di lei, come una molla rimasta in tensione da anni e pronta a scattare al momento giusto. Dapprima percepì un formicolìo sulle punte delle sue dita. La magia dormiente era rimasta nascosta da qualche parte, ma c’era. Eccome, se c’era. Un formicolìo strano ed innaturale, che dopo qualche istante le bruciava sulla pelle. Era riaffiorata in superficie, e con essa nella mente della ragazza tornarono alla luce tutti i ricordi di una vita precedente che credeva dimenticata: il vulcano, il pozzo ed il pendolo, i fiori di montagna e la capanna dove aveva vissuto da fanciulla.

E poi lei.
Lei che l’aveva accudita come fosse sua figlia.
Lei e tutti i suoi insegnamenti che l’avevano resa così speciale.
La Sognatrice, la chiamavano, adesso se ne ricordava perfettamente.

Accadde tutto nel giro di qualche istante. L’Artista puntava la sua rivoltella contro la ragazza, che a sua volta teneva stretto il bambino. Aprì il fuoco per farla finita, prima sul bambino e poi sulla giovane madre. Due colpi per ciascuno. Quattro colpi totali. Quando finì, dalla canna della pistola uscì un filo di fumo. L’aria prese a puzzare di polvere da sparo. Ma i proiettili non colpirono mai i bersagli: l’Artista non poteva vederli, ma finirono conficcati nel morbido tessuto delle poltroncine del teatro, trapassando i corpi delle sue vittime come se fossero totalmente incorporei, come se si trovassero in un altro quando o forse in un altro dove. Entrambi sembravano fisicamente lì, ma in realtà erano molto lontani.

L’Artista rimase sorpreso. In vita sua non aveva mai sbagliato un colpo e ad un tratto cominciò a dubitare di se stesso. Usa il cervello – si disse – le vedi ma non sono qua. E allora dove sono? Il suo istinto gli suggerì l’unica soluzione possibile. Fu allora che cominciò a tremare davvero.

Preferisco avere un’ideale irrealizzabile piuttosto che scaldare troppo il cervello per trovare una spiegazione logica ad ogni cosa.

Perchè c’è chi preferisce seguire il proprio istinto, i propri sentimenti, i propri stati d’animo, piuttosto che essere sempre e costantemente razionali.
Alla fin fine il Cuore ha sempre Ragione. Lo dice l’Alfa Romeo, questo, mica io.

Prima si tira in ballo mio nonno che non c’è più. Adesso altre battute che rilevano un’età cerebrale – sotto sotto – di più o meno 14 anni. Non sto scherzando: l’ultima volta che ho usato una battuta simile per prendere in giro una persona nello stesso modo avevo 14 anni. Era la vigilia del mio esame di medie inferiori, e probabilmente l’ho usata perchè ero un pochino impaurito per l’esame del giorno dopo e – si sa – il nervosismo gioca brutti scherzi. Vuoi vedere che – sotto sotto – c’è qualcuno che soffre di nervosismo? Magari domani hanno un esame di certificazione da sostenere – vallo a capire…i motivi possono essere tanti… Chissà se sotto sotto

Senza parole.

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IV del Venerdì

[IV] del Venerdì (9)

Pensa. Rifletti. L’orrore che provava per quello che stava vivendo era indescrivibile: il suo primo pensiero era per suo figlio, che teneva delicatamente fra le braccia, il figlio che ad ogni istante che passava si allontanava sempre più da lei, precipitando nell’oblio più nero. Si frugò in tasca alla ricerca del suo cellulare per chiamare aiuto. Sta’ calma e fai un respiro. Il suo corpo era scosso da tremiti che lasciavano trasparire un senso di panico mai provato prima. Chiuse gli occhi e si concentrò. La ragazza sentì gli occhi inumidirsi di lacrime di disperazione. Sentiva lo sguardo del Cantante, e soprattutto la canna della sua rivoltella, su di sè. Ciò nonostante si ritrovò in uno stato di calma interiore. “Tu sai chi eri. Tu sai cosa è giusto fare.” – si disse mentalmente. Fu proprio quella semplice frase a risvegliare in lei un’identità di un tempo lontano e remoto, un’identità che pensava di aver cancellato e rimosso completamente dalla sua vita attuale. La ragazza riaprì gli occhi e questa volta brillavano di coraggio e determinazione.

L’ho già scritto durante la settimana. Questo meteo è veramente favoloso. Fa venir voglia di starsene in giro, di pedalare e di farsi una bella scampagnata in montagna, in preparazione della camminata seria che il nostro neozelandese Simone sta organizzando per i primi di settembre. C’è stato un periodo in cui pesavo circa 85Kg: adesso sono 80Kg, ma ho una pancetta che non mi soddisfa. E’ per questo che oltre a qualche oretta in bicicletta mi sto dando da fare con addominali fatti a tempo perso. L’unica cosa che mi dispiace davvero è aver trascurato fortemente il fresbee, che è una delle cose che d’estate mi piacciono di più. Considerando che Fabio mi ha regalato un modello pro al mio ultimo compleanno, è davvero tristissimo aver fatto qualche tiro solo un pomeriggio con i miei amici di sempre Flavio, Federica e Davide. A proposito di quest’ultimo, ne aprofitto per salutarlo, dal momento che domani parte per la Tunisia per la sua vacanza.

A proposito di vacanze. Io personalmente mi sono prenotato le due settimane centrali di agosto. Al contrario dell’anno scorso, dove ho raggiunto i miei in Puglia, quest’anno mi sa che salto. Preferisco risparmiare e rilassarmi di più senza troppi sbattimenti. Man mano che passa il tempo, tra l’altro, ho capito che per il mio modo di fare e di vivere…ecco…il turismo non fa per me. Mi stresso troppo a passare le giornate a fare i conti per capire dove voglio andare davvero. Mi stresserei troppo a raggiungere aeroporti o stazioni ferroviari per partire per andare chissà dove. Difatti, anche negli anni passati, ho (quasi) sempre deciso all’ultimo, oppure l’opposto…cioè sapevo già da qualche millennio prima che volevo andare in un certo posto. E siccome fino ad oggi non ho alcuna particolare ispirazione, va a finire che salto direttamente le ferie, intese come “viaggiare da qualche parte”. In passato l’ho fatto e mi sono trovato bene, perchè starsene da soli e gestire una villetta per 10-15 giorni è una cosa spettacolosa. L’unica differenza è che negli anni scorsi avevo il mio Jolly che mi teneva compagnia, mentre quest’anno non c’è più.

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IV del Venerdì

[IV] del Venerdì (8)

La donna era in piedi, lì accanto a suo figlio, il bambino con la spalla fracassata. Non riusciva a metabolizzare ciò che era successo in quei pochi attimi. Un minuto prima, il cantante stava intonando una litania dolce e poetica, senza capirne il testo: forse era scritta in qualche lingua strana che non capiva, forse latino, forse un’altra lingua di Faerie. Forse chissà. Era come se la canzone avesse ammaliato tutti quelli in platea. Un minuto dopo, il cantante aveva sparato a suo figlio senza un perchè. La donna odiava l’Artista per quello che aveva fatto. Ma sentiva di odiarlo indipendentemente da questo. Il suo odio proveniva da qualcosa di più remoto e di più antico. “Tu già lo conosci. Tu già lo odiavi.” – pensava la donna. O forse era una voce nella sua mente?

Uno dei metodi più banali per capire quali sono le notizie che “girano” di più al mondo consiste nel prendere le prime pagine dei quotidiani più accreditati. Vedendo anche solo la prima pagina, basta leggere il titolo più grande e qualche titoletto attorno per vedere che in un certo periodo si parla di questo o di quello. Se prendessimo in considerazione gli ultimi 12 mesi, ad esempio, credo che sarebbero davvero poche le notizie che ci riguardano da vicino: si è parlato di intercettazioni telefoniche, di quella spia russa della quale non so scrivere il nome senza googlare almeno un po’, si è parlato di vari scandali come quello delle varie banche, di Unipol, del generale Speciale, di leggi mai approvate e altre leggi che avrebbero fatto bene a tenersi per loro, di fusioni di grandi società, etc.

In linea di massima, sono tutte notizie che non ci toccano minimamente. Questo è il motivo principale per il quale, imho, la politica sta lentamente fallendo: c’è l’impressione (e impressione mica tanto) che quello che fanno i politici non ha un impatto diretto ed immediato sulla nostra vita di tutti i giorni. Piuttosto che proporre idee, fare una finanziaria seria, fare qualcosa per la sicurezza, i politici vogliono ritrovarsi in Parlamento – diciamolo tutti assieme per favore – a farsi i fatti loro. Oggi c’è qualcuno che grida di tornare alle urne per cambiare il governo. Sebbene questo in vigore sia il governo che ho votato, sono d’accordo con questo appello, perchè un governo che non ha polso e non ha carattere non può andare da nessuna parte. Però ritengo anche che se anche tornasse al potere la CdL non sarebbe poi molto diverso: se faccio mente locale sui suoi governi passati, ritengo che Berlusconi abbia governato facendo principalmente i suoi interessi personali. Avrà pur fatto qualcosa per il Paese, ma diverse volte ha fatto fare alla nostra nazione diverse figuracce in campo internazionale, e comunque sia anche lui ha tenuto assieme la sua maggioranza con vertici e riunioni di governo solo per far zittire questa o quella polemica. Questo è un mio punto di vista.

E visto che va di moda chiederlo…e quindi?

E quindi io sono la persona meno adatta per dire qual’è la cosa giusta da fare. Sono solo uno sviluppatore. Penso però che se le cose proseguiranno così in questo modo, con un sacco di problemi ai quali non si trova (o non si vuole trovare) una risposta, passeranno anni ed anni, ma prima o poi arriverà qualcuno che smonterà tutto questo sistema malato e fatto da politici così lontani dai nostri bisogni e incapaci davvero di avere la percezione reale di quello che la gente pensa di loro. Penso che sia giusto che arrivino dei giovani nuovi – ogni tanto – a cambiare la facciata della nostra politica interna. Sarebbe anche ora. Ma questi giovani, prima che arrivino in parlamento, prima che possano essere davvero efficaci, vengono “traviati” da anni ed anni di università in scienze politiche, e quindi quando arriva il loro turno in realtà sono diventati simili ai loro predecessori. Politici lontani anni-luce dalle nostre esigenze di cittadini. Mi viene in mente l’affermazione di Beppe Grillo quando fece la famosa conferenza stampa in Telecom, dove diceva che in non-ricordo-bene quale stato c’era una gara d’appalto per aggiudicarsi l’utilizzo dell’UMTS: uno dei vincoli per partecipare a questa gara era proprio quella di non essere e di non appartenere ad una società di telecomunicazioni!

La morale? Mi piacerebbe per assurdo che per entrare in parlamento e governare il Paese bisognerebbe essere tutto fuorchè un politico! E’ un’esagerazione o una stupidaggine? Può darsi, ma mi piace così tanto!

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IV del Venerdì

[IV] del Venerdì (7)

Un bambino di 5 anni è una creatura innocente. Un bambino a quell’età è ingenuo. Crede che il mondo sia un posto colorato, dove i sogni si nascondono nelle macchinine giocattolo con le quali gioca nella sua cameretta. I genitori sono i suoi veri eroi e non potrà mai accadere qualcosa di brutto – pensa – perchè la sua mamma o il suo papà saranno sempre lì a proteggerli. Ma il mondo, noi grandi lo sappiamo bene, riserva delle brutte sorprese. Per il bambino a teatro, con la spalla fracassata dal colpo preciso della rivoltella dell’Artista, era tutto diverso e non poteva saperlo. Non parlava, respirava appena, gli occhi sbarrati fissi in quelli della giovane madre seduta accanto. La gente in platea ero allo sbando: i più vicini al bambino erano sotto-shock, quelli più lontani non si erano ancora resi conto dell’accaduto. L’Artista teneva ancora la pistola puntata in avanti.

Solitamente, i miei vecchi OT del Venerdì avevano una sola semplice regola: trattandosi di OT (out-of-topic) potevano parlare di tutto fuorchè che di .NET, di hardware, di software e compagnia bella. Questa regola non vige qua nei miei IV del Venerdì. E’ venerdì, sono le 17:30 e quindi sarò breve: SONO STANCO. E vi dico anche il perchè.

Abbiamo smadonnato, io ed alcuni colleghi, tutta la settimana scorsa con P/Invoke, dll unmanaged, porte seriali, compact framework e così via. Il tutto per cercare di comunicare con un contatore dell’energia elettrica. Mercoledì scorso abbiamo fatto una demo direttamente al cliente: vittoria su tutto il fronte. E’ stata dura, ci siamo sbattuti ma adesso siamo felici. Lunedì e martedì a mezzogiorno non sono andato nemmeno a mangiare, perchè quando il codice ti prende…non c’è nulla dare…devi andare avanti finchè non capisci come stanno le cose. Mi sono divertito. Solo ieri mi sono preso una pausa al TechNet Workshop. Oggi siamo andati avanti, perchè ci sono ancora molte cose da fare, ma non sto qui a parlarne perchè non ne ho voglia.

Non so cosa farò stasera, nè domani, nè domenica. Spero solo che faccia bello. Mi devo andare a prendere un paio di scarpe da ginnastica nuove, perchè quelle che ho sono un pochino strette. Una scampagnata al Passo del Penice non me lo toglie nessuno: sarei voluto andarci questa domenica, ma il maltempo nella settimana mi ha fatto desistere e rinunciare alla missione. Vorrei andare a vedere dov’è il nuovo Arcadia, e magari riesco a vedermi Ocean’s 13. Boh, chessò, vedremo.

Ragazzi, buona settimana. Per adesso…passo & chiudo.

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IV del Venerdì

[IV] del Venerdì (6)

Quel lampadario schiantato sul pavimento, l’Artista ce l’aveva in testa ancora, anche adesso che erano passati molti anni. Si scosse un attimo quando tornò al presente, sul palcoscenico. Il suo sguardo – si accorse poi – non si era staccato minimamente dal bambino che, soffiandosi il naso, aveva disturbato la sua esibizione. La sua mano destra era corsa ad afferrare la pistola infilata in una tasca posteriore, la portò davanti a sè sollevandola davanti a tutti. Ma il pubblico non disse nulla e rimase in rigoroso silenzio: pensavano tutti che fosse una pistola finta, un oggetto utilizzato per lo spettacolo. L’Artista la puntò sul bambino, che adesso lo guardava, prese velocemente la mira e tirò il grilletto. L’esplosione riecheggiò in tutto il teatro, facendo saltare sulla sedia i presenti. Ci volle ancora qualche istante affinchè la gente capisse cosa fosse successo.

Questa mattina, presto, mi sono svegliato e ho sentito fuori tuonare. Mi sono raggomitolato nelle coperte e sono andato avanti a dormire, girandomi da una parte all’altra e sentendo ogni tanto il ticchettio della pioggia sulle finestre. Oggi a Milano era stato annunciato il solito sciopero dei mezzi pubblici, ATM, che avrebbe colpito metropolitana, tram, filobus, parcheggi e via dicendo. Oggi nel mio ufficio, esattamente dietro di me, sarebbero venuti elettricisti/muratori/ingeneri per fissare alla parete un enorme pannello di legno compensato sul quale montare diversi contatori, sui quali dovremo lavorare noi la settimana prossima per connetterli al palmare e al nostro software. Sono contatori dell’energia elettrica, un modello capace di comunicare con un device tramite un sensore ad infrarossi.

Ho dedotto quindi una semplice e banale cosa: oggi in ufficio mi vedono solo con il binocolo, oppure se aprono il Messenger. E questa cosa non vale solo per me, ma per un sacco di altri miei colleghi con i quali condivido il piccolo open-space. Gli elettricisti/muratori/ingegneri ci hanno infatti annunciato che ci sarebbe stato un po’ di casino, e quindi la stra-grande maggioranza di noi si è auto-imposta un venerdì di vacanza.

Ecco perchè questo IV del Venerdì trova posto la mattina così presto. Nonostante non debba muovermi fino a Milano, il mio orologio interno mi ha comunque svegliato e, strano a dirsi, mi è venuta voglia di bloggare. Perciò eccomi qua. Finalmente, e lo dico davvero con un certo sollievo, questo è a tutti gli effetti il primo weekend in cui non ho l’obbligo di muovermi da casa, dopo lungo tempo. Questo weekend posso fare quello che gira a me, nei tempi che decido io. Voglio andare a fare la spesa? Posso farlo? Voglio riorganizzare e sistemare la mia zona-lavoro in casa mia? Posso farlo. Voglio guardarmi un bel film? Posso farlo. Insomma, questa libertà non ha prezzo, e ben venga. Sono stato a Mestre, a Venezia, a Roma, sulla Riviera Romagnola. Ho preso pullman, aerei, traghetti, treni, auto a noleggio. Ma adesso basta, un po’ di riposo. Comincia oggi e finirà domenica sera.

Vi ha parlato il sottoscritto, Igor Damiani, dal suo letto caldo nella sua stanzetta.

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IV del Venerdì

[IV] del Venerdì (5)

Mentre la sua mano toccava il metallo della pistola, l’Artista tornò con la mente alla sua gioventù. Ricordava perfettamente il giorno in cui per la prima volta sparò. Sua madre era fuori chissà dove: la vedeva raramente. Suo padre era fuori per lavoro, faceva il tassista in quella sporca metropoli dalla quale poi fuggirono. L’Artista – che allora era un fanciullo – entrò in camera dei suoi genitori. Sul letto matrimoniale, sfondato da un lato, vide una calibro 9. Si avvicinò, la impugnò con la mano sinistra e si girò verso il lampadario. Era pesante. Fece finta di prendere la mira, così come aveva visto fare in alcuni film polizieschi e premette il grilletto. L’esplosione della polvere da sparo fece tremare la stanza, mentre il rinculo lo catapultò per terra. Il fanciullo lasciò cadere la pistola, e scappò via. Fece appena in tempo a vedere il lampadario che si staccava dal soffitto per precipitare con uno schianto sul pavimento, in mille pezzi.

Per una serie di vicissitudini, questo è l’anno in cui il mio fresbee è stato più a riposo. Ed è un peccato, perchè al mio ultimo compleanno un amico mi ha regalato un fresbee pro da 240 grammi. Qui sul mio blog non ne ho mai parlato, ma da moltissimi anni mi piace giocare a fresbee. Diciamo, ecco, da quando ho circa 10 anni, più o meno. Non fraintendetemi, non è che ho partecipato a tornei, campionati o qualcosa del genere, però quasi ogni estate ci si ritrova fra amici e qualche lancio lo si fa. Credo di cavarmela anche. Il mio punto di forza è la precisione nel tiro: voi ditemi dove siete, ed io ve lo faccio atterrare fra le mani senza che dobbiate muovere un passo. Ho poca gittata, e qualche presa spettacolare la riesco a fare. E credo anche di aver contagiato qualche amico ed amica con questa passione. Una mia amica, Francy, ci ha sempre raccontato che da bambina – prima che la conoscessi – prese un fresbee sul naso e la rimase per lungo tempo un po’ di paura: fino a quando non incontrò me, che alla fin fine gliel’ho fatta passare! 😀

Il fresbee è un ottimo sport, perchè si corre veramente tanto, si suda, si salta, si fanno numeri ed acrobazie che richiedono coordinazione ed equilibrio. Mi è sempre piaciuto. Ed è davvero forte giocare controvento, sfruttando la capacità del fresbee di planare: se lanciate nel modo giusto e se c’è abbastanza vento, il fresbee torna indietro, esattamente nel punto da cui l’avete lanciato. E’ uno sport economico, spettacolare, divertente, unisce ragazzi, ragazze, bambini, uomini e donne. Il fresbee è magico, e tutto le volte che mi sono ritrovato a giocare in spiagge più o meno affollate, in mezzo alla strada, per le vie di Milano, in un parco, in piscina, nel parcheggio di un centro commerciale (quando si mette il fresbee in macchina, lo si ha sempre a portata di mano) c’è sempre stato qualcuno ipnotizzato a vedere quel disco di plastica che vola da una mano all’altra distante a volte anche parecchie decine di metri. Ricordo quella volta che al parcheggio di Famagosta c’era una fila eterna per uscire ed invece di innervosirci per niente, abbiamo aperto il baule della macchina ed io e Fabio abbiamo fatto due tiri tra le auto parcheggiate, con tutti quelli in fila che ci guardavano come se fossimo atterrati da un altro pianeta.

Quest’anno, invece, sono un pochino a digiuno e vorrei recuperare. Oggi pomeriggio, prima di andarmene, sento un po’ qualche amico sul Messenger o sul cellulare per riunire un po’ il gruppo e vedere se si riesce a combinare qualcosa. Non questa domenica perchè sono a Roma per la Giornata Azzurra (confidando nell’Alitalia e nel meteo), però magari qualche appuntamento infra-settimanale lo si riesce a fare, anche solo per fare un po’ di movimento.

Gentili lettori, gentili lettrici, un buon weekend a tutti voi!

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