Technology Experience

My daily work

Il mio lavoro quotidiano, il traffico, la metropolitana, le tangenziali, i rapporti con i colleghi, lo stress, il divertimento, la routine

My daily work

Quando una cosa la si potrebbe architettare meglio!

Da qualche mese ho modificato il mio profilo sul sito Telepass. Gli scopi erano essenzialmente tre:

  1. evitare che mi arrivasse la fattura in formato cartaceo (risparmiare carta fa bene all’ambiente)
  2. poter controllare anche da remoto la mia situazione (fa sempre comodo)
  3. ovviamente ricevere la fattura in formato elettronico, pensando (ma forse sono troppo furbo) che arrivasse in allegato all’e-mail con la quale mi sono sottoscritto al servizio

Invece no. Le fatture Telepass sono trimestrali. L’altra sera ho ricevuto l’e-mail sul mio account dedicato che mi informava dell’arrivo di una nuova fattura. Molto bene, mi sono detto subito! Molto male, mi sono detto un secondo dopo. Perchè? Perchè l’e-mail non ha alcun allegato, e per vedere e stampare la fattura devo:

  1. aprire un browser
  2. loggarmi
  3. raggiungere la pagina delle mie fatture
  4. cliccare a mano sull’ultima fattura emessa
  5. aspettare che mi si apra una nuova finestra con il pdf
  6. lanciare la stampa della sola prima pagina) della fattura

Oddio…un incubo. Odio le pagine Web. Le odio.

Non era più comodo inserire il pdf direttamente nell’e-mail???

Se fossi un malato di mente (e lo sono eccome) potrei addirittura farmi un software che monitorizza la casella e-mail, e quando ne arriva una, estrae l’allegato e ne lancia la stampa in automatico, senza alcun intervento umano. Lo sono – malato di mente, dico – perchè un software pensato così ce l’ho già. Peccato.

Odio le pagine Web, perchè comunicano solo con gli occhi di un utente ma non favoriscono integrazione/dialogo/interoperabilità/scambio con chichessia. Odio le pagine Web, e dovrebbero essere usate solo per siti “brochure”. Quando un sito deve (e tutti dovrebbero) esporre funzionalità più complesse, dovrebbe aprirsi al mondo, così da poter essere sfruttati meglio. Odio le pagine Web, perchè non si adattano ai dispositivi mobili: sì, ok, tecnologicamente parlando si può anche, ma chi lo fa davvero??? Non ditemi “Sì, qualcuno lo fa, Igor“, ditemi chi lo fa davvero. Se quella fattura fosse allegata ad un’e-mail, la riceverei comunque, anche su un palmare o su un cellulare: vederla magari sarà difficile, ma almeno la ricevo. Della fattura effettivamente chi se ne frega, ma se fosse un pdf di un biglietto aereo? O di un treno? O l’ingresso ad una fiera?

Ve l’ho già detto? Odio le pagine Web, soprattutto quando sono usate male.

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Sì, sono sicuramente una persona fatta a ‘T’

Molto interessante questo post di Lorenzo. Andate a leggerlo e poi leggete il mio.
Credo fondamentalmente in questo:

  1. una volta ero una persona ‘I’, ma rispetto ad oggi lavoravo sul Web. Parlo del periodo 1995-1999: HTML, ASP-classic, CSS e tutta robaccia del genere.
  2. nello stesso periodo sviluppavo anche applicazioni desktop per Windows, e questo rappresenta la barra orizzontale della ‘T’. Questa barra era molto piccola all’inizio, ma pian piano si è allargata fino ad essere la parte predominante del mio lavoro.
  3. negli ultimi anni (dal 2002 ad oggi) la parte Web è praticamente collassata su se stessa: ho ottenuto una ‘T’ molto bassa e molto larga. Ruotando di 90° gradi la ‘T’ descritta, si ottiene un’altra ‘I’. Specializzazione quasi estrema di sviluppo di applicazioni desktop per Windows.

Ed oggi?

Già da qualche mese il trend sta nuovamente cambiando. Quando si lavora è inevitabile che ci si ritrovi a lavorare con diverse tecnologie, che occorre conoscere almeno al minimo livello per potercisi interfacciare. Ad esempio, negli ultimi mesi ho letto ed usato più di una volta almeno una di queste tecnologie:

  1. applicazioni WPF (che adoro!)
  2. servizi WCF (in diverse occasioni)
  3. Sharepoint (solo da utente “evoluto”, diciamo)
  4. ASP.Net (una volta sola)
  5. JSP

Alla fine, essere talebani non paga per niente, soprattutto se si è un libero professionista che deve saper utilizzare la tecnologia migliore in base allo scenario in cui ci si trova. Non consigliare ad un cliente di realizzare un’applicazione ASP.Net solo perchè a me non piace è assolutamente folle ed irresponsabile, piuttosto si dice: “Questa cosa andrebbe realizzata così, ma…non chiedere di farlo a me perchè non sono skillato abbastanza!!“. Quindi secondo me è importante essere specializzati: avere uno scenario preferito ci distingue, ci mette in risalto e ci sentiamo forti. Dobbiamo saperci valutare e capire dove ci sentiamo più preparati e skillati, non solo nei colloqui di lavoro, ma in generale, anche solo parlando con gli altri. Ma fino ad un certo punto: dobbiamo essere flessibili, perchè al giorno d’oggi non esiste applicazione che non vada sul Web o – più in generale – che non si interfacci con un sistema più grande.

Dobbiamo modellare quella ‘T’, allungandola/stringendola/deformandola a seconda dei momenti, di quello che ci dice la nostra testa, il mercato, il trend. E forse un po’ anche il nostro cuore, perchè non sempre è tutto comandato dal nostro portafoglio.

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Come subire una fregatura da un barbiere

Per la serie…questa mattina facciamoci i caxxi di Igor.

Questa mattina mi alzo con la bella intenzione di andare a tagliarmi i capelli. Ho la tessera di un barbiere in zona Lambrate qua a Milano, recordman del taglio che ha vinto diversi premi, mi pare anche a Parigi. La tessera costa 80 euro e prevede 10 tagli di capelli. 8 euro per ogni taglio: non male, no?

Quindi…arrivo a Famagosta con la macchina, prendo la metropolitana M2 (linea verde) fino a Lambrate, scendo. Arrivo davanti al barbiere: saracinesca abbassata, un biglietto di carta attaccato dice: “Questo esercizio rimarrà chiuso dal 29 Aprile al 13 Maggio per motivi familiari.” Impreco sottovoce, ma poi penso alla moglie che sapevo essere malata, e quindi temo il peggio. Pazienza – dico – troverò un altro barbiere da qualche altra parte.

Torno indietro e raggiungo la zona dove lavoro (piazza Lodi a Milano). Mi viene in mente che in via Crema c’è un barbiere e quindi penso: se è vuoto vado lì…adesso & subito. Il barbiere c’è, è vuoto e quindi entro. Il barbiere è un uomo di 55-60 anni, capelli bianchi, tranquillo e pacato. Di fianco stanno facendo dei lavori per ricostruire l’atrio di una palazzina: il locale è scosso da trapanate a percussione, e quindi è tutt’altro fuorchè silenzioso. Dico al barbiere di darmi una scorciatina ai capelli e – giusto per chiaccherare un po’ – gli dico che ho trovato il mio barbiere chiuso, parliamo di Ronaldo che se la spassa con tre viados: tipiche chiacchere da barbiere, insomma.

Arrivo al dunque. Ho chiesto un normale taglio di capelli, ma il barbiere ha effettuato nell’ordine:

  1. un primo veloce shampoo
  2. un lento taglio di capelli (molto accurato e molto preciso, ma lento)
  3. un secondo veloce shampoo
  4. profumata con balsamo ed un altro liquido mai visto prima
  5. asciugatura con asciugacapelli

Lavoro professionale, davvero. Con lo specchio ti chiede conferma delle basette, dei capelli dietro. Ti tratta con riguardo (ma forse l’ha fatto solo per acchiapparmi come cliente, sapendo di dovermi strappare ad un suo concorrente).

Costo totale = 18,00 Euro

Ovvero…10 Euro in più rispetto al mio solito barbiere. Spero seriamente che sua moglie stia bene, e spero che riapra al più presto.

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Torte, dolci, colombe e festeggiamenti vari

Gli ultimi giorni sono stati ricchi di glucosio. Parte del glucosio deriva dalla Pasqua, altri derivano dall’attuale luogo di lavoro e dai corrispondenti colleghi e colleghe. Ecco un breve riassunto!

Venerdì 21: pastiera napoletana originale grazie alla madre di una mia collega
Sabato 22: abbuffata al piacentino
Domenica 23: colomba pasquale e uovo al cioccolato
Lunedì 24: vedere domenica
Martedì 25: crostata di frutta in pausa pranzo
Mercoledì 26: pasticcini e spumante
Giovedì 27: chi può dirlo?

Meno male che ho un metabolismo che non mi fa ingrassare più di tanto!

UPDATE : mi è appena venuto in mente che martedì in pausa pranzo ho mangiato una fetta di torta, una crostata di frutta (fragole). Post corretto!

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Il mio curriculum-vitae in inglese

Non so se sto davvero diventando una persona seria come un certo Lorenzo ha ipotizzato qualche giorno fa, non so se aver cambiato le fotografie che mi “rappresentano” sia causa od effetto. Non so un sacco di cose.

Ho aprofittato della breve pausa pasquale per cominciare a tradurre il mio curriculum-vitae dalla lingua italiana alla lingua inglese. Googlando in Rete si trovano un sacco di siti che aiutano a tradurre termini particolari e/o specifici in inglese, per cui la cosa è un po’ più semplice del previsto. Quando sarà pronto lo metterò on-line dal mio sito come al solito; devo ancora decidere se tenerne uno solo in inglese e tenerne due.

Non chiedetemi il perchè stia facendo una cosa del genere. Non lo so.
La prima risposta che mi viene in mente è: non si sa mai.

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Quanto uno è bravo davvero?

Mio padre una volta mi disse che Felice Gimondi era un grandissimo corridore, con l’unica sfortuna di essere stato contemporaneo di Eddy Merckx, corridore eternamente più forte. Gimondi ha accumulato nella sua carriera un gran numero di vittorie, dal Giro d’Italia al Tour de France passando per la Milano-Sanremo. Se magari non avesse avuto Mercx come avversario, magari avrebbe vinto di più.

Passiamo alle cose serie.

La domanda di questa sera è la seguente: quanto siamo davvero bravi? La bravura che tutti i giorni tiriamo fuori nel nostro lavoro è tutta nostra? Se no, quanto dipende dalla bravura dei nostri colleghi con i quali collaboriamo?

Dalla risposte a queste domande possono scaturire molte e diverse conclusioni. Se siamo più bravi da soli, ci conviene fare il classico “consulente” che viene inserito in team di sviluppo nelle medie/grandi aziende? Se siamo più bravi in team, è il caso che continuiamo a sbatterci nella nostra attività che magari ci porterà fino ad un certo punto?

Io penso di riuscire ad adattarmi abbastanza bene, nel senso che quando lavoravo per clienti miei, riuscivo comunque a rendere il giusto, però dovevo gestire tutta una serie di cose che finivano per minare la concentrazione nel lavoro di programmazione. Adesso che invece lavoro in team, forse sono un po’ troppo casinista, però mi trovo bene, ci sono momenti in cui mi sento “bravo”, ce ne sono altri (come oggi) in cui mi sento stanco, mi sento più introverso e vorrei essere da solo in una stanza a programmare quello che dico io.

La morale è: quanta bravura è direttamente mia e quanta invece dipende dalle altre persone che mi stanno attorno? Dove dovrei andare per avere intorno a me persone capaci di mettere in evidenza la mia bravura? Sono nel posto giusto o nel posto sbagliato?

Ve lo farò sapere!

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[Convalescenza] Giornata 10

Oggi ho distrutto il 99% del mio sito.

Non parlo di questo blog chiaramente, ma del sito che era nato anni fa, creato quando mi misi in proprio per presentare la mia azienda, i software che mettevo in commercio, il mio curriculum, i collaboratori con i quali dividevo il lavoro. C’era addirittura una sezione riservata dove ciascun cliente poteva scaricare la documentazione alla quale avevo diritto, oppure poteva controllare la situazione delle sue fatture, etc. etc.

Oggi il mio lavoro è notevolmente cambiato rispetto a quel periodo, e ho deciso di spazzare via la maggior parte delle cose che non mi interessa più pubblicare. Per adesso ho lasciato solo la home-page e niente di più! E’ molto più semplice mantenere un blog: su questo non si discute.

Ci pensavo comunque da un po’ di tempo: software miei non li vendo più per scelta, eventuali download o altri documenti (come il curriculum) li riverso sul Web usando Sharepoint, cerco il più possibile di slegarmi dai vecchi clienti perchè comunque oggi non avrei più tempo per seguirli.

Credo che alla fin fine con il sito facevo passare un’immagine di me molto diversa da quello che sono oggi, e ho dovuto prendere provvedimenti. Domani ci lavoro ancora un po’ su, sistemo la home-page, metto un piè di pagina decente ed altre cosucce del genere.

Era parecchio che non mi occupavo di pagine Web.
Vi devo chiedere scusa: non è mica tanto male, lo sapete?
D’altronde, questo PHP è eccezionale!!!!

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Sto facendo impazzire i miei colleghi

Da oggi ho una badge per entrare nella società dove lavoro che non riporta più la scritta “Provvisorio“. Come qualcuno ha già avuto modo di dirmi di persona, questo non significa che sarò qui a lavorare in eterno: un consulente sono ed un consulente rimango.

Li sto facendo impazzire perchè vivoil giorno primadegli eventi che caratterizzano certe giornate in modo piuttosto testo ed ansioso, perchè purtroppo il mio carattere è così e non ci posso fare nulla. Ci sono colleghe che vedendomi un po’ agitato si offrono di consolarmi con una camomilla o con tisane di ogni gusto. I colleghi invece impazziscono e basta, cercando di sopportarmi fino in fondo, senza farcela.

Il giorno prima dell’evento è oggi.
Il giorno dell’evento è quindi domani.

Cosa succede domani? Vengo operato. Entro in ospedale alle 7, verrò operato credo in tarda mattinata e poi me ne torno a casa nel pomeriggio. Mi aspetta una convalescenza di circa 15-20 giorni. Lo so, vi direte, l’avevo già detto e sono ripetitivo. Ma scrivere è una di quelle cose che mi calmano, anche se sto scrivendo degli stessi fatti ed avvenimenti che poi mi rendono nervoso. Non so quanto darei per fare un balzo in avanti di 24 ore, giusto per accelerare i tempi.

Ritornerò al lavoro a metà marzo, quando la primavera starà per sbocciare. Fino ad allora, basta pranzi a base di bento uramaki, basta palmari fra le mani, basta colleghe. Oggi ho persino compilato il rapportino che di solito preparo alla fine del mese; febbraio sarà una fattura un po’ leggera.

Un arrivederci a tutti, ed in ordine sparso casuale a:

  • ai miei colleghi
  • al muro giallo che è qui di fronte ai miei occhi
  • alla linea 90 e alla linea 91 dell’ATM
  • alla linea verde della metro
  • ai bug e ai test
  • alle chiavette del caffè
  • ai badge aziendali
  • alle mie colleghe (indipendentemente dall’abbigliamento)
  • al neon qui sopra la mia testa
  • al mio collega Stefano che si è spappolato il ginocchio come Ronaldo (ma ciò nonostante attualmente gioca a pallone – e non a calcio – meglio di lui)
  • alla biondina di Solopizza che, per la cronaca, si chiama Ambra
  • a quella ragazza che per due volte ho intravisto al cinosiculo (codename di un posto dove vado a mangiare a pranzo) e che credo sia Claudia P.
  • a (in rigoroso ordine alfabetico) Alessandra, Raffaella e Vera, le “nostre ragazze” del GIS
  • a e tante, davvero tante, altre persone ed entità
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Le storpiature dell’italiano informatico

L’italiano utilizzato in un ufficio a carattere informatico raggiunge livelli di qualità imbarazzanti. Termini come “zippami questo file” è un’espressione tutto sommato accettabile, così come anche “loggati” o “locca il pc“.

Ben diverso è invece sentir dire “non riesco ad essesseaccarmi“, “bildami la soluzione“, “ardresettami il palmare” e via dicendo. Durante una normale giornata lavorativa ne sentiamo parecchie e ne diciamo anche di più: talmente tante che adesso non me ne viene in mente nessuna.

Per la gioia di un collega, riporto qui sotto la coniugazione del presente indicativo del verbo bytare:

Io byto!
Tu byti!
Egli byta!
Noi bytiamo!
Voi bytate!
Essi bytano!

Chi di voi si ricorda una famosa Legge sul Byte datata 28 Novembre 2006?

Declino ogni responsabilità sul contenuto di questo post.

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